mercoledì 27 febbraio 2013

Balotelli: diverso da chi?

Balotelli zittisce la Nord
Alla fine qualcuno ci è riuscito: nonostante non sia andata assolutamente così, l’italiano TGCom e l’inglese Daily Mail hanno trovato modo di parlare di cori razzisti contro Balotelli, in assoluto dispregio della verità e di un elementare codice di deontologia dell’informazione. Per un paio di settimane si era parlato più di questo argomento che della partita giocata e qualcuno ha sentito l’irrefrenabile bisogno di raccontare qualcosa che avrebbe voluto o fatto comodo che fosse successo, ma che in realtà non è stato.

lunedì 25 febbraio 2013

Dieci Considerazioni sul Derby


1. Un buon punto, considerando l’andamento del primo tempo. Ma a parte questo non possiamo certo essere soddisfatti della prestazione dei nostri ragazzi.

2. Il disastroso primo tempo ha come principale responsabile il nostro mister. Troppe scelte errate e troppa confusione in testa. Caro Strama, così non va. E soprattutto smettila di fare scelte cervellotiche. Nei momenti di difficoltà meglio andare sul sicuro e fare scelte scontate.

Inter-Milan 1-1: lunga vita a Samir, Schelotto scaccia la paura


In uno sport maledettamente folle come il calcio, tra il de profundis e un sospiro di sollievo spesso la differenza può farla un evento, un particolare. Sull'orlo del baratro, con un Handanovic costretto a smettere i panni dell'essere umano diventando una figura mitologica per almeno 45', ed un avversario nettamente padrone del campo che godeva di una condizione psicologica diametralmente opposta rispetto alla nostra attuale, il gol del bistrattato Schelotto cambia la storia del derby e permette di vivere più serenamente la settimana che porta alla complicatissima trasferta di Catania.

domenica 24 febbraio 2013

Inter, come giocare nel derby?

Ambrosini e Zanetti, alle 20.45, si stringeranno la mano
Derby di Milano numero 180, ormai ci siamo. L’ultimo step prima del grande evento (la trasferta in Romania), è stato superato con un sorriso appena accennato, visto che l’infermeria non si svuota, anzi si arricchisce ogni giorno di uomini preziosi. Il Milan è nel suo momento migliore dalla vittoria dello Scudetto, e guarda caso combacia perfettamente con le elezioni politiche: alcune coincidenze sono davvero sorprendenti!

sabato 23 febbraio 2013

Il comunicato della Nord su Balotelli: "Al derby razzismo no, fischi si"

Curva Nord razzista?
Ne aveva scritto Alex pochi giorni fa (QUI trovate il pezzo), ma in realtà ne avevano parlato in tanti, molto spesso a sproposito. Il ritorno di Balotelli a San Siro, ma con la maglia opposta, è sicuramente, dal punto di vista sportivo, un evento, ma non per questo deve diventare anche un fatto di cronaca sociale. Eppure si è spesso dato per scontato che il tifo interista metterà in piedi, domani sera, uno spettacolo becero ed a cui, in realtà, ci hanno abituato ben altre tifoserie. Gli imbecilli ci sono in tutto il mondo, si sa, ma da qui a dire che la Nord rischia di portare alla sospensione della partita, rientra nell'inutile sputtanamento mediatico. Non tocca a noi la difesa, tra l'altro non necessaria visto che niente è accaduto, della nostra Curva, anche perchè proprio oggi, sul sito ufficiale di quest'ultima, è stato pubblicato un comunicato che risponde ad ogni domanda possibile e respinge ogni insinuazione al riguardo. Vi riproponiamo, in versione integrale, il testo.

venerdì 22 febbraio 2013

L'insostenibile peso del non essere: l'Inter e Kundera prima del derby

"L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan Kundera
"La gente di solito si rifugia nel futuro per sfuggire alle proprie sofferenze. Traccia una linea immaginaria sulla traiettoria del tempo, al di là della quale le sue sofferenze di oggi cessano di esistere" Milan Kundera, L'Insostenibile Leggerezza dell'Essere.
Talvolta guardare avanti aiuta, evita di guardarsi alle spalle, evita di ritrovarsi nella condizione di dire "ok, tutto è finito". Un futuro, del resto, al di là del tragico ed inaugurabile caso della morte, c'è sempre ed è giusto rifugiarsi lì a mio parere, nessuno ce lo vieta, anzi, dà forza, dà energie, dà qualcosa per andare oltre. Se noi prendiamo il calcio per ciò che è, ovvero un enorme spettacolo metafora della vita, non possiamo fare altro che applicargli queste parole. Quante volte, dopo una sconfitta, abbiamo sentito dire, dai protagonisti, che ora bisogna guardare avanti, pensare alla prossima partita? Lo si fa dopo una vittoria, figurarsi dopo una sconfitta, quando il dolore e la rabbia sono più forti.

giovedì 21 febbraio 2013

Quanto è finita Cluj-Inter?


Ebbene sì ragazzi, il disastro è completo. L'Inter non riesce a tenere botta in Transilvania, e cade sotto i colpi dei padroni di casa che con un 3-0 senza storia ribaltano lo 0-2 di San Siro e vanno agli ottavi di finale contro il Tottenham.

mercoledì 20 febbraio 2013

Per vincere, lasciamolo perdere

Così vogliamo la Nord
Non voglio dilungarmi sulla crisi dell’Inter, sulle cause che abbiano portato alla situazione attuale, sulla ripartizione delle colpe e delle responsabilità, se Stramaccioni vada cacciato o meno, e sul modo in cui sarebbe eventualmente possibile uscire da questo bruttissimo periodo; l’abbiamo fatto più volte su questo blog, già all’indomani della vittoria di Madrid, venendo anche a volte criticati o addirittura “tacciati” di tradimento.

lunedì 18 febbraio 2013

Dieci Considerazioni Su Fiorentina-Inter


1. Se qualcuno pensava che in Siena-Inter avevamo toccato il fondo, eccovi accontentati. Ieri sera abbiamo fatto ancora peggio.

2. Comunque abbiamo una buona media tiri-in-porta/gol. Abbiamo tirato una sola volta e abbiamo segnato. Sarebbero bastati altri 3 tiri e l’avremmo pareggiata.

3. E se invece di Handanovic ieri sera ci fosse stato Castellazzi o magari Carrizo? Oddio, preferisco non pensarci.

Fiorentina-Inter 4-1: all'inferno, senza ritorno


Alzi la mano chi al fischio d'inizio di Rizzoli credeva davvero fosse possibile uscire dal Franchi con i 3 punti in tasca, magari al termine di una prestazione gagliarda. Mani tutte giù, immaginavo. Ah no, forse qualcuna là dietro c'è, ma facciamo finta di non averla vista.

Adesso alzi la mano chi vedendo la formazione iniziale temeva un'imbarcata epocale, che ci avrebbe di nuovo scaraventato nel marasma totale ad una settimana dal derby. Vedo che si alzano parecchie mani, ma mi aspettavo di peggio ad essere sincero.

sabato 16 febbraio 2013

Lo shock dopo il terremoto. Inter, come ripartire?

Milito rincuora i tifosi, ma ora si pensa al futuro nero
Il pianeta Inter ha tremato. La magnitudo della scossa è incalcolabile, i danni sono  percepibili già da ora, ma la sensazione è che saranno ancor più devastanti col passare del tempo. E’ una calamità l’infortunio di Milito, di proporzioni inaudite, un evento che ha steso il popolo nerazzurro, sfollato dal regno del Principe, e ancora sotto shock nell’animo e nella mente. Il cervello razionalmente non trova, al momento, una soluzione, ma dopo le 24 ore di terrore puro, è necessario ripartire, non arrestare una corsa appena iniziata; è come se un pilota, subito dopo il pit stop, appena poggiato il piede sull’acceleratore, perdesse una delle quattro ruote per strada. Questo è il momento della nostra Inter, priva del suo interprete principale, del suo eroe valoroso, protagonista delle battaglie più importanti, anche recenti, vinte soprattutto grazie a lui e non solo per i gol realizzati. 

venerdì 15 febbraio 2013

Il crac di Milito, e l'emergenza figlia del peccato originale


Se poco prima del fischio d'inizio di Inter-Cluj avessimo chiesto a un centinaio di tifosi presenti allo stadio quale calciatore degli undici in campo non avrebbe dovuto mai e poi mai riportare neanche il più lieve degli infortuni, le percentuali in favore del nome di Diego Milito sarebbero state bulgare. Troppo importante l'apporto del Principe là davanti, sia nei panni di spietato finalizzatore che in quelli di regista d'attacco con quei movimenti e quel modo di stare in campo non riproducibili, e che suo malgrado hanno condizionato in sua assenza la produzione offensiva di una squadra "programmata" per avere lui come punto di riferimento in attacco.

mercoledì 13 febbraio 2013

L'importanza dei leader ritrovati ed il progetto rispettoso di Moratti

Una vittoria sul Chievo che, dopo una settimana da gastriti e mal di testa, ci rilancia nel morale e nella classifica, con il terzo posto lì ad un solo punto, pronto ad essere acciuffato. Ci siamo scrollati, momentaneamente, il Milan di dosso ed abbiamo dimostrato, a noi stessi, che non per forza devi prenderti una decina di contropiedi a partita. Si, è vero, abbiamo sofferto sulle palle alte (poi me lo dovete spiegare come cazzo può succedere se c'hai come centrali Ranocchia e Juan Jesus), ma non si può avere tutto, accontentiamoci dei passi avanti fatti e, soprattutto, dei tre punti guadagnati in una giornata di campionato complessa. I miglioramenti, in particolare, sono arrivati da tre fattori: la ritrovata vena realizzativa dell'attacco, l'ordine del centrocampo e, come detto, l'attenzione nella copertura.

lunedì 11 febbraio 2013

Dieci considerazioni su Inter-Chievo


1. Serviva una reazione ed è arrivata. La vittoria di ieri sera dimostra che se giochiamo come sappiamo possiamo essere ancora competitivi.

2. Una settimana fa eravamo una squadra allo sfascio, sull’orlo del baratro e con un allenatore che aveva completamente perso la bussola. E’ bastata una vittoria per cambiare completamente opinione su questa Inter. Almeno fino al prossimo passo falso.

Inter-Chievo 3-1: col Principe si vince, Lazio a -1


Strana vita, la nostra. Dopo una settimana passata a dilaniarci per una sconfitta come quella di Siena che inevitabilmente aveva instillato nelle menti labili di noi tifosi dubbi concreti e oscuri presagi, ecco che la vittoria contro il Chievo restituisce sorriso, morale, ed una classifica che parla piuttosto chiaro: nonostante tutto, il terzo posto occupato dalla Lazio è lì, ad un solo punto, con il Milan (fermato sul pari a Cagliari) che viene ricacciato a -2 a due settimane dal derby e dal confronto con il grande ex Balotelli.

venerdì 8 febbraio 2013

UPSIDE DOWN

Sembrano passate tre stagioni anziché tre mesi da quando l’Inter navigava al secondo posto e si proponeva come una delle principali pretendenti a un posto Champions (di scudetto non ne ha mai parlato nessuno, non da queste parti almeno) e da quando, al contrario, i cugini rossoneri sembravano un’accozzaglia di giocatori in mano a un tecnico frastornato e incerto, costretto ad operare in un ambiente sotto shock dopo le cessioni di due fuoriclasse come Ibra e Thiago Silva. Io stesso l’avevo sottolineato in un post che non rinnego di certo, dal momento che a quel tempo era proprio questa la sensazione che dava il Milan al cospetto di noi dell’Inter che pur con tutte le pecche che abbiamo sempre sottolineato, sembravamo comunque un gruppo unito e capitanato da un tecnico che aveva ben chiari i limiti e le potenzialità di questi giocatori e che aveva saputo individuare gli schemi e il sistema di gioco atto a  nascondere il più possibile i primi ed esaltare al meglio le seconde. Ora invece la situazione sembra essersi completamente capovolta, con i rossoneri lanciati col vento in poppa verso quel traguardo che appariva alla nostra portata e noi ad annaspare faticosamente per non sprofondare addirittura fuori da una posizione che garantisca una qualificazione all’Europa meno nobile. Come è potuto accadere tutto questo?

giovedì 7 febbraio 2013

Strama, scelte e limiti: parte il New Deal nerazzurro


6 punti nelle ultime 7 partite. Questo il dato che più spaventa, soprattutto considerando che 3 su 7 sono arrivati in casa con il Pescara, impresentabile nell'annata post Zeman. E se i numeri sono raccapriccianti per noi interisti, forgiati da annate da fame e spettacoli horror, il caso è davvero grave. Sempre a proposito di numeri, spulciando un pò le pagine web del nostro sito ufficiale, alla voce prima squadra, mi sono divertito a guardare tutti insieme, quali campioni memorabili avessimo in squadra. Sono nette le incongruenze nella costruzione della rosa, e il tutto è reso ancora più evidente se si pone l’attenzione sull'assegnazione dei numeri: mancano infatti il numero 2, per antonomasia affidato al terzino destro, grande assenza sopperita (per modo di dire) a turno da Zanetti, Jonathan e Nagatomo, con risultati molto diversi da quelli di Maicon (comunque orgoglioso possessore del 13); il numero 9, affidato generalmente alla punta da 30 gol a stagione, al realizzatore famelico e implacabile, lasciato libero da Eto’o, ancora senza erede, lasciando perdere la parentesi Forlan; alterna sorte per i numeri 7 e 10 , simbolo di fantasia e spettacolo: li hanno portati sulle spalle campioni del calibro di Messi e C. Ronaldo, per non citare i grandi del passato, anche nerazzurro. Beh, nella nostra rosa erano fino a pochi giorni fa di Sneijder e Coutinho, di certo non titolari, per passare ora a Kovacic, talentino tutto da scoprire, ma ancora un’incognita e a Schelotto.

martedì 5 febbraio 2013

La differenza tra noi e loro

I nuovi "abiti" dell'Inter
Immaginate che ci sia una festa importantissima, a cui tutti vogliono partecipare al meglio. Bisogna fare bella figura, perchè in quella festa si potrà dare al mondo un'immagine di te diversa da quella che finora tutti hanno avuto. Hai tempo per prepararti, ma come al solito, tra un tentennamento e l'altro, un'indecisione ed una incertezza, finisce sempre che a svegliarti sia la notizia che uno degli altri partecipanti sia già andato a prendersi l'abito ed a farsi bello. Allora, improvvisamente, ti suona un allarme in testa ed esci di casa alla ricerca di ciò che ti serve. La festa inizia alle ore 19:30 del 31 gennaio ed i preparativi sono durati un intero mese di calciomercato. Le squadre vogliono arrivare a quell'appuntamento eleganti come non mai, giusto per prendersi i migliori complimenti da tifosi e media e poter così sperare in una seconda parte di stagione migliore. Naturalmente i ritardatari siamo noi, l'Inter, che anche quest'anno ha dovuto aspettare il giorno prima della chiusura per trovarsi gli abiti adatti. Ma li ha davvero trovati?

lunedì 4 febbraio 2013

Dieci considerazioni su Siena-Inter


1. Sconfitta pesantissima che mette in evidenza tutti i limiti e i problemi di questa squadra.

2. Milito infortunato (e comunque a fine corsa), Longo lasciato a marcire in Spagna, Livaja spedito a Bergamo, Cassano e Palacio sono seconde punte, Rocchi è in età da pensione. Nessuno si è accorto che ci manca un attaccante decente?

Le pagelle di Siena-Inter: si salvano in pochi. Strama rimandato


Handanovic: Ha responsabilità praticamente nulle sui gol subiti. I giocatori del Siena sbucano da tutte le parti e non può far altro, se non arrendersi, di fronte al gran tiro di Sestu. Risponde con sicurezza ad un’ottima conclusione di Rosina. Sembra un po’ impalato sul rigore dell’ex Toro, ma di certo non è colpa sua… VOTO: 6-  

Ranocchia: Partita difficile per Andrea ed in generale per il reparto arretrato dell’Inter: i contropiedi del Siena non lasciano scampo alla difesa, in situazioni di 2/3 contro 5 o 6 giocatori bianconeri. Non esce ad accorciare su Sestu, che sembra Hazard o C. Ronaldo, lasciato praticamente libero di seminare il panico costantemente. Non si vede spesso e paga gli errori di squadra, ma di certo non raggiunge la sufficienza. VOTO: 5 +  

domenica 3 febbraio 2013

Siena-Inter 3-1: l'Inter non c'è più, è caduta libera. Strama, ci sei ancora?


Lo spettacolo che non avremmo mai voluto vedere. Il disastro che neanche il più pessimista dei sostenitori sarebbe riuscito a prevedere. Questo e molto altro è stato Siena-Inter, gara che affonda una barca già pesantemente alla deriva, azzera in un niente tutti i deboli entusiasmi per i volti nuovi in rosa, e spedisce forse per la prima volta lo scosso e visibilmente provato Stramaccioni sull'orlo del baratro. Il 3-1 finale col quale i toscani (ultimi in classifica, come il Novara un anno fa) fanno bottino pieno dopo il sacco dell'andata a San Siro è la ovvia traduzione di quanto visto in campo, con un'Inter senza idee che viene prima sconquassata sul versante sinistro del campo dalle incursioni di Sestu (il Meggiorini di turno) e Rubin, poi affondata dall'ennesima verticalizzazione in campo aperto che porta all'espulsione di Chivu con conseguente calcio di rigore trasformato da Rosina.

venerdì 1 febbraio 2013

Fine del mercato, les jeux sont faits

Zdravko Kuzmanovic, ex Fiorentina
Si è da poco conclusa la sessione invernale del calciomercato e tocca a me il non facile compito di esprimere un giudizio, soprattutto riguardo a quello che sono stati i movimenti della nostra squadra. Partiamo col dire che in generale si sono fatti più affari, e di peso economico maggiore di quanto fosse lecito attendersi inizialmente, viste le non proprio floride condizioni in cui versa il calcio italiano, con i cugini rossoneri che hanno fatto, giocoforza, la parte del leone; giocoforza sia perché in estate avevano incassato somme importantissime dalle cessioni di Ibra e Thiago e anche ai primi di gennaio con quella di Pato, e sia anche un po’ perché il loro Presidente aveva bisogno di una spinta mediatica in vista della prossima tornata elettorale.