venerdì 14 settembre 2012

Zeman, solo un "paraculo"?


Non si può certo dire che sia un simpaticone, almeno in pubblico; fa praticare alle squadre che allena un calcio solitamente divertente e spettacolare, anche se non altrettanto redditizio dal punto di vista dei risultati (almeno è stato così fino ad adesso nelle squadre che ha diretto nella massima categoria); le sue idee possono essere più o meno condivise, abbastanza forse se si è interisti, molto meno se si è juventini. Di una cosa però non si può assolutamente accusare Znedek Zeman: di mancanza di franchezza e di coraggio nell’esprimere le proprie opinioni.

L’accusa di Vialli di essere un “paraculo” è stata prontamente rimandata al mittente dalle dichiarazioni del tecnico boemo a proposito del Presidente della FICG Abete. Apro una piccola parentesi su Vialli che dovrebbe avere un attimino la decenza di tacere, dal momento che le accuse di Zeman erano inequivocabilmente impresse nel suo fisico, divenuto simile a quello dell’incredibile Hulk dopo la “cura Agricola”. Uno che è un “paraculo” non va a dichiarare che il Presidente della Federazione è un nemico del calcio: sia nel caso abbia torto o ragione (a mio parere di ragioni ne ha da vendere), si tratta in ogni caso di una dichiarazione destinata a mettere in cattiva luce colui che se ne è reso protagonista, ovviamente agli occhi degli occupanti dei piani alti del “Palazzo”.

Un “paraculo” soppesa le dichiarazioni a seconda della convenienza e con l’intento di ingraziarsi qualcuno stando molto attento a non inimicarsi qualcun altro: in questo caso l’allenatore Boemo ha gridato all’intero mondo pallonaro italiano quello che chiunque abbia a cuore questo sport dovrebbe avere il coraggio di dire. L’ha fatto nel suo stile, in maniera pacata, con quel filo di voce flebile ma allo stesso tempo grave ed estremamente ferma e decisa, e soprattutto senza troppi giri di parole. Non è la prima volta che lo sosteniamo anche noi: la Federazione è guidata in maniera inadeguata, con metodi e idee di sessant’anni fa e con un “cerchiobottismo” degno della peggiore DC. I risultati penso che siano sotto gli occhi di tutti, dalla vetustà degli stadi, alla pessima gestione degli introiti derivanti dai diritti televisivi, dalla poca autorevolezza con la quale vengono emanate le sentenze della giustizia sportiva all’autorevolezza ancora minore con la quale vengono fatte rispettare, dall’ormai infimo livello di credibilità del nostro calcio al sempre più scarso livello di competitività delle nostre squadre di club a livello di tornei internazionali.

Tutto questo scoraggia anche i potenziali investitori, già molto difficili da attirare in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando. Abete tiene sicuramente moltissimo alla sua poltrona, probabilmente molto meno allo stato di salute del nostro calcio; o almeno questo dà assolutamente da vedere. Che siano momenti facili, assolutamente no; proprio per questo alla guida della FICG ci vorrebbe forse in questo momento qualcuno che provenisse da questo mondo e che avesse veramente a cuore la sorte di questo sport. Giudicare le persone è già difficile conoscendole personalmente; senza conoscerle lo è ovviamente ancora di più. L’impressione tuttavia è che se ci fossero nel nostro calcio più persone come Zeman, forse le cose andrebbero un pochino meglio; giusto un “POCHINO”, non pretendiamo certo chissà che cosa.

Alex

2 commenti:

  1. Parto da un presupposto: Zeman, a me, piace. Come allenatore in primis! Ho sostenuto in più di una occasione che se Moratti avesse deciso di diminuire drasticamente gli investimenti 8come aveva fatto nelle due estati precedenti a questa), allora avremmo dovuto prendere come allenatore Zeman: non avremmo vinto, ma chi avesse fatto l'abbonamento almeno sarebbe tornato a casa ogni votla con qualcosa da raccontare. Detto ciò, è indiscutibile in peso morale ed etico che ha avuto il boemo nella storia degli ultimi due decenni del nostro calcio, è uno dei pochi personaggi che riuscirà a passare alla storia anche senza avere vinto tanto. Paraculo è un termine che decisamente nobn gli si addice visto che le sue affermazioni sono continuate ad arrivare non solo quando sedeva sulla panchina della Roma o della Lazio, ma anche quando allenava Foggia, Avellino, Salernitana e Pescatra, piazze dal risalto mediatico ben diverso dalle romane. Asdcoltiamo Zeman perchè può insegnarci qualcosa, dobbiamo ricordarci di farlo....

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  2. Zeman un paraculo? Bè, non mi stupisco che a dirlo sia un ex calciatore che da fuscello si trasformò in Robocop nel giro di pochi anni :)


    Io credo sia un personaggio assolutamente positivo, che non ha fatto della vittoria un must ma che ha sempre cercato di 'creare' là dove il terreno era arido o comunque poco fertile..Foggia, Pescara, il secondo posto con la Lazio dei "suoi" Signori e Rambaudi, sono tutte imprese figlie di un'idea di gioco nella quale gli interpreti contano solo se funzionali alle sue direttive. A Messina (la mia città) ancora la gente ricorda con gli occhi lucidi quella squadra allenata dal boemo, per fare un esempio.


    Credo che non abbia mai sparato 'a salve', ma abbia sempre avuto idee molto chiare su un certo tipo di anomalie legate al mondo del calcio..tanto è vero che dopo le esternazioni sulla faccenda doping, fu cacciato dalla Roma perchè i tifosi sapevano benissimo che con Zeman alla guida sarebbe stata un'annata buttata.


    Mi farebbe piacere vederlo in testa alla classifica a fine anno (o secondo dietro di noi, magari :D), ma dubito che succederà. Lascerà qualcosa anche a Roma, comunque, questo è sicuro..

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