giovedì 30 maggio 2013

Capro espiatorio?

E’ finita nell’unico modo nel quale poteva finire: Stramaccioni è stato esonerato in quanto non ripresentabile al via di una nuova stagione. I modi e le circostanze sono stati analizzati e dibattuti più volte, su questo blog e su altri, sulla carta stampata, in televisione; non interessa pertanto in questo post tornarci sopra nuovamente, quanto piuttosto cercare di capire se questo esonero faccia parte di una riconsiderazione totale del progetto o sia destinata a rimanere una mossa isolata, di quelle un po’ “alla disperata” che si rendono operative quando non esistono alternative. Il nostro giovane tecnico ha commesso degli errori, com’era d’altra parte abbastanza evidente che ne avrebbe commessi, dovendo pagare inevitabilmente un certo dazio di esperienza.

lunedì 27 maggio 2013

La via Crucis di Strama, e le mezze verità consegnate a Mazzarri


Considerato il livello dell'informazione in questo Paese sempre più alla deriva (dare un'occhiata qui per consultare una classifica interessante), la vera sfida per chi decide di fare il blogger (a tempo pieno e non) è quella di pesare i contenuti di ogni singolo articolo letto cercando di evitare le numerose bucce di banana disseminate soprattutto in rete da parte di chi, in un modo o nell'altro, è riuscito a ritagliarsi spazi e un bacino di utenza importante, almeno a livello prettamente numerico.

venerdì 24 maggio 2013

Mazzarri all'Inter. Perché una settimana per ciò che già sapevamo?

Il comunicato ufficiale apparso sul sito dell'Inter
Ed alla fine è arrivata. L'ufficialità è giunta proprio pochi istanti fa rispetto al momento in cui scrivo questo articolo: Mazzarri è il nuovo allenatore dell'Inter. Dopo una settimana di dribbling da parte di tutti (a proposito, li avesse fatti Alvarez 'sti dribbling sul campo da gioco....) i dirigenti nerazzurri, alla fine è arrivata la notizia che chiunque già sapeva ma nessuno voleva dire. Stramaccioni se na va dopo essersi trasformato, in poco più di un anno, da uomo più fortunato d'Italia ad eterno sogno nerazzurro incompiuto; da uomo di fiducia di Moratti ad ennesimo silurato d'eccellenza del nostro Presidente. C'est la vie direbbero in Francia, ma siamo in Italia e l'altalenante umore del numero uno di Corso Vittorio Emanuele a riguardo degli allenatori è, oramai, diventata abitudine dal giugno 2010 in poi.

mercoledì 22 maggio 2013

Fine di un incubo (e di una farsa)


Domenica sera è calato finalmente il sipario su una delle peggiori stagioni che la mia memoria ricordi (e si tratta di una memoria che va parecchio indietro nel tempo), certamente la peggiore della storia recente del club per il quale facciamo il tifo. Avevo perso le ultime tre uscite dell’Inter e così, quasi controvoglia ma se non altro per spirito di documentazione, mi sono messo ad assistere alla partita. Dopo 7/8 minuti della ripresa, preso l’ennesimo gol che chiudeva di fatto una gara mai cominciata, mi sono spostato su Siena-Milan, con l’intento di assistere a come avrebbero fatto a fare qualificare i cugini rossoneri alla Champions, visto che stavano sotto di un gol e per raggiungere quell’obiettivo dovevano forzatamente vincere la gara.

lunedì 20 maggio 2013

Dieci Considerazioni su Inter-Udinese (e sull’immediato futuro)

inter-udinese-2-5

1. Ci sono mille modi per perdere una partita. E prendere cinque gol in casa non rientra tra i modi migliori.

2. Finalmente è finita. Questa stagione stava diventando un supplizio e credo che nelle ultime settimane avremmo pagato pur di non vedere questa agonia che durava 90 minuti.

3. Chiudiamo in malo modo. Contro la Lazio dieci giorni fa avevo visto orgoglio, grinta, voglia di mollare. Elementi completamente assenti ieri sera.

4. Sedici sconfitte in campionato (superato il record che durava dalla stagione 1946-47). 57 gol subiti che sono superiori ai 55 realizzati (mai successo nella storia dell’Inter). Nono posto, mai così in basso dal 1993-94. Sarà una stagione che non dimenticheremo facilmente.

5. Tre anni fa realizzavamo il Triplete, oggi siamo una squadra allo sbando. Siamo stati bravi e rapidi nella discesa all’Inferno. Non era cosa facile.

6. I nostri dirigenti continuano a confermare Stramaccioni (lo ha fatto anche Ausilio ieri sera ai microfoni di Sky) ma le voci di mercato dicono tutt’altra cosa. Ci stanno prendendo per i fondelli. E a me questa cosa dà molto fastidio.

7. Abbiamo trovato la panacea di tutti i mali nerazzurri: Andrea Stramaccioni. Esonerato lui, tutti i nostri mali finiranno. Del resto è colpa di Stramaccioni per il mercato pessimo, per i troppi infortunati in questa stagione e per il fatto che molti giocatori della rosa nerazzurra non sono “da Inter”.

8. Mazzarri a me non piace. Però bisogna ammettere che dovunque sia andato ha fatto bene. E non scordiamoci che a Reggio Calabria fece un miracolo salvando la squadra nonostante 15 punti di penalità. Chissà che non faccia un miracolo anche a Milano.

9. Nei mesi scorsi abbiamo fatto un mercato funzionale al progetto tattico di Stramaccioni. Ora ci ritroviamo con Mazzarri e con giocatori che non hanno nulla a che vedere con gli schemi del tecnico livornese. Complimenti ancora una volta alla dirigenza nerazzurra.

10. Nonostante tutto e tutti. Forza Inter. Le stagioni, gli allenatori, i campioni, i giocatori passano, ma la maglia nerazzurra rimane. Sempre.

Entius

Inter-Udinese 2-5: senza orgoglio, nè dignità

inter-udinese

16 sconfitte in campionato, 8 nelle ultime 11 di cui 5 nelle ultime 6 uscite casalinghe. 

19 punti in 19 partite, 5 vittorie in tutto il girone di ritorno.

57 gol subiti, gli stessi del Siena, tre in più del Palermo retrocesso.

9 gare terminate con almeno 3 gol subiti.

9° posto in campionato, peggior risultato dal 1994.

Per la stagione 2012/13, signori, è tutto.

TABELLINO 

INTER-UDINESE 2-5 

Inter (3-4-2-1): Handanovic; Pasa, Cambiasso, Juan Jesus; Nagatomo, Kuzmanovic (78' Benassi), Kovacic, Pereira; Guarin, Alvarez (55' Palacio); Rocchi (70' Schelotto). A disposizione : Carrizo, Belec, Spendlhofer, Ferrara, Olsen, Garritano, Forte. All.: Stramaccioni

Udinese (3-4-2-1): Brkic; Benatia (69' Angella), Danilo, Domizzi; Basta, Allan, Pinzi (89' Rodriguez), Gabriel Silva; Pereyra, Muriel (81' Badu); Di Natale. A disposizione: Padelli, Pawlowski, Heurtaux, Ranegie, Campos Toro, Merkel, Pasquale, Zielinski, Maicosuel. All. Guidolin

Antonio
giovedì 16 maggio 2013

Ma allora poi, 'sto Benitez....

Ieri sera è andata in scena ad Amsterdam la finale dell’EL, nella quale hanno prevalso gli inglesi del Chelsea. Cosa c’entra parlarne in un blog dedicato ai tifosi dell’Inter vi chiederete. Semplice: alla loro guida c’era quel Benitez che era stato scelto per gestire il dopo-Mourinho, e che è stato esonerato dopo sei mesi e dopo avere comunque vinto un trofeo, la Coppa del Mondo per Club. Certo, arrivare dopo Mou sarebbe stato terribile per chiunque, e anche da un punto di vista squisitamente stilistico, l’immagine del corpulento spagnolo attrezzato di un enorme asciugamano per detergersi il sudore, incastrata fra quelle di Josè e dello “strafico” Leonardo, aveva un "che" di un po’ stonato. E’ chiaro che lui fece i suoi errori, come sottolineammo anche allora più volte, soprattutto quello di volere cancellare di colpo tutto quello creato da Mourinho. Si trattava comunque di un tecnico importante che nella sua carriera ha vinto molto, e che meritava senz’altro un credito e un trattamento diverso da quello riservatogli dalla Società, Presidente Moratti in primis; sicuramente di un livello totalmente diverso da tutti coloro che l’hanno seguito fino ad oggi.

martedì 14 maggio 2013

Dieci Considerazioni su Genoa-Inter e dintorni

1. Se non altro abbiamo evitato un'altra sconfitta. Ma il pareggio di Genoa è stato di una noia mortale.

2. Siamo scivolati al nono posto. Il che vuol dire che ad agosto partiremo da un preliminare, quello di Coppa Italia. Aldilà dello smacco sportivo (partiamo dai preliminari come una qualsiasi squadra di media classifica) non vedo niente di clamoroso. Ci toccherà iniziare la stagione un po’ prima. Pazienza. Semmai la scocciatura è che già agli ottavi potrebbe toccarci una big.

3. Se stiamo commentando un pareggio e non l’ennesima sconfitta gran parte del merito va ad Handanovic, protagonista di 2-3 interventi a dir poco miracolosi. I 30 milioni di euro proposti dal Barcellona li vale tutti. Ma sicuri che sia il caso di privarci di un elemento così?

4. Direi che Pasa ieri se l’è cavata davvero bene. Qualche mese fa abbiamo detto lo stesso di Benassi e nelle ultime settimane Garritano e Forte se la sono cavata abbastanza bene quando hanno giocato. Sicuro che sarebbe stato un errore dare più fiducia ai giovani? Sicuro che un ragazzo della Primavera avrebbe sfigurato in questa Inter?

5. Quando è arrivato a gennaio sembrava che fosse uno di quei giocatori che potesse dare un nuovo volto a questa Inter. Invece Ezequiel Schelotto si sta dimostrando un vero flop. Messo a confronto con lui anche Jonathan sembra un grande esterno.

6. Da elogiare l’atteggiamento di Ranocchia che pur essendo infortunato da un mese continua ad andare avanti con infiltrazioni per continuare a giocare e non far mancare il suo contributo in un momento così delicato. Anche questo è attaccamento alla maglia.

7. Sul fatto che questa sia stata una stagione di melma non credo che ci siano dubbi. E mi pare evidente che qualcuno abbia delle colpe. Ed è altrettanto evidente che questo qualcuno debba pagare i suoi errori con il licenziamento. Già. Ma Branca rimarrà saldamente al suo posto, Combi non è in discussione e Stramaccioni (che a onor del vero ha meno colpe di tutti) verrà riconfermato. Quindi alla fine non pagherà nessuno? La nuova stagione parte sotto buoni auspici…

8. Ops. Mi correggo sull’ultimo punto. Pagherà solo Stramaccioni (e io l’avevo già previsto da tempo). Del resto è colpa di Stramaccioni se l’Inter ha comprato Pereira, Schelotto e Rocchi, è colpa di Stramaccioni se un’intera rosa, eccezion fatta per Juan Jesus, si è infortunata, è colpa di Stramaccioni se Sneijder e Coutinho sono stati ceduti.

9. Dopo 14 anni rimaniamo fuori dall’Europa. Giocheremo una volta a settimana e avremo più tempo per preparare le gare, non soffriremo lo stress della gara ogni tre giorni e potremo concentrarci sull’obiettivo stagionale. Ma a che serve avere una settimana di tempo per preparare una gara se poi la domenica vai in campo con Jonathan, Schelotto, Gargano, Pereira, Silvestre, Chivu, Kuzmanovic, Rocchi?

10. L’ultima considerazione la lascio a voi con una domanda. Ma secondo voi Stramaccioni merita la riconferma? E Moratti gli darà ancora fiducia?
Entius
lunedì 13 maggio 2013

Genoa-Inter 0-0: -7 all'alba, conta solo questo

genoa-inter

A fine campionato, si sa, succedono sempre cose strane. O almeno quasi sempre, perchè ieri a Marassi tra Genoa ed Inter non è successo praticamente nulla per novanta minuti, recuperi compresi: la gara, già anestetizzata dal caldo e dai non-obiettivi delle due formazioni in campo, ha avuto il suo epilogo al gol della Fiorentina che di fatto spediva in B il Palermo indipendentemente da quello che sarebbe potuto succedere sugli altri campi.

Una partitella tra amici insomma, con i rossoblù che attendevano solo il fischio finale per festeggiare una salvezza che a un certo punto della stagione sembrava un miraggio, e i nerazzurri che ormai vivono questi ultimi scampoli di stagione un pò come Fantozzi e l'ufficio sinistri attendevano la fine dell'ultimo giro di orologio che separava dalle cinque (rimando a questo video per chi non sa di cosa sto parlando). Lo 0-0 finale fotografa esattamente quanto successo in campo, e qualsiasi discorso squisitamente tecnico-tattico suonerebbe ridicolo più o meno per chiunque.

Il nono posto attualmente occupato dalla squadra di Stramaccioni vuol dire non solo ripartire da un'annata senza coppe europee, ma anche dover affrontare un turno estivo di coppa Italia che i calciatori si sarebbero risparmiati volentieri. L'emorragia di risultati, mai tamponata e iniziata a farsi seria un girone esatto fa, ha portato a tutto questo: un crollo senza paracadute che ha tanti padri, e che rende questa annata nettamente peggiore di quella passata tra cambi di guide tecniche, e con tanti eroi del Triplete adesso altrove.

Non sembrava possibile far peggio, ma a quanto pare si può sempre fare peggio. Tutto questo comunque adesso conta poco, pochissimo. -7 all'alba, la stagione è quasi finita: non aspettiamo altro, davvero.

GENOA-INTER 0-0

GENOA (4-3-1-2): Frey ; Granqvist , Portanova , Manfredini , Antonelli ; Rigoni , Matuzalem , Vargas (45'st Moretti sv); Bertolacci; Floro Flores (30'st Kucka), Borriello (42'st Immobile). In panchina: Donnarumma, Stillo, Jankovic, Cassani, Tozser, Nadarevic, Pisano. Allenatore: Ballardini. 

INTER (3-4-2-1): Handanovic; Ranocchia (32'st Spendlhofer), Cambiasso, Pasa; Schelotto, Kuzmanovic, Kovacic, Nagatomo; Guarin (38'st Benassi), Alvarez (15'st Cassano); Rocchi. In panchina: Belec, Carrizo, Forte, Garritano, Ferrara, Olsen. Allenatore: Stramaccioni.

ARBITRO: Tagliavento di Terni.
NOTE: giornata di sole, terreno in discrete condizioni. Spettatori: 25 mila circa. Ammoniti: Guarin, Matuzalem. Angoli: 7-2 per il Genoa. Recupero: 0', 3'.

Antonio
venerdì 10 maggio 2013

L'anno del MAI


La sconfitta contro la Lazio è uno schiaffo all'istinto primordiale di sopravvivenza, un calcio in bocca alla voglia di lottare e non mollare mai.  Incerottati ed orfani (ormai da troppo tempo) di giocatori che sembrano appartene ad epoche lontane, l'Inter ci ha provato ancora, con la voglia di vincere e di continuare a sperare che il binomio "miracolo+matematica" le avrebbe permesso di acciuffare l'Europa per il rotto della cuffia, vincendo una partita non facile, ma decisamente alla portata.

Il risultato finale sembra raccontare di una sconfitta senza storia, ma la storia c'è stata eccome. L'Inter ha sempre tenuto il pallino del gioco in mano, creando occasioni da goal nonostante l'unico attaccante di ruolo (reduce da un turno di stop per infortunio, ovviamente) fosse un 36enne, e nonostante una difesa sempre più incerottata non sia in grado di limitare neppure le giocate di un baby birba qualsiasi. Questa volta è il turno di Handanovic, lui che era una certezza: vola alla ricerca di un pallone crossato in area dalla sinistra, come Superman (ma nella versione scary movie), mancando la palla e trasformando Ranocchia in uno sfortunato avventore, svelando così il volto di quella che sarebbe stata l'intera partita: un vero e proprio capriccio della sfortuna.

A parte Kovacic, quello che dell'Inter di Strama mi è sempre piaciuto è la dignità di provarci comunque, anche se le tue stesse possibilità ti limitano imprescindibilmente. E quando quella mezzacartuccia di Alvarez ha trovato il goal del pareggio, ho pensato che sarebbe bastata un pò di fortuna per poter almeno risollevare un morale profondamente ferito. Niente da fare purtroppo, quando è l'anno no è l'anno no e mai ti riesce di strappare un pass alla buona sorte.

Con la solita leggerezza subiamo un calcio di rigore, torniamo sotto eppure lo spirito indomito, la voglia di non perdere ancora una volta, sopravvive. Ci prova Rocchi, ci prova Guarin, ci prova Kovacic (quanto mi piace questo ragazzo, penso sia un punto fisso da cui ripartire), ma nonostante i ripetuti tentativi non ci riesce più di segnare. E la dove non arriva Marchetti, ci pensa Alvarez a fare il buono ed il brutto tempo, "sminchiando" un calcio di rigore fondamentale per ritrovare il goal del pareggio e pensare veramente di poter vincere la partita.

Il resto è un tiro dalla distanza, una fucilata che abbatte l'avversario e con lui tutta una stagione di errori, sfighe e rimpianti. Nei minuti finali, abbiamo avuto l'ardire di provarci ancora: forse la dignità, forse la paura di arrendersi all'abitudine di perdere, forse le urla di Stramaccioni, sul cui viso si leggeva a caratteri cubitali il suo unico pensiero, la domanda al divino "ma quanto sono sfigato quest'anno?". E così i miracoli non accadono, questa stagione conserva il volto deluso del tifoso stralunato e stanco a cui restano solo i record negativi: fuori dall'Europa dopo quattordici anni consecutivi, a soli due anni da quando proprio l'Inter era l'unica degna rappresentante del calcio Italiano vincente in Europa, battuti dalla Lazio a S.Siro dopo quindici anni o giù di lì e con il numero di sconfitte stagionali più alto dalla fine degli anni quaranta. Fortunatamente, a differenza della vita, il calcio offre sempre nuove opportunità permettendoti, ogni anno, di ricominciare e nutrire nuove speranze.

E' ora il tempo...ricominciamo!.

Sergio
mercoledì 8 maggio 2013

I pazzi son di due tipi...

Giulip Andreotti, deceduto lunedì
<<I pazzi son di due tipi: quelli che si credono Napoleone e quelli che credono di poter risanare le Ferrovie dello Stato>> Giulio Andreotti

Lo so, iniziare un articolo in un blog nerazzurro con una citazione di Giulio Andreotti stona un pò, e so anche che molti di voi, cari amici, storceranno il naso nel leggere una sua frase, a mo' di ultimo saluto, poichè Andreotti ha molti lati oscuri nella sua vita, politica e non, ed ha diviso e continua a farlo, anche ora dall'aldilà. Però vorrei subito precisare che qui, di Andreotti uomo e politico poco interessa ed ho semplicemente colto la palla della sua morte (che brutta immagine, perdonatemi) al balzo. Rileggendo, difatti, nei vari quotidiani di questi giorni le oramai celebri sue frasi, mi sono imbattuto in questa ironica affermazione e mi si è accesa una lampadina. Oggi, i pazzi, si distinguono in due tipi: quelli che si credono Napoleone e quelli che pensano ancora che l'Inter abbia qualcosa da dare a questa maledetta stagione calcistica 2012/2013.
Siccome a noi interisti ci hanno affibbiato una quantità di aggettivi enormi, non sempre simpatici, quello della pazzia non ci ha particolarmente infastidito, anzi, l'abbiamo preso come un complimento valutandolo nell'unica accezione positiva che può avere: una pazzia artistica, una pazzia illuminante, divertente, esuberante. Insomma, una piccola e sana follia, che ci porta alla disfatte più clamorose ma anche alle vittorie più inattese ed inaspettate. Personalmente, come ho già avuto modo di affermare, non disdegnerei una Inter meno pazza e più razionale, ma so anche che dalla vita non si può avere tutto. Come disse il buon Severgnini "ci siamo scelti un amore difficile, ma questo è il bello". Nonostante ciò, la sana follia che nutre il sacro fuoco della passione interista non ha poteri magici e non penso porti alcun tifoso, oggi, a credere che le ultime tre partite che ci dividono dall'agognata fine di questa maledetta stagione possano regalare una ultima ed inattesa soddisfazione. E se anche esistesse qualcuno così pazzo non da credersi Napoleone, ma da pensare realmente che contro Lazio, Genoa ed Udinese la nostra squadra possa tirare fuori il coniglio dal cilindro, beh, si metta l'anima in pace: non accadrà.

Non accadrà, sarà soltanto una lenta agonia che però, fortunatamente, sta oramai giungendo al termine. E non accadrà principalmente per un motivo, ovvero che gli stessi giocatori non vedono l'ora di salutare tutti e chiudure un capitolo che, nella loro carriera, non ricorderanno certamente con gioia. Si è partiti con addii necessari ma dolorosi, si è passati a costanti arbitraggi discutibili, oltre venti giornate (ben oltre) senza rigori a favore, infortuni che neanche se avessimo giocato in trincea piuttosto che a San Siro. Mancava soltanto l'invasione delle cavallette ad Appiano ed eravamo a posto. Niente, quest'anno è andata così, la nuvoletta di Fantozzi s'è affezionata a noi e ha deciso di accompagnarci, ahinoi, per tutto l'anno. A ciò, chiaramente, ci devi aggiungere anche una buona ed elevata dose di colpa nostra e nient'altro che nostra, un allenatore inesperto ed una dirigenza leggermente allo sbando. Shakera il tutto e salta fuori la stagione 2012/2013 nerazzurro: una merda, se mi passate l'eufemismo. Proprio oggi, incontrando una mia amica in Università, mi sono impressionato del fatto che fosse di fretta perchè doveva andare allo stadio a vedere l'Inter. Cioè, c'è ancora gente che ha la voglia e la forza di andare a supportare i ragazzi. Mi sono commosso. Ma soprattutto mi sono reso conto che una stagione del genere ha l'incredibile forza di spegnere anche l'animo più caldo del tifoso più appassionato. Lo dico sinceramente: io, spendere anche solo 25 € per andare ad assistere all'ennesima partita di fine stagione senza senso, non ne ho voglia.
Lo so, lo so. Ora direte che sono il tipico tifosotto borghese, quello che nel carro dei vincitori c'è sempre mentre nel carro degli sconfitti non c'è mai (vero cara la mia Giulia? Si scherza eh, tifa anche per noi stasera!). Ma non è così, altrimenti non sarei qui a scrivere e non sarei andato allo stadio negli anni di Cuper o i primi di Mancini. Semplicemente ho di meglio da fare. Stimo, rispetto ed ammiro i trentamila circa fissi che continuano, imperterriti, a provare a riempire San Siro ogni partita e so che la maggior parte di loro non sono pazzi, non credono che questa stagione abbia ancora qualcosa da dare, non credono nè nell'Europa League nè nelle fugaci soddisfazioni di primavera, soltanto credono, intensamente credono in quei due colori che dipingono le nostre maglie e soprattutto i nostri cuori. Principalmente per questo li stimo. Però l'altra follia, quella sana che nutre la passione dentro me, dopo una stagione così s'è affievolita, colpita da secchiate d'acqua continua che non l'hanno spenta, ma l'hanno resa un flebile lumicino che non spera in nient'altro che in un pò di riposo ed in un'asse di legno in più che l'aiuti a riardere forte e luminosa come un tempo. Passerà, chiaro che passerà, ma fa un pizzico male perchè ci si rende conto che così non è giusto, ma che ci volete fare, mica sempre nella vita si fanno o ci accadono cose giuste. Un giorno tornerò ad essere un pazzo interista, lo so di sicuro, ma per ora sono soltanto un interista stanco. Di certo non mi credo Napoleone e questa è già una grande certezza oggi come oggi.

Andrea
lunedì 6 maggio 2013

Dieci considerazioni su Napoli-Inter (adda passà 'a nuttata..)

cavani-napoli

1. Ennesima sconfitta nell’ennesima gara in cui abbiamo dato tutto quello che potevamo dare. Ovvero poco, molto poco.

2. Non so se essere deluso per l’ennesima sconfitta o sollevato perché non è finita il goleada come temevo. 

3. Ormai prima di ogni gara si fa la conta dei superstiti e si prega per chi è rimasto. Ieri Ranocchia è rimasto in dubbio fino alla fine mentre Rocchi non ce l’ha fatta. Che situazione di m…

4. Novanta minuti senza una punta. Può andar bene se ti chiami Barcellona e ha fior di campioni da schierare, non se ti chiami Inter e schieri le seconde/terze linee. Sperare di far male al Napoli con Alvarez e Guarin in attacco o con Pereira che si spostava in mezzo mi sembra un tantino eccessivo. Ma far fare uno spezzone di gara a Forte e Garritano?

5. Ci hanno dato un rigore a favore dopo 758 partite. Evento straordinario che è passato in secondo piano. Sarà un caso che ci hanno dato un rigore a Torino contro la Juventus e poi per darcene un altro abbiamo dovuto aspettare che la Juventus vincesse lo scudetto?

6. A proposito di rigori. Ma Handanovic non era un portiere para-rigori? Ne avesse parato uno quest’anno…

7. Ieri era il 5 maggio. Abbiamo passato dei 5 maggio migliori e ben diversi (il 5 maggio 2010 mettemmo il primo tassello del Triplete vincendo la Coppa Italia). Vorrei riproporre anche qui una riflessione fatta altrove. In tre anni siamo passati da Milito-Eto’o a Alvarez-Rocchi. Mio dio, come siamo caduti in basso.

8. Nonostante tutto siamo ancora in corsa per l’Europa League. Ma per qualificarci dovremmo battere Lazio, Genoa e Udinese affidandoci ai superstiti rimasti. Quante possibilità abbiamo di potercela fare? (ditelo voi, perché io preferisco non esprimermi).

9. Fra due settimane sarà tutto finito. Ma la cosa non mi consola affatto. Perché poi inizierà il difficile: progettare il futuro. E spero tanto che la nostra dirigenza abbia le idee chiare. 

10. Riflessione finale extra-sportiva. Ieri pomeriggio verso le 18 ho sentito un gran trambusto e gente esagitata che urlava frasi che parlavano di numeri e stelle. Questi grillini iniziano a scocciare con tutte queste manifestazioni di piazza.

NAPOLI-INTER 3-1 (primo tempo 2-1)

MARCATORI: Cavani (N) al 4’, Alvarez (I) su rigore al 23’, Cavani (N) su rigore al 33’ p.t. e al 32’ s.t. 

NAPOLI (3-4-2-1) De Sanctis; Gamberini (dal 15’ s.t. Rolando), P. Cannavaro, Britos; Maggio, Dzemaili (dal 21’ s.t. Armero), Behrami, Zuniga; Hamsik, Pandev (dal 39’ s.t. Insigne); Cavani. (Rosati, Colombo, Grava, Inler, Donadel, Mesto, Radosevic, El Kaddouri, Calaiò). All. Mazzarri.

INTER (3-5-2) Handanovic; Ranocchia (dal 36’ s.t. Schelotto), Chivu, Juan Jesus; Jonathan, Benassi (dal 1’ s.t. Cambiasso), Kovacic, Kuzmanovic (dal 36’ s.t. Pasa), Pereira; Alvarez, Guarin. (Carrizo, Belec, Rocchi, Forte, Garritano, Ferrara, Spendlhofer). All. Stramaccioni. 

ARBITRO: Giannoccaro di Lecce. NOTE - Spettatori 50.000 circa. ammoniti Behrani per gioco scorretto; Ranocchia e Jonathan per gioco scorretto. Recuperi: primo tempo 0; secondo tempo 3’


Napoli 3-1 Inter Milan Highlights 05/05/2013 di ifichannel


mercoledì 1 maggio 2013

Ne rimarrà soltanto uno

C'è solo un capitano! #animoJavier
Domenica pomeriggio in quel di Palermo abbiamo assistito all’ennesimo dramma di una stagione maledetta che speriamo vada in archivio il più presto possibile: la rottura del tendine d’Achille del nostro grande, immenso capitan Zanetti. La smorfia di dolore sul suo volto ci ha fatto subito presagire il peggio, proprio perché apparsa sul viso di uno che  non si è mai concesso una sceneggiata o una pantomima. Mai una protesta scomposta, mai una polemica, mai una frase sconveniente verso un avversario, tantomeno un insulto; mai niente fuori posto insomma, nemmeno il ciuffo dei capelli. Sembra molto facile parlare del capitano e invece non lo è senza cadere nella banalità; su di lui è stato detto tutto e si è sempre trattato del meglio, dato che anche il più feroce dei detrattori o il più agguerrito degli avversari non è riuscito praticamente mai a trovare qualcosa a cui appigliarsi per dirne male. Ce l’hanno fatta domenica sera alcuni imbecilli posizionati nella curva del tifo ultrà rossonero, facendoci capire a che livello di brutalità intellettiva possa arrivare un essere umano per potere gioire del grave infortunio di un avversario della caratura del nostro Javier.

Gli imbecilli ci sono in tutte le curve, per carità, ma in occasione del ritiro di Maldini la nostra curva gli dedicò uno striscione di saluto e di stima; così, giusto per ricordare e distinguere un attimo. Non sono certo io, dunque, a dovere trovare le parole per descrivere ed esaltare il nostro capitano; mi limiterò a constare che giocatori e uomini così io non ne vedo più, almeno qui in Italia, e dopo il nostro compianto Giacinto e lui trovo veramente difficile individuare chi possa rilevarne la pesantissima eredità. Nonostante tutta la mia ammirazione e l’affetto che nutro nei suoi confronti, anzi, forse proprio in forza di questo, sono fermamente convinto che la nostra dirigenza avesse il dovere di  preservarlo e di proteggerlo, prevedendo in rosa giocatori nei suoi ruoli ai quali lui potesse subentrare in un naturale turn-over; praticamente impiegarlo per 20 o 25 partite all’anno. Invece gliene hanno fatte giocare una cinquantina, tutte da titolare dal primo minuto escluse una a Siena in campionato e una o due in Europa League; troppo anche per una specie di fenomeno bionico come lui, alla soglia dei 40 anni; d'altra parte quando gli altri esterni si chiamano Pereira, Jonathan e Nagatomo, per non parlare poi dei centrocampisti, è evidente che il meno peggio risulti in fondo essere sempre lui.

Il dolore di Zanetti al momento dell'infortunio
E così alla fine si è dovuto arrendere anche il nostro Highlander: ne rimarrà soltanto uno, dicevano dopo l'impressionante catena di infortuni, e invece... Il mio modesto parere è che, nonostante le frasi di circostanza pronunciate da tutti, compagni, avversari, dirigenti, giornalisti e da lui stesso che sulle stampelle e col sorriso ha dichiarato che si “fermava ai pit-stop per un cambio gomme”, dimostrando ancora una volta la sua serenità interiore e la sua forza d'animo, lui non sarà più in grado di recuperare da un infortunio di tale portata, molto grave anche per uno decisamente più giovane di lui. Lo speri, ci credi anche ed è giusto così; poi però ti scontri con la dura realtà e con la carta d'identità. Javier deve pensare a guarire bene e a recuperare del tutto la funzionalità del piede ma non per giocare a calcio a certi livelli: lui ci sarà molto utile, ma non sul campo di gioco, come purtroppo non lo è potuto essere quest'anno, insieme a tanti altri. E' il capitolo finale e l'emblema più crudele di una gestione che da tre anni a questa parte è stata totalmente fallimentare, come abbiamo sottolineato più volte, e non mi si venga a parlare di sfortuna: avere in rosa tanti ultratrentenni e non prevedere per loro degli adeguati ricambi significa andare fatalemte incontro alla mattanza alla quale abbiamo assistito ultimamente, complice anche una Europa League affrontata in maniera superficiale e scellerata.

Non voglio sentire altre stronzate: QUI QUALCUNO DEVE PAGARE! Per il momento sarebbe il caso di finire questa terribile stagione con i giovani, che mi rifiuto di credere possano fare peggio di Kuzmanovic, di Schelotto o di Rocchi; perchè in un'annata del genere non vorrei mai vedere saltare i legamenti del ginocchio a Kovacic, Handa o a Juan Jesus. Due brevi annotazioni per chiudere: una per Mou, che alla faccia dei cervellotici riconoscimenti della rivista TIME, a una domanda che coinvolgeva sia Zanetti che Balotelli si è rifiutato di accomunarli in un'unica risposta lui che li ha conosciuti entrambi. Poi Balo sarà anche un pò cambiato da allora, ma non al punto da valere come persona nemmeno un dito del piede del nostro capitano; come giocatore è un altro discorso. Infine vorrei sapere come la pensano adesso tutti quei blogger "aziendalisti" che dopo una dozzina di partite sentenziavano che l'affare fra noi e il Milan nello scambio Cassano-Pazzini  l'avevamo fatto sicuramente noi: ne siete ancora così convinti, signori ?

Alex