mercoledì 13 giugno 2012

Inter, fu colpo di fulmine

Wilhelm Jonk
Era il 30 ottobre 1994. Ero un bambino di 5 anni. Non stavo più nella pelle: la mia prima partita a San Siro, Inter-Reggiana. Grazie ai parenti da parte di mamma, intelligenti e lungimiranti, disponevo già di ogni sorta di gadget interista: sciarpe, bandiere, cappellini, magliette, poster, pupazzi… “il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle” aveva già abbondantemente invaso la mia vita. Troppo facile, in tenera età, cominciare a tifare per la squadra che vince. Il legame con la squadra di appartenenza va al di là dei titoli, dei successi. Poco male se poi la stagione precedente la mia Inter avesse pericolosamente concluso 13esima in campionato, ad un punto dalla zona retrocessione: i mezzi busti che attiravano il mio sguardo ammirato erano quelli della Beneamata, appiccicati assai storti sull’album Calciatori Panini 1994/95. Baresi in copertina con la maglia della Nazionale ad Usa ’94, in marcatura su Romario, non sortiva alcun effetto: senza il nero, l’azzurro non aveva il potere di stregarmi. A distanza di anni, ho ancora tutte quelle figurine stampate nella testa. Jonk, Ruben Sosa, Bergkamp, Pagliuca (appena arrivato, a prendere il posto di Zenga) su tutti: idoli di carta adesiva.

Ma quell’Inter-Reggiana. Eh sì, quell’Inter-Reggiana! Sedile posteriore della storica Uno Bianca, soffocato nella sciarpa di lana su cui spiccava (e spicca ancora, maniacalmente conservata) la scritta “Forza Inter”, davanti papà e mamma, destinazione San Siro. Il tragitto sembrava non finire mai, ma alla fine la voce di papà: “Siamo arrivati”. Parcheggio in Piazzale Lotto, il primo bandieraio, poi a piedi su viale Federico Caprilli in un fiume di sciarpe nerazzurre. Una decina di minuti e poi…e poi eccola: la Scala del calcio. Piccola coda dal bigliettaio, 3 pezzi di carta che recitavano “secondo anello arancio”. Su per le scale, e poi lo spettacolo mi si è aperto davanti agli occhi: il campo verde, migliaia e migliaia di persone, un frastuono eccitato ed eccitante. La sensazione era magnifica, e chiunque è stato a San Siro può testimoniare: la prima volta non si scorda mai.

Album Panini 1994/'95
Sulla panchina dell’Inter sedeva Ottavio Bianchi, fedele al suo 5-3-2 che un anno più tardi vide esordire il giovane Javier Zanetti come laterale destro sulla linea difensiva. Con la Reggiana, a difendere la porta l’estremo difensore pagato 15 miliardi, alla prima stagione dopo il vuoto lasciato da Zenga: Pagliuca. Davanti a lui, la retroguardia composta da Bergomi, Conte, Orlando, Massimo Paganin e Bia. Con mio grande rammarico, l’idolo personale Jonk sedeva in panchina, ma poco male: il centrocampo Orlandini, Seno e Berti andava benissimo lo stesso. Davanti, Bergkamp e Delvecchio. Ore 15.00, l’arbitro Giuseppe Rosica ha fischiato: VIA!

“Fiorucci” sulla maglia, “Umbro” storico sponsor tecnico, i nerazzurri  erano partiti bloccati. Pochi varchi, partita lenta e senza troppi sussulti. A livello di blasone l’Inter avrebbe dovuto mangiarsi l’avversario, ma il periodo non troppo roseo rimescolava le carte. Nulla di fatto: l’Inter orfana dell’uruguagio Ruben Sosa - osannato da due ragazze alle mie spalle che avevano catturato la mia attenzione - ha chiuso il primo tempo sullo 0-0. Nel secondo tempo la solfa non sembrava cambiare. Fuori Bergomi, difensore, dentro – con grande gioia del sottoscritto – l’olandese Jonk, centrocampista. Ottavio Bianchi cercava la vittoria. Dopo una manciata di minuti e di tanta calma piatta in campo, fuori Bergkamp, dentro Veronese: forze fresche là davanti, alla ricerca del gol vittoria. Che non arrivava. Un po’ di sconforto per la prima a San Siro a reti bianche cominciava ad assalirmi. Ma l’Inter era pazza, lo era già da allora. La sorpresa era…dietro l’angolo! Minuto 89, corner: Bia l’aveva messa giù di testa, si era allargato all’interno dell’area di rigore e poi palla tesa calciata in mezzo. La rete si era gonfiata. Marco Delvecchio l’aveva deviata alle spalle di un giovane – lo è mai stato? – Francesco Antonioli. GOOOOOOOOOOOL!!! GOOOOOOOOOOOOOOOL!!! San Siro era esploso. Ed io con lui.

Me lo sarei dovuto immaginare, dovevo aspettarmelo, l’Inter era, è e sarà sempre la stessa. Pazza, orgogliosa fino alla fine, mai rinunciataria, mai vinta prima del triplice fischio. Che quel 30 ottobre 1994 arrivò subito dopo la marcatura di Delvecchio. Non mollare mai, questa è la filosofia che quel pomeriggio mi ha insegnato. E quel pomeriggio era nato un amore.

Ska

3 commenti:

  1. La mia prima a S.Siro fu un match contro la Roma,un pareggio,...devo controllare l'anno esatto sul biglietto, che ancora posseggo...eravamo io e mio Papà, una delle giornate più belle che ho passato insieme a lui! Non c'è niente da fare...abbiamo l'Inter nel cuore! ;D

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  2. Io ero un pò più "grandino" quando mi appassionai all'Inter, ma giusto un anno di più: come ho scritto anche nel mio libro è stato in occasione di una sconfitta: Inter-Celtic finale di Coppa Campioni 1967. Evidentemente c'era già la sofferenza nel destino...Cambiando argomento: seconda figura di merda per Galliani dopo quella di Pato; arrivato a Parigi per cedere Silva, ha ricevuto la telefonata dal Berlusca che gli intimava un dietro-front. Se va come la prima volta, hanno fatto una gran cagata, ma a questo punto lo zio Fester non si sente preso un pò per il culo?

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  3. La mia prima partita "ufficiale" non fu granchè sinceramente: con due miei piccoli amici ed il padre di uno di essi ci recammo in quel di San Siro a vedere la sfida di Coppa Italia contro il Cesena, era il 9 settembre 1998! Vincemmo col gol di Zamorano che però, ahinoi, non vedemmo bene per la nostra scarsa altezza eheheh :) però già allora mi innamorai di San Siro, così, nonostante mio padre sia milanista, lo obbligai in più di un'occasione ad accompagnarmi a vedere l'Inter... le partite che ricordo di più sono Inter-Reggina dell'aprile del 2000, in cui pareggiammo uno ad uno e ci fu una bella contestazione da parte del nostro tifo per tutta la squadra, ma io ero relativamente contento perchè aveva segnato Recoba, mio idolo! L'altra invece è un Inter-Bologna della stagione dopo, dove vincemmo 2-1 con gol di Seedorf e Vieri...da li iniziò la mia storia con partite allo stadio con amici (quando divenni un pò più grande) ed abbonamenti...ah, quanti ricordi! :)

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