Come sosteneva in maniera sacrosanta Andrea nel suo ultimo post “Soli contro tutti? Stanchi contro tutti”,
si percepisce effettivamente un senso di stanchezza derivante dalla
continua constatazione della nostra diversità un po’ da tutto il resto
del panorama calcistico nazionale; diversità che si evidenzia negli
aspetti più disparati e a seconda delle situazioni.
Credo che questa diversità sia stata un po’ da sempre motivo di orgoglio e di distinguo per noi tifosi: quelli che hanno vinto senza mai commettere irregolarità e scorrettezze palesi (sì, cari amici juventini: anche se vi rode è così); quelli che non sono mai stati in serie B (mai retrocessi sportivamente o “a tavolino”); quelli “non mediatici” (come disse il nostro ineffabile DS) e perciò regolarmente “smazzolati” dai vari media; quelli che insomma si distinguevano sempre dagli altri per qualcosa, sia nei momenti positivi, sia in quelli negativi, sorretti anche da un’autoironia che ben poche altre tifoserie conoscono l’arte di esercitare al pari della nostra. In questa stagione questa diversità si è purtroppo palesata nel farci risultare probabilmente gli unici in grado di precipitare in soli tre anni dal tetto d’Europa ai livelli ai quali siamo scivolati ora; è triste ammetterlo, ma è così.
Credo che questa diversità sia stata un po’ da sempre motivo di orgoglio e di distinguo per noi tifosi: quelli che hanno vinto senza mai commettere irregolarità e scorrettezze palesi (sì, cari amici juventini: anche se vi rode è così); quelli che non sono mai stati in serie B (mai retrocessi sportivamente o “a tavolino”); quelli “non mediatici” (come disse il nostro ineffabile DS) e perciò regolarmente “smazzolati” dai vari media; quelli che insomma si distinguevano sempre dagli altri per qualcosa, sia nei momenti positivi, sia in quelli negativi, sorretti anche da un’autoironia che ben poche altre tifoserie conoscono l’arte di esercitare al pari della nostra. In questa stagione questa diversità si è purtroppo palesata nel farci risultare probabilmente gli unici in grado di precipitare in soli tre anni dal tetto d’Europa ai livelli ai quali siamo scivolati ora; è triste ammetterlo, ma è così.
Questa diversità,
per certi aspetti anche positiva, romantica e motivo d’orgoglio, ha però
finito per condurci in un vicolo cieco, dal momento che siamo diventati
un corpo assolutamente estraneo al sistema, e come tale da espellere o
disintegrare. Non abbiamo nessun organo di stampa che ci sia in qualche
modo amico; non abbiamo alleanze importanti in Lega con nessun’altra
Società, piccola o grande che sia, dal momento che il nostro Presidente
partecipa alle riunioni probabilmente controvoglia, o comunque senza
cercare si stringere rapporti importanti con nessuno; non contiamo “una
mazza” a nessun livello, tant’è vero che siamo il bersaglio preferito
dai vari giornlistucoli che hanno ambizioni di carriera e per i quali
rappresentiamo “la grande” alla quale dare addosso senza rischiare
nulla; stesso discorso vale per gli arbitri, alcuni dei quali hanno
fatto addirittura una carriera ben oltre i loro meriti proprio
massacrando l’Inter (vedi Tagliavento). Al di là perciò degli errori
strategici su tecnico e giocatori, che pure sono stati tanti e a volte
assolutamente inspiegabili, forse è proprio questo il punto cardine dal
quale partire a riflettere: ha senso continuare a rimanere in un
ambiente dove ti considerano colpevoli per essere stati quelli che in
qualche modo ne hanno fatto scoprire le magagne? O se vuoi continuare a
fare sport in quell’ambiente, non è forse il caso che modifichi qualcosa
nel tuo atteggiamento, nei tuoi comportamenti e nelle tue strategie? Il
che non vuol dire certo mettersi a imbrogliare e mettersi a comprare
arbitri e dirigenti, intendiamoci; ma essere un po’ più cinici e un po’
meno “puri” , un po’ meno “cristallini” e un po’ più “scafati”: in una
parola, un po’ più stronzi.
La contestazione della Nord mercoledì sera |
Dal momento che abbiamo visto che in questo
ambiente la correttezza “sublime” non paga, allora tanto vale! Direi che
questo stato di disagio e questi sentimenti sono stati espressi in
maniera esemplare dai ragazzi della Nord in occasione della semifinale
di TIM Cup dell’altra sera contro la Roma. E anche qui abbiamo saputo
essere diversi da tutti gli altri: il cosiddetto tifo ultrà, che
nell’immaginario collettivo ha sempre significato un po’ per tutti
sciarpe e bandieroni, cori offensivi e puerili, petardi, striscioni
spesso censurabili, scontri fuori e dentro gli stadi, perfino lanci di
motorini dagli spalti, ha saputo invece produrre una contestazione tanto
civile nei toni quanto azzeccata nel merito, riuscendo con poche frasi a
interpretare lo stato d’animo di un’intera tifoseria, quando invece la
situazione avrebbe potuto portare a contestazioni sicuramente più
scomposte. Uno striscione recitava “Dopo Mourinho ci sentiamo orfani di qualcuno che sappia trasmettere il senso di appartenenza a questi colori”:
molto difficile non essere d’accordo come risulta altrettanto difficile
trovare una frase più centrata di questa. Mou non manca solo come
allenatore e come tecnico, ma forse ancora di più come guida carismatica
e come simbolo dell’essere e sentirsi interisti: un punto di
riferimento importantissimo che nessuno è più riuscito nemmeno ad
avvicinare, pure in maniera forzatamente differente. Quando puoi contare
su un personaggio così, puoi anche fare valere e andare fiero della tua
diversità; ma è un’arma a doppio taglio, perché se poi non trovi
nessuno pronto a raccoglierne il testimone “te le faranno pagare tutte”,
come disse profeticamente lui stesso prima di andarsene.
Lo striscione con foto "dedicato" a Fassone |
Alex
www.pianetasamp.blogspot.com
RispondiEliminaOddio, leggere che l'Inter non sarebbe mediatica mi pare un'affermazione...come dire...un tantino coraggiosa:-)
Credo che non ci sia lunedì dove la Gazzetta non vi dedichi il titolone in prima pagina e, intendiamoci, credo che sia anche giusto così visto che siete la seconda/terza squadra in Italia per numero di tifosi e un giornale per forza di cose si poggia su di loro...
Ricordo che nel testa a testa tra Inter e SAMPDORIA per lo scudetto stagione 1990/91 un esponente di spicco della Rosea dichiarò che con la non vittoria interista ci rimisero migliaia di copie...
Quindi, mi ripeto, sostenere che i mass media vi snobbino mi sembra fuorviante, è interesse anche per loro che le cose per voi non vadano male...
Poi sia chiaro io non sono interista e magari certi particolari mi sfuggono o non ne sono a conoscenza, ma per un tifoso di una media-piccola come il sottoscritto che vede il mondo italiano calcistico quasi interamente fagocitato dalle tre grandi risulta quantomeno singolare la lamentela di una delle tre, anche se il post era ovviamente più articolato e toccava altri punti ho focalizzato la mia attenzione su quello che più mi ha fatto sobbalzare:-)...ciao!
Ciao omonimo :) è un piacere leggere l'opinione di un tifoso non nerazzurro (o bianconero, ahinoi) da queste parti!
EliminaCredo che quello che intenda Alex è diverso da quello che intendi tu....è vero, i giornali parlano di Inter, ma COME lo fanno? Facci caso, difficilmente sottolineano la cosa positiva, la giustificazione, la nota lieta, ma sono sempre pronti invece a puntare il dito ed a fare nascere dissapori. Ora, chiaro, loro fanno il loro lavoro e sicuramente, come sottolinea Alex e tutti noi altri autori del blog, ha colpe anche la società intera, però penso che i media italiani, oggettivamente, non siano mai molto pro-inter diciamo :)
Ciao Andrea (non Rossetti, l'altro). Mi unisco al "nostro" Andrea al piacere nel leggerti e nel farti notare con non-mediatici era riferito a un termine usato da Branca. Mediatici lo siamo eccome, il problema è che lo siamo "alla rovescia": si riepiono cioè colonne di giornali e ore di trasmissione quando c'è da parlare male dell'Inter e si dedicano poche righe o pochi minuti quando si è costretti a parlarne bene. Ti faccio un solo esempio: dopo la conquista della Champions e del Triplete, la TV di Stato RAI (che dovrebbe essere dalla parte delle squadre italiane a prescindere) come primo commento fece notare che era sì la vittoria di una squadra italiana, ma composta esclusivamente da stranieri. Volvevo poi far notare che Nicoletti su Fabbrica Inter ha sostenuto tesi praticamente opposte alle mie; questo dimostra che si possono avere idee molto differenti anche militando per gli stessi colori. Non era certo normale e appropriato che fosse Mou a difendere i nostri colori, ma di fatto era così, come lo aveva fatto il Mancio; e piaccia o no, dopo è tornato ad essere un disastro!
RispondiEliminaDa tifoso interista con 22 anni di tessera alle spalle, la mia opinione sul pezzo scritto si divide in due. 1) Non è colpa dei media, della lega, degli arbitri se l'Inter gioca con Nagatomo,Pereira,Alvarez,Rochhi là dove fino a 3 anni fa giocava con Maicon,Snejder,Etò,Balotelli. E' vero, l'accanimento di alcune parti del mondo del calcio c'è, ce stato e ci sarà ma il 2010 ha dimostrato che quando si fanno le cose per bene, e non vuol dire usare vagonate di soldi (qualcuno si ricorda lo scambio eto ibra e le cose che noi e la stampa pensava???), si sorpassa e si mettono a tacere tutti. 2)Il concetto di Inter agli interisti è per la totalità del mondo nerazzurro fondamentale. Prendiamo per esempio gli allenatori Mourinho,Mancini,Herrea (eccezione che conferma la regola Trapattoni). Quando l'inter vince deve farlo con il SUO ALLENATORE, per questo Strama poteva e può ancora essere considerato nella mischia dei pretendenti. Certo che magari il sig Fassone in sede ha ereditato la scrivania di Prisco! da collasso al solo pensiero!
RispondiEliminaL'ultima affermazione mi ha gelato Nico&Carlo, spero non sia così o andiamo sul profano!
EliminaBeh Nico, Carlo etc. Nell'articolo si parla della contestazione della Curva alla Società che è evidente che ha colpe enormi sia dal punto di vista strutturale-organizzativo che da quello squisitamente tecnico. Anche nel 2010 ci hanno bastonati per bene, mai come adesso, ma siamo riusciti a vincere lo stesso perchè eravamo talmente forte e superiori che infatti abbiamo vinto pure la Champions. Quindi vero quello che dici, e anche abbastanza ovvio: ma mi spieghi perchè gli altri possono limitarsi a vincere e noi invece dobbiamo sempre STRAVINCERE ?
EliminaCiao ragazzi, arrivo ad avere un momento solo ora dopo due giorni in giro per l'Irlanda..che dire, io ritengo che la strategia suicida applicata quest'anno, usando il povero Stramaccioni come uomo immagine sempre e comunque quando si trattava di metterci la faccia è una strategia perdente in partenza, e che non può non aver avuto una parte nel fallimento totale di questa stagione.
RispondiEliminaIo dubito che Moratti cambi adesso il modo di vivere il suo ruolo, il problema è che per potersi permettere una tale "non mediaticità" o hai come allenatore Josè Mourinho, o sei fottuto completamente. E certi allenatori che fanno anche da psicologi, ds, dirigenti, etc. non passano due volte.
Mi sembra che quindi siamo tutti d'accordo nel dire che Stramaccioni, pur con colpe evidenti, non sia nel podio dei responsabili. La mia opinione è quindi che considerando impossibile arrivare ad un top allenatore (che ti garantisca la possibilità di svolgere il ruolo alla inglese) per 3 motivi semplicissimi 1)La serie A non alletta più nessuno 2)Non giochi in europa 3)Non ci sono i soldi per un forte mercato sia da confermare il pronettente Stramaccioni con qualcuno (Oriali???) vicino. Per il resto una programmazione triennale ben fatta farà la differenza. Se poi come si dice Inter e Milan rimetteranno a posto SSiro utilizzando anche l'area del trotto, il puzzle sarebbe completato visto anche l'arrivo della metropolitana nel 2014
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