lunedì 11 giugno 2012

Inter, il vero colpo? Fassone ed il nuovo stadio

Fassone, nuovo dg dell'Inter
In estate, se si scrive di una sola squadra come facciamo noi di Inter Cafè (seppur variando da autore ad autore), diventa assai difficoltoso trovare uno spunto, una notizia, un'indiscrezione che dia il là all'ispirazione per un pezzo. Ciò, chiaramente, se escludiamo il mercato, di cui però va detto che, in tutta sincerità, diventa anche difficile scrivere qualcosa che il tifoso o la tifosa interista medio/a già non sappia. Internet, i quotidiani, i media che parlano di calcio praticamente 24 ore su 24: se esce un nuovo nome, nel giro di poche ore si sa già tutto di lui, da quanti gol ha fatto nell'ultima stagione a quante veline o modelle s'è portato a letto da quando è divenuto famoso e pieno di soldi. E che fantasia c'è allora nello scrivere qualcosa? Grazie a Dio l'Inter dà sempre qualcosa di cui scrivere e di cui discutere ed anche in questa fine primavera non ci permette di stare zitti e con le mani in mano: come ha scritto Antonio qualche giorno fa, finalmente il tanto atteso momento della rifondazione in Corso Vittorio Emanuele è giunto. Resta Strama, via Paolillo, ciao ad alcuni senatori (alcuni, mica tutti, se no che gusto c'era scusate?) e benvenuto (almeno si spera che potremo dare il benvenuto a qualcuno) solo a giovani giocatori pronti a fare il salto di qualità. Ed è arrivato Marco Fassone.
Paolillo si defila
E chi è Marco Fassone? In termini generali è un signore piemontese, precisamente di Pinerolo, nato nel 1964 e che si inserisce nell'organigramma nerazzurro come nuovo Direttore Generale dopo che il buon Ernesto Paolillo ha gentilmente fatto un passo indietro, chiarendolo a tutti con una bella lettera perchè se l'avesse detto a voce ben in pochi l'avrebbero capito sinceramente. Bando alle ciance, il buon Paolillo ha comunque rivestito un ruolo importante nell'Inter vincente degli ultimi 7,8 anni, in cui è riuscito a collaborare nella costruzione e gestione di un settore giovanile di primissimo livello ed in cui è stato comunque sempre presente nelle scelte dirigenziali che ci hanno prima portato sul tetto del mondo e poi, ahinoi, nello stato in cui siamo oggi. Tanti meriti quindi, ma anche la consapevolezza che il suo cammino nell'Inter era probabilmente giunto al capolinea. Lui l'ha capito, altri no, tanto di cappello quindi. Ma dicevamo di Fassone. Laureatosi in Lettere Moderne in tempistiche perfette trova il suo successo non come scrittore o giornalista, bensì come dirigente della Ferrero dove rimane per ben 12 anni. Dopo una breve parentesi alla Galbani, decide di passare dai generi alimentari a ciò che essi divengono dopo il lungo cammino nel nostro sistema digestivo: sbarca alla Juventus. E' il 2003 ed il suo ruolo è stato quello di Direttore del Marketing, ricordato come uno degli artefici principali del progetto per il nuovo stadio e primo esponente della dirigenza di Torino a capire la forza del mercato d'Oriente, permettendo l'apertura del primo Juventus Club in Cina.
Nel 2010, De Laurentiis, dopo l'addio di Marino nello staff dirigenziale partenopeo, decide di puntare sul piemontese per rilanciare l'immagine del Napoli e lo rende Direttore Generale. Nei due anni passati in Campania, complice il buon momento del club, riesce ad esportare con gran successo il brand Napoli anche all'estero. Sbarca oggi a Milano dunque con un curriculum vitae di tutto rispetto e con un compito preciso: rendere il marchio FC Internazionale 1908 il brand sportivo italiano più famoso al mondo. Un compito da nulla insomma. Moratti aveva già puntato con forza sui mercati orientali e l'ultima tourneè in Indonesia ne è l'ennesima dimostrazione, ma con Fassone si vuole passare ad un livello superiore. Avere un marchio intrigante e conosciuto non basta, per fare soldi bisogna avere anche qualcosa da offrire a chi rappresenta la domanda, ovvero i tifosi: più merchandising, più presenza in tutto il mondo, più spazio all'oggettistica e, soprattutto, il nuovo stadio.
Progetto stadio-Inter della Sports Investiment Group (?)
Già, il sogno proibito di Moratti ed un'idea che divide i tifosi. San Siro è sempre San Siro, l'arena di successi indimenticabili e sconfitte eclatanti, la nostra casa, ma va anche detto che non ci sono molte ipotesi ed abbandonare il Meazza diventa quasi una necessità per andare avanti. Non è un caso che Moratti, il 9 giugno scorso, abbia avuto un incontro di circa 40 minuti con il sindaco milanese Pisapia, interista e vero ago della bilancia dell'eventuale progetto. Identificare una zona adatta, ottenere i permessi necessari, evitare antipatici blocchi burocratici: avere un buon rapporto con le istituzioni e renderle partecipanti attive del progetto è una mossa saggia ed anche Fassone lo sa bene. Che il consiglio sia giunto proprio da lui? Non lo sapremo mai, ma certamente la dirigenza nerazzurra non sta scherzando. Pisapia, a quanto pare, avrebbe proposto al Presidente nerazzurro di costruire lo stadio nell'area dedicata all'Expo 2015 tra Milano e Rho, uno stadio che diverrebbe, oltre che casa dell'Inter, anche l'arena dei concerti rock di Milano. Altri dicono che la zona sarebbe in Rozzano, paese della provincia milanese. Intanto il figlio di Moratti Angelo Mario ha iniziato una "missione" europea con amici ed altri membri più o meno vicini al padre per studiare i migliori stadi europei e prendere il meglio da ognuno di essi. Uno stadio di proprietà, soprattutto in un club importante, porta soldi, tanti soldi e sono le statistiche a dirlo chiaro, in particolare quello della società Deloitte, che da anni studia i movimenti economici nel calcio mondiale ed, in particolare europeo. Il nuovo stadio, per Moratti, sarebbe il vero colpo da regalare ai tifosi. Molti, legittimamente, storcono il naso perchè il vero colpo sarebbe un giocatore di alto livello, ma per poter arrivare a quel punto, con le casse vuote di oggi, bisogna realmente mettere in conto il "colpo" del nuovo stadio, anche se le tempistiche sono ancora piuttosto vaghe, probabilmente prima del 2017 non se ne parla. Fassone è arrivato anche e soprattutto per questo, ma riuscirà ad entrare nei cuori dei tifosi più di quanto è riuscito a fare il bistrattato Paolillo?

Andrea

12 commenti:

  1. Un uomo di Giraudo x fargli lo stadio.....spioni e merde!!!!!!dal 1908 il circo a mi l ano

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  2. ...ciò che essi divengono dopo il cammino nel nostro sistema digestivo" è senz'altro una frase riuscita. Mi ha strappato un sorriso di primo mattino, e di questo ti ringrazio. Il curriculum di Fassone sarà senz'altro buono, purtroppo x noi - e a lungo - sarà soprattutto un ex bianconero... x i primi tempi speriamo lavori dietro le quinte

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  3. Ciao Lorenzo, sono contento di averti fatto sorridere, scrivo anche per questo :) Detto ciò...Fassone è indubbiamente un personaggio che è stato fonadamentale, in certi anni, nella Juventus, ma va sottolineata una cosa: il suo lavoro era svolto soprattutto sul piano extra-sportivo, il suo passato bianconero non può mai essere paragonato a quello dei vari Moggi-Giraudo-Bettega. All'Inter si vedrà poco, non sarà mai mediaticamente esposto quanto lo era Paolillo secondo me, ma il suo lavoro sarà assolutamente necessario per costruire il futuro. Speriamo che le cose vadano bene, ma chiaramente non basta lui per essere una nuova squadra con una nuova dirigenza...ci vuole tanto lavoro, lui faccia il suo, si spera che gli altri facciano bene il loro! A presto :)

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  4. Praticamente chiunque arrivasse nella dirigenza juventina allora doveva essere un uomo nella simpatie di Giraudo caro mio! Continua pure ad odiarci, il fegato te lo rodi tu, mica noi ;)

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  5. Perchè non scrivete che Fassone ha lavorato anche nel marketing del Torino ed è stato mandato via , stava per essere mandato via dalla Juve l'ha preso il Napoli , l'ha mandato via il Napoli l'ha preso l'Inter incredibile da simpatizzante interista cambierò sport in Italia soprattutto nello sport chi non fa' niente non ha capacità va' avanti

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  6. Ciao Marani66: l'unica cosa che non ho scritto su Fassone è che collaborò con il CAN A-B, per il resto la sua carriera non ha mai sfiorato il Torino perchè nel calcio ci è entrato con la Juventus. Se ne andò quando Blanc prese in mano il progetto stadio, di fatto rendendo inutile il suo ruolo nella società, mentre nel Napoli non fu cacciato, ma decise lui di andarsene, probabilmente quando iniziarono i primi contatti con la dirigenza nerazzurra (vedi la lettere che fu pubblicata sul sito partenopeo nel giorno del suo addio). Non è un uomo di calcio, un grande dirigente alla Galliani per intenderci, ma è un uomo che sa fare il suo lavoro e lo dimostra il fatto che prima ha lavorato a lungo nella Ferrero, una delle imprese che va meglio in Italia e nel Mondo. Detto ciò, beh, ognuno chiaramente può avere la sua idea, ma dire che non ha capacità mi pare esagerato: come si fa a dire che non ha capacità uno con questa carriera? Sarà raccomandato? Di certo non è un "figlio di qualcuno", è un uomo che s'è fatto da sè. Ripeto Marani66, ognuno è libero di fare ciò che vuole chiaramente, ma penso che l'arrivo di Fassone all'Inter sia un motivo molto debole per smettere di seguire l'Inter ed il calcio italiano in generale :)

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  7. Ciao a tutti. Mah, non so Andrea: questo Fassone sarà senz'altro un abile manager e probabilmente è quello che ci vuole in un mondo del calcio che sta cambiando. Però, se mi permetti, riuscire a valorizzare il marchio Inter quando scendi in campo in Europa League con Nagatomo, Poli, Obi, e i Chivu e gli Stankovich di adesso, penso sia impresa molto ardua per chiunque. Un occhio al campo e di conseguenza al mercato va sempre dato, perchè alla fine è la dove vengono decretati successi e insuccessi di una Società.
    Qui continuano a passare i giorni e le notizie ci rimandano sempre alle settimane successive: una situazione purtroppo già vissuta e sappiamo anche con quali conseguenze. Poi è chiaro che bisogna agire bene anche in altri ambiti e che è tutto collegato: quindi un "in bocca al lupo" e un benvenuto a Fassone. P.S.: anch'io ti faccio i complimenti per la battuta sul cammino nel processo digestivo, Andrea. Direi che sintetizza bene la differenza fra noi e gli juventini: noi siamo capaci dell'ironia anche nei confronti di noi stessi, loro invece sanno solo odiare e "ingugnarsi" la verità che i loro dirigenti a turno gli cacciano in gola a forza.

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  8. che bello...ti voglio bene...continua a farmi godere :D

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  9. Guarda,accetto la tua informazione,anche se continuo a non esserne così sicuro visto che da nessuna parte é detto o riportato :) vedremo se é un tale disastro...io continuo a dire che non la penso come te x ora!

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  10. Guarda che lavorava con un mio amico al Torino di cimminelli mi ha detto che e' un disastro confermato anche dalla Juve informati meglio povera Inter..... Mondo dove i lecchini vanno avanti senza capacita,

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  11. Non sono d'accordissimo Alex...il marchio di un club va ben oltre i nomi di chi scende in campo, almeno per un certo periodo di tempo. Chiaro, se per i prossimi 50 anni non vinceremo più nulla, saranno parole gettate al vento, ma se anche per un paio di anni non dovessimo vincere nulla (facciamo corna e tocchiamo quel che vogliamo!) non cambierebbe la forza del nostro brand. La storia, le vittorie, i personaggi che hanno vestito questa maglia pesano come macigni sulla forza d'impatto mediatica generale...squadre come il Liverpool o l'Arsenal ne sono gli esempi più lampanti. Per questo è importante tenere sotto stretto controllo quel settore dirigenziale :)
    Ti ringrazio per il complimento comunque Alex! :)

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  12. Sì, quello che dici è senz'altro vero in buona parte. Ma tieni presente che nel mondo attuale la memoria della gente è molto più corta di quella di qualche anno fà....

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