Finalmente, nonostante le smentite di rito da parte di Moratti, dovute
probabilmente al fatto che ha molta poca voglia di ufficializzarlo, sembra che
si sia giunti alla fine della telenovela Thohir; che sia stato trovato un
accordo su tutto e che molto a breve si chiuderà, appena in tempo per rendere
operativo il cosiddetto "closing" entro la riunione del C.d.A. che dovrà
deliberare l'aumento di capitale da presentare all'Assemblea dei Soci l'ultima
settimana di Ottobre.
Finalmente, perchè francamente non se ne poteva più. Ora, è chiaro che la cessione di una Società come l'Inter non sia un affaruccio da
liquidare in due e due quattro e che sia necessario diverso tempo per mettere a
punto tutti i dettagli, specialmente dovendo dialogare con un gruppo straniero
dall'altra parte del Mondo. E' altrettanto vero però che mi sembra che la cosa
sia andata un pò troppo per le lunghe, in perfetto stile Inter, o che perlomeno
sia andata per le lunghe dal momento in cui sono uscite le prime indiscrezioni;
sarebbe stato meglio lavorare "sotto traccia" per il più a lungo possibile, al
fine di evitare le solite speculazioni giornalistiche con allegato il solito
oceano di minchiate, e magari evitare anche di sottoporre noi tifosi a questo
estenuante tira e molla durato decisamente un pò troppo.
Ritengo di essere
piuttosto realista, è una mia forza in certe occasioni e un mio limite in certe
altre, me ne rendo conto: per cui faccio un pò fatica a essere entusiasta per
questo passaggio, comunque assolutamente storico.
Primo perchè di questo
magnate indonesiano non è che ne sappiamo poi molto, per quanto ci possiamo
essere sforzati di informarci e per quanto abbiano tentato di farlo: io lo
voglio vedere alla prova dei fatti, di quanta sia la sua effettiva passione e
la voglia di realizzare qualcosa di importante con l'Inter, o quanta sia invece
solo la sua intenzione di concludere un business come un altro e magari, una
volta riuscitoci o no, smobilitare e abbandonarci al nostro destino.
Secondo,
come dicevo qualche tempo fa in un altro post, perchè
questo passaggio avviene in un momento nel quale Thohir ha poche opportunità
di sottolineare e di impreziosire questo suo ingresso con un segnale forte, a
maggior ragione in un momento nel quale le cose sembrano non andare poi così
tanto male (e speriamo vivamente di continuare così). D'altra parte faccio
altrettanta fatica a schierarmi con i nostalgici ad oltranza, o con le "vedove
di Moratti" (anche se è un'espressione che non mi piace molto utilizzare).
Chi ci
segue avrà già avuto modo di rendersi contro altre volte di questa mia
posizione: io ringrazio con tutto il cuore il Presidente di quello che ha dato
all'Inter che è stato enormemente tanto, forse di più di qualsiasi altro
Presidente di calcio della storia recente, e questa cosa non potrà e non dovrà
mai essere dimenticata, come spesso invece avviene in questa ingrata società di
questo ingrato e superficiale Paese senza memoria. Però tutto ha una fine, è
nell'ordine delle cose, e alla fine del suo ciclo il Presidente Moratti ha
contribuito attivamente e in prima persona con una serie di errori che abbiamo
già sottineato tante volte e sui quali non voglio tornare: se oggi è costretto
a cedere a uno semisconosciuto (per i più) magnate indonesiano, la
responsabilità è soprattutto della situazione che lui stesso ha contribuito
fattivamente a creare con l'ausilio (con la minuscola, nessuna allusione) di
una dirigenza male organizzata e poco preparata professionalmente; dirigenza
che comunque ha scelto o avvallato sempre lui.
Come considero molto poco
realista, quando non furbescamente in malafede, tutta quella pletora di vari
personaggi del mondo politico e dello sport che hanno implorato Moratti di non
lasciare o, almeno di mantenere la maggioranza delle quote dell'Inter; certo,
un'Inter finanziariamente al tracollo come quella attuale fa comodo a molti,
inutile negarlo, come fa comodo ai molti che la inseriscono nel lotto dei
possibili pretendenti alla conquista dello scudetto per poi poterla massacrare
meglio. Parliamoci chiaro: chi è così fesso da entrare in una Società in
perdita con una quota di minoranza? Certamente non Thohir, che sembra, insieme
al suo gruppo, uno che sa fare affari piuttosto bene.
Il problema però è
proprio questo: essere bravi a fare affari in assoluto non garantisce
automaticamente il successo nel riuscire a districarsi nell'ingarbugliatissima
matassa del calcio italiano. Ed è qui che il nostro futuro Presidente dagli
occhi a a mandorla dovrà dimostrarsi particolarmente abile: sapersi servire con
attenzione, giusto spirito critico e giusta dose di umiltà dei consigli di chi,
almeno inizialmente, ne sa sicuramente più di lui in questo campo e che
rappresenta, agli occhi dell'intera tifoseria nerazzurra e di tutto i movimento
sportivo italiano, gli ultimi 50 anni di storia del club, indissolubilmente
legato alla famiglia Moratti.
Non ce ne frega un granchè di tutte le ipotesi
più strampalate che già circolano su possibili acquisti del magnate
indonesiano (sia di giocatori che di dirigenti) nè di tutte le indiscrezioni
sull'esatto ammontare delle quote che acquisirà o sui presunti poteri di veto
che si è voluto garantire il nostro attuale Presidente: sempre per essere
realisti, mi sembrerebbe una situazione fiabesca da mondo di OZ che uno che
entra in una Società con circa il 70% del capitale firmi un accordo con il
quale la minoranza gli può imporre veti, investimenti e strategie, almeno su
questioni importanti.
Istintivamente avrei preferito anch'io rimanere in mani
italiane, ma purtroppo questo Paese è stato ridotto, da chi lo ha governato,
talmente con le pezze al culo che è praticamente impossibile trovare un gruppo
che abbia le disponibilità economiche per entrare in una Società di calcio con
la prospettiva di non rimetterci pesantemente; perciò saremo prestissimo
indonesiani ragazzi, che ci piaccia o no, e non siamo i primissimi in Italia a
proprietà straniera, visto che il pacchetto di maggioranza della Roma
appartiene agli americani (anche se di chiara origine italiana). E ritengo
tutt'altro che difficile che a breve saremo seguiti da altri squadre.
Che dire
quindi? Non ci resta che essere fiduciosi che Moratti abbia preso la decisione
migliore per una questione che gli stava moltissimo a cuore che sen'altro avrà
ponderato più che bene e soprattutto non ci resta che fare buon viso ai nuovi
proprietari, organizzargli un bellissimo benvenuto e augurare, a loro buona
fortuna e grande successo, e a noi stessi che siano animati dalle buone
intenzioni e propositi di cui dicevamo sopra .
Alex
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