martedì 30 luglio 2013

Una proposta coerente ed adeguata

Belfodil e Moratti a Pinzolo
Il mese di Luglio è ormai alla fine, e con esso, tra pochi giorni, voleranno via i primi due mesi del mercato, utili per costituire la base forte della squadra che affronterà la stagione. In genere nel mese di Agosto si riservano i botti maggiori (si pensi al mercato pre-triplete), o ci si concentra sull’acquisizione di rincalzi, possibilmente giovani e talentuosi, per sostituire i titolarissimi in vista della partecipazione alle coppe europee. Pur riversando tutte le mie speranze sul mese conclusivo del mercato estivo, sarei estremamente bugiardo se dicessi di essere soddisfatto del mercato che l’Inter ha effettuato finora; sono arrivati dei buoni giocatori, niente più, e non certo a prezzo di saldo e non certo dei top player, e in più, si ha sempre la sensazione che il buon Ishak Belfodil abbia compiuto il passo più lungo, non tanto della gamba, quanto della qualità dei suoi piedi. Non è lui comunque a farmi storcere il naso circa la campagna acquisti/cessioni nerazzurra, ma il quasi totale immobilismo rispetto ad un mercato estivo in cui è necessario rifondare, farlo bene, e vendere diverse pedine sostituendole con altre.
I cinque botti iniziali restano ancor ora i migliori, e il solo Belfodil non penso abbia migliorato il talento di un attacco che ha perso quel fenomeno di Rocchi e quel timidone barese, che ora si dice si alleni a Parma con più voglia di quanto abbia lavorato Stachanov in persona. In ogni caso, più tempo passa più il tutto rischia di diventare frettoloso, costoso e controproducente dal punto di vista tecnico-tattico, sempre in linea con le ultime due stagioni, che evidentemente saranno diventate un modello da perseguire fedelmente sulla via di Appiano. Facendola breve, l’Inter ha bisogno di acquisti importanti, non di tre pedoni accessori in una scacchiera, ma di almeno una torre, del re e della regina. Con questa strampalata metafora legata al mondo degli scacchi, voglio sottolineare l’importanza degli acquisti e la crucialità del tempo impiegato nelle operazioni da seguire. I ruoli sono i soliti, inutile girarci intorno: un esterno destro, un centrocampista centrale come priorità, e una seconda punta, che a questo punto serve come il pane, a fronte di un Palacio, unico interprete del ruolo, non certo decisivo a livello di incisività nei dribbling, pur essendo un giocatore ottimo. Semplicemente le sue qualità sono altre, non quelle del dribbling secco alla Messi e delle finte alla Neymar, che in un sistema con due attaccanti sono fondamentali, soprattutto se davvero si vuol puntare in alto; quest’aspetto è stato messo in evidenza dalle prime quattro amichevoli estive, e tali indicazioni non dovrebbero essere ignorate, ma seguite poi dalle azioni sul mercato da effettuare. Ad ogni modo, su questi tre ruoli bisogna lavorare seriamente e celermente, e casomai dopo si penserà ad un esterno sinistro, a fronte della vendita di uno tra Nagatomo e Pereira, e di un difensore per rafforzare un sestetto apparentemente debole.

Luiz Gustavo sarebbe il centrocampista perfetto
Iniziamo a pensare un po’ ad i nomi migliori per colmare questi ruoli, sottolineando fin da ora, come già ho fatto in passato, i nomi migliori ed i sogni, anche se difficilmente attuabili. Per quanto riguarda la fascia destra, dalle prime amichevoli e dal Napoli delle scorse stagioni, mi sono fatto l’idea che Mazzarri valorizzi col suo gioco gli esterni veloci e potenti, come Maggio, Zuniga e si spera Pereira. Per questo penso che uno tra Isla e Van Der Wiel vada bene, a fronte di una bassa spesa per entrambi, e sinceramente chiunque dei due dovesse arrivare non mi farebbe scontento. La situazione scomoda che comporta l’acquisizione di Mauricio, mi fa protendere verso Gregory, olandese che partirebbe anche subito, chiuso dal titolarissimo Jallet, e con la necessità di giocare in vista del mondiale. Potrebbe arrivare in prestito permettendo di risparmiare milioni da reinvestire poi su centrocampo e attacco. Per il ruolo di mediano c’è bisogno di un top: Cambiasso non è quello di un tempo e in mezzo si evidenzia un vero e proprio buco da colmare. Il nome ideale non è stato ancora pronunciato (al massimo soltanto accennato) ed è un’idea difficile ma, a mio avviso, attuabile: si tratta di Luiz Gustavo del Bayern, giocatore talmente chiuso da essere la terza scelta nel ruolo di mediano, e che non ha giocato neanche un minuto in Supercoppa. Potrebbe essere un affarone se dovesse ancor di più esser messo da parte da Guardiola, e ricordiamo i saldi che comporta l’arrivo del tecnico ex Brescia, con idee talmente radicali e specifiche. Un prestito sarebbe un sogno, ma comunque 15 milioni potrebbero bastare per uno dei migliori mediani in Europa e che non disdegna, oltre alla fase difensiva, neanche quella di costruzione. Il centrocampo sarebbe incredibile, e con sostituiti come Cambiasso, Mudingayi, Alvarez, Kuzmanovic, saremmo copertissimi, anche se non si spiega il perché del rinnovo del belga ex-Bologna. Inutile dire che Gustavo, decisivo nel percorso in Champions dei bavaresi lo scorso anno, per il momento è più un sogno che un obiettivo. In attacco in egual modo, Orfeo di notte mi ha portato in dote la figurina di Alexis Sanchez, sempre più chiuso e fuori ruolo, lì relegato a destra. Il giocatore è tonico, è veloce, è completo come nessuno e da rilanciare. Qui la situazione potrebbe essere a fine Agosto incredibilmente esplosiva, a Barcellona i galli sono davvero troppi e lo erano anche nei due anni precedenti, pensate ora con quel talentino brasiliano sottopeso col numero 11, pronto a far sua l’Europa con Messi. È inutile girarci intorno, l’attacco titolare ora è Neymar-Messi-Iniesta (Pedro) e Sanchez potrebbe essere una bomba pronta a esplodere, tanto da essere regalato a 20 milioni o in prestito per rivalutarlo.
Concludere con 2 prestiti, con un esborso bassissimo, due acquisti come Luiz Gustavo e Sanchez sarebbe incredibile, ma sarebbero operazioni intelligenti per un top club da rilanciare, e partire dai top player messi da parte dai top club internazionali non è affatto una cattiva idea. Che bella Inter sarebbe! Certamente con dei profili diversi, a mio avviso da scudetto, soprattutto nelle mani di Mazzarri. Luiz Gustavo assolverebbe i compiti di pressing alto e di verticalizzazione immediata; Sanchez è uno dei migliori contropiedisti al mondo, e in coppia con Icardi o un Milito all’80% della forma sarebbe devastante. Certo, volendo mettere la ciliegina sulla torta al mercato nerazzurro, si dovrebbe un attimino ripulire la rosa con vendite intelligenti (Kuzmanovic, Alvarez per una grande offerta, giovani come Obi in prestito anche per un rilancio personale), e puntare ad un grande centrale di destra, ruolo in cui ora figura solo il pur ottimo, anche se stagionato, Campagnaro. Ho pensato fin da subito a Micah Richards, altra bomba pronta a esplodere, vista la mancata titolarità nel City e ottimo in una difesa a tre, a fronte di un’età in linea con i parametri nerazzurri. Per quanto riguarda l’esterno sinistro, venderei Nagatomo, ora che ha ancora un valore alto sui 10/15 milioni, anche perché mi sembra stia calando di partita in partita, di stagione in stagione. Reinvestirei questi soldi su Kolarov, grande esterno sulla via di Manchester, poco valorizzato in questi anni, e che risolverebbe il problema dei calci piazzati. Sarebbe un’Inter forte e certamente vincente che recupererebbe il gusto degli affari a prezzi vantaggiosi, e riscoprirebbe il gusto di avere top player in squadra. Il tutto aspettando Thohir.

Alessandro
lunedì 22 luglio 2013

Le titubanze di "Re Tentenna" Branca

Belfodil alla prima "steccata" nerazzurra
Così era definito Re Carlo Alberto di Savoia passato alla storia, oltre che per una serie di altri motivi fra i quali la promulgazione dello Statuto Albertino, per la proverbiale indecisione che ne caratterizzò un po’ tutta la sua attività di reggente e che gli fece attribuire questo soprannome. Beh, dopo più di 150 anni anche l’Inter ha il suo “Re tentenna” e cioè il Direttore Branca, uno che non riesce a chiudere una trattativa che sia una se non con i suoi “amici” Capozzucca, Leonardi o Preziosi (facendosi peraltro quasi sempre “inchiappettare”), o dopo l’intervento diretto del Presidente Moratti. E’ passato un mese dal post che ne preannunciava due di “passione” per la tifosera nerazzurra, costretta a seguire trattative di mercato dal ritmo tipicamente levantino; ore e ore dinnanzi a una tazza di thè, trattando il prezzo di un tappeto o di una statuina. Il nostro Direttore deve evidentemente aver studiato e fatto praticantato da quelle parti. Ci sono voluti più di venti giorni per completare lo scambio Belfodil–Cassano (cioè Belfodil, mica Cavani!), pagando una cifra piuttosto cospicua per le metà di un giocatore che sarà anche potenzialmente forte, ma che intanto è già alle prese con i problemi derivanti dall’osservanza del Ramadan che gli impone la sua religione, e che ha esordito “scazzando” due rigori nella prima uscita contro una rappresentativa locale del Trentino. D’accordo che chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno afferma che il giocatore sia stato pagato col risparmio dell’ingaggio realizzato cedendo Cassano; in ogni caso fra un anno ci saranno da tirare fuori altri 7,5 milioni vedremo risparmiando sull’ingaggio di quale (o quali) giocatori.

Dopo più di un mese ci si è completamente arenati sullo scoglio Marotta-Pozzo nella trattativa per il cileno Isla. Ma come cavolo, dico io, ti può venire in mente di avventurarti in una trattativa dove la controparte con la quale accordarsi non solo è una tua acerrima nemica, ma è anche alleata storica della terza parte in causa, ossia l’Udinese? Già le trattative non sono semplici di loro, in quanto bisogna mettere d’accordo almeno 4 soggetti (venditore, acquirente, giocatore e procuratore); in questo caso le parti sono 5, e con la “rogna” aggiuntiva di un obbligo di riscatto che nessuno vuole accollarsi per un giocatore reduce da un lungo e grave infortunio. O decidi di accontentare la richiesta del tecnico e accetti le condizioni di Juve e Udinese senza tante storie, altrimenti è piuttosto ovvio che sarai destinato a fare la fine del vaso di coccio fra quelli di ferro. In questo modo almeno risparmi tempo ed energie e consegni il giocatore a Mazzari ad inizio ritiro, essendo presumibile che il tecnico e il suo staff dovessero iniziare a lavorare il prima possibile su un giocatore che deve recuperare una condizione accettabile in meno di un mese, se si vuole che sia pronto per l’inizio del campionato (25 Agosto). E’ ormai da due mesi che si sta cercando una destinazione per Silvestre, che deve ritenersi forte più o meno come Thiago Silva, visto che ha già rifiutato tre destinazioni a Gennaio dell’anno scorso e Parma quest’estate, piazza a mio modesto parere di medio lignaggio e assolutamente ideale per chi abbia la necessità di riscattarsi dopo una stagione disastrosa come la sua. E’ probabile che si stia seriamente valutando l’ennesimo rinnovo–harakiri a Chivu, milioni buttati per un giocatore che ormai non ha più né l’integrità fisica, né la determinazione che sarebbe indispensabile per recuperare una condizione accettabile; prima o poi, magari fra qualche anno, scopriremo cosa c’era dietro a queste riconferme suicide e incomprensibili.

Ranocchia partirà o no?
Sembra poi che ci sia qualcuno così fesso (Sunderland, Aston Villa e West Ham) da offrire 5 milioni per Kuzmanovic, uno dei più inutili giocatori approdati all’Inter che io ricordi negli ultimi anni: visto che è stato pagato circa 1,5 / 2 milioni, si realizzerebbe anche un’agognata plusvalenza. Fossi nella nostra dirigenza sarei già partito con il primo mezzo a disposizione e glielo avrei portato di persona sotto la sede, a costo di attraversare il canale della manica su una barca a remi: invece, anche in questo caso, sono lì a tentennare e il giocatore è ancora a Pinzolo. Dal primo giorno poi dalla fine del campionato non c’è giorno che non esca una notizia sulla cessione di Ranocchia: alla Juve, al Milan, al Napoli, al Manchester Utd., all’Arsenal, allo Zenith e via dicendo. Al netto delle speculazioni giornalistiche e delle solite “minchiate”, sembrerebbe piuttosto ovvio che il giocatore non faccia impazzire Mazzarri, che non lo ritiene molto adatto a giocare nella difesa a 3, non del tutto a torto, secondo il mio modesto parere. Il suo sostituto sarebbe stato individuato nell’arcigno austriaco di origini slave Dragovic, centrale del sorprendente Basilea, tenuto in stand-by sul filo di un pericoloso rasoio. Anche in questo caso, se si ha piena fiducia nel tecnico, si cede Ranocchia all’estero senza coinvolgerlo in scambi suicidi che vadano a rinforzare concorrenti italiane e si mette a disposizione di Mazzarri questo Dragovic il prima possibile, dal momento che è necessario un minimo di tempo per ambientarsi in una nuova realtà, in un nuovo ambiente e in un campionato che se è vero che non è più il più bello d’Europa resta sicuramente uno dei più difficili e competitivi, almeno per il secondo posto. Adesso sembra che sia il Basilea che il ragazzo si siano giustamente rotti le palle e che stiano prendendo in considerazione altre offerte, che l’Inter non riuscirà ovviamente mai a pareggiare; così finiremo per tenerci “Swaroski”, come chiamavano Chivu a Roma per la sua nota fragilità (già allora!).

Per finire siamo poi al solito “tormentone” che non ci siamo mai fatti mancare in tutte le sessioni di mercato degli ultimi anni: Nainggolan! Il giocatore è valido ed è stato espressamente richiesto da Mazzarri, che lo ritiene ideale per il suo modulo; Cellino è un cliente alquanto difficile, in quanto uno dei presidenti più abili in assoluto a vendere i suoi giocatori, contrariamente ai nostri dirigenti. Sa che il giocatore interessa a più club e quindi per cederlo chiede una cifra francamente eccessiva per il valore dello stesso. Io non so se in questo caso si sta un po’ traccheggiando in attesa della definizione del passaggio di quote all’indonesiano Thohir o se si sta aspettando di “fare cassa” con uno dei nostri pochi giocatori che hanno mercato; il rischio concreto però è che succeda quello che è successo in precedenza per Sanchez, Lucas e Paulinho e cioè che approfittando dei tempi bibblici dei nostri operatori di mercato, arrivi qualcuno con un bell’assegno precompilato intestato al Cagliari Calcio e pufff! Addio Nainggolan! A quel punto poi non resta che ripiegare su uno tipo Mudingayi e ritrovarsi con un centrocampo da quinto-sesto posto in classifica (se va bene). D’accordo che parlare da una scrivania e davanti alla tastiera di un computer è facile, direte voi: è vero, me ne rendo perfettamente conto. E’ ovvio come in realtà le situazioni siano più complesse e intricate di quanto non le facciamo noi nei nostri post. Mi sembra però altrettanto innegabile che nella stragrande maggioranza dei casi si temporeggi troppo su certe situazioni che nel mercato attuale richiederebbero tempi d’azione più rapidi che nei tempi precedenti il Triplete. I tempi sono cambiati e i nostri operatori di mercato non hanno saputo stare al passo con questo cambiamento, indipendentemente dalle disponibilità finanziare sulle quale possono contare: il “cacchio” di problema è che, nonostante tutto, il Signor Branca è sempre lì, immarcescibile, al suo posto: perché, viene a questo punto più che spontaneo chiedersi?

Alex