![]() |
Gasp e Wes un anno e mezzo fa |
Era una fresca serata di settembre, una di quelle in cui ci si rende conto di dover salutare l'estate per accogliere i caldi colori autunnali. A Novara il fresco arriva un pelo primo che in altre parti d'Italia, ma per l'Inter giunse il gelo: 3-1 per i neo-promossi uomini di Tesser contro gli ex campioni di tutto nerazzurri. L'inizio della fine. Fu l'ultimo incontro tra il popolo nerazzurro e Gasperini, un incontro a termine di una relazione fugace senza amore, ma neppure scosse adrenaliniche sessuali. Fu soltanto un imprevisto, il tentativo di creare qualcosa da due personalità incompantibili, cioè quella pazza ma orgogliosa del club del biscione e quella ambiziosa ma un pizzico troppo conservatrice del tecnico scuola Juventus (e già si doveva capire tutto, forse). Fatto sta che la mattina seguente a quella fresca serata di settembre, Moratti decise di cacciare il tecnico ex Genoa, senza troppi salamalecchi e senza pillole indorate: Gasperini, hai fallito, sei fuori, come direbbe oggi Briatore. Da quel giorno è stata una guerra dialettica, anche se definirla guerra è decisamente eccessivo. Gasp se l'è legata al dito, Moratti non lo ha mai amato. Semplici schermaglie, diatribe fini a sè stesse.
Domenica pomeriggio però San Siro tornerà ad accogliere il Gasp, subentrato a Sannino sulla panchina continuamente traballante del Palermo Zampariniano. Non ci saranno striscioni di saluti, non ci saranno applausi, non ci saranno nemmeno flash nostalgici nelle menti dei tifosi, soltanto la voglia di veder tornare l'Inter vincere. L'Inter di Stramaccioni, un aggettivo possessivo che Gasperini non è mai riuscito a creare legato a quel nome e che lo porterà, probabilmente, a ricercare la vittoria con un pizzico di rabbia agonistica in più. Ma per noi vincere domenica è troppo importante per poter lasciare al tecnico avversario briciole di soddisfazione, dobbiamo ripartire e girare pagina in velocità. Le deludenti prestazioni delle ultime quattro sfide, tra campionato ed EL, non lasciano molte opzioni: la vittoria deve arrivare. Il Palermo sarà privo di Donati (classe nerazzurra) e Miccoli, folletto zarro che vede in noi una delle sue vittime preferite (chi c'era nella bufera di neve di fine gennaio scorso può ben dirlo, ed io c'ero), motivo in più quindi per Strama ed i suoi ragazzi di far tornare il pubblico di San Siro ad esultare, magari convincendo anche un pò visto che poi arriverà il Napoli in una sfida decisiva per la rincorsa sognante alla Juventus.
![]() |
Wes e Moratti (AP/LaPresse) |
Purtroppo però non passa settimana per noi nerazzurri senza che qualche bubbone venga a galla. Stavolta la colpa è del cruccio Sneijder. La situazione è semplice: per due anni lui dovrebbe guadagnare ancora 6 milioni di € a stagione, ma l'Inter non ci sta e nella sua politica spalma tutto, punta a convincerlo a firmare un rinnovo che allungherebbe la sua permanenza in nerazzurro di un anno, facendo scendere il compenso a 4 milioni però, in sostanza 12 milioni in tre anni invece che in due. E mentre Moratti viene invitato all'ONU per parlare con orgoglio del progetto Inter Campus, l'Associazione Mondiale Calciatori punta il dito contro l'Inter, accusandola di mobbing nei confronti dell'olandese. Solo noi cazzo, solo noi potevamo andare all'ONU e subire accuse del genere nello stesso giorno. Ma va beh, comunque, a quanto pare Wes ci sta pensando e finchè non accetterà la decisione non giocherà, a meno che la politica interna alla società non permetta a Strama di fare di testa sua, allora già domenica potremmo vederlo in campo. Un gran casino. Partiamo da un dato di fatto però: non c'è alcuna azione di mobbing. Il giocatore si sta allenando con la squadra, non è fuori rosa, viene da un lungo infortunio che non gli ha permesso di giocare e pertanto nulla vieta che la sua assenza dal campo sia frutto di una scelta puramente tecnica, anche se tutti sappiamo che non è così. Abbandonato però il versante più "giuridico" e teorico del tutto, beh, è innegabile che siamo di fronte all'ennesimo caso gestito malamente dai dirigenti interisti.
Il contratto di Sneijder l'hanno firmato lui e la Società e visto che rimbrottiamo sempre i calciatori di pretendere continui adeguamenti e di fottersene dei contratti, giusto è riconoscere, in questo caso, il fatto che è la Società stessa a non voler riconoscere un accordo che lei stessa ha sviluppato ed accettato qualche tempo fa. Inoltre la gestione del caso Sneijder unita alla gestione di questa estate dei casi Maicon, ma soprattutto Julio Cesar, mostra come i dirigenti tendano un pò troppo a voler calcare la mano. Come puoi creare mercato ad un giocatore se non lo fai giocare? Come puoi pretendere che a gennaio, se Wes non rinnovasse spalmando, arrivi una squadra con 15 milioni di € per un giocatore che non si vede in campo da fine settembre e guadagna quanto Julia Roberts a film? Sono politiche aziendali e mi pare che noi abbiamo ancora qualcosa da imparare al riguardo. Se proprio vogliamo fare i duri, eccheccazzo, facciamolo per bene e senza che ne esca sempre un caso mediatico! Chissà che ha pensato Ban Ki-Moon quando gli hanno presentato Moratti dicendogli "Sa, questo è il Presidente dell'F.C. Internazionale, club calcistico storico italiano. E' qui per un progetto umanitario in aiuto dei bambini di Paesi in difficoltà, ma nel frattempo a Milano i suoi sgherri stanno mobbizando Sneijder, il giocatore che guadagna di più nel club". Magari non ha pensato nulla, ma evitare figure di merda non sarebbe una cattiva idea. E ciò vale per il caso Sneijder tanto quanto per la partita di domenica con il Palermo. Vinciamo. Perdere contro Gasperini sarebbe una figura di merda quasi insopportabile, davvero.
Andrea