sabato 16 novembre 2013

Titoli di coda

Il titolo fa purtroppo riferimento al fatto che dopo questo post non ne leggerete altri su Intercafè, dal momento che gli impegni di ciascuno di noi della redazione non rendono più possibile gestire questo Blog con la continuità che meriterebbe. Abbiamo creduto fortemente in uno spazio dove confrontarci sui vari argomenti attinenti alla squadra per la quale facciamo il tifo in maniera un po' più organica e ragionata che non fosse una semplice battuta magari completamente avulsa dal contesto che veniva trattato in quel momento; non siamo però riusciti nell'intento di creare un gruppo di "aficionados" che si trovasse a commentare i nostri post con una certa regolarità, o magari anche che entrasse a far parte della redazione, dato che non abbiamo certo mai chiuso la porta in faccia a nessuno. Che dire? Evidentemente non siamo stati abbastanza bravi nel suscitare questo tipo di interesse; come d'altra parte ci siamo trovati un po' soffocati anche dalla presenza nel web di progetti molto più supportati economicamente ed in termini di collaborazione, magari con strutture consolidate alle spalle quali circoli, Inter club o testate giornalistiche.

Lasciateci comunque nella convinzione che il nostro fosse un prodotto nella maggior parte dei casi di una qualità non certo inferiore alla gran parte dei progetti sopracitati. Forse non è nemmeno un caso che chiudiamo i battenti all'unisono con la fine della presidenza di Moratti, un Presidente che abbiamo spesso criticato, ma del quale sarà molto difficile ritrovare un amore e un attaccamento ai nostri colori anche solo lontanamente paragonabile, oltre a una lealtà e una correttezza che coloro che ce la invidiano, o semplicemente non ne apprezzano la valenza, hanno spesso tentato di fare passare per dabbenaggine o incapacità. Certo, di errori il nostro Presidente ne ha fatti, anche tanti, la maggior parte dei quali forse proprio per un eccesso d'amore; ma ci ha regalato anche tante emozioni e trionfi, oltre ad averci tenuto sempre lontano da scandali e situazioni torbide in cui in molti hanno fatto a gara nel provare a tirarci dentro (senza mai riuscirvi peraltro) e verosimilmente ancora proveranno. Quelli per i quali "vincere è più importante di qualsiasi altra cosa, anche del come": per noi non è così e credo, e spero, non lo sarà mai. Arriva un pool indonesiano che ci auguriamo si renda contro al più presto di cosa significa avere acquisito l'Inter; proprio l'Inter intendo, non una squadra qualsiasi, per il modo nel quale si rapporta questa Società con il complesso sistema del calcio Italiano, spesso non facile da capire per chi ci è dentro, figuriamoci per chi viene dall'altra parte del mondo con una cultura sportiva certamente ben diversa.

Sono esperti dei media e la cosa fa ben sperare, perché saranno sottoposti a un serie di attacchi concentrici dai quali dovranno difendersi nella maniera migliore possibile; aspetto che forse ha rappresentato il punto più deficitario della gestione Moratti. Auguriamoci inoltre che si accontentino di realizzare profitti con la gestione del marchio in Oriente e magari nel resto del mondo, e di poter vantare e "farsi belli" di questi successi agli occhi dell'opinione pubblica; perché se pensano di arrivare a guadagnare direttamente dalla gestione calcistica in un Paese come l'Italia attuale, magari anche dopo alcune gestioni in perdita, temo fortemente che saranno destinati a rimanere delusi. E questo ovviamente sarebbe deleterio. Lasciamo una squadra che sta facendo probabilmente quasi il massimo delle sue potenzialità, penalizzata, ancora una volta, da decisioni arbitrali almeno discutibili, oltre che da una fisionomia non ancora del tutto delineata e da una consapevolezza nei propri mezzi ancora non del tutto acquisita; d'altra parte, a questo punto della stagione, non potrebbe essere altrimenti. Intendiamoci: niente di particolarmente eclatante o scandaloso, come in altre occasioni. Però, nel dubbio se fischiare qualcosa a favore o contro i nerazzurri, quando sarebbe a favore non lo fischiano quasi mai, quando invece è contro lo fischiano quasi sempre; vecchi "retaggi" del post Calciopoli, come direbbe Mazzarri. Siamo infatti quarti in classifica potendo vantare il maggior numero di gol segnati, ma con zero rigori assegnati a favore: un discreto controsenso, mi sembra. E questo è un insindacabile dato di merito del nostro allenatore che ha saputo costruire un sistema di gioco nel quale vanno in gol un po' tutti; giochiamo infatti con una sola punta, che è poi una cosiddetta seconda punta, un attaccante cioè di manovra e che spesso rientra anche ad aiutare in copertura. C'è pertanto la sensazione che con una campagna acquisti e cessioni azzeccata durante la sessione invernale si possa tentare di andare a competere per un posto nella prossima Champions League, nel caso in cui Napoli o Roma dovessero accusare dei problemi e rallentare; fuori Pereira, Kuzmanovic e Belfodil e dentro altri tre elementi negli stessi ruoli che possano garantire un apporto ben diverso, anche senza andare a prendere dei cosiddetti "top-players". Significherebbe garantire un punto di partenza assolutamente agevolato per la prossima stagione; speriamo che i nuovi proprietari se ne rendano conto e vedano di operare di conseguenza.


Per concludere è stata comunque una bella esperienza scrivere per questo Blog e colgo l'occasione di ringraziare i miei compagni d'avventura della redazione (Andrea, Antonio, Alessandro, Sergio, Entius) per avere collaborato alla realizzazione di questa iniziativa, unitamente ai lettori che ci hanno seguito, più o meno assiduamente; abbiamo sempre creduto nella validità di esprimere le nostre idee anche se consapevoli che non fossero magari molto popolari, ma sempre nel rispetto di quelle degli altri, purché espresse in maniera educata e civile. Questo a nostro parere deve essere l'essenza stessa di un iniziativa come un Blog e non sarà certo l'esaurimento di questa esperienza che minerà le nostre convinzioni in proposito. Un buon proseguimento a tutti quanti dalla redazione di Intercafè.


Alex
domenica 6 ottobre 2013

Dieci Considerazioni sulla prima sconfitta stagionale

1. Sconfitta pesante ed inaspettata. Che potessimo perdere con un avversario che attualmente sta meglio di noi poteva starci. Ma abbiamo giocato davvero male e nel secondo tempo è mancata una reazione concreta.

2. La Roma è stata premiata dagli episodi e da una buona dose di fortuna. Ma si dice che la fortuna aiuta gli audaci e noi ieri abbiamo fatto ben poco per accattivarci le grazie della Dea Bendata. Un palo di Guarin e un colpo di testa di Alvarez nel primo tempo, molta confusione e pochi pericoli creati nella ripresa. Poco, troppo poco.

3. Il calcio spesso è fatto di “sliding doors”. Se Guarin invece di centrare il palo avesse fatto gol o se l’arbitro di porta avesse visto bene (ammesso che abbia visto male…) segnalando che il fallo era avvenuto fuori, probabilmente ora staremmo qui a parlare di un'altra partita.

4. Modulo a due punte e Kovacic titolare. Ci vorrà ancora molto tempo prima che il signor Mazzarri capisca queste due elementari cose?

5. Tutti a gettare la croce su Ranocchia. Giustamente. Perché certi rinvii non li faccio nemmeno io nella partita di calcetto del lunedì. Ma Gervinho che ha tutto il tempo di controllare e fare l’assist chi lo controlla? E Totti tutto solo libero di tirare?

6. In mezzo a tante cose negative qualcosa di positivo. Guarin mi è sembrato in netta crescita. Meno frenesia nel voler fare tutto lui e più voglia di rendersi veramente utile alla squadra.

7. Ma Handanovic non era un portiere pararigori? No, perché da quando è all’Inter ne avesse parato uno… Poco male, finché continuerà a fare miracoli a destra e manca (e ieri sera ne ha fatti almeno 2-3) gli perdoniamo anche il fatto che non riesca a fermare un rigore.

8. Se hai un problema e non lo risolvi prima o poi ti si riproporrà. Mazzarri in estate aveva chiesto degli esterni, il buon inizio di stagione di Jonathan e Nagatomo aveva fatto passare in secondo piano la questione. Ieri Pereira ha risollevato il problema.

9. Collegandomi al punto di prima, direi senza ombra di dubbio che siamo diventati Jonathan-dipendenti. Chi l’avrebbe mai detto…

10. Spero tantissimo che la sconfitta di ieri sera sia semplicemente un incidente di percorso. Ma per fare in modo che sia stato davvero un incidente di percorso bisognerà fare tesoro degli errori e porvi rimedio. Capito, Walter?
Entius
venerdì 4 ottobre 2013

Prepariamoci al meglio

Settimana scorsa scrissi un pezzo prima della sfida con la Fiorentina (QUI) in cui tentai di spiegare i motivi per cui, noi tifosi interisti, ci saremmo dovuti preparare al peggio. Non rinnego nulla, la vittoria con i viola non mi ha fatto cambiare idea: una squadra nuova, per quanto possa fare bene, necessita di pieno appoggio morale da parte di tutta la tifoseria, anche e soprattutto nei momenti bui che ci possono essere. Per ora il momento buio non è giunto, decisamente meglio così, ma come scrissi allora, il carro nerazzurro al momento è pieno e vorrei vederlo pieno anche nei giorni in cui, eventualmente, le cose non andranno così bene.

Comunque, come ho detto, credo che prepararsi al peggio sia giusto, come del resto toccarsi dopo aver letto quelle mie parole (più che giusto direi comprensibile ecco), ma allo stesso tempo, per dare una punta di ottimismo, penso sia giusto anche prepararci al meglio e quale miglior occasione della sfida di domani sera con la Roma per questo? La Roma sta volando in tutti i sensi: in senso morale, in senso tattico, in senso tecnico, in senso di punti. Ma la Roma, a differenza nostra e delle altri presenti nell'orgia di testa classifica, ha anche avuto un calendario di avvio stagione decisamente favorevole, con il solo derby capitolino come sfida di alto livello, ma che, tenendo conto la particolare aura di cui è rivestita quella partita, non ha fatto altro che mettere benzina nel serbatio umorale giallorosso. Noi, dal canto nostro, abbiamo già dovuto affrontare la Juventus, vera favorita piaccia o meno, Fiorentina, squadra almeno di nostro pari livello (quantomeno con Gomez, Pizarro e Cuadrado out, altrimenti l'undici titolare è anche superiore tecnicamente al nostro) ed il Cagliari, magari formazione non di primissima fascia, ma certamente ostica da affrontare, soprattutto su di un campo come era quello di Trieste ai limiti dell'indecenza. Insomma, noi ci siamo fatti un mazzo così nelle prime sei giornate e siamo ne siamo usciti integri, addirittura con una punta di rammarico per le partite giocate con Juventus e Cagliari. Probabilmente, se la Roma avesse affrontato una di queste formazioni in quest'avvio di campionato, o il Napoli o il Milan, ed avesse anche solo pareggiato, sono certo che la spinta emozionale ed entusiastica che hanno oggi sarebbe stata rallentata e non la troveremmo lassù a punteggio pieno, ma al nostro stesso livello.

Perché dico tutto questo? Perché oggi la Roma fa paura, ma personalmente non la trovo imbattibile come invece stanno facendo passare giornali e televisioni. Ha un tasso tecnico elevatissimo, Garcia è un ottimo allenatore, ma ritengo che la maggior parte dei propri successi, fino ad oggi, li abbia costruiti sull'attacco, giocando contro squadre spuntate o comunque certamente non dotate di opzioni offensive illimitate. Se riusciremo a difenderci con ordine, grinta, equilibrio e costanza, come abbiamo fatto fino ad oggi, credo che avremo le chances di colpire i giallorossi che per la prima volta si troveranno contro un attacco, per certi versi, differente ma pari al loro. Tatticamente infatti il 3-5-2 di Mazzarri, o 3-5-1-1 che dir si voglia, può rappresentare una spina nel fianco di non poco conto per il 4-3-3 romanista. In più a loro, al 90%, mancherà Maicon e quindi, vista la buona forma dei nostri esterni, potremo e dovremo sfruttare le ali costringendo i loro terzini a stare bassi, cosa che anche all'osannato Balzaretti viene difficile visto che ha azzeccato le sue prime diagonali difensive della carriera contro Bologna e Sampdoria.

Detto ciò, chiaramente, non è una certezza che vinceremo, magari perderemo, magari sarà la prima difficoltà della stagione che incontreremo, ma dopo la partita con la Roma, fino ad inizio dicembre, il calendario sarà dalla nostra parte. Infatti, prima della sfida col Napoli del 14 dicembre, giocheremo 8 partite assolutamente alla nostra portata: Torino, Verona, Atalanta, Udinese, Livorno, Bologna, Sampdoria e Parma. La fortuna che hanno avuto i giallorossi in avvio l'avremo noi da dopo la pausa per le nazionali e dovremo sfruttarla appieno, con la possibilità inoltre di preparare settimanalmente ogni partita, cosa che Mazzarri ama. Quindi, anche se con la Roma dovesse andare male, poi abbiamo un filotto che ci offrirà tutte le possibilità di rifarci e credo che soltanto dopo queste otto partite di autunno inoltrato potremo capire quale sarà realmente il ruolo che la nostra Inter giocherà nella Serie A 2013/2014. Se prima del match contro il Napoli ci troveremo ancora lì, a lottare per un piazzamento di prestigio ed a dare fastidio alle squadre più attrezzate di noi, allora potrei davvero dire che l'Inter mi sta sorprendendo al di là di ogni più rosea aspettativa. Ma intanto, prima di queste otto decisive partite, c'è la Roma. E si sa che chi ben comincia è già a metà dell'opera.

Andrea
lunedì 30 settembre 2013

Dieci Considerazioni su Cagliari-Inter


1. Tutto sommato è un pareggio che può starci. Abbiamo creato molto più di loro e in fin dei conti siamo stati beffati da un tiro deviato. Ma il calcio è anche questo. Giovedì avremmo meritato di pareggiare e abbiamo vinto. Ieri è successo l’inverso.

2. Considerando che abbiamo giocato due partite in 66 ore, il campo al limite della praticabilità, l’avversario che non era certo l’ultimo arrivato, siamo sicuri che siano due punti persi?

3. Continua a nutrire dubbi e perplessità riguardo questo 3-5-1-1 con cui Mazzarri si ostina a farci giocare. Salvo poi ricredersi nella ripresa e mettere dentro la seconda punta. Considerando che partiamo sempre forte schierare due punte fin dall’inizio potrebbe non essere un’idea malvagia. Ci avevi pensato, Walter?

4. Aspettando Milito credo che questa Inter non possa fare a meno di Palacio. In questo momento è lui il nostro top player di cui non possiamo privarci. Piuttosto che mandarlo in panchina è preferibile schierarlo dal primo minuto e poi farlo rifiatare a partita in corso.

5. Gol a parte, Icardi si conferma un acquisto prezioso. Credo che là davanti con Palacio possano seminare il panico contro qualunque difesa. Se solo Mazzarri avesse la felice intuizione di farli giocare insieme con più frequenza.

6. Dopo sei giornate siamo ancora imbattuti e abbiamo preso solo tre gol di cui un tiro deviato e un rigore. Alzi la mano che si aspettava un inizio così positivo.

7. Dispiace sottolinearlo ma in questa Inter l’unica stonata è rappresentata da Guarin. Il colombiano mi ricorda molto l’ultimo Maicon. Uno che quando voleva riusciva a fare la differenza ma spesso vagava per il campo svogliatamente. Il Guaro non è a quei livelli ma dovrebbe metterci un po’ più di impegno.

8. Questa Inter può fare a meno di Kovacic? La risposta è ben chiara al popolo nerazzurro da almeno 7-8 mesi. Spero che lo sia anche per Mazzarri. Kovacic dovrà essere una colonna portante dell’Inter futura.

9. Io credo che non avere impegni europei possa essere un elemento a nostro favore nella corsa al titolo. Non a caso a guidare la classifica c’è la Roma che, al pari di noi, è fuori dalle coppe. E guarda caso sabato sera c’è lo scontro con i giallorossi. Una sfida che può dire tanto sulle reali potenzialità di entrambe.

10. Sono sempre pronto a fare pubblica ammenda su considerazioni e valutazioni che si rivelano errate. Avevo guardato con scetticismo alla designazione di Rocchi, convinto che si sarebbe reso protagonista di un altro arbitraggio pessimo come sua consuetudine quando arbitra l’Inter. Invece l’arbitro di Firenze è stato impeccabile e non ha fatto nessun errore.
Entius
sabato 28 settembre 2013

Inter-Fiorentina 2-1: l'importanza dell'essere (finalmente) squadra


L'avevamo detto prima della gara contro la Juventus, suonando forse come i classici tifosi che alla vigilia di un match importante mettono le mani avanti per attutire eventuali contraccolpi conseguenti ad una sconfitta. Adesso che la gara contro la Fiorentina è alle spalle, possiamo ribadire quel concetto forti di un risultato già acquisito al termine di una gara che sarebbe potuta finire anche diversamente, senza scalfire però la bontà della prestazione dei ragazzi: oggi, in questa precisa fase transizionale (a tutti i livelli), la crescita della squadra e il suo modo di stare in campo sono più importanti dell'outcome del campo.

Inutile dire che questa affermazione un pò 'filosofica' vada passata al setaccio e inquadrata nella giusta ottica, perché è chiaro che qualsiasi squadra ha bisogno del supporto dei risultati per aumentare la propria autostima e riporre una sempre maggior fiducia nella strada intrapresa. Quello che voglio dire è che mentre un anno fa il crollo di prestazioni e risultati arrivò subito dopo la miglior vittoria della stagione, perché fondamentalmente le basi su cui si poggiava il progetto erano pressoché inesistenti, contro Juventus e Fiorentina i punti raccolti sarebbero anche potuti essere meno di 4 e le sensazioni positive attorno alla squadra completamente intatte.

Così come contro quello contro la Juventus, anche quello contro i viola rappresentava un test fondamentale per le nostre ambizioni in quanto l'avversario, oltre a poter disporre di una cifra tecnica complessiva superiore alle nostra, si trova decisamente più avanti coi lavori di costruzione essendo al secondo anno di un progetto ben definito con lo stesso talentuoso allenatore, una spina dorsale solida ed un tipo di calcio ben riconoscibile.  Eppure, nonostante in alcuni tratti della gara si sia visto chiaramente come gli uomini di Montella dispongano ad oggi di maggiori soluzioni e di una differente capacità di fare la partita rispetto a chi ancora va cercando certezze e non può permettersi di anteporre la ricerca del bel gioco a quella di equilibri e automatismi.

E' uscita fuori una partita che ci ha visti sempre presenti in campo pur con qualche sbavatura, e che un anno fa non avremmo mai rimontato lasciandoci andare dopo l'ingenuità di Juan Jesus che ha consegnato un potenziale match-point ai toscani. Mazzarri ha risposto inserendo Kovacic e Icardi, e la squadra ha reagito come forse nessuno si aspettava, gettando il cuore oltre l'ostacolo e ribaltando un risultato che la Fiorentina più volte avrebbe potuto raddrizzare pagando la sostituzione di Rossi e la mancanza di veri killer d'area come l'infortunato Gomez.

Considerando il nostro punto di partenza, con un mercato che per adesso a parte Campagnaro (e in parte Icardi) non sembra aver aggiunto miglioramenti sensibili ad una rosa uscita da un nono posto con quasi 60 gol subiti solo in campionato, quello che stiamo vedendo piace, e non potrebbe essere diversamente. Mazzarri sa di non avere per le mani una fuoriserie, ma il suo lavoro sulla preparazione atletica e sulla testa dei calciatori sta pagando e restituendo al suo servizio elementi che sembravano essersi ormai persi tra gli insulti e i fischi di San Siro. Jonathan, che ha deciso la partita con un gol di pregevole fattura a sottolineare la costante presenza in area dei due esterni di centrocampo in tutte le situazioni offensive, è oggi un onesto lavoratore di fascia, Alvarez uno dei migliori centrocampisti del campionato senza se e senza ma. Avere una base sulla quale lavorare, un timoniere in cui credere ciecamente e gambe che non pesano neanche dopo 70-80' di gioco è uno dei lasciapassare per la competitività.

Sognare però può avere un senso se l'obiettivo si chiama Champions League, meno se l'oggetto del desiderio diventa quello scudetto che difficilmente puoi cucirti sul petto se hai una rosa che al momento presenta un undici titolare, ma non più di 4-5 alternative di rilievo. Juventus, Napoli, e la stessa Fiorentina attualmente sono un passo avanti, la Roma di Garcia fila come un treno: se noi stiamo bene, loro anche, e la vera battaglia da combattere sarà proprio quella per ritornare in Europa dalla porta principale. Sfrecciare davanti ad almeno due di queste squadre, senza dar per morto il Milan di Allegri, scriverebbe una nuova storia e costituirebbe un brillante inizio per la nuova proprietà: lecito aspettarselo, onesto accettare quello che verrà apprezzando quello che la squadra sta facendo e sarà in grado di fare.

E no, se ce lo chiedete vi rispondiamo che no, noi un (non) gol di Muntari non lo vogliamo.

Antonio