Ieri sera è andata in scena ad Amsterdam la finale dell’EL, nella quale hanno prevalso gli inglesi del Chelsea. Cosa c’entra parlarne in un blog dedicato ai tifosi dell’Inter vi chiederete. Semplice: alla loro guida c’era quel Benitez che era stato scelto per gestire il dopo-Mourinho, e che è stato esonerato dopo sei mesi e dopo avere comunque vinto un trofeo, la Coppa del Mondo per Club. Certo, arrivare dopo Mou sarebbe stato terribile per chiunque, e anche da un punto di vista squisitamente stilistico, l’immagine del corpulento spagnolo attrezzato di un enorme asciugamano per detergersi il sudore, incastrata fra quelle di Josè e dello “strafico” Leonardo, aveva un "che" di un po’ stonato. E’ chiaro che lui fece i suoi errori, come sottolineammo anche allora più volte, soprattutto quello di volere cancellare di colpo tutto quello creato da Mourinho. Si trattava comunque di un tecnico importante che nella sua carriera ha vinto molto, e che meritava senz’altro un credito e un trattamento diverso da quello riservatogli dalla Società, Presidente Moratti in primis; sicuramente di un livello totalmente diverso da tutti coloro che l’hanno seguito fino ad oggi.
La squadra avrebbe avuto bisogno di una coraggiosa rifondazione, l’abbiamo detto tantissime volte; a parte il discorso di Balotelli, lui si limitò a chiedere un paio di giocatori: Kuyt e Mascherano, mica Messi e Xavi. Gli diedero Biabiany e un Coutinho ancora infante, più la conferma di Mariga. Acquistandogli quei giocatori con i proventi ricavati dalla cessione per esempio di Milito, e sostituendo Balotelli con Cavani, non solo il saldo economico sarebbe stato ampiamente attivo, ma l’operazione avrebbe portato quasi certamente l'Inter alla riconferma come campioni d’Italia, visto che ci andò molto vicina la sgangherata pattuglia guidata da un non-allenatore come Leonardo. E’ facile intuire come tutti gli sviluppi successivi avrebbero preso una piega sicuramente diversa e come quasi certamente adesso ci troveremmo in condizioni presumibilmente migliori.
D’accordo: è facile parlare col senno di poi, e ormai si tratta di fatti morti e sepolti, riproponendo i quali non si riesce a risolvere la difficilissima situazione nella quale si è cacciata la Società. A parte che noi parlammo col senno di allora, non servirà certamente nella pratica piangere sul latte versato, questo è ovvio; però ripensare un attimo con calma a quello che successe e agli errori enormi che si fecero, giusto per cercare di evitare di commetterne ancora, e magari ancora più grossi, può essere di una certa utilità. Cosa vogliamo arrivare a dire? Che se assumi uno come Stramaccioni, puoi anche permetterti di mettergli a disposizione quello che ti pare e con quello obbligarlo ad arrangiarsi; se invece decidi di affidarti a uno come Benitez, non puoi comportarti nello stesso modo senza aspettarti che prima o poi lui “sbotti” e ti mandi al diavolo come fece negli Emirati Arabi appena terminatala finale contro il Mazembe.
Non sarà certo un fenomeno lo spagnolo, inendiamoci; ma nella sua carriera ha vinto due campionati spagnoli col Valencia (mica con Real o Barcellona), una F.A. Cup e una Community Shield in Inghilterra, una Supercoppa Italiana e una Coppa del Mondo con l’Inter, una Supercoppa Europea e una Champions col Liverpool, una coppa Uefa col Valencia e, ultima della serie, l’Europa League di ieri sera col Chelsea. E’ stato anche fortunato, il nostro Benitez, perché il Benfica non meritava la sconfitta nei tempi regolamentari; ma un po’ vittima dell’atavica inconcludenza lusitana, forse un po’ anche della maledizione di Bela Guttmann (allenatore che quando fu cacciato da vincente nel 1962 se ne andò profetizzando che il Benfica non avrebbe più vinto nulla per almeno 100 anni a livello europeo; ne sono passati 51 e hanno perso tutte e 7 le finali alle quali hanno partecipato dopo quella data; roba da massaggiarsi accuratamente gli zebedei e prevedere un pellegrinaggio a Lourdes), pian piano ha consentito al Chelsea di crescere e di far valere la maggiore attitudine e capacità dei suoi giocatori più rappresentativi a giocarsi un certo tipo di competizioni. Come d’altra parte era stato fortunato nella finale di Champions vinta contro il Milan ai rigori, dopo che nel primo tempo era sotto 0-3 e come lo era stato con l’Inter ritrovandosi in finale di Coppa del Mondo il Mazembe anziché i brasiliani dell’Internacional di Porto Alegre; ma anche essere fortunati è una dote mica da poco, e lo sapeva bene anche un certo Napoleone, che quando nominava i suoi generali si preoccupava di sapere se erano persone tendenzialmente fortunate.
Bisogna però anche prendere atto che quest’anno è subentrato al Chelsea con la squadra allo sbando totale e con l’ambiente e la tifoseria che gli remavano totalmente contro; forse qualcuno ricorderà cos’era l’accozzaglia di giocatori che venne letteralmente fatta a pezzi 3-0 dalla Juventus in quel di Torino nel girone eliminatorio di Champions. Ebbene lui ha sapientemente saputo ricostruire un ambiente, un gruppo di giocatori e un attaccante come Torres che sembrava di colpo diventato un brocco totale e che rappresentava una risorsa fondamentale per la squadra dopo l’addio del “mostro sacro” Drogba; il tutto stante l’ingombrante presenza di uno come Abramovich che pretende tanto quanto spende, giustamente ci mancherebbe, ma che è solito fartelo pesare con una certa pressione. Per concludere direi che il modo nel quale è stata gestita dalla Società la vicenda Benitez, non solo ha dato il “LA'” allo sfascio dalle proporzioni incredibili che ci tocca verificare oggi, ma è anche il paradigma più significativo dell’assoluto spirito dilettantesco con il quale è stata affrontata la gestione del dopo-Triplete; questo detto senza la minima intenzione di offendere i dilettanti, sia chiaro.
Alex
La squadra avrebbe avuto bisogno di una coraggiosa rifondazione, l’abbiamo detto tantissime volte; a parte il discorso di Balotelli, lui si limitò a chiedere un paio di giocatori: Kuyt e Mascherano, mica Messi e Xavi. Gli diedero Biabiany e un Coutinho ancora infante, più la conferma di Mariga. Acquistandogli quei giocatori con i proventi ricavati dalla cessione per esempio di Milito, e sostituendo Balotelli con Cavani, non solo il saldo economico sarebbe stato ampiamente attivo, ma l’operazione avrebbe portato quasi certamente l'Inter alla riconferma come campioni d’Italia, visto che ci andò molto vicina la sgangherata pattuglia guidata da un non-allenatore come Leonardo. E’ facile intuire come tutti gli sviluppi successivi avrebbero preso una piega sicuramente diversa e come quasi certamente adesso ci troveremmo in condizioni presumibilmente migliori.
D’accordo: è facile parlare col senno di poi, e ormai si tratta di fatti morti e sepolti, riproponendo i quali non si riesce a risolvere la difficilissima situazione nella quale si è cacciata la Società. A parte che noi parlammo col senno di allora, non servirà certamente nella pratica piangere sul latte versato, questo è ovvio; però ripensare un attimo con calma a quello che successe e agli errori enormi che si fecero, giusto per cercare di evitare di commetterne ancora, e magari ancora più grossi, può essere di una certa utilità. Cosa vogliamo arrivare a dire? Che se assumi uno come Stramaccioni, puoi anche permetterti di mettergli a disposizione quello che ti pare e con quello obbligarlo ad arrangiarsi; se invece decidi di affidarti a uno come Benitez, non puoi comportarti nello stesso modo senza aspettarti che prima o poi lui “sbotti” e ti mandi al diavolo come fece negli Emirati Arabi appena terminatala finale contro il Mazembe.
Non sarà certo un fenomeno lo spagnolo, inendiamoci; ma nella sua carriera ha vinto due campionati spagnoli col Valencia (mica con Real o Barcellona), una F.A. Cup e una Community Shield in Inghilterra, una Supercoppa Italiana e una Coppa del Mondo con l’Inter, una Supercoppa Europea e una Champions col Liverpool, una coppa Uefa col Valencia e, ultima della serie, l’Europa League di ieri sera col Chelsea. E’ stato anche fortunato, il nostro Benitez, perché il Benfica non meritava la sconfitta nei tempi regolamentari; ma un po’ vittima dell’atavica inconcludenza lusitana, forse un po’ anche della maledizione di Bela Guttmann (allenatore che quando fu cacciato da vincente nel 1962 se ne andò profetizzando che il Benfica non avrebbe più vinto nulla per almeno 100 anni a livello europeo; ne sono passati 51 e hanno perso tutte e 7 le finali alle quali hanno partecipato dopo quella data; roba da massaggiarsi accuratamente gli zebedei e prevedere un pellegrinaggio a Lourdes), pian piano ha consentito al Chelsea di crescere e di far valere la maggiore attitudine e capacità dei suoi giocatori più rappresentativi a giocarsi un certo tipo di competizioni. Come d’altra parte era stato fortunato nella finale di Champions vinta contro il Milan ai rigori, dopo che nel primo tempo era sotto 0-3 e come lo era stato con l’Inter ritrovandosi in finale di Coppa del Mondo il Mazembe anziché i brasiliani dell’Internacional di Porto Alegre; ma anche essere fortunati è una dote mica da poco, e lo sapeva bene anche un certo Napoleone, che quando nominava i suoi generali si preoccupava di sapere se erano persone tendenzialmente fortunate.
Bisogna però anche prendere atto che quest’anno è subentrato al Chelsea con la squadra allo sbando totale e con l’ambiente e la tifoseria che gli remavano totalmente contro; forse qualcuno ricorderà cos’era l’accozzaglia di giocatori che venne letteralmente fatta a pezzi 3-0 dalla Juventus in quel di Torino nel girone eliminatorio di Champions. Ebbene lui ha sapientemente saputo ricostruire un ambiente, un gruppo di giocatori e un attaccante come Torres che sembrava di colpo diventato un brocco totale e che rappresentava una risorsa fondamentale per la squadra dopo l’addio del “mostro sacro” Drogba; il tutto stante l’ingombrante presenza di uno come Abramovich che pretende tanto quanto spende, giustamente ci mancherebbe, ma che è solito fartelo pesare con una certa pressione. Per concludere direi che il modo nel quale è stata gestita dalla Società la vicenda Benitez, non solo ha dato il “LA'” allo sfascio dalle proporzioni incredibili che ci tocca verificare oggi, ma è anche il paradigma più significativo dell’assoluto spirito dilettantesco con il quale è stata affrontata la gestione del dopo-Triplete; questo detto senza la minima intenzione di offendere i dilettanti, sia chiaro.
Alex
Ci sono gli allenatori sfigati e quelli alla... Benitez!
RispondiEliminaA quelli che l'Inter... è venuto a trovarci un brillante tifoso nerazzurro, Se vi interessa...
Complimenti per l'ottimo lavoro che svolgete. Bravi.
Bella intervista Francesco, ottimo lavoro!
EliminaE comunque sono d'accordo con te, ce lo vedrei bene Bertolino a condurre una trasmissione televisiva alla "Quelli che il calcio"..ci starebbe a pennello :)
Grazie per i complimenti!!!
Io credo che se avessimo dato fiducia a Benitez la nostra storia sarebbe cambiata. Lui prima di tutti aveva capito che gli eroi del Triplete erano alla frutta e non scordiamoci che nei sei mesi che allenò l'Inter si mantenne a galla con molti giovani.
RispondiEliminaLa sua sfortuna è quella di essere arrivato nel momento sbagliato. Dopo quello che aveva fatto Mourinho, non era facile accomodarsi sulla panchina nerazzurra.
Personalmente, credo che rimpiangere Benitez per un'Europa League vinta in modo abbastanza rocambolesco sia una cosa abbastanza insensata, e non credo sia questo il messaggio che Alex vuole mandare. Mi spiego meglio: la vittoria dell'EL non ha aggiunto nè tolto nulla a quello che è il giudizio del tecnico spagnolo, perchè quello che è successo nell'estate-inverno 2010 è stato uno strafalcione gestionale di portata enorme.
RispondiEliminaBenitez non poteva restare, questo lo dimostra quello che disse Materazzi a caldo, e anche a freddo sul suo conto. Lo spogliatoio era in rivolta, e il netto cambio di marcia con uno come Leonardo dimostrò come quella squadra fosse ancora nettamente superiore alle altre italiane nonostate si stesse di fatto "autogestendo".
Il problema è stato portare la situazione a quel punto: assumi Benitez, non gli compri nessuno ma anzi gli cedi Balotelli, gli dai un potere decisionale minimo, quale può essere l'esito della cosa? Rafa è un tipo tosto che non si fa stare bene tutto a differenza di altri aziendalisti in giro per il continente, ha cominciato a vedere che anche a livello "atletico" i calciatori facevano un pò il cazzo che gli pareva e dai oggi, dai domani, la corda si spezza.
Con l'addio di Josè, la società avrebbe dovuto riprendere a fare il suo lavoro, creando i presupposti per il lavoro dell'allenatore SCELTO (e sottolineo, SCELTO) in estate, ma come si dice dalle mie parti traducendo liberamente dal dialetto siciliano, "quando si scioglie la neve, si vede il buco". E quando Mou è andato via, la neve si è sciolta di botto mostrando tutti i limiti di chi in 3 anni ci ha portati a questo punto critico.
No certo Antonio, non rimpiango Benitez in assoluto. Dico solo che se scegli un allenatore lo devi supportare prima di tutto a livello di carisma nei confronti dei calciatori, specialmente se maturi e freschi di vittorie; della serie "Mourinho è andato, adesso c'è Benitez e si fa esattamente quello che dice lui". Poi, anche tecnicamente, se non ti chiede la luna, bisogna cercare di accontentarlo con giocatori almeno simili a quelli richiesti. Non dimentichiamo nemmeno però che Benitez, salvo colpi di scena clamorosi (sconfitta in casa con l'Everton e contemporaneo successo del Tottenham), ha portato il Chelsea anche alla qualificazione alla Champions. Ripeto: non sarà un fenomeno, ma confrontato a chi lo ha seguito....
Eliminachi lo ha seguito non aveva eto'o, sneijder motta e maicon...lui si, ma per vincere con chievo e atalanta aveva bisogno di kuyt e mascherano...senza conta che si vanta di aver vinto un mondiale contro gli africani, ma la supercoppa europea che ci avrebbe fatto centrare 6 trofei in un anno passa sotto silenzio. Se hai la squadra campione d' europa in una serie A di basso livello non puoi pretendere acquisti per fare risultati
EliminaAlex, il problema lì è stato che Benitez non era una scelta che stuzzicava Moratti, fu più un'idea di Branca e considerato quello che c'era in giro fu avallata in toto. Il presidente si deve innamorare di un tecnico, almeno per un pò, la storia ci ha insegnato questo.
EliminaFiorino, ovviamente non aveva bisogno di quegli elementi lì per battere Atalanta e Chievo, ma erano due perni del suo progetto..che poi a posteriori forse è anche meglio non siano arrivati, chi lo sa, rimane il fatto che lui ereditò una squadra fortissima ma reduce da una stagione psicologicamente e fisicamente massacrante e non ebbe nessun innesto significativo per applicare le sue idee tattiche..
Anche il Barcellona dopo il triplete ha investito, non dimentichiamolo.
L'errore fu fatto evidentemente dalla società nella scelta. Lui ci ha messo il suo ma fin dal primo giorno era in difficoltà con presidente che aveva fatto scegliere ad altri, società che non l'ha minimamente ascoltato sul merca(che poi lui chiedesse kuyt è un altro discorso), giocatori che si messaggiavano con mou dalla mattina alla sera, giornalisti che dopo le conferenza stampa da "0 tituli" si trovavano davanti un pretone della bassa, oltre a noi tifosi che a san siro siamo passati da uno che alzava le mani al cielo facendo il segno delle manette a uno con le calze dei flinstone. Magari, come ha dimostrato qua e là, ha un suo perchè ma di certo non era l'uomo per il post triplete in un ambiente come il nostro. Le capacità tecniche non bastano se no Guidolin avrebbe vinta 3 champions con un top team. Nel calcio, su certe panchine, serve gente con un appeal diverso. Per funzionare ci vuole carattere, presentazione, dialettica, carisma poi uno può sintetizzare queste caratteristiche in un capopopolo alla Mou, in un professionista 24 su 24 come Wenger, in un duro lord vecchi stampo come Fergusson, in un giovane visionario come Guardiola ecc ecc. Certo è che ora siamo punto a capo. Strama o non Strama. Io sono per strama se all'interno di un progetto altrimenti un sergente di ferro di esperienza, di più, al momento, non possiamo sperare
RispondiEliminaSono quasi totalmente d'accordo con te Nico, aggiungo che per tanti motivi forse il tecnico ideale post-Mourinho non esisteva, e questo lo dimostra il fatto che la squadra iniziò a funzionare quando di fatto subentrò l'autogestione con Leonardo.
Eliminadimenticavo.......... se tanto bravo perchè non resta al chealse? e chi dopo di lui? ricordarsi che .... TUTTO TORNA
RispondiEliminabenitez arrivò perchè dopo aver incassato rifiuti da tutti, era quello con il curriculum migliore e l' inter, dopo il triplete voleva continuare a darsi un tono. Nonostante Mou lo avesse fortemente sconsigliato.
RispondiEliminaAveva la squadra campione d' europa e non vinse la supercoppa europea (cosa che ci avrebbe proiettato nella storia del calcio mondiale e non solo italiano). Doveva gestire un gruppo che allontanato balotelli risultava molto più gestibile. Aveva un eto' o in forma smagliante.
Ma concettualmente non puoi dare una squadra di giocatori e di uomini costruita da mou in mano a benitez. Palesemente sarebbe stato incompatibile, vedi Materazzi.
La colpa della società fu quella di non essersi preparato il dopo mou, anche quando era palese che Mourinho se ne sarebbe andato al di la delle frasi di circostanza
Sottoscrivo totalmente le tue parole.
EliminaScusate, ma c'era bisogno di rinnovamento e Mascherano sarebbe stato fondamentale per dare ricambio a metà campo e anche in difesa e Kuyt poteva essere importante a livello tattico in un 4-2-3-1 con Eto'o, Cavani e Sneijder. Non capisco cosa c'entrano Chievo e Atalanta, francamente; il problema è che se affidi un progetto a un allenatore, sia Benitez o altro, devi riporre in lui il massimo della fiducia. L'errore storico di Moratti è che questa fiducia incondizionata l'ha concessa solo a Mancini e Mourinho defilandosi personalmente e, guarda caso, è proprio quando sono arrivati i risultati.
RispondiEliminaCiao a tutti.
RispondiEliminaIo sono molto vicino all'opinione di Antonio: nei 6 mesi di Benitez, più che lui, fu il sistema Inter a sbagliare. Fu Moratti, che puntò su un allenatore che non lo convinceva veramente (come poi accadde con Gasp); furono i dirigenti che vollero provare a cambiare il credo tecnico del mister; fu la rosa, che, va detto, con la tracotanza di chi ha vinto tutto s'è sentita in diritto di sfanculare l'allenatore e procedere come voleva lei, diretta dai senatori e dando vita ad una autogestione che è poi divenuta assistita sotto Leonardo.
Penso che il vero errore di Benitez, al di là dell'essere venuto ed aver voluto cancellare il passato recente nerazzurro, sia stato quello di arrivare e di non accettare una strada progettuale che, se presa allora, avrebbe cambiato di molto le stagioni successive fino ad oggi. Lui voleva Mascherano e Kuyt, come dice giustamente Alex, ma detto francamente erano due giocatori attorno ai 30 che nelle stagioni successive, dove sono stati, non hanno influito granchè (Kuyt è finito in Turchia, Mascherano o rotto, o a fare il difensore più che il mediano). Se Benitez avesse cercato, invece, la strada del rinnovamento lento e misurato, attraverso giovani, quindi anche attraverso la valorizzazione effettiva di Coutinho e Biabiany, probabilmente lui oggi sarebbe ancora qui ed in mano avrebbe una squadra diversa, di certo non forte come l'Inter di Mou, ma più competitiva. Chiaro però, lui voleva vincere, e così s'è ritrovato a spasso e noi ci siamo ritrovati a cambiare altri tre allenatori. Una sliding Door coi fiocchi.
Beh, oddio; Mascherano è finito a fare il difensore nel Barcellona, dove avrebbe dovuto strappare il posto a Xavi, Iniesta o a Bousquet, un centrocampo fortissimo e assortito che aveva vinto tutto. Kuyt è chiaro che non è un fenomeno, ma se imposti il 4-2-3-1 con lui, Cavani, Eto'o e Pandev a giostrarsi fra centrali e laterali, secondo me ci saremmo tolti qualche altra soddisfazione. Poi è chiaro che manca la controprova; quel che è certo è che adesso siamo ridotti come siamo. Per rispondere ad Antonio: verissimo che Moratti non era convinto di Benitez. Ma come lo vogliamo definire un Presidente che ingaggia un allenatore del quale non è convinto? Forse dilettante?
EliminaFantastico Conte ragazzi: "L'Inter avrà anche fatto il Triplete, ma non ha costruito"
RispondiEliminaSon passati tre anni ma questi ancora rosicano eh..
Caro Conte il triplete è arrivato dopo 5 anni di vittorie, se non ti sembra costruire questo? poi ovvio che parlare il 19 maggio 2013 è facile per qualsivoglia antagonista dell'Inter...... è il famoso tiro al piccione / sparo sulla croce rossa. Diciamo che le parole di parrucchino servino a dare una ulteriore svegliata alla società Inter in tutte le sue componenti
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