Sono sempre stato del parere che i numeri, nel calcio, raramente mentano. Non possono spiegare sempre tutto, ma nel lungo periodo sono in grado di fornire in modo netto e difficilmente attaccabile fredde verità che a volte approfondite analisi tecnico-tattiche, influenzate magari da variabili come il giudizio personale, non riescono a dare.
Da Juventus-Inter ad Inter-Juventus, dall'altare alla polvere. Un girone intero (o quasi, visto il recupero di domani con la Sampdoria), un lungo viaggio di cinque mesi in cui si è passati dalla piacevolissima sensazione di essere tornati a competere per le posizioni di vertice, all'angoscia di un pesante -21 (che domani potrà al massimo diventare un -18) dalla vetta e un addio pressochè certo alla Champions League 2013-14. E' cambiato il modo di arrivarci, ma sempre di un sesto posto stiamo parlando, e su questo sfortunatamente non c'è argomento che tenga.
Si è discusso in tutte le salse dei perchè si sia arrivati a tutto questo, in una stagione che per come si era messa, e per quello che è il misero livello della serie A, avrebbe potuto rappresentare quella del ritorno nell'Europa che conta dopo un solo anno di purgatorio. Se n'è già discusso, appunto, e obiettivo di questo articolo non è tornare a farlo.
Tracciando un arco temporale che va dal 3 novembre 2012 (momento di massima espressione della squadra) al 30 marzo 2013, ovvero al match di ritorno contro la Juventus, ho semplicemente preso in rassegna i tabellini delle diciotto gare disputate, cercando di estrapolare qualche dato che magari per qualcuno potrà anche essere interessante da leggere. Niente di sofisticato, vi avverto, ma dopo l'overdose di cibo pasquale questo è quanto più io riesca a far avvicinare al concetto di "spaccare il capello in quattro".
Cominciamo innanzitutto con un paio di screenshot presi da Wikipedia e messi a cascata, nei quali è possibile visualizzare l'andamento della squadra nei cinque mesi che legano le due sfide contro la squadra di Conte.
Cominciamo innanzitutto con un paio di screenshot presi da Wikipedia e messi a cascata, nei quali è possibile visualizzare l'andamento della squadra nei cinque mesi che legano le due sfide contro la squadra di Conte.
Come avrete già letto o comunque notato da soli, il ruolino di marcia è roba da mensa dei poveri, se comparato con il caviale ingurgitato per anni: 20 punti in 18 partite (5 vittorie, 5 pareggi e 8 sconfitte), 1.11 di media a partita, una miseria se si pensa che proiettando la media su un orizzonte di 38 gare, il risultato sarebbe 42 punti.
Banalissimo anche il calcolo gol fatti/subiti nel periodo attenzionato: la porta di Handanovic è stata bucata per ben 29 volte (1.6 a partita), mentre sono 23 le reti segnate (1.27) dalla squadra. Numeri da squadra zemaniana, in pratica. Per dare un'idea ancora più chiara, ecco i gol fatti/subiti da Juventus, Napoli e Milan nell'arco temporale considerato:
JUVENTUS: FATTI 36 - SUBITI 11
NAPOLI: FATTI 41 - SUBITI 20
MILAN: FATTI 36 - SUBITI 19
Un ruolino di marcia leggermente differente, ricordando che le tre squadre rispetto a noi hanno disputato una gara in più. Se nonostante Samir abbiamo preso quasi trenta gol in meno di 20 uscite (sorvolando sull'Europa League), non può stupire nulla di quanto stia accadendo.
A proposito, quante volte è rimasto imbattuto per 90 minuti, il nostro numero 1? Due su diciotto, ed è successo solo nelle gare interne contro Palermo e Pescara, due squadre praticamente retrocesse e che, con 25 e 21 reti segnate rispettivamente, rappresentano i due peggiori attacchi del campionato. Di solidità insomma neanche l'ombra, l'analisi anche tecnica dei gol presi (moltissimi a difesa schierata) rafforza ancora di più questo concetto chiaro come il sole.
Un altro dato che ho voluto analizzare in modo più approfondito è quello relativo alle gare iniziate in svantaggio, con l'avversario a fare il primo squillo mettendo quindi la gara nostra in salita. Devo dire che questo è il risultato che mi ha impressionato maggiormente, per quanto possa valere a questo punto della stagione. La squadra di Stramaccioni è andata sotto in ben 12 occasioni, riuscendo a ribaltare la gara soltanto a Catania, e fermandosi al pari contro Genoa, Roma e Milan. Nelle sei occasioni in cui invece siamo andati in vantaggio, a rimonta è invece riuscita a Cagliari e Torino, comunque poi raggiunti nel finale dopo le doppiette di Sau e Meggiorini.
I primi tempi costantemente regalati all'avversario sono un altro fattore di cui parliamo da tempo, e che sicuramente ha avuto un peso importante nell'economia della stagione. Solo tre volte (una su sei quindi) i nerazzurri hanno chiuso la prima frazione di gioco in vantaggio, e sono arrivati nove punti contro Napoli, Pescara e Chievo (tutti a San Siro). Il non-"stare nella partita" per tutta la durata dell'incontro è solo uno dei tanti problemi di questa annata complicata, e che volge verso il secondo fallimento consecutivo.
I numeri ci guardano, impietosi, inchiodandoci ad un presente che ci vede senza obiettivi, senza un progetto, e senza fuoriclasse che in un modo o nell'altro, la differenza la fanno sempre. E' vero, con qualche rigore solare fischiato in più forse la classifica avrebbe una fisionomia leggermente diversa, vai a saperlo.
Gli scenari ipotetici non fanno statistica, e noi lasciamo volentieri ad altri le 'classifiche al netto dei torti arbitrali'..
Antonio
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