mercoledì 13 febbraio 2013

L'importanza dei leader ritrovati ed il progetto rispettoso di Moratti

Una vittoria sul Chievo che, dopo una settimana da gastriti e mal di testa, ci rilancia nel morale e nella classifica, con il terzo posto lì ad un solo punto, pronto ad essere acciuffato. Ci siamo scrollati, momentaneamente, il Milan di dosso ed abbiamo dimostrato, a noi stessi, che non per forza devi prenderti una decina di contropiedi a partita. Si, è vero, abbiamo sofferto sulle palle alte (poi me lo dovete spiegare come cazzo può succedere se c'hai come centrali Ranocchia e Juan Jesus), ma non si può avere tutto, accontentiamoci dei passi avanti fatti e, soprattutto, dei tre punti guadagnati in una giornata di campionato complessa. I miglioramenti, in particolare, sono arrivati da tre fattori: la ritrovata vena realizzativa dell'attacco, l'ordine del centrocampo e, come detto, l'attenzione nella copertura.


L'ordine del centrocampo si lega inscindibilmente al fattore della maggiore attenzione nella copertura difensiva e gli ottimi voti in pagella di Gargano, Cambiasso e Kuzmanovic penso parlino da sè, con quest'ultimo a giocare un pò alla Thiago Motta di epoca Mourinhana, ovvero sia in fase di rottura che in fase di costruzione (la prossima volta però, la palla, dalla via con un pelo più di velocità, grazie). Certamente di maggior impatto invece è stato il ruolo avuto nella partita dall'attacco a tre punte: Palacio-Milito-Cassano. Il primo è certamente rimasto più in ombra, tecnicamente affossato dalla qualità dei compagni di reparto, ma la sua capacità di pungere con movimenti verticali la difesa avversaria è una qualità assolutamente da tenere sempre a mente. Cassano e Milito si sono eretti, invece, a protagonisti della serata. Partiamo da Cassano: il talento di Bari Vecchia, recentemente, era parso indolente e svogliato sul campo da gioco, preoccupantemente vicino, nelle prestazioni, al Cassano visto negli ultimi periodi rossoneri e, prima ancora, madridisti. Io stesso mi ero subito prodigato nel rimarcare la sua, apparente, poca voglia di giocare. Invece, in una partita, cancella tutto. Le parole dette una settimana fa, in cui difendeva squadra, spogliatoio, dirigenza e staff tecnico non sono rimaste belle registrazioni di un tifoso da riascoltare e basta, bensì il moto d'orgoglio di un calciatore che ha la volontà di essere leader sul campo prima che fuori. Con il Chievo, libero di potersi occupare soltanto del lato sinistro offensivo (o destro, a seconda delle situazioni), Cassano si lascia andare in tutta la sua classe, sfornando assist deliziosi e regalando giocate di ottima qualità. Il Cassano visto domenica, per 60 minuti, è stato uno dei giocatori migliori in Italia. Non gli chiedo prestazioni sempre di questo livello, anche perchè gli avversari, talvolta, sono di caratura ben diversa, ma certamente lo spirito da leader, la voglia di caricarsi sulle spalle, anche tecnicamente, la squadra non dovrà più venire meno se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi.

Milito, invece, non è e non può essere una novità. Il Principe (Ner)Azzurro non lo scordi mai, che ci vuoi fare. Unico giocatore al mondo in grado di fare, con la stessa qualità, lavoro di sponda per i compagni e movimento verticale in area di rigore, la sua efficacia sotto porta non è venuta ad offuscarsi in un mesetto di stop forzato. La sua presenza è quanto mai indispensabile nei movimenti offensivi della squadra, non soltanto per il peso del giocatore in area avversaria, ma anche perchè il lavoro che svolge lui, non lo sa fare nessun altro. Certo, non è eterno ahinoi, ma finchè va, sfruttiamolo, facciamoci trascinare dal galoppo del suo cavallo bianco sperando che ci porti verso lidi ameni. Al suo fianco sia Cassano che Palacio guadagnano in incisività e sicurezza, sentendosi anche più liberi di tentare la giocata, nonostante lo spazio in area sia loro ridotto. Lo so, facile dirle ora queste cose, dopo che ha vissuto dei periodacci come la prima metà dell'anno scorso. Avete ragione, ma per questo lui è un Principe, perchè nel silenzio della sua umiltà, senza troppe parole, parla con i fatti, parla con i gol. Quando esulterà non dovrà mai zittire nessuno sugli spalti, perchè anche quelli che lo fischiavano o che l'hanno fischiato, adesso lo applaudono. E' la forza del suo carisma e della sua silente classe. Carisma che di certo non manca neanche ad un altro gradito ritorno, ovvero Deki Stankovic. Per lui niente sperticate lodi, perchè so di essermi dilungato con esse per Milito, non credete, ma un semplice abbraccio ed un bentornato fra noi. Ci mancavi.

Non mancava invece l'ultimo screzio tra Curva e Moratti, l'ultimo di una serie che, recentemente, è fatta di diverse punzecchiature. Lo striscione esposto dall Nord parlava chiaro: "Avanti con il progetto....ma non mancateci di rispetto". Moratti, a fine partita, fa orecchie da mercante e dichiara di non capire in che occasione lui o altri membri della dirigenza avrebbero mancato di rispetto alla tifoseria, come se le recenti esternazioni di dissenso verso l'operato degli alti piani nerazzurri da parte dei tifosi fossero cosa a lui sconosciuta. E' chiaro che la Nord, come tutti noi tifosi credo, dobba tanto a Moratti, ma non possiamo nascondere la delusione per certi atteggiamenti. Le paradossali vicende Lucas e Paulinho, l'assenza costante di spiegazione da parte di Branca o Ausilio, le scelte di mercato quantomeno azzardate (e talvolta sbagliate) degli ultimi tempi sono, se non mancanze di rispetto, certamente indelicate gestioni della comunicazione con l'esterno. Senza contare poi i casi Julio Cesar e Sneijder, gestiti malissimo dalla Società e che ai tifosi hanno dato il messagio di uno smantellamento più che di un cambiamento. Ben lungi da me dare una lezione a Moratti, ma certamente, se progetto deve essere, esso deve partire dall'alto, con il rispetto, più che dei tifosi, dei colori storici delle nostre maglie e dello stile che ha sempre contraddistinto 105 anni di storia nerazzurra.

Andrea

4 commenti:

  1. Ciao a tutti. Il problema è sempre quello: se è vero che sia stato individuato il modulo migliore nel 4-3-3, Palacio, Cassano e Milito devono giocarle TUTTE, perchè le alternative si chiamano Rocchi e Alvarez, non certo il massimo direi. Ed è chiaro che tre ultratrentenni, due dei quali con evidenti problemi fisici, non possono farcela.
    Per quanto riguarda lo striscione della Nord, forse a Moratti qualcuno dovrebbe spiegare che i tifosi dell'Inter sono diversi da quelli di altre squadre, principalmente Milan e Juve, ai quali puoi dare da bere di tutto: A NOI NO!
    Le situazioni alle quali si riferisce Andrea sono solo la punta dell'Iceberg di tutto quello che non ha funzionato dal Triplete in poi e che è stato sempre giustificato dalla dirigenza come volontà di adeguarsi al FPF: tutte balle, che evidentemente cominciano a dare fastidio a molti, nonostante l'immenso credito che aveva Moratti verso la tifoseria e che proprio per queste ragioni sta perdendo abbastanza rapidamente.

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  2. E' vero, col Chievo abbiamo fatto vedere buone cose che spero verranno ripetute stasera col Cluj, ma a mio parere la partita di domenica è un vero e proprio crocevia fondamentale da cui passerà quasi tutta la nostra stagione. Francamente credo che questa rosa, con questo modulo e questi calciatori possa arrivare a giocarsi terzo posto, coppa Italia e una dignitosa EL.

    Europa League in cui sarebbe tornato utilissimo Livaja, sul quale però non vorrei tornare pena sangue acido e travasi di bile.

    Innegabile come l'apporto di Milito e Cassano sia fondamentale, specie a certi ritmi e certi livelli..soprattutto il primo, che dio ce lo conservi sano, o sono cazzi amari..

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  3. Complimenti ad Andrea per l'OTTIMO lavoro, come al solito del resto! La scelta del titolo è davvero azzeccata: l'Inter ha bisogno di leader (ho subito pensato), non di giocatorini da metà classifica! Per intenderci, per me il leader è una personalità che riesce a dominare la scena sia dentro che fuori dal terreno di gioco! Adesso qualcuno l'abbiamo ancora, qualcuno è rientrato, ma sono comunque reduci del 2010; è da 2 anni che si grida al progetto, ma nolente o dolente lo zoccolo duro, seppur dimezzato, della nostra rosa è ancora quello del 2010, e cioè quello degli argentini: Etoo, Sneijder, Motta, i brasiliani e tutti gli altri mancano e come, soprattutto come leader offensivi, ma Zanetti, Cambiasso, Milito Chivu, Stankovic, Samuel (nonostante qualche infortunio di troppo) sono sempre lì, e sempre fondamentali per carisma e qualità tecniche. Arrivando al nocciolo, l'Inter deve riuscire a trovare nuovi leader sul mercato, perchè ancora i nuovi arrivati non sono riusciti a prendere in mano la squadra. Cassano è l'unico che potrebbe essere considerato un trascinatore, ma per quanto? i limiti fisici sono evidenti già da ora... Guarin si ci è avvicinato, ma quando gioca sembra un pò un corpo a sè, non scolarizzato e inserito perfettamente negli schemi di squadra. Gli altri per adesso sono solo gregari. Kovacic è un acquisto più per il futuro che per l'immediato, e gente come Pereira non aggiunge nessun quid alla squadra. Qualche miglioramento nei trasferimenti c'è stato, è evidente, si è puntato maggiormente sulla qualità, come con kuz, ottimo elemento, ma bisogna ulteriormente velocizzarsi nelle trattative e scovare campioni, non gregari. Analizzate la nostra rosa, e vi accorgerete che manca tanta, tanta gente. E Samuel Etoo non ha ancora un sostituto decente...

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  4. Ciao ragazzi...intervengo soltanto per darvi la prova che avevate ragione: Milito s'è rotto, in un modo assurdo tra l'altro, ed ha finito la stagione a meno di miracoli impensabili. Che ci rimane? Un Rocchi imbarazzante, Palacio, Cassano ed il nulla. Livaja dato via a cuor leggere è una roba inaccettabile, lo dicevamo prima, lo urliamo adesso. E siamo costretti a ripiegare su un Milan Baros a parametro zero...che ci può stare, ma ancora una volta rappresenta il fallimento di uno pseudo-progetto!

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