venerdì 22 febbraio 2013

L'insostenibile peso del non essere: l'Inter e Kundera prima del derby

"L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan Kundera
"La gente di solito si rifugia nel futuro per sfuggire alle proprie sofferenze. Traccia una linea immaginaria sulla traiettoria del tempo, al di là della quale le sue sofferenze di oggi cessano di esistere" Milan Kundera, L'Insostenibile Leggerezza dell'Essere.
Talvolta guardare avanti aiuta, evita di guardarsi alle spalle, evita di ritrovarsi nella condizione di dire "ok, tutto è finito". Un futuro, del resto, al di là del tragico ed inaugurabile caso della morte, c'è sempre ed è giusto rifugiarsi lì a mio parere, nessuno ce lo vieta, anzi, dà forza, dà energie, dà qualcosa per andare oltre. Se noi prendiamo il calcio per ciò che è, ovvero un enorme spettacolo metafora della vita, non possiamo fare altro che applicargli queste parole. Quante volte, dopo una sconfitta, abbiamo sentito dire, dai protagonisti, che ora bisogna guardare avanti, pensare alla prossima partita? Lo si fa dopo una vittoria, figurarsi dopo una sconfitta, quando il dolore e la rabbia sono più forti.


Per forza l'interista, oggi, nonostante la vittoria col Cluj in Europa League, che regala una piccola parentesi di serenità in piena guerra, torna con la mente alla imbarazzante partita di domenica scorsa: Fiorentina-Inter 4-1. Tutto, in questo caso, andrebbe nella direzione del dare ascolto al buon vecchio Milan Kundera, che al di là di un nome che non ispira propriamente fiducia, qualcosina di buono nella sua vita ha fatto e detto. Certo, il suo romanzo parlava di amore, di profondo sentimento politico, di filosofia, di vita, ma come abbiamo detto il calcio è vita e quindi non è operazione blasfema accostare l'uno all'altro. Per cessare le sofferenze nerazzurre, la cosa migliore, sarebbe rifugiarsi nel futuro, e se già ieri, in Romania, c'è stato un piccolo assaggio di pace, la vera sfida sarà domenica sera, con il derby pronto a fare dimenticare tutto o a relegarci in una situazione decisamente poco inviadibile.

Inter-Milan, un bivio importantissimo
Tutto, quindi, andrebbe in questa direzione, ma mai cosa sarebbe più sbagliata. Non possiamo vedere il derby come un rifugio, perchè ciò non risolverebbe nulla, se non la momentanea sete di gioia. Il derby dev'essere la svolta! Fino ad ora non siamo stati, da domenica saremo. Se per Kundera l'essere era poca cosa di fronte alla insostenibile mutante velocità dell'esistenza, in realtà il NON ESSERE risulta insostenibile in ogni suo possibile evolversi, perchè comunque andranno le cose, l'esistenza deciderà di regalare sorprese, nulla cambierà perchè nulla si è. Lo so, troppa filosofia, dopo un pò, fa ridere applicata a cose di livello così materiale come il calcio, una passione, ma bisogna capire ciò di cui si sta parlando: l'Inter, come abbiamo detto fin troppe volte (e non solo recentemente, quando sarebbe stato troppo facile), non è ancora riuscita a trovare una sua forma, una sua posizione all'interno dell'Universo calcio, non si capisce che progetto di fondo muova la squadra, quale sia la tattica di base, quale le intenzioni di allenatore e giocatori. In sostanza, appunto, non è e non essere non può portare a soddisfazioni, ma solo a dolorose sconfitte, vedesi Firenze. Il derby può diventare quindi l'irripetibile occasione per dimostrare che il non essere è stata soltanto apparenza, anche se dubito, o, ancora meglio, può diventare il perfetto trampolino per spiccare il volo verso l'essere, un punto di partenza per ritrovare fiducia in sè e consapevolezza dei propri mezzi.
Non è che il non essere ci accompagnerà per sempre, a differenza della vita di un uomo, la vita di una squadra ha un enorme vantaggio: è eterna. Questa condizione senza limiti le permette di vivere cicli di normale bassa dopo picchi di ineguagliabile splendore, però la squadra, di calcio come di qualsiasi altro sport, vive finchè riesce a legarsi indissolubilmente alla vita dei propri tifosi e per questo il non essere di essa risulta essere ancora più insostenibile. Il tifoso, con logica, preferisce la sconfitta per ciò che si è piuttosto che la sconfitta per ciò che non si è, cioè quella vergognosa e leggermente umiliante. Il derby è l'occasione, quella che capita raramente di avere a così vicina portata di mano, quella che potrebbe cambiare la storia di questa stagione. Non è facile essere ottimisti, non è facile pensare che l'Inter potrà fare bene, ma questo lo può dire un tifoso, non il giocatore o l'allenatore. Loro, se vogliono finalmente essere qualcosa e qualcuno, devono pensare solo alla vittoria. Essere o non essere? Sempre meglio la prima, con tutto il rispetto per il caro vecchio Milan Kundera. 

Andrea (@Andrea_Ross89)

3 commenti:

  1. Pezzo filosofeggiante Andrea; ma va bene così, perchè un pò di riflessione e di cultura ogni tanto ci vogliono anche se si sta parlando di calcio. Come già detto nel mio post su Balotelli, l'importante è giocarsela con tutto quello che si ha dentro, in modo che alla fine almeno, tutti abbiano la sensazione che SI E', non quella che aleggiava alla fine della trasferta di Firenze. Io sono un pò il rompicoglioni del gruppo, lo so: ma la designazione di Mazzoleni mi fà venire i brividi. Questo è uno che è stato capace di inventare un rigore a favore del Milan persino contro la Juve: direi che ho detto tutto. Speriamo bene....

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    1. Di solito riusciamo a vincere anche in 16 contro 9, stavolta la vedo durissima anche in 11 contro 11 sinceramente...alcune volte la filosofia può semplificare alcuni concetti, altre incasinarti completamente la mente. Stavolta Antonio è stato particolarmente semplice ed esplicativo! complimenti per il modo di scrivere i concetti e per il parallelismo azzeccatissimo! Il livello è davvero alto, a dire il vero, mi sento leggermente fuori posto...ma forse non dovrei dirlo! Comunque approfitto per ringraziarvi tutti: siete stati fantastici, mi fate sentire importante e forse più bravo di quanto realmente sono! è un'occasione unica per me e mi sento un privilegiato nel poter imparare da come scrivete! Grazie di tutto e scusate l'excursus!
      P.S.: che senso ha chiamare un figlio Milan? Ditelo a Piquè, genitori di Baros e Kundera, e a chiunque altro sia così malato di mente!

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    2. Alex, siamo in due. Anche a me la designazione di Mazzoleni non fa dormire sonni tranquilli. Speriamo bene...

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