mercoledì 27 febbraio 2013

Balotelli: diverso da chi?

Balotelli zittisce la Nord
Alla fine qualcuno ci è riuscito: nonostante non sia andata assolutamente così, l’italiano TGCom e l’inglese Daily Mail hanno trovato modo di parlare di cori razzisti contro Balotelli, in assoluto dispregio della verità e di un elementare codice di deontologia dell’informazione. Per un paio di settimane si era parlato più di questo argomento che della partita giocata e qualcuno ha sentito l’irrefrenabile bisogno di raccontare qualcosa che avrebbe voluto o fatto comodo che fosse successo, ma che in realtà non è stato.



Con questo non voglio dire che i cori verso Balo siano stati degni di Lord Brummell, così come la sua risposta  (esposizione del dito medio e massaggio dei genitali); però sono manifestazioni che in uno stadio di calcio ci possono anche stare, anche se come ho detto in un mio post precedente, sarebbe meglio evitare.

Quello che invece non ci sta assolutamente è cercare a tutti i costi di fare passare come razzisti dei normalissimi insulti che giocatori avversari e arbitri si beccano regolarmente ogni fine settimana; perché tutti hanno trovato normale che Materazzi si prendesse del “figlio di pu….a” in ogni stadio d’Italia, e quando succede a Balotelli si parla subito impropriamente di cori razzisti? Semplice! Perché come diceva il grande Josè Mourinho la prostituzione intellettuale impera ad ogni livello. Anzi: quando militava nell’Inter e si prendeva dei “negro di m….” e un “negro non può essere italiano” molti minimizzavano, definendoli cori da stadio e riconducendoli all’antipatia che il ragazzo attirava su di sé grazie alla sua strafottenza, e anche un po’ alla sua bravura, per dirla tutta quanta; l’invidia è un sentimento molto presente negli animi di noi italiani.

In base a quale perverso ragionamento adesso, al contrario,  un “figlio di pu….a” viene ritenuto un insulto razzista? Mi risulta che le meretrici siano un po’ di tutti i colori: nessuna razza ne ritiene l’esclusiva. E perché viene bollato di stampo altrettanto razzista esporre e agitare delle “Chiquita” gonfiabili, abitudine che anche qui non sto a sindacare quanto elegante e opportuna, ma in voga un po’ in tutta Europa e per giunta dai tempi di quando ero ragazzino io (35/40 anni fa)? Il razzismo è un’odiosa forma di ignoranza e di inciviltà, su questo penso e spero siamo tutti d’accordo. Però, almeno a mio parere, è altrettanto odioso e censurabile il fenomeno opposto, quello cioè del cosiddetto “razzismo alla rovescia”: quando cioè per cialtroneria, per demagogia o per mero calcolo utilitaristico si pretende di attribuire alle minoranze etniche, culturali o religiose maggiori DIRITTI di quelli spettanti al cosiddetto ceppo autoctono. Per di più, badate bene, senza pretendere che costoro debbano sottostare ai relativi DOVERI. Il rispetto per un’altra persona, con qualunque colore sia pigmentata la sua pelle e qualunque sia il suo credo religioso, credo debba significare considerarlo uguale a me sia nei diritti dei quali deve godere, sia nei doveri ai quali deve sottostare: solo in questo modo è possibile parlare di uguaglianza e di pari livello di dignità. A questo “status” si può derogare inizialmente per un breve periodo, ma poi è una condizione che deve consolidarsi.

Il Capitano redarguisce Balotelli
Balotelli deve perciò comportarsi in maniera consona per evitare di essere insultato e preso a fischi in giro per l’Italia; non è che gli può essere consentito tutto solo perché il colore della sua pelle è diverso da quello normotipo caucasico o perché gioca con addosso una casacca di un club dotato di più appoggi a livello mediatico e istituzionale. Quando giocava nell’Inter ci siamo battuti per lui e perché non venisse fatto oggetto di insulti di stampo prettamente razzista, mai perché veniva fischiato o insultato come altri giocatori.

Da noi si è comportato abbastanza male, scagliando per terra la maglia e disonorandola in una delle più serate più trionfali della storia recente del club: è normale pertanto che al suo ritorno con addosso la maglia dei rivali cittadini sia stato fatto bersaglio di insulti e di fischi, ai quali lui ha ritenuto di replicare nella maniera che abbiamo visto e che, tutto sommato, ci può anche stare: chiuso! Finiamola qui e non attribuiamo a questa vicenda un’importanza o una valenza che non ha: il ragazzo ha incassato un po’ di insulti, li ha restituiti e vediamo di metterci una pietra sopra. Un po’ come quando ero ragazzino io: si litigava e ogni tanto ci scappava anche qualche spintone o ceffone, ma il giorno dopo ci si riappacificava e si tornava a giocare insieme. Se succede oggi una cosa del genere, i rispettivi genitori portano la questione in tribunale. Bisognerebbe cercare di non esagerare e di dare il giusto peso alle cose, a partire da coloro che avrebbero il delicato compito di fornire una corretta informazione e invece ci propinano tonnellate di spazzatura.

Alex

8 commenti:

  1. Andassero a rivedere i cori che gli facevano i rubentini e i nostri e si accorgeranno che l'unica soluzione per la loro VOLUTA incompetenza è il taglio delle vene. A sky Caressa un minuto prima dell'inizio del match già pronosticava cori, e in fondo in fondo lo sperava così come tutti i giornalisti, che dovrebbero cambiare mestiere e recarsi presso appositi forum, a volte più oggettivi di loro. Comunque ci sono ancora giornalisti seri, giovani ed emergenti: pensate a Marco Cattaneo e Riccardo Trevisani, che ritengo preparatissimi e dei veri idoli per me.

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  2. Dico la mia. Cori non ce ne sono stati, qualche ululato si. E' vero anche che io stesso, quando andavo allo stadio, mi ritrovavo a sommergere di "buuuu" poco carini attaccanti avversari, bianchi, neri o gialli che fossero. Indi per cui questo fatto possiamo anche catalogarlo nell'ambito della pura attività da stadio. Le banane gonfiabili invece sono meno accettabili a mio parere, perchè è vero che ci sono da tanto, ma è anche vero che in anni di Curva MAI ne ho viste. Chiaro che quelli che le hanno portate potevano essere dei semplici singoli (ma perchè non le hanno fermate ai controlli ai tornelli mi chiedo?). Molto meno scusabile, a mio parere, una serie di striscioni apparsi nel tifo, tra cui uno davvero indegno: "Balotelli, non riconosci tua figlia? Allora è un vizio di famiglia....". Ecco, io fossi nell'Inter pagherei ben volentieri la multa per quella frase davvero indegna, stupida e maligna, anche per me che conosco il fenomeno delle adozioni da molto vicino.
    Detto questo, il razzismo è altra cosa, ed i cori razzisti non ci sono stati. Chiaro che i media più che pronosticarli sembravano quasi volerli, ma qui si entra nel campo della pura Prostituzione Intellettuale che tanto bene conosciamo e di cui hai già ben parlato tu nel pezzo Alex. Io volevo solo dire la mia, forse anche un pò controcorrente

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    1. Mah sai, Andrea; è ovvio che stiamo parlando di tifo estremo, cosiddetto ultrà, che nessuno di noi del blog penso abbia mai preso in considerazione di praticare. Quindi io non avrei fatto niente di quello che è stato fatto. Quindi è chiaro che si sta parlando di episodi non molto educati, ma da qui a etichettarli come razzisti, mi sembra che ci sia la precisa volontà di andare a trovare il razzismo comunque e a prescindere. Quanto alle banane, ti garantisco che ai miei tempi erano abbastanza in voga, sia a Reggio Emilia, sia a Bologna, sia a Milano, i tre stadi che ho frequantato maggiormente; e poi una chiquita gonfiabile la nascondi dove vuoi e la gonfi dentro. Altro che questa roba che fanno passare ai controlli...Io comunque se fossi nella Società mi rifiuterei categoricamente di pagare la multa di 50.000 € fino a che non me la motivano in maniera inequivocabile. Ma Moratti ormai è totalmente "appecorato" e subisce di tutto, comprese porcate ben più grosse di questa: ci manca solo che accetti di partire in tutte le gare da 0-1 per gli avversari!

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    2. Ripeto Alex, al di là delle banane, quello striscione, da solo, valeva una multa di 50.000 € per me

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    3. Ci sono cose che urtano più o meno la sensibilità di ciascuno di noi e quello striscione, sicuramente inopportuno, è in ogni caso censurabile.
      Dovrebbe però esistere un regolamento e una normativa valida per tutti, non solo per alcuni, così come per le squalifiche per fatti avvenuti a gioco fermo o a partita conclusa. A Roma compaiono spesso striscioni ben più offensivi di quello incriminato, ma non mi risulta che sia mai stata applicata una sanzione di queste proporzioni. La panchina della Juve a Catania si è permessa di circondare un guardalinee senza ricevere alcuna sanzione, anzi, ricevendo in premio l'annullamento agli etnei di un gol regolarissimo. Cassano, Ranocchia e Guarìn sono stati squalificati per più turni per frasi o addirittura per "atteggiamenti". Scusate ma mi sono rotto le palle che vengano applicati due pesi e due misure e che noi ci dobbiamo sempre autocastrare per non essere stati molto migliori degli altri: sarebbe ora di porre fine a questa situazione, secondo me, al di là che uno striscione possa avere dato più o meno fastidio. Quando la nord, ad esempio, ne sfoderò uno che recitava: "Gattuso-Cassano: occhio non vede cuore non duole" pur essendo molto spiritoso, ironizzava su guai fisici di due avversari (allora). In quel caso che sanzione avresti applicato? Diventa molto difficile valutare una scaletta di gravità: per cui, o si dichiarano fuori legge tutti gli stricioni che nominano giocatori o dirigenti avversari, intimando le Società a farli rimuovere immediatamente dagli stuart,pena appunto sanzioni, o altrimenti è meglio lasciare perdere. Invece, come sempre, mazzolano noi: mi spiace, non sono d'accordo.

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  3. Ormai siamo vittime di quello che giustamente Alex nell'articolo definisce "razzismo alla rovescia". E direi che ormai i cori e gli ululati vanno anche interpretati. Se fai un "buuuu" all'indirizzo di un giocatore di carnagione chiara è un semplice sberleffo da stadio, se lo fai all'indirizzo di in giocatore com la pelle scura è un "buuuu" razzista. Atttenzione però, perché è un buuuu razzista solo se il giocatore nero gioca in una squadra che gode di buoni "sponsor" mediatici, altrimenti è anche in questo caso un banale sberleffo da stadio.
    Morale della favola. Ci hanno rotto gli zebedei !!!

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  5. un piccolo giocatore, che non ha dimostrato ancora nulla... tutti lo dipingono come un campione ma potrei citare almeno 10 giocatori migliori di lui. Qualche bel goal e niente più... un campione si definisce tale anche quando lo è a livello caratteriale e professionale.
    Un saluto

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