venerdì 15 febbraio 2013
Il crac di Milito, e l'emergenza figlia del peccato originale
Scritto da
Unknown
Se poco prima del fischio d'inizio di Inter-Cluj avessimo chiesto a un centinaio di tifosi presenti allo stadio quale calciatore degli undici in campo non avrebbe dovuto mai e poi mai riportare neanche il più lieve degli infortuni, le percentuali in favore del nome di Diego Milito sarebbero state bulgare. Troppo importante l'apporto del Principe là davanti, sia nei panni di spietato finalizzatore che in quelli di regista d'attacco con quei movimenti e quel modo di stare in campo non riproducibili, e che suo malgrado hanno condizionato in sua assenza la produzione offensiva di una squadra "programmata" per avere lui come punto di riferimento in attacco.
Purtroppo, dal minuto 8 della gara contro i rumeni, è iniziato un altro capitolo della storia del Milito uomo prima che calciatore, che si intreccia indissolubilmente con il destino dell'Inter nel prossimo futuro. Il ginocchio del Principe ha fatto crac in modo innaturale, ed improvvisamente tutto quello che succedeva in campo ha perso importanza: sgomento iniziale, con la faccia di Strama ancora una volta indicativa di una pessima situazione, un piccolo barlume di speranza che si diffonde su Twitter, poi la mazzata che cancella ogni dubbio e affossa definitivamente anche i più ottimisti e forse ingenui. Rottura del legamentro crociato e del collaterale esterno, con interessamento della capsula: in poche parole, non poteva andare peggio. Stagione finita, ombre sul futuro se non altro per la carta d'identità del centravanti, a cui serviranno almeno 6-7 mesi per riprendersi da questo tremendo infortunio.
E salutando il nostro campione, appena entrato in un tunnel che all'inizio potrà sembrare senza fine ma da cui siamo certi uscirà alla grande, i riflettori si spostano inevitabilmente sulla squadra (che ieri ha fatto il suo dovere ipotecando la qualificazione con una doppietta di Palacio), e su chi ha fatto sì che un'evento sfortunato e imprevedibile come quello occorso a Milito diventasse un vero e proprio colpo di mannaia alle speranze di ambire a qualsiasi obiettivo stagionale, fosse questo il terzo posto, la coppa Italia o le semifinali di Europa League. Perdere uno dei centravanti più forti in circolazione è chiaramente uno scherzo del fato, rendere il parco attaccanti esiguo sia numericamente che qualitativamente, no.
Lo dicevamo nel pezzo di ieri, commentando anche in modo colorito (nel mio caso) una situazione di calma apparente il cui perdurare sarebbe passato dall'integrità fisica delle nostre tre punte titolari, visto che in panchina di veri "vice" non se ne vede neanche l'ombra e la presenza di Rocchi nella rosa nerazzurra è un mistero che spero un giorno non molto lontano verrà chiarito in maniera esaustiva. La sfiga ci ha presentato ancora una volta un conto salatissimo, ma sulla situazione attuale vi sono colpe specifiche che non si possono ignorare per un semplice fatto: anche con un Milito ancora integro, pensare di tirare avanti altri 3 mesi sempre coi soliti tre attaccanti, pregando per la loro incolumità settimana dopo settimana, sarebbe stato comunque segno di una pessima gestione del problema, e non avrebbe spostato di una virgola la valutazione nostra, e credo di molti altri tifosi e blogger come noi.
La situazione attuale, influenzata da un evento aleatorio come l'infortunio di Milito, è figlia di un peccato originale. L'investitura di un 36enne come sostituto dell'argentino ha di fatto costretto Stramaccioni a fare altre scelte, vista l'impresentabilità dell'ex attaccante biancoazzurro: e quando nell'affare Schelotto (altro elemento arrivato in condizioni fisiche disastrose, e la cui utilità nel sistema di gioco attuale è tutta da capire) è stato inserito anche Livaja (che paradossalmente avrebbe potuto giocare più all'Inter di quanto giocherà all'Atalanta), il capolavoro è stato completo. E il mister, che aspettava con ansia il ritorno del suo centravanti, adesso dovrà letteralmente inventarsi nuove soluzioni: come se di problemi non ce ne fossero già abbastanza, insomma. Forse nella sua mente avrà pensato, scuotendo la testa davanti a quell'immagine agghiacciante, alla sua panchina e a come in poco meno di un mese abbia dovuto dire addio a Sneijder e Milito, bocche da fuoco del "progetto" originale.
E' pensabile vedere Cassano e Palacio sempre in campo da qui a maggio? No. Può essere un cambio di modulo, l'ennesimo, la soluzione per preservare e far ruotare il più possibile le punte superstiti, mettendo di nuovo in soffitta idee tattiche e convinzioni recenti? Ni. Il lavoro del tecnico, già difficilissimo e solo in parte facilitato dagli innesti in mezzo al campo dello splendido Kovacic e del tosto Kuzmanovic, adesso diventa davvero proibitivo. E le colpe da ascrivere alla sua gestione, stavolta, sono inesistenti: avesse avuto un vero vice-Milito, chissà, forse oggi parleremmo di un'altra storia e magari faremmo una cronaca della gara col Cluj, il cui risultato garantisce se non altro un ritorno in Transilvania più agevole.
Nudi, di fronte alle nostre contraddizioni. E la sfiga, enorme e puntuale come un rigore a favore della Juventus, questa volta è solo una parte del problema.
INTER-CLUJ 2-0
Marcatori: 20' e 41' st Palacio
Inter: 1 Handanovic; 55 Nagatomo, 6 Silvestre, 23 Ranocchia, 31 Pereira; 19 Cambiasso, 29 Kovacic (43' st 29 Jonathan), 21 Gargano; 14 Guarin; 22 Milito (10' 8 Palacio), 99 Cassano (28' st 11 Alvarez). A disposizione: 27 Belec, 4 Zanetti, 24 Benassi, 40 Juan Jesus. Allenatore: Andrea Stramaccioni
Cluj: 1 Felgueiras; 3 Ivo Pinto; 13 Piccolo, 20 Cadu, 45 Camora; 6 Muresan, 23 Godemeche (39' st 12 Maftei), 24 Rada, 8 Sepsi; 14 Maah (33' st Hora), 30 Rui Pedro (39' st 19 Bjelanovic). A disposizione: 44 Stancioiu, 10 Valente, 26 Celestino, 62 Paun-Alexandru. Allenatore: Paulo Sergio
Arbitro: Michael Koukoulakis (Gre) Note.
Ammoniti: 31' Pereira, 22' st Maah, 25' st Silvestre, 37' st Muresan. Minuti di recupero: 3'-2'. Spettatori: 14.790
Antonio
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Beh, c'è altro da aggiungere forse? Si è partiti dalla paura (già dall'inizio si capiva la bruttezza di quell'infortunio purtroppo...); si è passati alla rabbia, contro la sfiga; infine, razionalmente, s'è arrivati alla presa di coscienza che per l'ennesima volta siamo innanzi si a quelcosa di sfortunato, ma anche ad una mancanza oggettiva di progettualità. Vedremo come correranno ai ripari, se lo faranno...intanto un abbracio al nostro Principe!
RispondiEliminaCiao a tutti. Prima di tutto mi associo ad Andrea nell'abbraccio al Principe, che resterà per sempre un giocatore indimenticabile per quello che ha fatto nella nostra squadra nel 2009/10; e anche per la sua serietà, per la professionalità, per il garbo, per quel suo essere sempre misurato e mai al di sopra delle righe (tranne nella notte di Madrid -va beh, dài una sola volta!). Alla mia età ho imparato che la sfiga "gratis" ti piomba addosso circa una volta su dieci; le altre nove, di solito, te la vai a cercare, più o meno consapevolmente. Ed è proprio quello che è successo all'Inter: si è voluto estromettere Pazzini (che avrebbe in ogni caso giocato parecchio), e non si è voluto prendere una riserva di Milito nè in Agosto, nè in Gennaio. Anche un bimbo di 6 anni capiva che era una delle necessità primarie e puntualmente la Nemesi divina si è abbattuta sotto forma di infortunio addirittura gravissimo.
RispondiEliminaComplimenti alla Società, davvero! Ora il terzo posto ce lo sognamo sul Permaflex!
In Bocca al Lupo Principe, e la tua carriera non è ASSOLUTAMENTE FINITA QUI! Doveroso iniziare così...per il resto, il potenziale offensivo dell'Inter è praticamente dimezzato da qui a fine stagione, e questo è innegabile! Ciò che mi rode maggiormente, è che la Lazio, orfana di Klose, per un pò di tempo, oltre che provvedere, per ragioni numeriche all'acquisto di Saha, aveva già Floccari e Kozak in rosa, che non lo stanno facendo rimpiangere più di tanto, almeno sotto porta, e che non sono certamente Rocchi. La fortuna aiuta gli audaci, non i folli, anche se nelle stagioni storte tutto va male. Il sogno è che l'anno prossimo Milito torni, se non quello di sempre, almeno all'80 per 100 del suo valore e aiuti i nerazzurri nella gestione di Icardi (che a questo punto va chiuso il più presto possibile) e che lo speaker torni a gridare il suo nome, mentre parte la solita canzone di Ligabue. Per sapere come la penso sul futuro immediato del nostro attacco senza il Principe ripassate tra un pò di ore!
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