Giovedì 20 settembre 2012 costituisce in qualche modo una giornata storica per la storia recente del nostro club, fatta di una quotidianità decisamente differente rispetto a quella a cui ci siamo dovuti giocoforza abituare quando il ridimensionamento è divenuto totale con la cessione di Eto'o e tutte le altre belle storie che abbiamo provato a raccontare su questo blog.
La rete di Brandao (gentile omaggio di Lucio) nel quarto di finale di ritorno contro il modesto Marsiglia ci ha sbattuto violentemente in faccia le porte della Champions League, porte che abbiamo tentato invano di riaprire nei mesi successivi all'eliminazione, riuscendo in extremis ad agganciare solo il bus per l'Europa di servizio grazie ai buoni risultati seguiti all'arrivo di Stramaccioni. In quello che è stato il primo anno con soli tre pass disponibili per la competizione più affascinante, dopo dieci partecipazione consecutive l'Inter (campione d'Europa 2010) è rimasta fuori, guadagnandosi un anno di Purgatorio in un torneo dispensioso, e che storicamente ha offerto serate molto amare alle compagini nostrane che fin qui vi si sono cimentate.
L'Europa League è tale da quattro anni a questa parte, dopo aver raccolto il testimone dalla vecchia coppa Uefa vinta tre volte e poi abbandonata nel 2002, quando l'accesso alla fase a gironi della Champions League era diventato una costante delle nostre annate. Pertanto, siamo prossimi all'esordio assoluto su un palcoscenico che non ha il fascino, l'importanza (anche in termini di ritorno economico) e la visibilità della coppa dalle grandi orecchie, ma che in quanto ad insidie non è certo inferiore. E attenzione, non si parla solo di insidie di carattere tecnico, ma anche di problematiche legate alla gestione di una competizione che senza una rosa all'altezza può diventare un fardello troppo pesante da trascinare fino a fine stagione.
Un chiaro esempio di quello che intendo dire è fornito proprio dalla composizione del girone H, quello che ci interessa più da vicino: oltre all'Inter, vi sono i russi del Rubin Kazan (affrontati già nel 2009), gli azeri del Neftchi Baku, e i serbi del Partizan Belgrado. Tutti avversari ampiamente alla nostra portata, a cui rendere visita sarà però tutt'altro che una passeggiata: tanto per fare un esempio, andarsi a infilare in un frigorifero in Tatarstan, per giocare il giovedì nel tardo pomeriggio con il rientro previsto in tarda serata non è certamente il massimo per chi poi deve giocare una gara di campionato due giorni dopo.
Quella del turnover è un'arma affilatissima, che va padroneggiata con cura e in particolar modo in questo caso credo andrebbe deciso a priori (e sono certo che un'idea in merito il mister se la sia fatta già) come porsi rispetto alla competizione. Sì, perchè il campionato è un obiettivo che chiaramente resta prioritario, ma è altresì vero che il riacquistare una dimensione europea passa anche da una buona Europa League, nella speranza di rientrare già dall'anno prossimo nei ranghi calcando prati più consoni a noi e al nostro blasone.
La mia opinione, ovviamente criticabilissima, è che questa Inter non sia costruita per due competizioni. La Snejder-dipendenza, l'assenza di un vice-Milito, la scarta scelta (qualitativamente parlando) sulle fasce laterali rendono la cosa, nel lungo periodo, difficilmente gestibile. E per lungo periodo, intendo la fase nella quale l'EL inizia a farsi interessante, con gli 'scarti' della Champions e le migliori dei gironi a contendersi la finale di Amsterdam. Chiaro che Stramaccioni (come ogni tecnico del mondo) non accetterà a priori una idea di questo tipo, ma le sue scelte faranno comunque capire in che posizione si trova rispetto a questa cosa.
Perchè a tutti i nostalgici farebbe piacere vedere un'Inter dominare la serie A e trionfare in Europa League, ma la realtà è quella che è sotto gli occhi di tutti e non si può non tenerla in seria considerazione per gettare le basi di un'annata diversa dalla precedente. Questa sera, contro il Rubin Kazan a San Siro, partirà la nuova campagna europea: la speranza è quella di riuscire finalmente a 'espugnare' lo stadio in cui Hajduk, Vaslui e Roma hanno fatto un figurone, senza smarrire la via maestra di un campionato che ci riserverà Siena, Chievo e Fiorentina nel giro di una settimana.
Perchè a tutti i nostalgici farebbe piacere vedere un'Inter dominare la serie A e trionfare in Europa League, ma la realtà è quella che è sotto gli occhi di tutti e non si può non tenerla in seria considerazione per gettare le basi di un'annata diversa dalla precedente. Questa sera, contro il Rubin Kazan a San Siro, partirà la nuova campagna europea: la speranza è quella di riuscire finalmente a 'espugnare' lo stadio in cui Hajduk, Vaslui e Roma hanno fatto un figurone, senza smarrire la via maestra di un campionato che ci riserverà Siena, Chievo e Fiorentina nel giro di una settimana.
PROBABILE FORMAZIONE ANTI-RUBIN: Handanovic; Jonathan, Silvestre, Samuel, Nagatomo; Zanetti, Gargano, Pereira; Coutinho; Cassano, Livaja.
Antonio
Antonio
Molto brevemente: se cerchiamo di forzare per andare a vincere, "becchiamo" quasi sempre gol dalla zona centrale della difesa. Al momento Samuel è un giocatore assolutamente impresentabile, Jonathan è semplicemente imbarazzante e Coutinho è un giocatore da precampionato; troppo evidenti i limiti fisici e di personalità. Poi anche Strama ci ha messo del suo: se vuoi recuperare un risultato sostituisci Cassano con Alvaro Pereira, tenendo Sneijder in panca? Già questo si era mezzo incazzato domenica, almeno 20/30 minuti li poteva tranquillamente fare. Col Siena domenica prox o si vince o cominciano a essere cazzi veramente amari!
RispondiEliminaCiao a tutti. Concordo pienamente con Antonio e, d'altra parte, l'avevamo già detto entrambi in altre occasioni: la rosa attuale dell'Inter è assolutamente inadeguata per reggere entrambe le competizioni principali a cui partecipa. Quando devi ripartire dopo un periodo negativo devi ripartire sempre dal campionato, non da una competizione dove basta sbagliare una gara e sei fuori. Il problema dell' EL è che quasi impegnativa come la Champions e più dispendiosa a livello di risorse fisiche, perchè da certe trasferte si rientra al venerdì mattina alle 04.00 e alla domenica alle 15.00 sei di nuovo in campo. Ci vorrebbe il coraggio di mettere subito in chiaro dall'inizio che questo torneo andrebbe affrontato con chi ha meno spazio in campionato e con tre/quattro ragazzi che si vogliono testare in maniera seria: se si va fuori, niente drammi, se si arriva ai quarti, si prova a vincerla. Il guaio è che un discorso così una Società come l'Inter non potrà farlo mai. Speriamo che Stramaccioni & C. se ne rendano conto comunque e non facciano giocare tutte le partite a gente come Zanetti, Cambiasso, Samuel, Milito etc.etc.
RispondiEliminaBè, già stasera sembra che verrà preservata l'attuale coppia migliore a livello difensivo (Ranocchia-Juan, anche se dubito che un Samuel al 100% possa restare fuori dall'11 titolare) e il trio d'attacco pare sarà Cassano-Coutinho-Livaja. Come a dire: ok, ci interessa l'EL, ma a certe condizioni.
RispondiEliminaVedremo se San Siro verrà espugnato, o se dovremo rimandare la cosa a domenica..