sabato 30 marzo 2013

Spazio all'orgoglio, via servilismo ed arrendevolezza: è l'Inter-Juventus Day



Inter vs Juventus, oggi alle ore 15:00

Il Derby d’Italia è alle porte: tra poche ore sarà Inter- Juventus, il classico dei classici, che vedrà scontarsi la Vecchia Signora e la Beneamata, allo Stadio San Siro di Milano. Mai come quest’anno si è riscontrata, nei giorni che hanno preceduto il match, una totale apatia rispetto alla sfida tra le due nemiche storiche del calcio italiano, un torpore mediatico strettamente collegato alla differenza tra le classifiche delle due squadre e ai differenti obiettivi di fine stagione, oltre che alle Nazionali, che hanno catturato l’attenzione per diversi giorni. Nonostante ciò, è inutile negare che Inter- Juventus sia per qualsiasi tifoso delle due società o semplicemente per qualsiasi amante del calcio, una di quelle sfide che si attendono tutto l’anno, la cui data si cerchia in rosso sul calendario, tenendola a mente fin da 3 mesi prima, per scansare qualunque impegno venga inadeguatamente proposto.



Si sa, siamo rivali storici: sono quelli che abbiamo sempre considerato ladri, mentre loro ci credevano perdenti, aggettivo che dal 2006 in poi hanno dovuto cambiare con “prescritti”, vista l’emorragia di vittorie nerazzurre, unica nella storia dei club italiani. Sono gli stessi che costringevano Peppino Prisco a contarsi le dita dopo aver stretto la mano ad uno di loro, che facevano infuriare Mourinho per i loro furti, anche se non erano implicati in lotte per il titolo; quel club, con la divisa bianconera come quella dei carcerati, che scontano la pena in prigione, mentre loro non sono rinchiusi da nessuna parte e hanno pagato solo una volta, rispetto a tutti i campionati che avrebbero dovuto restituire; sono ancora quelli che vincevano a tutti i costi: Luciano Moggi non indietreggiava, infatti, di fronte a qualunque richiesta economica di arbitri and Co. Noi li odiamo sportivamente, loro ci odiano e basta e questo non cambierà mai. Questo è Inter- Juventus!

Strama esulta dopo la vittoria sulla Juve dell'andata
E poco cambia se sono diversi i punti di distacco tra le due società, se loro hanno lo scudetto in tasca e noi collezioniamo brutte figure: le due squadre combatteranno con unghie e denti, fino all’ultimo secondo. La sconfitta per 1 a 3 patita all’andata se la ricordano bene, e non la dimenticheranno mai, visto che neanche l’arbitro è riuscito a salvare gli juventini dalla prima sconfitta interna nel nuovo stadio: un disonore, un dolore tale che avranno rimpianto di non aver perso prima contro qualunque altra squadra del campionato, che grida vendetta e che non lascerà spazio a cali di tensione drastici. La sicurezza è che non faranno del turnover evidente in vista del Bayern, e che faranno di tutto per batterci in casa ed estrometterci definitivamente dalla lotta per il terzo posto. Dall’altra parte c’è l’Inter, fuori da ogni schema e da ogni logica, capace di asfaltare il Tottenham per 4-1 ed essere ugualmente eliminata per un passivo troppo pesante all’andata; in grado di vincere in casa della futura squadra campione d’Italia, rimontando da un 1 a 0 regalato dal guardalinee dopo un minuto, e poi di sprofondare sesta in classifica, un girone dopo, con una serie di sconfitte non degna di un club vincente e di blasone enorme. L’emblema di tale ambivalenza è Andrea Stramaccioni, che si trasforma alla velocità della luce ed in continuazione da brocco in fenomeno e viceversa, cambiando moduli e non riuscendo a dare un’identità di gioco, azzeccando una formazione e stravolgendo quella successiva, come se avesse bisogno di giustificare quella posizione che occupa ad un’età così giovane, incidendo perennemente con stravolgimenti tattici. Del resto è palese che non abbia una rosa soddisfacente, una rosa totalmente inadeguata alle sue idee tattiche: alla fine penso rimarrà e, con un gruppo decente, si potrà valutarlo per il suo reale valore. Ma questa è un’altra storia, ora conta solo il campo e solo a fine stagione si parlerà dei doverosi stravolgimenti in ogni ambito.

E come ogni anno, in Inter- Juventus, infatti, conterà poco chi scenderà in campo, o meglio conterà meno, molto meno rispetto alle altre partite: in partite del genere, nel Derby d’Italia, la grinta, l’orgoglio, la voglia di dimostrare che quei 18 punti di differenza valgono solo sulla carta, contano molto meno  rispetto ai reali valori tecnici in campo. E se l’Inter sarà quella dell’andata, anche se con un Milito in meno, sarà un po’ meno difficile regalare ai tifosi almeno un punticino prima di Pasqua. Fuori l’orgoglio, perché partite del genere le gioca solo chi ha la maglia nerazzurra come seconda pelle, gente a cui non tremano le gambe di fronte ad un San Siro stracolmo di tifosi pronti ad esultare per gol di una o dell’altra squadra; sono calciatori, anzi uomini, come Zanetti, Samuel, Cambiasso: che trasmettano ai giovani, all’intera rosa, la loro grinta, mista a professionalità, che li ha portati a traguardi straordinari. Siamo l’Inter! Non c’è possibilità di servilismo a priori di fronte a nessuno, tantomeno di fronte ai bianconeri.  Luci a San Siro, parte la sfida: con la grinta e il cuore, campioni nerazzurri, si può giungere ovunque, anche ad offuscare valori tecnici squilibrati. Regalateci una grande prestazione! Ce la meritiamo, per l’attaccamento all’Inter, perché nonostante tutto, siamo la società con maggior numero di abbonamenti, ma prima cosa di tutto ve la meritate voi, per dimostrare che non tutte le critiche sono costruttive, e tantomeno giuste, per dare ennesima prova che l’età è solo un numero, non indice di valore calcistico, se si parla di campioni che hanno scritto la storia. E se male andrà, saremo sempre lì a sostenervi, e contemporaneamente  a criticarvi in maniera, noi si, costruttiva, ma solo se davvero avrete fatto di tutto per evitare la sconfitta.

Strama-Conte, il duello di questa giornata
Chiosa finale su Antonio Conte: che la stampa spesso assuma il termine oscurantismo comeLippi-bis non sarebbero accettati di buon grado né da me, né dalla maggior parte di tifosi interisti, e penso che il mio pensiero sia lo stesso della società, e proprio per questo Conte non arriverà mai all’Inter. E i giornalisti che parlavano di Leonardo traditore e Cassano irriconoscente dove sono finiti? A loro le parole di Conte non scandalizzano, probabilmente non conoscono la differenza tra la professionalità, millantata dal tecnico come suo massimo valore, e la mancanza di rispetto nei confronti della società che lo ha portato nel mondo del calcio. In fondo sono problemi che neanche ci toccano, e Stramaccioni la sua lezione di vita al collega l’ha già data, nonostante i 13 anni di differenza rispettivamente in Juve e Inter; ritengo, però, e non trovo altra spiegazione, che Antonio Conte abbia voluto strumentalizzare l’Inter e sfruttare una domanda tanto comune che in qualsiasi conferenza c’è una volta si e l’altra pure, per preparare i tifosi bianconeri ad un’eventuale addio nelle prossime stagioni: ormai è chiaro che gli obiettivi di Conte presuppongono un suo addio alla Juve, e l’estero sarebbe l’ideale per il tecnico pugliese. Però non la si chiami professionalità, né si osi paragonarlo in nulla a Josè Mourinho, come uomo prima ancora che come tecnico, perché la differenza tra l’essere un condottiero, un leader emotivo ed essere un presuntuoso- individualista c'è ed è moltissima, anche se ai giornalisti ancora non è nota...

Alessandro

2 commenti:

  1. Vincere. Oggi pomeriggio conta solo questo. Una bella vittoria come all'andata o una botta di fortuna (il mio sogno è un gol in fuorigioco al 92esimo) poca importa, l'importante è battere la Vecchia Signora. FORZA INTER !!!

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  2. Entius sei meglio di Otelma!

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