venerdì 30 novembre 2012

Verso Gasp, "mobbingando" Sneijder

Gasp e Wes un anno e mezzo fa
Era una fresca serata di settembre, una di quelle in cui ci si rende conto di dover salutare l'estate per accogliere i caldi colori autunnali. A Novara il fresco arriva un pelo primo che in altre parti d'Italia, ma per l'Inter giunse il gelo: 3-1 per i neo-promossi uomini di Tesser contro gli ex campioni di tutto nerazzurri. L'inizio della fine. Fu l'ultimo incontro tra il popolo nerazzurro e Gasperini, un incontro a termine di una relazione fugace senza amore, ma neppure scosse adrenaliniche sessuali. Fu soltanto un imprevisto, il tentativo di creare qualcosa da due personalità incompantibili, cioè quella pazza ma orgogliosa del club del biscione e quella ambiziosa ma un pizzico troppo conservatrice del tecnico scuola Juventus (e già si doveva capire tutto, forse). Fatto sta che la mattina seguente a quella fresca serata di settembre, Moratti decise di cacciare il tecnico ex Genoa, senza troppi salamalecchi e senza pillole indorate: Gasperini, hai fallito, sei fuori, come direbbe oggi Briatore. Da quel giorno è stata una guerra dialettica, anche se definirla guerra è decisamente eccessivo. Gasp se l'è legata al dito, Moratti non lo ha mai amato. Semplici schermaglie, diatribe fini a sè stesse.

Domenica pomeriggio però San Siro tornerà ad accogliere il Gasp, subentrato a Sannino sulla panchina continuamente traballante del Palermo Zampariniano. Non ci saranno striscioni di saluti, non ci saranno applausi, non ci saranno nemmeno flash nostalgici nelle menti dei tifosi, soltanto la voglia di veder tornare l'Inter vincere. L'Inter di Stramaccioni, un aggettivo possessivo che Gasperini non è mai riuscito a creare legato a quel nome e che lo porterà, probabilmente, a ricercare la vittoria con un pizzico di rabbia agonistica in più. Ma per noi vincere domenica è troppo importante per poter lasciare al tecnico avversario briciole di soddisfazione, dobbiamo ripartire e girare pagina in velocità. Le deludenti prestazioni delle ultime quattro sfide, tra campionato ed EL, non lasciano molte opzioni: la vittoria deve arrivare. Il Palermo sarà privo di Donati (classe nerazzurra) e Miccoli, folletto zarro che vede in noi una delle sue vittime preferite (chi c'era nella bufera di neve di fine gennaio scorso può ben dirlo, ed io c'ero), motivo in più quindi per Strama ed i suoi ragazzi di far tornare il pubblico di San Siro ad esultare, magari convincendo anche un pò visto che poi arriverà il Napoli in una sfida decisiva per la rincorsa sognante alla Juventus.

Wes e Moratti (AP/LaPresse)
Purtroppo però non passa settimana per noi nerazzurri senza che qualche bubbone venga a galla. Stavolta la colpa è del cruccio Sneijder. La situazione è semplice: per due anni lui dovrebbe guadagnare ancora 6 milioni di € a stagione, ma l'Inter non ci sta e nella sua politica spalma tutto, punta a convincerlo a firmare un rinnovo che allungherebbe la sua permanenza in nerazzurro di un anno, facendo scendere il compenso a 4 milioni però, in sostanza 12 milioni in tre anni invece che in due. E mentre Moratti viene invitato all'ONU per parlare con orgoglio del progetto Inter Campus, l'Associazione Mondiale Calciatori punta il dito contro l'Inter, accusandola di mobbing nei confronti dell'olandese. Solo noi cazzo, solo noi potevamo andare all'ONU e subire accuse del genere nello stesso giorno. Ma va beh, comunque, a quanto pare Wes ci sta pensando e finchè non accetterà la decisione non giocherà, a meno che la politica interna alla società non permetta a Strama di fare di testa sua, allora già domenica potremmo vederlo in campo. Un gran casino. Partiamo da un dato di fatto però: non c'è alcuna azione di mobbing. Il giocatore si sta allenando con la squadra, non è fuori rosa, viene da un lungo infortunio che non gli ha permesso di giocare e pertanto nulla vieta che la sua assenza dal campo sia frutto di una scelta puramente tecnica, anche se tutti sappiamo che non è così. Abbandonato però il versante più "giuridico" e teorico del tutto, beh, è innegabile che siamo di fronte all'ennesimo caso gestito malamente dai dirigenti interisti.

Il contratto di Sneijder l'hanno firmato lui e la Società e visto che rimbrottiamo sempre i calciatori di pretendere continui adeguamenti e di fottersene dei contratti, giusto è riconoscere, in questo caso, il fatto che è la Società stessa a non voler riconoscere un accordo che lei stessa ha sviluppato ed accettato qualche tempo fa. Inoltre la gestione del caso Sneijder unita alla gestione di questa estate dei casi Maicon, ma soprattutto Julio Cesar, mostra come i dirigenti tendano un pò troppo a voler calcare la mano. Come puoi creare mercato ad un giocatore se non lo fai giocare? Come puoi pretendere che a gennaio, se Wes non rinnovasse spalmando, arrivi una squadra con 15 milioni di € per un giocatore che non si vede in campo da fine settembre e guadagna quanto Julia Roberts a film? Sono politiche aziendali e mi pare che noi abbiamo ancora qualcosa da imparare al riguardo. Se proprio vogliamo fare i duri, eccheccazzo, facciamolo per bene e senza che ne esca sempre un caso mediatico! Chissà che ha pensato Ban Ki-Moon quando gli hanno presentato Moratti dicendogli "Sa, questo è il Presidente dell'F.C. Internazionale, club calcistico storico italiano. E' qui per un progetto umanitario in aiuto dei bambini di Paesi in difficoltà, ma nel frattempo a Milano i suoi sgherri stanno mobbizando Sneijder, il giocatore che guadagna di più nel club". Magari non ha pensato nulla, ma evitare figure di merda non sarebbe una cattiva idea. E ciò vale per il caso Sneijder tanto quanto per la partita di domenica con il Palermo. Vinciamo. Perdere contro Gasperini sarebbe una figura di merda quasi insopportabile, davvero. 

Andrea
mercoledì 28 novembre 2012

Dieci veloci appunti su Parma-Inter


1. Dopo la vittoria a Torino ci eravamo montati la testa. Questa sconfitta ci riporta con i piedi per terra e ci rammenta che il nostro obiettivo è e rimane arrivare nei primi tre.

2. Finora nel secondo tempo abbiamo disputato ottime gare, spesso finendo in crescendo. Ieri invece nella ripresa siamo stati nulli e dopo il gol subito non abbiamo abbozzato nessuna reazione.

3. Se sai che vincendo potresti andare ad un punto dalla capolista, dovresti scendere in campo come un leone nell’arena e lottare dando il 100%. Ieri invece sembravano delle pecore al pascolo.

4. Sono tra i pochissimi estimatori di Alvarez ma credo sia stato un azzardo schierarlo dall’inizio. E ancora più azzardato lasciarlo in campo per 72 minuti.

5. Che senso ha mettere Livaja ad un minuto dalla fine? Se pensi che possa essere utile lo butti nella mischia almeno 10 minuti prima del fischio finale. Oppure lo lasci in panchina.

6. Tempo e pazienza. Per Stramaccioni che ha molto talento ma poca esperienza (ieri era la sua trentesima partita sulla panchina nerazzurra) e per questa squadra che, come ho più volte scritto, è una squadra “work in progress”. Non si diventa forti e competitivi in un giorno.

7. Questo mese di novembre era iniziato sotto buoni auspici. Peccato che ci siamo persi strada facendo.

8. Lo scorso anno infilammo 7 vittorie consecutive a cui fecero seguito altrettante gare senza vittorie. Non vorranno mica fare lo stesso quest’anno?

9. Questa Inter non può permettersi di lasciare a casa Sneijder. Non entro nel merito dei metodi societari ma in una squadra dove c’è poca qualità, l’olandese è come acqua nel deserto. Le beghe contrattuali risolviamole diversamente.

10. Se Sansone riprova altre 100 volte a fare quell’azione secondo voi quante volte riuscirà a fare gol? Un pizzico di sfortuna non manca mai, anche se comunque un pareggio non avrebbe modificato il giudizio sulla prestazione dei ragazzi.
Entius
lunedì 26 novembre 2012

Parma-Inter 1-0: impotenti


Nella trionfale notte di Torino, subito dopo le prime ore di delirio seguite al triplice fischio, ricordo benissimo il pensiero che mi balenò in mente quando la sbronza iniziava a scemare e la mente tornava ad essere via via più lucida e razionale. Pensai a qualche mese prima, a quella folle rimonta sul Milan capolista coronata nel derby di gennaio che sembrava spalancare porte immense ad una nuova annata di trionfi, ed invece segnò l'inizio del deragliamento della locomotiva lanciatissima allora guidata da Ranieri. Ero terrorizzato che potesse succedere la stessa cosa, che si potessero ripresentare scenari esattamente opposti a quelli che una serata del genere rendeva lecito disegnare.

A Parma abbiamo deragliato in maniera netta, forse definitiva, offrendo uno spettacolo sconcertante e persino offensivo per chi credeva che la gara del Tardini fosse quella dell'assalto alla diligenza dello scudetto e del ritorno a una sola lunghezza di distanza dalla Juventus sconfitta a San Siro dal Milan. Una squadra spenta, senza mordente e imprecisa per 90 minuti lascia l'Emilia con le ossa rotta, arrendendosi ad un gol incredibile di Sansone, capace di farsi 40 metri palla al piede senza che un solo calciatore in maglia nerazzurra riesca in alcun modo a frenarne l'incedere. Un decadimento soprattutto fisico della squadra di Stramaccioni, che contro assatanati come il match-winner, Rosi, Marchionni e soprattutto l'ex-Biabiany perde tutti i confronti diretti e, di conseguenza, la partita.

Poco da recriminare se Milito non calcia in porta mai, Palacio si muove tanto ma senza costrutto, e Guarìn si perde in numeri velleitari dopo un primo tempo di spessore, risultando il più colpevole sul gol subito. E va detto, non è la prima volta che il colombiano pecca di leziosità dando l'ennesima riprova della sua scarsa attitudine a ricoprire un ruolo di interno in un sistema di gioco come quello di Stramaccioni. Senza Gargano (squalificato) e Mudingayi (infortunato), con Sneijder ai box per scelta "tecnico-societaria", e Cassano squalificato, la scelta di Alvarez dal primo minuto come interno del centrocampo a 5 sembra anche sensata, ma il secondo tempo dell'argentino tocca livelli di pochezza imbarazzanti, con Coutinho che comunque nei 20' finali non fa nulla per dimostrare quanto utile sarebbe potuto essere se impiegato dal primo minuto.

Un'Inter che fa la partita nel primo tempo, ma che accusa un crollo preoccupante nella ripresa fino a subire un gol che a certi livelli non è proprio possibile prendere. Della reazione rabbiosa e furibonda vista in altri frangenti, nemmeno l'ombra: i nerazzurri accettano, somatizzano, si arrendono. Senza lottare, senza gettare il cuore oltre l'ostacolo: una resa senza condizioni.

Il Napoli, vittorioso ben oltre i suoi meriti a Cagliari, compie il vero balzo di giornata scavalcandoci e portandosi al secondo posto a -2 dalla Juve, mentre la Fiorentina di Montella, capace di impattare 2-2 a Torino nonostante assenze pesanti come macigni, opera l'aggancio al podio. Insomma, peggio di così, questa giornata difficilmente sarebbe potuta andare.

L'euforia per aver ritrovato una squadra finalmente ambiziosa e capace di grandi risultati è stata colpita a morte, questa sera. Dopo Torino, la Juventus ha raccolto quattro punti in tre partite, ovvero un qualcosa su cui tutti noi avremmo firmato con il sangue affinchè succedesse: bè, noi con Atalanta, Cagliari, e Parma ne abbiamo raccolto solo uno, rischiando peraltro di non fare neanche quello. Sono discorsi che lasciano il tempo che trovano, ma in una realtà ipotetica avremmo avuto la potenziale opportunità di essere, in questo momento, in fuga solitaria. Ovviamente questo non significa niente, è una considerazione che vuole solo dare la dimensione di quanto immatura è stata la gestione di quella vittoria, e di come gli infortuni e il doppio impegno abbiano messo a nudo tutte le pecche strutturali di una squadra che non è ancora pronta a competere per grandi traguardi.

La gara col Palermo diventa decisiva per tante ragioni adesso: già, perchè fino a due settimane fa sembrava che il nostro unico problema fosse diventato arrivare primi o secondi, mentre la dura realtà emersa dal campo è che non possiamo più commettere passi falsi di nessun tipo per non vederci scivolare di nuovo l'Europa che conta dalle mani. Si va avanti, colpiti nel vivo, certamente un pò delusi: perchè perdere si può, ma l'Inter vista questa sera ha rievocato spettri che parevano essere ormai stati mandati via dalla rivoluzione copernicana della scorsa estate.

PARMA-INTER 1-0 (pt 0-0) 

MARCATORI: 29' st Sansone

PARMA (4-3-3): Mirante, Rosi (28' st Benalouane), Zaccardo, Paletta, Gobbi, Marchionni, Valdes, Acquah, Biabiany, Amauri, Sansone (31' st Belfodil). (1 Pavarini, 91 Bajza, 6 Lucarelli, 39 Fideleff, 13 Santacroce, 77 Ninis, 19 Musacci, 4 Morrone, 23 Arteaga, 17 Palladino). All.: Donadoni.

INTER (3-5-2): Handanovic, Ranocchia, Samuel, Juan Jesus (40' st Duncan), Zanetti, Guarin, Cambiasso (41' st Livaja), Alvarez (27' st Coutinho), Nagatomo, Milito, Palacio. (12 Castellazzi, 27 Belec, 6 Silvestre, 42 Jonathan, 17 Mariga, 24 Benassi, 52 Romanò, 31 Pereira). All.: Stramaccioni.

ARBITRO: Banti di Livorno.

NOTE: angoli: 8-7 per il Parma. Recupero: 1' e 4'. Ammoniti: Gobbi, Palacio, Valdes, Duncan per gioco scorretto. Spettatori: 16.147 (di cui 9.182 abbonati) per un incasso di 250.845,8 euro

Antonio
venerdì 23 novembre 2012

Rubin-Inter 3-0, gioventù bruciate?

Benassi vs Kazaev in Rubin-Inter 3-0
Francamente conta poco e ce ne frega altrettanto, inutile girarci attorno o fare finta di essere disperati. Si, qualche sfottò arriverà comunque, ne sono consapevole, però non ci tangerà granchè, credo che saremo anche in grado, per un giorno, di soprassedere. La sconfitta rimediata ieri in terra russa con il Rubin Kazan fa male più alle statistiche che all'orgoglio, anche perchè il turno ce l'avevamo in saccoccia da un match ed il risultato mente più di un Pinocchio con un metro e mezzo di naso. Loro hanno fatto tre tiri e tre gol, amen. Ciò chiaramente non è una indicazione positiva, tutt'altro, sulla difesa c'è da lavorare eccome, serve maggiore concentrazione, attenzione, e se fosse possibile eliminare Johnathan per sempre dall'11 titolare sarei molto grato a Stramaccioni ed a tutto la staff tecnico, ma sono indicazioni di massima, non certo pesanti recriminazioni verso la squadra.

Il nostro giovane tecnico, a vederlo ancora un pò girato di cazzo dalla sfida con il Cagliari, decide di portare a Kazan in gita la Primavera e un pò degli Allievi e non mi sono sentito di dargli torto: con tutti gli infortuni che abbiamo e che abbiamo avuto, in un match che non conta granchè, la cosa migliore è certamente schierare chi ha gamba e (si pensa) voglia di stupire. Purtroppo non si considera anche la paura, la normale timidezza del debuttante, buttato in campo in una situazione metereologica, tra l'altro, alquanto proibitiva (se non erro picchi di meno diversi gradi sotto lo zero). Dunque ci sono i giovani che hanno peccato di normale tremarella da prima gara, altri che invece si sono dimostrati deconcentrati e sarà su di essi che bisognerà lavorare. Ma vediamo, nello specifico, la partita di ognuno di loro:

Vid Belec: Non proprio fortunato diciamo. Come con il Vaslui entra in campo e piglia gol, allora su rigore, oggi su una azione ridicola. Per il resto....non tocca mai la palla con le mani perchè le uniche conclusioni dirette a rete del Rubin finiscono in gol. Da rivedere, ma nel futuro nerazzurro diciamo che ci si aspetta altro.
Juan Jesus: Niente tremarella da debutto, ma concentrazione ai minimi storici e l'impatto di gara, con quel palo che evita un autogol da figura di merda colossale ma che regala, allo stesso tempo, il vantaggio ai russi, la dice tutta. Il cervello gli va ricalibrato, a Strama il compito.
Il giovane Donkor non contrasta Rondòn sul 2-0
Donkor: 1995, pazzesco. Purtroppo per lui si vede anche. Ha qualità, questo è indubbio, e riesce ad evitare il 2-0 a Karadeniz dopo essere entrato per Ranocchia, poi però, contro l'esperto e fisicato Rondòn, perde malamente l'uno contro uno e gli regala i due gol finali. Già stella per la Primavera, per la prima squadra ripassare tra un paio di anni.
Romanò: Il capitano junior. Corre, combatte ma non punge. Dicono sia molto bravo negli inserimenti (lo è in effetti), ma non lo dimostra, troppo rigido, con un ragazzino alla cresima. Tempo per crescere c'è, nella ripresa lancia sprazzi di qualità, ma è troppo poco per definire positiva la sua gara.
Benassi: Bene Benassi. Il titolare più giovane, 1994, è anche il migliore alla fine dei conti. In mezzo al campo se la gioca con tutti, dimostrando carattere ma anche un tocco palla niente male. Non illumina, ma convince e lascia una buona impressione per il futuro. Da rivedere sul campo.
Coutinho: Gioca a nascondino tutta la gara e possiamo dire che alla fine vince perchè sono più le volte in cui non lo si trova di quelle in cui invece lo si sgama. Niente da fare, il suo talento va a sprazzi e se quando ha palla sembra sempre sul punto di fare la giocata storica, quando non ce l'ha, spesso, si addormenta e non aiuta. Non crediamo in lui, dobbiamo dargli fiducia.
Livaja: Ragazzo strano. Gioca in modo umile, ma appena ha una palla buona vuole fare la giocata della vita per trovare il gol e diventare l'eroe del giorno. In realtà, da solo, dimostra di non saper tenere in piedi neppure mezzo reparto ancora e se Cou gli dà una mano soltanto a tratti, beh, diventa dura. Non convince neppure Strama, che stravede per lui, ma gli preferisce la certezza Palacio ad inizio ripresa. 

Che dire, come vediamo sono stati davvero tanti i giovani in campo ieri ed il rischio è serio: la brutta sconfitta (almeno nel risultato) può essere un colpo pesante sul morale e sulla psicologia di alcuni di loro? Insomma, questa prestazione non brillantissima li ha bruciati? Non credo. Ad inizio dicembre ci aspetterà un match decisamente più semplice ed altrettanto inutile in casa, contro il Neftchi, e lì io proverei a puntare nuovamente su diversi di loro. Con il calore del pubblico interno ed una squadra di decisamente più bassa caratura contro, potrebbero trovare quell'autostima che la tremarella del debutto intacca fortemente. Qui non c'è alcuna gioventù bruciata, soltanto una linea di verde da crescere ed accudire e l'impressione è che Stramaccioni abbia le doti per farlo con intelligenza.

Andrea
mercoledì 21 novembre 2012

Il giusto livello di incazzatura

Non mi soffermerò in questa occasione più di tanto sull’aspetto di un ritorno al passato paventato anche dal nostro Presidente, dal momento che io ne ero già assolutamente convinto a inizio stagione; figuriamoci ora.Niente di nuovo sotto il sole dunque, come si suol dire. Quello su cui volevo invitarvi a riflettere è la reazione dell’ambiente Inter, culminata ovviamente nella presa di posizione di Moratti; anche perché è stato praticamente l’unico della Società ad esprimersi pubblicamente.

martedì 20 novembre 2012

Otto Appunti dopo Inter-Cagliari


1. Se l’Inter ieri non ha portato a casa i tre punti è sicuramente per demerito nostro. Abbiamo trovato il vantaggio dopo pochi minuti e a quel punto la si poteva chiudere senza troppi patemi. Nel secondo tempo abbiamo attaccato in modo confusionario. E se Milito sbaglia certi gol…

2. E sono tre. Tre gare consecutive in cui ci capitano decisioni arbitrali discutibili a nostro sfavore. A Torino ci è andata bene, a Bergamo e ieri un po’ meno. Se due indizi fanno una prova, figuriamoci tre. Qualcuno è ancora convinto che sia una casualità?

domenica 18 novembre 2012

Inter-Cagliari 2-2: apocalypse now


A pochi minuti dal triplice fischio del direttore di gara, avevo già in mente come descrivere questo match che andava via via adagiandosi su un giusto 2-2, premiando un bel Cagliari ed un'Inter brava come sempre a complicarsi la vita fino a rischiare il tracollo. Tanta la rabbia per l'ennesima, ghiottissima occasione sprecata, tanti gli appunti da fare ad una squadra che è tornata a commettere vecchi errori e qualche perplessità per la disposizione in campo che ha convinto poco, sovraespondoci a rischi eccessivi e obiettivamente intollerabili a certi livelli.

venerdì 16 novembre 2012

Verso il Cagliari tra sussurri di mercato ed il mistero Sneijder

L'Inter di Strama al lavoro
Le Nazionali ci sono state, ma siccome erano match di un interesse talmente basso che credo che sia stata anche una delle prime volte in cui l'Italia ha ottenuto un audience ridicolo, il campionato non si ferma e questo weekend si torna in campo. I nostri nerazzurri sono reduci da una deludente sconfitta provocata dagli altri nerazzurri, gli orobici, che ha fatto tornare coi piedi per terra tutti quelli che, per un paio di settimane, avevano iniziato a volare. Voli pindarici ovviamente, perchè davanti a questa Juve che procede a passo sostenuto e rapido è davvero difficile riuscire a pensare di poter competere per lo Scudetto.

mercoledì 14 novembre 2012

Facchetti, Moggi, l'Inter e la Juve: lettera aperta a Mario Sconcerti

Mario Sconcerti, giornalista ed opinionista a Sky
Questo post è una lettera di replica indirizzata al Sig. Mario Sconcerti che, intervistato dalla redazione di  FC Inter 1908 in merito al fatto che avesse definito Conte “eroe” per omessa denuncia di illecito e che avesse sostenuto che Moggi e Facchetti erano da considerarsi praticamente sullo stesso piano, ha dovuto evidentemente fare una parziale retromarcia: ha ammesso che quella su Conte era una provocazione e ha negato di avere messo sullo stesso piano Moggi e Facchetti, ma semplicemente di aver affermato che anche Facchetti aveva tenuto comportamenti non regolamentari e quindi la Società Inter F.C. non andava premiata con lo scudetto 2006. Sono ormai argomenti triti e ritriti, dibattuti fino alla nausea e sul merito dei quali non vorremmo tornare; ma nell’intervista ci sono delle affermazioni del Sig. Sconcerti sulle quali vale la pena di fermarsi un attimo a riflettere.

lunedì 12 novembre 2012

Dieci Appunti Sulla Prima Sconfitta Stagionale In Trasferta


1. Prima o poi doveva succedere. Ed è successo ieri sera. Da qui a fine stagione era molto improbabile che le avremmo vinte tutte, quindi mi pare ovvio che la striscia di vittorie si doveva interrompere. Magari avremmo preferito che si fermasse con un pari ma va bene così.

2. Meglio aver perso con l’Atalanta ieri sera che una settimana fa con la Juventus. Su questo siete d’accordo tutti, vero?

domenica 11 novembre 2012

Da un 1-3 ad un 3-2, il lungo viaggio dalla Juventus alla sconfitta con l'Atalanta

Bonaventura ha aperto le marcature al 9' pt
Un viaggio, durato una settimana, una settimana intensa, ricca di emozioni, cambiamenti, evoluzioni ed involuzioni. Come cambiano le cose nel giro di una settimana. Preparatevi amici nerazzurri, non sarà un lunedì facile, capiterà anche che qualche gobbo, al bar, al lavoro o a scuola, passi e vi dia la mano dicendovi: "Beh, dobbiamo ringraziarvi, senza la sconfitta di sabato scorso non avremmo ritrovato la fame dei tempi passati". Cazzate, tutte cazzate. Se la Juventus, dopo aver preso una bella lezione di umiltà da parte nostra, invece che Nordsjaelland e Pescara avesse incontrato Chelsea e Fiorentina, beh, le cose sarebbero state sicuramente diverse. Loro sono forti, più forti di noi, ma hanno avuto culo nel calendario. Noi abbiamo avuto sfiga in infermeria. Non è un alibi ed è lo stesso Stramaccioni, coraggiosamente, a sottolinearlo, ma dirlo è giusto perchè per come siamo fatti noi interisti saremmo capacissimi ora, dopo la sconfitta con l'Atalanta, di chiedere l'esonero del mister.

venerdì 9 novembre 2012

Palacio e Guarin da 10 (vittorie) e l'Inter batte 1-3 il Partizan. Ora testa all'Atalanta

Palacio e Guarin esultano: sono i protagonisti della serata
Non ci fermiamo più, soprattutto lotano dal caro San Siro. Dieci vittorie consecutive in trasferta, praticamente le abbiamo vinte tutte, e per Strama iniziano ad accendersi le vie dei record. Ieri sera, a Belgrado, la squadra s'è imposta per 1-3 sul Partizan, oggettivamente dimostratosi realmente poca roba. A noi ci è servito un Palacio in versione normale, perchè questo giocatore, anche non al 100%, ti sforna prestazioni del genere (sento lontane eco di chi si lamentava del suo acquisto.....), ed un Guarin che, quando finalmente ha avuto qualcuno davanti con cui realmente dialogare e non l'elemento estraneo che è stato Livaja, ha rotto in due il gioco avversario ed ha cambiato marcia all'Inter. In termini generali non siamo stati bellissimi o fortissimi, abbiamo semplicemente fatto il nostro lavoro.

giovedì 8 novembre 2012

"New media & digital football" e Recycle Football: Marcel Vulpis spiega a Inter Cafè come può cambiare il calcio italiano

"New Media & Digital Football", L&V Editrice, 24,50 €
Se oggi noi siamo qui a scrivere di calcio e di Inter in particolare, sicuramente molto merito va alle immense possibilità che la rete, il World Wide Web, ci regala. Tra esse, i social network ed in generale i new media (Youtube in primis) sono le nuove piazze dove far sentire la nostra voce. Non c'è bisogno di urlare, di starnazzare come fanno in tivù, semplicemente si può offrire la propria opinione al pubblico e poi sarà l'interesse, la curiosità, l'amore per dei colori in questo caso, ad avvicinare voi lettori a noi. Internet è un'occasione che sempre più persone hanno deciso di cogliere al volo, con coraggio e spensieratezza (no Strama, non ti stiamo tirando in causa), anche magari per lanciare progetti innovativi e belli, davvero belli, perchè possono fare bene a tutti. In questa immensa distesa di informazioni ed occasioni che è la rete, curioso è vedere come le società calcistiche tentino di sfruttarla al meglio e come persone dotate di ingegno siano in grado di fare partire idee nuove. Marcel Vulpis è il direttore del sito SportEconomy.it, esperto di business e marketing sportivo, ed ha accettato di fare quattro chiacchere al riguardo con noi. In particolare ci siamo soffermati sull'e-book "New Media & Digital Football" (L&V Editrice, prezzo 24,50 €, acquistabile QUI), di cui è coautore, e sull'interessante progetto RECYCLE FOOTBALL.

martedì 6 novembre 2012

San Giuan fa Minga Ingann


Non è facile scrivere qualcosa di non già detto dopo l’anticipo di campionato di Torino, ma la prima cosa che viene spontanea da rilevare è che, contrariamente agli auspici di potere assistere a una gara regolare e senza grosse porcate, hanno provato, in barba ad ogni minima decenza, ad organizzare l’ennesima rapina a mano armata nei nostri confronti. Nemmeno una settimana dopo lo scandalo di Catania e la settimana di polemiche furiose, ci hanno riprovato “belli così” e come se niente fosse, quasi potessero contare non solo su un’immunità assoluta ma quasi sull'approvazione di qualcuno.

lunedì 5 novembre 2012

Dieci “Spensierate” Considerazioni Su Juventus-Inter


1. Un gol dopo 18 secondi in evidente fuorigioco, una mancata seconda ammonizione che voleva dire espulsione. Per 45 minuti Tagliavento e i suoi collaboratori hanno pesantemente influenzato l’andamento della gara. La vittoria nerazzurra ha fatto passare in secondo piano la cosa ma non dobbiamo assolutamente farla passare in secondo piano (non a caso l’ho messo come primo punto), non sempre ci sarà un’Inter capace di ribaltare la situazione nonostante tutto (vedi Catania).

2. In quanti avrebbero avuto le palle per presentarsi a Torino contro la Juventus giocando con tre punte di ruolo? Se questo doveva essere l’esame di maturità di Stramaccioni, direi che l’ha superato alla grande dimostrando di aver preparato bene la partita e di saperla aggiustare strada facendo. Cosa che ha sempre fatto, ma nessuno se n’è mai accorto.

3. Nel pregara Marotta, commentando la scelta offensiva di Stramaccioni ha detto “la spensieratezza tattica dell’Inter la conosciamo”. Dopo aver preso tre pere a domicilio è ancora convinto di conoscere la spensieratezza tattica dell’Inter? E soprattutto è ancora convinto che si tratti proprio di spensieratezza tattica?

4. Stramaccioni come Mourinho? No, Stramaccioni meglio di Mourinho (tuoni e fulmini sulla mia testa). Lo Special One dopo gli episodi avversi avrebbe infiammato la situazione con gesti plateali (vedi manette). Invece Strama ha mantenuto la calma e soprattutto l’ha trasmessa alla squadra che nonostante gol in fuorigioco ed espulsioni mancate ha continuato a macinare gioco e a dare prova di maturità.

5. Il mio timore era che, come spesso successo negli ultimi anni, saremmo andati a Torino e ci saremmo sciolti come neve al sole. Invece abbiamo giocato alla pari con la capolista, dando dimostrazione di forza e maturità.

6. L’importanza di avere Milito. Arbitraggi a parte, decisivo è stato il fatto di avere o non avere Milito (e Palacio). L’Inter ha un attaccante capace di fare reparto da solo, di fare salire la squadra, di buttarla dentro quando serve. Alla Juventus uno così manca. E si è visto.

7. Proprio una settimana fa avevo parlato di lui come uno da recuperare al più presto. Guarin, dopo la buona prestazione con la Sampdoria, ha confermato di essere tornato alla grande. I due gol della vittoria sono passati dai suoi piedi, non è solo una casualità.

8. Andare a Torino, espugnare lo Juventus Stadium, interrompere l’imbattibilità bianconera che durava da 49 giornate e dare una lezione di calcio alla capolista. Una cosa del genere era nella mente e nei sogni di molti tifosi nerazzurri. Ma in poiché pensavano che potesse diventare realtà. Ed era diventata quasi utopia dopo 45 minuti. Il calcio qualche volta sa regalare emozioni insperate e bellissime.

9. Aver battuto la Juventus a domicilio dopo una gara quasi perfetta ci autorizza a sperare di poter lottare per il titolo. Al di là della gioia e della soddisfazione per l’impresa credo che cambi poco per quanto riguarda le forze del campionato. La Juventus rimane la grande favorita ed è un gradino sopra di noi.

10. Adesso tutti bravi ad elogiare Stramaccioni, a tesserne le lodi ma in quanti a luglio pensavano che questo ragazzo senza esperienza fosse l’uomo giusto per la panchina nerazzurra? (Per inciso, il sottoscritto ha creduto ciecamente in lui fin dal primo giorno e i fatti mi hanno dato ragione).

Entius
domenica 4 novembre 2012

Juventus-Inter 1-3: più forti della vergogna, noi abbiamo DIEGO MILITO


Sarebbe stato lecito aspettarsi un articolo a caldo, nel quale sciorinare tutto il susseguirsi di emozioni di un sabato sera iniziato come il peggiore dei film horror e terminato in un trionfo roboante che restituisce un minimo di credibilità ad un campionato colpito a morte da uno staff arbitrale ben oltre i limiti della decenza. Nessuno di noi se l'è sentita di scrivere di getto, l'adrenalina avrebbe partorito un pezzo che di obiettivo avrebbe avuto molto poco e soprattutto avrebbe rischiato di mettere su un piano secondario una delle imprese più belle della nostra storia recente.

sabato 3 novembre 2012

Inter, 3-5-2 o 3-4-3 con la Juventus?

Juventus-Inter, 3/11/2012, ore 20:45
Eccoci, ci siamo. Il turno infrasettimanale non ha permesso di arrivare a questa partita con il cuore pieno di emozioni e pressioni, ma ci siamo, e per essere qui abbiamo dovuto lavorato tutta un'estate ed abbiamo sudato e costruito per dieci giornate di campionato. Juventus-Inter torna ad essere una sfida di vertice finalmente. Non solo la storia, la rivalità, il Derby d'Italia, l'odio sportivo, la diametralmente opposta visione della vita calcistica, ora torna ad esserci in palio anche la gloria e la classifica, i punti pesanti che possono riaprire un libro che pareva già destinato ad essere chiuso. La Juventus è fortissima, non perde da circa 50 partite ed in dieci giornate ha fatto 28 punti, numeri da record. Ma noi, zitti zitti, siamo li, a sperarci, a sognare, dopo che sinceramente era difficile poter prevedere di arrivare a inizio novembre in queste condizioni. Stramaccioni ed i ragazzi hanno fatto un lavoro fantastico e per questo, comunque andrà, niente sarà distrutto o totalmente rivalutato, ma noi tifosi dovremo fare il nostro, mettendoci il cuore e l'amore che proviamo vesro i nostri colori.

venerdì 2 novembre 2012

Dieci Annotazioni Su Inter-Sampdoria (con un occhio a Juventus-Inter)


1. Ieri sera contava solo vincere per avvicinarci alla grande sfida di sabato sera nei migliore dei modi. Seppur con qualche brivido di troppo e con qualche affanno ci siamo riusciti. E ora occhi puntati su Juventus-Inter.

2. Puoi preparare la partita nel migliore dei modi possibili e schierare 11 campioni ma qualche volta sono gli episodi a decidere la partita. E la sfida di ieri sera ne è un esempio lampante. L’Inter si è ritrovata in svantaggio per un pasticcio difensivo. E la Sampdoria, che fino a quel momento aveva giocato una buona gara, è stata condannata dal rigore con espulsione (anche se la sensazione è che ce l’avremmo fatta anche in 11 contro 11).