lunedì 20 maggio 2013

Inter-Udinese 2-5: senza orgoglio, nè dignità

inter-udinese

16 sconfitte in campionato, 8 nelle ultime 11 di cui 5 nelle ultime 6 uscite casalinghe. 

19 punti in 19 partite, 5 vittorie in tutto il girone di ritorno.

57 gol subiti, gli stessi del Siena, tre in più del Palermo retrocesso.

9 gare terminate con almeno 3 gol subiti.

9° posto in campionato, peggior risultato dal 1994.

Per la stagione 2012/13, signori, è tutto.

TABELLINO 

INTER-UDINESE 2-5 

Inter (3-4-2-1): Handanovic; Pasa, Cambiasso, Juan Jesus; Nagatomo, Kuzmanovic (78' Benassi), Kovacic, Pereira; Guarin, Alvarez (55' Palacio); Rocchi (70' Schelotto). A disposizione : Carrizo, Belec, Spendlhofer, Ferrara, Olsen, Garritano, Forte. All.: Stramaccioni

Udinese (3-4-2-1): Brkic; Benatia (69' Angella), Danilo, Domizzi; Basta, Allan, Pinzi (89' Rodriguez), Gabriel Silva; Pereyra, Muriel (81' Badu); Di Natale. A disposizione: Padelli, Pawlowski, Heurtaux, Ranegie, Campos Toro, Merkel, Pasquale, Zielinski, Maicosuel. All. Guidolin

Antonio

6 commenti:

  1. Al di là di tutto quello che è successo, credo che la cosa peggiore sia stata quella di avere cacciato giù per il cesso un altro anno dopo averci gettato la stagione scorsa partendo ad handicap con Gasperini. Sulla partita di ieri non vale nemmeno la pena di perderci un minuto per commentare. Quando scazzi tutto per tre anni dietro fila ti trovi a dovere rivoluzionare tutto invece che operare 3/4 innesti mirati e, soprattutto, ti ritrovi a farlo con meno risorse economiche a disposizione. Non ci resta che sperare che Qualcuno illumini Moratti sulla via di Appiano Gentile...

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  2. (repubblica.it – A.Sorrentino) Il Borussia Dortmund è “Echte Liebe”, vero amore, come recita il motto del club, perché alle spalle ha un tifo e una passione popolare con poche analogie in Europa. Ma è anche un meraviglioso miracolo imprenditoriale e di competenza calcistica, e bastino due dati: Robert Lewandowski, il polacco che ha segnato quattro gol al Real Madrid, è costato 4 milioni, e sette anni fa il Borussia Dortmund era tecnicamente fallito.
    Già, nel 2006 non c’era più un euro in cassa, anzi peggio: il passivo ammontava a 140 milioni, insomma il “BVB” (Ballspielverein Borussia, come da denominazione ufficiale) stava morendo, dopo che nei precedenti due anni per tamponare le perdite aveva affrontato umiliazioni in serie, come quella di accettare un prestito dai nemici del Bayern per pagare gli stipendi o quella di tagliare i compensi dei giocatori del 20%, e infine si era dovuto anche vendere lo stadio.
    Stava annegando, il Borussia, perché i suoi dirigenti avevano esagerato con le spese dopo i fasti degli anni Novanta, quando nel 1997 era arrivata la vittoria in Champions (in finale ai danni della Juventus).
    Poi, nel 2006, tutto riparte: un prestito provvidenziale della Morgan Stanley consente al club di sopravvivere, e ripartire. Da quel momento si sceglie l’unica strada percorribile, cioè quella che dovrebbero seguire tutti: si lavora sui giovani, mentre sul mercato si cercano talenti a basso costo ma di sicuro avvenire, impresa per la quale bisogna essere attrezzati di competenza e professionalità.
    Dopo due stagioni difficilissime tra il 2007 e il 2008, in cui il BVB rischia la retrocessione, la risalita inizia con l’ingaggio di Jurgen Klopp come allenatore, il 1° luglio 2008. Il giovane tecnico, che all’epoca ha 41 anni, comincia a plasmare la squadra lavorando sui ragazzi, ricreando il senso di appartenenza che era stato uno dei segreti del Borussia anni Novanta, imponendo un gioco tecnico e velocissimo, spettacolare.
    I ragazzi lo seguono e il pubblico ancor di più: quando il club torna a vincere la Bundesliga due volte, nel 2011 e nel 2012, il Signal Iduna Park è lo stadio più gremito del mondo: la media nel 2011 è addirittura di 80478 spettatori a partita.
    Nel frattempo, pur spendendo circa 6 milioni all’anno per la cura del vivaio, sono stati acquistati Robert Lewandowski per 4 milioni dal Lech Poznan (Genoa e Atalanta erano interessate, ma non intravidero l’affare), l’altro polacco Piszczek dallo Zaglebie Lublin, i dioscuri della difesa Subotic (dal Magonza) che adesso è uno dei migliori difensori d’Europa e Hummels (dal vivaio del Bayern), esplode Nuri Sahin, mentre dal vivaio esce Mario Gotze o dal Bochum arriva Gundogan, preziosissimo regista di qualità. Un tassello dopo l’altro, e sempre spendendo il giusto, il grande Borussia si completa.
    L’unico acquisto oneroso è quello di Reus dal Borussia Monchengladbach (17 milioni), ma intanto il club sa anche come piazzare qualche plusvalenza: il giapponese Kagawa viene acquistato per 300 mila euro ma poi rivenduto dopo un anno al Manchester United per 16 milioni. Ecco come si è arrivati all’indimenticabile semifinale contro il Real, al 4-1 coi 4 gol di Lewandowski: con una squadra forte e giovanissima, perché l’età media è di appena 24 anni, visto che in rosa ci sono appena due ultratrentenni, gli immarcescibili Kehl e Weidenfeller (il portiere), che erano qui già all’inizio degli anni Duemila e hanno fatto da chioccia a tutta la nidiata.
    A tutto questo, si aggiunga il fatto che ai risultati sportivi bisogna abbinare i successi in campo economico. Il BVB nel 2012 ha fatto registrare un fatturato di 199 milioni, in crescita del 40% rispetto all’anno precedente, e un utile netto di 34 milioni. Al momento, il club è al nono posto nella classifica dei fatturati. Al primo posto ci sarebbe il Real Madrid, ma la notte del Signal Iduna Park ha dimostrato che di fatturati si vive e si prospera, certo, ma non sono l’unica cosa che conta. Contano anche l’Eichte Liebe e la competenza.

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  3. .......................Nel 1986 - dopo aver allenato la Scozia ai Mondiali - si trasferisce al Manchester United, e con un giro di vite si sbarazza della vecchia guardia del gruppo puntando sul settore giovanile che avrebbe prodotto bandiere come Giggs, Beckham, Scholes, Neville. Il primo trofeo con i Red Devils arriva più di tre anni dopo, la FA Cup vinta con il Crystal Palace. Da quel momento non si ferma più. Spiccano in particolare le due Champions League conquistate nel 1999 (che gli valse il treble) con il Bayern Monaco, nella finale forse più spettacolare di sempre, e nel 2008, ai rigori contro il Chelsea.

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  4. Il settore giovanile, noto come cantera, ha un'importanza fondamentale, perché fin dall'infanzia viene insegnato ai giovani allievi il tiki-taka, uno stile di calcio basato su un estenuante possesso palla, principalmente orizzontale, finalizzato a far correre a vuoto l'avversario, stancarlo e quindi avere statisticamente più possibilità che quest'ultimo si distragga e lasci spazi liberi tra le linee. Solo a quel punto la squadra che attua il tiki-taka decide di verticalizzare. Questa tipologia di gioco è la stessa che attua la prima squadra, quindi l'inserimento dei canterani in quest'ultima risulta più naturale; infatti la "cantera" ha prodotto giocatori che tuttora sono pilastri fondamentali della squadra blaugrana, come il difensore e capitano Carles Puyol, i centrocampisti Xavi e Andres Iniesta, l'attaccante Lionel Messi. Oltre a questi, sono cresciuti a La Masia altri giocatori della formazione blaugrana, nonché della Nazionale spagnola: il portiere Víctor Valdés, il difensore Gerard Piqué, i terzini Martín Montoya e Jordi Alba, i centrocampisti Sergio Busquets, Thiago Alcántara e Cesc Fàbregas, l'attaccante Pedro.
    Dalla cantera blaugrana sono emersi altri giocatori, tesserati per alcuni dei maggiori club europei come José Manuel Reina, portiere del Liverpool; Mikel Arteta, centrocampista dell'Arsenal; Thiago Motta, centrocampista italo-brasiliano del Paris Saint Germain; Oriol Romeu, centrocampista del Chelsea, e Bojan, attaccante del Milan.
    Sono cresciuti nel vivaio di casa anche l'ex-allenatore della prima squadra del Barcellona, Pep Guardiola e l'attuale allenatore Tito Vilanova.[21] Come loro anche altri protagonisti della storia del club quali, tra gli altri, Guillermo Amor e Albert Ferrer.

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    1. noi nella primavera stiamo investendo da anni facendo razzia dei migliori under 17 su piazza...e ogni tanto tiriamo fuori qualcuno come martins o balotelli. Ma in genere sino ad ora, i giovani li abbiamo usati per abbattere il prezzo di giocatori che si pensava potessero essere pronti subito...Bonucci, Bolzoni, Faraoni, Livaja, Destro e altri sono stati messi dentro per prendere Milito, Motta, Ranocchia, Handanovic etc...siccome si mirava a vincere il procedimento ci poteva stare, anche per le vittorie rivalutarono tutti i nostri 30enni anche se non sapemmo approfittarne. Ora non si mira a vincere, ma a valorizzare per rivendere perch´siamo sotto con i conti. Quindi qualcosa cambierà. La samp ci ha chiesto bardi duncan e longo per icardi ma abbiamo rifiutato...
      certo che se il progetto si basa sui giovani e si sposta il miglior tecnico primavera in italia per darlo alla primasquadra, c'è un ragionamento malato alla base....

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  5. Grazie per i dati Antonio, che più di tutti possono spiegare quello che accade in campo. La situazione è pietosa, non vedo come si possa confermare un allenatore del genere...Male, male

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