lunedì 31 ottobre 2011

Dobbiamo essere felici

E' molto difficile oggi (ma lo era pure ieri) trovare un motivo, per noi interisti, per sorridere. La sconfitta con la Juventus ha abbattuto le ultime resistenze del nostro morale, gettandoci in una sorta di sconforto psicologico che neppure il miglior Crepet a Porta a Porta potrebbe scalfire. No, neppure Morelli se è questo che vi state chiedendo. 


Siamo tornati ad essere quegli "InterTristi" che per anni tutti hanno conosciuto, ma non possiamo rovinarci le giornate, il fegato, il pancreas e lo stomaco a causa di questa situazione, dobbiamo tornare a sorridere, ad essere felici. Ecco perchè ho deciso di compiere un'attenta ed approfondita ricerca di mercato tifosistico nerazzurro che ci permettesse di trovare una buona serie di motivi per cui, nonostante tutto, noi, animati tifosi dell'Inter, potessimo e dovessimo ancora dire di essere felici.

sabato 29 ottobre 2011

Inter-Juventus 1-2: adesso inizia davvero un altro campionato..



Doveva essere la gara della rinascita, delle risposte definitive, del dentro o fuori, ed in effetti così è stato. Il primo derby d'Italia giocato da sfavoriti ha per una volta confermato il pronostico della vigilia, quello che troppi scettici davano per scontato e che molti sognatori come il sottoscritto consideravano solo un banale effetto delle posizioni in classifica.

Purtroppo, è arriva la sentenza inappellabile sotto forma di un 1-2 che concede ben poche attenuanti perchè arriva al termine di 90' dei quali si possono salvare solo i primi 45, conditi comunque da uno svantaggio figlio di amnesie difensive ormai sistematiche e che gettano ombre anche sul futuro a lungo termine di questa squadra. Siamo solo al 29 ottobre, e c'è una stagione intera da giocare con una squadra che sembra non avere l'autonomia per reggere più di un tempo e che pare ormai aver smarrito motivazioni, grinta e voglia di conseguire il risultato ad ogni costo.

Ridimensionato a mio parere anche il lavoro di Ranieri, che sin qui non ha invertito una tendenza perniciosa alla sconfitta presente già con Gasperini, e nella fattispecie questa sera si è dimostrato (come già in passato) incapace di essere decisivo dalla panchina ed anzi, questa volta anche dannoso con cambi quantomeno discutibili. Precipitiamo a -11, l'Europa è un miraggio e la squadra pare ormai incanalata in un tunnel dal quale uscire sarà via via più difficile.

PRIMO TEMPO
Nella gara da non fallire Ranieri opta per un 4-3-1-2 con Zarate ancora accanto a Pazzini ed Obi dal 1' a completare il trio di centrocampo con Zanetti e Cambiasso. Conte risponde proponendo una sorta di 4-3-3 con Vucinic largo a sinistra, Pepe a destra e Matri centrale, con il centrocampo formato da Vidal-Pirlo-Marchisio.

La partenza dei nerazzurri è proprio quella che qualsiasi tifoso alla vigilia si augurava: squadra padrona del campo, con la Juventus tutta schiacciata all'indietro che non riesce a ripartire. Al 4' i nerazzurri potrebbero già passare, quando Maicon fa da torre per il sinistro di Cambiasso, con il pallone che finisce fuori non di molto.

venerdì 28 ottobre 2011

Inter-Juventus, vista da noi..

Cogliamo l'occasione del big-match contro quelli là per lanciare una nuova iniziativa, ideata da Entius e accolta favorevolmente da tutta la redazione di Inter Cafè. Periodicamente, ognuno di noi dirà la sua su un argomento in particolare, in questo caso sul possibile esito del big-match di domani sera. E' un esperimento che contiamo di portare avanti, e in tal senso invitiamo tutti i lettori di questo blog a inviare eventuali domande mediante il form "contattaci".

Inter-Juventus è alle porte, ed ecco qui le opinioni dei ragazzi di Inter Cafè.

Antonio - Se ragionassimo sui valori assoluti delle due rose, dovremmo essere cautamente ottimisti riguardo le possibilità di fare bottino pieno domani sera. Purtroppo fin qui il campo ha detto che siamo una squadra in chiara difficoltà e con una autonomia in gara spesso non superiore ai 45 minuti, mentre i nostri avversari hanno dimostrato di saper tenere ritmi altissimi già in più occasioni, toccando l'apice contro nella sfida contro il Milan a Torino. Da tifoso mi auguro che si ribalti il trend degli ultimi anni, nei quali una Juventus in perenne crisi risorgeva d'incanto nello scontro diretto, con la speranza che però non sia eventualmente un evento fine a se stesso, come succedeva invece nel loro caso. Ci vorrà una gara attenta, meticolosa, nella quale non si dovrà sbagliare nulla: possibile, di questi tempi? Io dico di sì, a patto che gli eroi del Triplete si ricordino per una notte di quello che sono stati capaci di fare fino a un anno e mezzo fa.

Sergio (AeSse77) - Mi auguro che l'Inter scenda in campo con la voglia e l'aggressività per strappare la vittoria con i denti, come se fosse l'ultima possibilità per continuare a vivere...il che, in un certo senso, almeno calcisticamente e limitatamente al campionato in corso, è proprio così! Non vorrei passare per un pessimista, ma come Alex evidenziava nel post precedente, l'approccio dei Nerazzurri alle sfide contro la J**e è sempre stato supino e molle anche quando al timone c'era il messia degli Interisti credenti; dubito, visto l'andazzo arbitrale ed il momento psico-fisico dei nostri, che saremo in grado di vincere questa partita...non fosse per l'entusiasmo e la voglia di rivalsa che i "gobbi" metteranno in campo! Ovvio che mi auguro di rifilare tre "mandorle" al nemico sportivo più odiato di sempre, ma a prescindere da vittoria o sconfitta, io mi auguro soprattutto di non assistere alla vittoria della terna arbitrale e, dopo la sciagurata decisione del casms, spero tanto di non assistere ad incidenti ed atti di violenza, che conducano alla perdita di qualche vita...sarebbe l'ennesimo colpo mortale al calcio Italiano!

Andrea - Stamattina è partita la fase training autogeno pre match. Cos'è? Semplice, nella lucidità e razionalità che precede questo Inter-Juventus, mi autoconvinco che non ne prenderemo quattro così, damblè. Dunque sono svariate ore che mi ripeto "Possiamo vincere, possiamo vincere, possiamo vincere...". La verità è che la Juventus sta giocando bene, noi no e l'unica cosa che mi rincuora è che stiamo prendendo meno gol del Lecce al momento. Tatticamente sarà una partita complicata, dove Sneijder potrebbe fare la differenza li, in mezzo, alle linee, visto anche la scarsa attitudine dei centrocampisti juventini a supportare il proprio reparto arretrato, ma do un consiglio a Mister Ranieri: Muntari a uomo su Pirlo. Finiremo in dieci, ma ci sono buone probabilità che così toglieremo ai bianconeri l'uomo più importante per qualche mese. Come finirà, infine, ci chiediamo. Uno a zero per la Juventus, secco. Ah, dimenticavo, l'unica cosa in cui sono superstizioso è il tifo, mi pareva giusto portarvi a conoscenza di ciò. Buon match e che l'ansia abbia il sopravvento!

Entius - VINCERA' LA JUVENTUS. I bianconeri sono più in forma, corrono il doppio (o forse anche il triplo) dei nostri. Il nostro centrocampo ha ottime possibilità di essere fatto a fettine dal loro. Inoltre i nostri giocatori sono stanchi e appagati come guerrieri al termine della battaglia mentre i giocatori juventini sono carichi e famelici. E se la partita prendesse una piega diversa non sottovalutiamo il Rocchi di turno che raddrizzerà la sfida a loro favore. Non vorrei sembrare eccessivamente pessimista ma credo che difficilmente riusciremo ad uscire indenni da San Siro. Anche se il pallone è rotondo e il calcio non è una scienza esatta. Il mio sogno rimane una vittoria grazie ad un gol a tempo scaduto su rigore inesistente o con l'autore del gol in posizione dubbia.

Alex - Non è facile fare un pronostico. A parte Rocchi ci hanno assegnato l'arbitro peggiore che potevano (ho sempre ritenuto Rizzoli fra i più scarsi dopo il toscano).Qualcuno inorridirà ma avrei preferito "Cut the wind"(Tagliavento); almeno lui è uno che è anche capace di "smazzolare" da ambo le parti. Rizzoli temo ci farà un culo tanto e lascierà picchiare selvaggiamente quelli della Juve estraendo a loro i gialli solo quando non ne potrà fare proprio a meno. Direi un pareggio con errori di compensazione a go-go. Per vincere ci vorrebbe la miglior Inter di Mourinho o un'incredibile debàcle dei bianconeri: giocando la miglior partita che possiamo in questo momento credo che la possiamo giusto al massimo pareggiare.

Mi ritorna in mente...

Dopo l’ennesimo rigore diciamo più che dubbio assegnatoci contro, per giunta all’ultimo minuto di gioco, nel turno di campionato disputatosi in quel di Bergamo, ci apprestiamo ad affrontare quella che dovrebbe essere “la madre di tutte le partite”, quella prima di uscire sconfitto dalla quale dovresti avere dato tutto quello che hai fino all’ultimo anelito di fiato, fino all’ultima stilla di sudore e, come si suole dire in questi casi, avere sputato l’ultima goccia di sangue.

Ho utilizzato il condizionale perché dal ritorno nella massima serie della simpaticissima compagine con la maglia zebrata, nelle sfide contro di essa non è mai stato così; anzi, abbiamo sempre giocato con un atteggiamento stranamente timido, come se dovessimo scusarci di qualcosa con loro, compreso il periodo nel quale alla guida tecnica c’era quel fantastico motivatore di Josè Mourinho.

Quindi non starò qui a fare il solito “pistolotto” sul fatto che questa non è una partita come tutte le altre, almeno per la stragrande maggioranza dei tifosi nerazzurri; tanto i nostri ragazzi e i nostri dirigenti sembrano non volerci ascoltare e rifiutarsi di accettarlo.
L’auspicio è quello che Mister Ranieri sappia infondere loro la giusta dose di motivazione e di aggressività, lui che è stato trattato a pesci in faccia dalla Juve e che quindi un po’ di veleno nel classico dente dovrebbe averlo; anche perché, per coloro che si augurano che in questa stagione possiamo lottare ancora per posizioni di vertice, quella della partita con la Juve rappresenta veramente l’ultima chiamata ed esiste un solo risultato che possa eventualmente rendere ancora possibile questo ipotetico scenario: vincere!.

Vorrei prendere spunto dall’articolo di presentazione di un nuovo blogger interista nel quale afferma che la sua è una posizione “soft”, e che pur riservandosi un giustissimo diritto di critica nei confronti dell’operato della
Società, la sua visione dei fatti è comunque improntata all’ottimismo e all’ironia; che quelli che criticano in maniera pesante e che vedono tutto nero sono una sorta di “Tafazzi” che trovano il loro apice del godimento nel poter poi dire “Vo lo avevo detto, io”.
Premesso che è una posizione che rispetto nella maniera più assoluta, quello che trovo un po’ forzato in essa è il fatto che uno che critica lo faccia coltivando il sottile gusto della sconfitta e del successivo compiacimento nel vedere avverate le sue fosche previsioni.

giovedì 27 ottobre 2011

NIENTE RINCORSA, L'INTER FRENA ANCORA



L’Inter era attesa a Bergamo dall’ennesima prova di maturità. Servivano i tre punti per continuare ad alimentare speranze di rincorse e sognare un campionato di vertice. Invece i nerazzurri tornano dalla trasferta infrasettimanale solo con un punto e devono ringraziare Castellazzi (subentrato nella ripresa a Julio Cesar, vittima di un infortunio) che nei minuti finali para il consueto rigore che gli arbitri regalano agli avversari.
Le uniche novità di formazione riguardano Milito e Stankovic che prendono il posto di Pazzini e Thiago Motta. Per il resto la formazione nerazzurra resta invariata con Chivu confermato al centro della difesa e Sneijder e Zarate ad accendere la luce in fase offensiva.
E sono proprio loro due al 32esimo a portare in vantaggio l’Inter. L’argentino pesca l’olandese al limite dell’area. Il tiro del fantasista orange trova la deviazione di Cigarini e si infila nell’angolino alla destra di Consigli. L’Inter amministra il vantaggio e sfiora anche il raddoppio, ma ad un passo dall’intervallo viene beffata. Cross di Maxi Moralez, Denis anticipa Chivu e batte Julio Cesar.

mercoledì 26 ottobre 2011

Atalanta-Inter, un pericoloso crocevia per capire chi siamo


A tre giorni dalla vittoria contro il Chievo, è già tempo di scendere in campo in questo turno infrasettimanale che si presenta tanto ostico quanto fondamentale per dare un senso ai progressi visti nell'ultima settimana. Avversario l'Atalanta di Colantuono, squadra con una identità ben precisa ed un impianto di gioco collaudato, e che è stata fin qui capace di azzerare il pesante -6 dovuto all'affare calcioscommesse raggranellando la bellezza di 14 punti totali (8 quindi, al netto della penalizzazione).

Inutile sottolineare l'importanza della posta in palio più di quanto già non faccia la classifica: arrivare allo scontro con la Juventus (ieri vittoriosa sulla Fiorentina) con 10 punti avrebbe un senso, arrivarci con 8 o peggio ancora 7 ne avrebbe un altro completamente differente. Per questo, anche se siamo solo a fine ottobre, Bergamo rappresenta già un crocevia della nostra sin qui travagliata stagione.


lunedì 24 ottobre 2011

Inter-Chievo 1-0: una ritrovata solidità, nel giorno più triste


Se all'indomani della sconfitta di Catania mi avessero chiesto cosa avrei sperato per le prossime gare, la mia risposta immediata sarebbe stata senza dubbio "non subire gol". Già, perchè inutile raccontarsela, ormai noi interisti eravamo piombati nella psicosi dei gol subiti e dei secondi tempi da galleria degli orrori ad un punto tale da non riuscire quasi più ad immaginare cosa volesse dire terminare una gara senza patemi eccessivi, e soprattutto con la porta inviolata.

A Lille abbiamo sofferto, ma portato a casa un 1-0 fondamentale per il nostro cammino europeo, ieri è arrivato un nuovo successo di misura in quello stadio nel quale non riuscivamo più a fare bottino pieno, e contro un avversario notoriamente ostico come il Chievo. E stavolta senza barricate finali a protezione del risultato, senza i miracoli di JC, ma come naturale conseguenza di una prestazione di sostanza, forse non bellissima dal punto di vista dello spettacolo ma che con più precisione sotto porta avrebbe potuto dare al risultato tutta un'altra dimensione.

domenica 23 ottobre 2011

Perchè il calcio è solo un gioco (ciao Sic)



Cattolica, 20 gennaio 1987 – Sepang, 23 ottobre 2011

Non cambiava nulla dalle altre domeniche mattina: il risveglio lento e delicato di quando ti puoi riposare un po’ di più, l’odore del caffè caldo per casa, tutta la famiglia a tavola a fare colazione. Poi accendi la tv e per la prima volta mia madre non mi urla dietro perché guardo solo Sky Sport 24.

La notizia ti schiaffeggia la faccia, ma la speranza resiste. Poi però il male si fa sentire, perché anche la speranza è morta. Marco Simoncelli è morto. Tutta mattina la televisione rimane accesa in un costante fluire della stessa sequenza drammatica di immagini, di diverse parole a fare da sottofondo, di diverse persone, tutte con lo sguardo contrito e le lacrime a bagnare leggermente il volto. Si mangia, parlando del più e del meno, ma poi le informazioni e le parole tornano sempre li, su quella dannata caduta. Mia madre lava i piatti mentre io e mio padre ascoltiamo in silenzio e proprio in questa assenza di parole sento mia sorella chiedere a mia madre perché stesse piangendo. “Aveva solo ventiquattro anni, sarà stupido, ma aveva solo ventiquattro anni…” Piangeva mia madre, anche se non lo conosceva, anche se di motociclismo non gliene può fregare di meno, anche se quel ragazzo viveva in un mondo così lontano dal nostro.

sabato 22 ottobre 2011

Sono imbattibili, è che gli avversari ancora non lo sanno.


"Questo Milan è imbattibile, quest'anno vinceremo tutto. Non ci può tenere testa neanche il Barcellona" (dopo Milan-Bate Viktoria Plzen 2-0, 28 settembre 2011)


"Visto ieri che bel Milan? Quando torneranno anche Seedorf e Pato non ce ne sarà più per nessuno" (dopo Milan-Bate Borisov 2-0, 19 ottobre 2011)


Parlare di quanto succede in casa d'altri non è una cosa che generalmente mi interessa, ma ritengo giusto ogni tanto farsi quattro risate con un post frivolo, giusto per ricordarci che è bello essere interisti e non quella roba là.

Evidentemente vincere due gare (a San Siro) contro cechi e bielorussi , rischiando tra l'altro di andare in svantaggio entrambe le volte, certifica ufficialmente che siamo di fronte ad una superpotenza del calcio mondiale. E poco importa se mentre loro arrancavano per aver ragione di queste corazzate, c'era quella squadra spagnola lì che dispensava lezioni di calcio molto simili a quella impartita qualche settimana fa ai fenomeni con la maglia rossa e nera.

Una volta erano quelli che "preferivano la coppa", improvvisamente vogliono "vincere tutto": cos'è, invidia da Triplete? O forse sono solo frasi buttate lì, giusto per fare un pò di spettacolo: tanto, quando li sbatteranno fuori per l'ennesima volta, o il Barcellona andrà a Milano a rifilargli tre pappine, ci sarà sempre Cravatta Gialla che darà la colpa agli stadi di proprietà e alla fiscalità spagnola.

Ha proprio ragione il genio che sfornò quella memorabile citazione: "il milanista è un italiano preso per il culo due volte"..


Antonio - Inter Cafè
giovedì 20 ottobre 2011

IO NON CI STO !

Con questa affermazione non è nemmeno lontanamente mia intenzione omaggiare il personaggio che la pronunciò una decina di anni fa o giù di lì, ma semplicemente ribadire con fermezza che non è più possibile assistere impotenti alla farsa che si sta consumando nel nostro campionato di calcio.
Non si tratta di un’affannosa ed inutile ricerca di un alibi per questo orribile scorcio di stagione; chi ci segue ogni tanto avrà avuto modo di constatare le mie altrettanto ferme critiche all’operato della Società già dalla settimana successiva alla splendida serata di Madrid (22/05/10).
Mi limito soltanto ad una semplicissima constatazione, evitando di tornare allo sfinimento sugli stessi argomenti: avevamo praticamente in pugno Cavani, Mascherano, Hernanes e Sanchez; al loro posto sono arrivati Biabiany, Alvarez, Coutinho e Zarate.
Commettere errori di valutazione ci può stare, per carità; nessuno è infallibile. Non acquistare nessun centrocampista di spessore per dare ricambio a un reparto esattamente uguale a quello di cinque-sei anni fa, "fregarsi" l’anno scorso l’unico posto da extra-comunitario con Coutinho lasciando andare Hernanes già praticamente tesserato e non avere ancora risolto il problema della fascia sinistra praticamente dai tempi di Roberto Carlos (perfino nell’anno del Triplete si sono alternati in quel ruolo due "rimediati" come Chivu e il Capitano) sono francamente errori imperdonabili anche per uno sprovveduto che si fosse seduto per la prima volta su una poltrona in via Durini; errori che, uniti ad altri, si pagano a caro prezzo.

mercoledì 19 ottobre 2011

Che fatica, nemmeno fosse il Barcellona...


Sono le 20 e 15 circa quando decido di prendere posto sul divano. Accendo la televisione, mi siedo ma dopo 30 secondi mi rialzo. Sono teso, caspita se sono teso. Guardo l’orologio, mancano ancora 30 minuti circa.
Faccio il perimetro del salotto, mi risiedo, mi rialzo, decido di dare una sbirciatina alla rivista sportiva che ho comprato prima di tornare a casa. Uno sguardo veloce, quasi distratto. Uff… è solo il Lille, dico tra me e me, neanche dovessimo affrontare il Barcellona.
Inizio a fare avanti e indietro per il salotto e ad incitare i nostri ragazzi.
Quando mancano cinque minuti mi sistemo sul divano, alzo un po’ il volume della televisione e mi tranquillizzo.

Finalmente si parte ed è una liberazione. Mi sento più tranquillo e l’ansia del pre-gara è scomparsa del tutto.

martedì 18 ottobre 2011

Lille-Inter 0-1: 3 punti di platino, ma quanta sofferenza..


Al termine di novanta minuti di pura sofferenza, l'Inter espugna il Metropole di Lille cogliendo una vittoria fondamentale che vale il primo posto nel gruppo B di Champions League. Guai però a ritenere la crisi alle spalle, basandosi solo sul risultato maturato in campo: i francesi hanno infatti dominato la scena per lunghi tratti della gara, e i problemi di gioco e tenuta fisica dei nostri sono ancora lì, presenti e irrisolti. Prendiamo e portiamo a casa insomma il poco di buono che c'è, ovvero il risultato, che raddrizza totalmente la baracca almeno in Europa, e la prima serata conclusa con la porta inviolata dopo tempo immemorabile. C'è però ancora molto, moltissimo da lavorare.

Lille-Inter, chi sono i nostri avversari?


Non c'è tempo per continuare ad analizzare più di quanto non sia già stato fatto la disfatta di Catania, che di fatto rade al suolo qualsiasi bagliore di ripresa intravisto prima della gara col Napoli: è già tempo di Champions, e la gara che ci vedrà di scena a Lille rappresenta uno snodo fondamentale della nostra stagione europea, e non solo. Vincere in Francia, in qualsiasi modo, tamponerebbe in qualche modo una situazione che via via assume contorni sempre più grotteschi, viceversa un ulteriore crollo acuirebbe ulteriormente lo stato comatoso di una squadra che non riesce più a rialzarsi.

Avversario di questo terzo turno del girone è il Lille, campione di Francia in carica e compagine che dopo un inizio di stagione non semplice sta pian piano ritrovando gioco e risultati (ultimo il 3-1 esterno di sabato con l'Auxerre). La squadra di Rudy Garcia viaggia a 19 punti nel suo campionato, a -4 dal PSG capolista, mentre nel raggruppamento di Champions ha raccolto fin qui solo due pareggi, frutto di un suicidio interno contro i russi del CSKA, e di un ingenuo rigore regalato in Turchia a fissare il risultato sull'1-1 dopo il vantaggio di Sow.

domenica 16 ottobre 2011

Il capro espiatorio

Stavolta non c’entra Gasperini e nemmeno Ranieri, non c’entrano Moratti, Branca e Paolillo, non c’entra Rocchi, non c’entra Tagliavento, non c’entra Orsato, non c’entrano i media e le prostitute intellettuali e, sinceramente, non c’entrano nemmeno Calciopoli, Moggi ed i giudici. Stavolta loro non possiamo incolparli, dobbiamo guardarci in faccia e capire: la colpa di chi è?

Premesso che coloro che ho nominato non sono esenti da colpe, anzi, bisogna però, per il nostro bene, cercare di essere sinceri e guardare in faccia la realtà. Sei partite e quattro punti non sono frutto di un incubo, ma di una realtà oggettiva, ancora più oggettiva perché sancita dai numeri di una impietosa classifica che non fa altro che metterci uno specchio innanzi e ci costringe a rifletterci, ci costringe a guardarci con gli occhi critici degli altri. E’ normale cercare alibi, perché chiunque lo farebbe e, di fatto, tutti lo fanno. Però poi giungono i momenti in cui è necessario lasciare da parte ogni cosa e dire la verità: i problemi ci sono e vanno affrontati. Il vero problema però è che, anche affrontandoli i problemi, non significa che si risolveranno in un batter d’occhio, perché non ci credo che Mister aplomb Ranieri, appena arrivato, non abbia chiarito alla sua difesa che qualcosa non funzionava o al suo centrocampo che, magari, correre un pelo di più sarebbe stato utile.
sabato 15 ottobre 2011

Bandiera Bianca!


Catania vs Inter 2 – 1
6' Cambiasso, 2' (st) Almiron, 6' (st) Lodi (rig)

Continua il momento drammatico dell'Inter, tutto sembra convergere a sfavore dei Nerazzurri, anche il rigore del vantaggio dei Catanesi è frutto di una invenzione arbitrale “un netto rigore cercato”.
Sfortuna, sfiducia, infortuni, tanta confusione e strani presagi...il trend della formazione Nerazzurra è da retrocessione, la situazione si fa profondamente drammatica!.
Quali le possibili soluzioni? Come si esce da questa profonda notte?
venerdì 14 ottobre 2011

Zitti zitti, piano piano, senza far tanto baccano..


Ci siamo chiesti più volte, in quest’ultimo anno e mezzo, il perché la FIGC avesse accettato l’esposto della Juventus che richiedeva la revoca dello scudetto assegnato all’Inter nel 2006.
Al di là delle ovvie ragioni demagogiche che hanno spinto la Società bianconera in questa, se si può dire “Crociata”, in modo da placare il malcontento di un popolo bove di finti tifosi distogliendo in questo modo la loro attenzione dagli insuccessi in serie che la squadra bianconera collezionava sui rettangoli di gioco, ci è sempre sembrato piuttosto strano e poco spiegabile il fatto che la Federazione avesse accettato un esposto, l’andata a buon fine del quale avrebbe significato il completo stravolgimento di tutti i principi fondamentali sui quali si basa la giurisprudenza sportiva.

Questi “signori” accettano un esposto avanzato da una Società pluricondannata con dirigenti pluricondannati che avevano patteggiato quella pena (retrocessione in B) per evitarne verosimilmente una più severa; poi il Presidente Federale afferma che “l’etica non va in prescrizione”, dimenticandosi i titoli italiani ed europei assegnati ad una squadra che faceva abbondante uso di sostanze dopanti (ovviamente la Juventus, guarda caso), coperti però da prescrizione; poi un Procuratore Federale senza averne la titolarità e senza uno straccio di prove redige un apparentemente inutile atto di condanna morale per la nostra Società, infangando la memoria di una delle persone più corrette e leali della storia del calcio italiano, Giacinto Facchetti; poi a margine di una riunione del Consiglio Federale, nella quale l’unica possibilità di quest’ultimo è quella di dichiararsi incompetente a decidere su una non decisione di cinque anni prima (l’allora Commissario Guido Rossi non fece altro che prendere atto di una classifica modificata dopo le penalizzazioni), viene comunque chiesto sottovoce al Presidente Moratti di rinunciare a quel titolo per arginare le perdite di bava del “Giovin Signore”; poi quest’ultimo non si rivolge all’Alta Corte di Giustizia del CONI, come sarebbe stato più ovvio e naturale fare, bensì al TNAS (Tribunale Nazionale Arbitrato per lo Sport), che è l’Ente che nel frattempo ha preso il posto della Camera di Conciliazione del CONI, quella cioè che aveva condannato la Juve cinque anni fa; infine, dopo che questo TNAS si è abbastanza incomprensibilmente dichiarato competente a decidere sul famigerato esposto, il Presidente del collegio arbitrale di quest’ ultimo, Giuseppe Scandurra, abbandona l’incarico per “motivi personali”. Un esposto che non avrebbe dovuto nemmeno essere accettato è invece arrivato fino a questo punto e promette di andare ulteriormente oltre.

Un mistero chiamato INFORTUNI


Ancora una volta la sosta per le nazionali ci restituisce qualche infortunato tra i nostri giocatori (il perché si infortunano solo i nostri giocatori rimane un mistero).

Sabato il Brasile aveva rispedito al mittente uno Julio Cesar malconcio alle prese con una fastidiosa lombalgia. Ma il peggio doveva ancora venire. Martedì notte nell’Uruguay si infortuna Forlan. Sembrava un infortunio di lieve entità e invece gli esami effettuati oggi hanno dato un triste responso: lesione di terzo grado al bicipite femorale della gamba sinistra. La prognosi è di due mesi, ovvero rivedremo Forlan giusto in tempo per gli auguri di Natale.

giovedì 13 ottobre 2011

Il ritorno di Eto'o? Un errore da non commettere..


La notizia iniziava a circolare già nel pomeriggio, e quando l'ho appresa in serata francamente ci sono rimasto con un palmo di naso: dopo il triste addio estivo, figlio dei petroldollari di Kerimov e del Fpf, Samuel Eto'o potrebbe tornare all'Inter in prestito per due mesi, tornando a prendersi l'Inter sulle spalle come ci aveva abituato negli ultimi due anni.

Lo scenario, seppur fantascientifico, è molto semplice. Il campionato russo, in cui milita Eto'o, finirà il prossimo 6 novembre per riprendere il 3 marzo: pertanto, Samuel resterebbe senza calcio giocato per 4 mesi, visto che il suo Camerun non si è qualificato per la fase finale della coppa d'Africa che si terrà il prossimo gennaio in Gabon e Guinea Equatoriale. Da qui, l'idea dello stesso Re Leone: alla riapertura del calciomercato italiano (il 2 gennaio) potrebbe tornare a Milano, dare una mano ad un'Inter a cui è comunque rimasto molto legato, e poi tornare all'Anzhi quando la Premier russa riaprirà i battenti.

mercoledì 12 ottobre 2011

5 milioni di calci nel c......siamo tutti dei Rocchi?

Abbiamo sprecato fiumi di parole, per cercare di descrivere il marciume che regna sovrano in questo stato, così impregnato, come la muffa sui muri, che ti entra dentro anche se non vuoi.

E' il "così fan tutti" tanto caro a Moggi, tutti ladri uguale ladro anch'io, ma non colpevole se non c'è reato; e tu, tu che invece conservi un briciolo di onestà intellettuale e che speri, nella tua stupida innocenza, di poterla seminare e coltivare, non ti rendi conto che diventi marcio come e più degl'altri...le loro azioni e le loro parole, ti entrano dentro, come odori sui vestiti. Sembra un battere infestante come nel caso dei "morti viventi", ha il volto di Moggi, ma solo perchè parliamo di calcio, in realtà questo battere ha la capacità di trasformarsi ed adattarsi ad ogni ambiente e situazione, dalla politica, alla sanità, dritto dritto fino al più inutile degli argomenti, siamo noi, è l'Italia...l'Italia dei "cervelli fini" che scappano e dei "barucconi, scansafatiche, disonesti ed ignoranti", che restano.
martedì 11 ottobre 2011

C'era una volta il "TORNEO AZIENDALE"..


Dai, non ditemi che non lo sapevate, o che magari in tutti questi anni non ve ne siete mai accorti. Suvvia, bastava dare un'occhiata a quei blog Illuminati, quelli in cui la verità si paga al chilo e dove tutto è chiaro, lapalissiano, essendo diretti da schiere di esperti avvocati ad honorem col santino della Triade nel portafogli.

Sì, è vero, dal 2006 al 2010 abbiamo sempre vinto il titolo nazionale, ma quello che noi poveri stolti accecati dal tifo abbiamo sempre ignorato è che quella che continuavamo a chiamare serie A si era trasformata in un lugubre, misero, noioso TORNEO AZIENDALE. Sì, avete capito bene: un torneo aziendale, una rassegna iridata che per citare qualcuno (poi mi laverò le mani, promesso) "non interessa più a nessuno, nessuno la guarda, nessuno pensa sia importante".

Chiaramente chi ha detto queste cose nel lungo periodo di egemonia nerazzurra (nel torneo aziendale, ricordiamolo) non è certo uno sprovveduto: un Illuminato non parla mai a vanvera, tanto per dare fiato alle trombe. Un Illuminato sa, conosce, è informato: e soprattutto, tifa Juve.

Sono loro e soltanto loro, dall'alto della loro onniscienza, a poter decidere senza possibilità di replica il valore di una vittoria. Loro che, ironia della sorte, hanno fatto della vittoria di titoli dal valore quantomeno discutibile (usando un eufemismo) un must di cui vanno fieri dopo cento e passa anni di storia.

Dicevamo, l'Inter di Mancini prima e Mourinho poi, ha sostanzialmente prevalso in tornei aziendali, dal valore nullo e dall'interesse pressochè assente da parte di chiunque segua questo sport. E' un fatto conclamato, inconfutabile. I 97 punti con Mancini? Robetta di poco conto. I testa a testa con la Roma, che fino all'ultima giornata lasciarono appese al filo le sorti dei campionati 2007/08 e 2009/10? Una noia mortale dall'esito scontato, anche se di tifosi giallorossi improvvisati per l'occasione se ne sono visti a bizzeffe, salvo poi sparire tornando nell'ombra da cui erano venuti.

Per fortuna adesso questi tornei da quattro soldi sembrano essere finiti. Oggi la serie A è di nuovo un campionato avvincente e spettacolare, e questa transizione è avvenuta più o meno domenica scorsa, tra il primo ed il secondo gol di Marchisio contro il Milan. Improvvisamente, tutti quegli juventini che prima guardavano con distacco questo pessimo campionato aziendale, adesso esultano, si commuovono, sognano ad occhi aperti, e se è il caso sfottono anche, nonostante gli ultimi anni abbiano lasciato in dotazione materiale sufficiente per poterli perculare fino al prossimo Giubileo.

Nessuno si sogna più di parlare di tornei aziendali, oggi che in testa al campionato c'è la Juventus dell'ovino dall'esposto facile. Ora che la squadra che quei "tornei aziendali" li dominava rifilando sberle a destra e a manca è in difficoltà, mentre da quelle parti sembra che finalmente abbiano azzeccato un paio di mosse dopo averne provate sì e no un centinaio, è importante staccare alla svelta la vecchia etichetta per affiggere nuovamente quella solita di SERIE A TIM.

Del resto, denigrare i nostri successi è uno sport molto in voga da qualche tempo a questa parte, ad ulteriore dimostrazione del fatto che il 22 maggio 2010 gli abbiamo fatto un male cane. Ora, dopo anni passati nello sgabuzzino a tifare per chiunque ci potesse soffiare un titolo, uscendone sporadicamente per parlare solo di tribunali e processi, sembra che per loro il vento stia cambiando e che quindi potranno finalmente tornare a parlare di calcio giocato.

Il torneo aziendale, competizione nella quale sono arrivati per due anni di fila settimi, guadagnandosi l'accesso diretto nei migliori cinema il martedì e il mercoledì, è finito. Almeno per adesso, perchè non è escluso che tra qualche mese se ne possa tornare a parlare..

Antonio - InterCafè
lunedì 10 ottobre 2011

Consapevolmente nuovi

Un progetto può nascere per svariati motivi e tutti possono essere diversamente giusti come diversamente sbagliati.

Non importa come, dove, quando e perché un progetto nasce, l’importante è farlo nascere sotto i migliori auspici, ma poiché, sfortunatamente, non abbiamo una stella cometa a dirci se verranno mai i Re Magi a renderci omaggio (e pure perché, sinceramente, non ci crediamo i nuovi messia), ci consegniamo a voi lettori così, nelle nostre nudità emotive (mi dispiace per le donne, per quelle fisiche dovrete aspettare) da tifosi incalliti, nelle nostre budella da post-partita e nelle nostre viscere da ansia pre-match, poi voi deciderete.

Non vogliamo offrirvi verità indiscutibili o sentenze inappellabili, vogliamo semplicemente offrirvi punti di vista in brevi articoli, godibili al mattino mentre si sorseggia un caffè o la sera, mentre prima di dormire ci si gusta una calda tisana (in Inghilterra amano leggerci alle diciassette mentre bevono il thè, lo riportano fonti dell’Osservatorio).

Vogliamo condividere e appassionare, vogliamo appassionarci e condividervi. Se parlassimo di auspici, beh, noi saremmo già fatti fuori: nasciamo sotto una convergenza astrale non proprio perfetta oserei dire, dopo uno zero a tre casalingo a cura del Napoli, dopo Rocchi e dopo Gasperini e la difesa a tre. Nasciamo dunque non sulle ali dell’entusiasmo, ma sulla palude del pessimismo tipicamente nerazzurro e sull’acquitrino melmoso di un passato che par tornare presente, allontanando i tempi delle vittorie magiche. Ma proprio per tutto questo la nostra voglia è tanta, perché c’è bisogno di ripartire, di chiudere un libro per aprirne un altro.

domenica 9 ottobre 2011

Noi non abbiamo scelto l'Inter, è l'Inter ad aver scelto noi

Saremmo potuti diventare milanisti oppure juventini. E invece siamo interisti. Avremmo potuto passare le domeniche al cinema o a seguire il basket e invece ogni fine settimana soffriamo e gioiamo per i colori nerazzurri.

Già, proprio così, io e mio fratello siamo tifosi nerazzurri da più di vent’anni (23 per l’esattezza) ma non abbiamo ancora capito come sia nata questa nostra passione.
Quando inizi a capire di calcio c’è sempre qualcuno che ti coinvolge a tifare per questa o quella squadra, spesso il papà, oppure uno zio, un vicino di casa, un compagno di scuola, il fratello più grande, un cugino. Niente, noi non siamo stati influenzati da nessuno. Nostro padre è simpatizzante juventino (in realtà è per contrapporsi alla nostra passione nerazzurra), così come quasi tutti i nostri compagni di scuola alle elementari, il fratello più grande sono io e i cugini sono tutti più piccoli di noi (tutti ovviamente nerazzurri influenzati anche da noi). L’unica influenza sarebbe potuta arrivare dai due zii entrambi interisti. Ma non ci hanno mai influenzato in nessun modo. Non ci hanno mai regalato una maglietta, non ci parlavano di Rummenigge o Altobelli, non ci spingevano a sentire le partite insieme a loro.
Non c’è nemmeno stato un evento in particolare che ci ha spinto verso i colori nerazzurri. (la conquista di uno scudetto, per esempio).

E a quel tempo non c’era un Ronaldo che accendesse la fantasia di un ragazzino portandolo verso i colori nerazzurri (Maradona giocava nel Napoli e Gullit, che a quel tempo era abbastanza famoso, era dall’altra parte di Milano).
sabato 8 ottobre 2011

Siamo noi gli antisportivi?

Sull’allucinante partita disputatasi sabato scorso fra Inter e Napoli è stato detto praticamente tutto; nel nostro piccolo vorremmo però aggiungere un modesto contributo. La tesi del designatore che il Sig. Rocchi e i suoi assistenti fossero semplicemente in una serata “no” è “foffa” assoluta: si è trattato credo del peggior arbitraggio in assoluto subito dai nostri colori almeno da quando esiste la mia memoria calcistica (e non si tratta di poco tempo).

Peggiore di quello di Ceccarini nel famigerato Juve-Inter nel ’98, quando lo scandalo si limitò al pur gravissimo episodio su Ronaldo; o a quello di De Sanctis nel 2002, in Chievo-Inter, sempre protagonista il Fenomeno; o a quello di Tagliavento nell’Inter-Samp delle manette mostrate da Mou, giacchè il fischietto ternano aveva applicato il regolamento solo da una parte, ma almeno si era più o meno attenuto ad esso.

Forse solo un Perugia-Inter con protagonista Bertini aveva toccato tali soglie di indecenza, con un rigore inesistente dato contro e un evidentissimo gol di mano convalidato al greco Vryzas; oltre a quello mai dimenticato del sempre “attento” Signor Rocchi nel Derby del 2010, alla fine del quale Mourinho dichiarò che se solo se ci avessero lasciato in sette forse il Milan avrebbe potuto pareggiare.

Ci permettiamo di sostenere questo perché sabato in tre minuti è stato completamente capovolto l’andamento di un match fino a quel momento equilibrato a favore di uno dei contendenti, grazie a tre errori di una gravità incredibile che erano stati preceduti da un altro che ha finito per avere un’influenza diretta sull’effetto prodotto da essi. Inoltre l’aspetto più grave va rilevato nel fatto che l’arbitro e i suoi collaboratori erano sempre in posizione ottimale per poter prendere la decisione più corretta (come in occasione del gol annullato a Pazzini per un fuorigioco di pochi centimetri) e invece hanno perseverato fino all’assegnazione di un gol palesemente irregolare che, se annullato, avrebbe benché solo parzialmente ristabilito un minimo di equità.

Invece no: c’era da affossare l’Inter e lo si è fatto in barba alle più elementari norme del pudore.
venerdì 7 ottobre 2011

Inter Cafè Blog, si parte!


Nasce tutto in una sera. Un incontro virtuale su facebook, una chiacchierata, una convergenza di idee, ed un motore che si mette in moto quasi automaticamente, senza bisogno di spinte di alcun genere: è così che prende vita Inter Cafè Blog, è così che oggi parte questa avventura che francamente non sappiamo dove ci porterà, ma al momento non ci interessa neanche saperlo.

Da tempo si discuteva dell'enorme numero di blog (e quindi di blogger) nerazzurri presenti sul web, e di come da un progetto "globale" potesse scaturire un prodotto di gran lunga superiore a quello offerto dal lavoro di un singolo. Inizialmente era solo un 'pour parler', poi qualche giorno fa abbiamo deciso fortemente di passare all'azione: dopo qualche giorno di lavoro, si parte con una squadra in cui crediamo ed una veste grafica che per il momento ci soddisfa, ma che contiamo di migliorare non appena ne sentiremo la necessità.

Molti di voi penseranno "ecco l'ennesimo blog sull'Inter", ed in effetti è assolutamente vero. Siamo un blog nerazzurro, una piccola creatura che nasce dal seme della cooperazione, nonchè un invito aperto ad ogni blogger nerazzurro che volesse anche in futuro aggiungere la sua voce.

Direi che non ci resta che partire per questo viaggio, navigando assieme alla nostra Inter oggi in difficoltà ma che per noi è e rimarrà sempre "una gioia infinita, che dura una vita". Perchè siamo interisti veri, e nel bene e nel male, ci siamo sempre stati.

Un augurio di cuore a tutti coloro che lavoreranno con passione a questo progetto, e un saluto virtuale a tutti quelli che decideranno di seguirci esprimendo le proprie opinioni sulle discussioni che giornalmente affronteremo. Inter Cafè apre i battenti, e di spazio ce n'è davvero per tutti.