sabato 16 febbraio 2013

Lo shock dopo il terremoto. Inter, come ripartire?

Milito rincuora i tifosi, ma ora si pensa al futuro nero
Il pianeta Inter ha tremato. La magnitudo della scossa è incalcolabile, i danni sono  percepibili già da ora, ma la sensazione è che saranno ancor più devastanti col passare del tempo. E’ una calamità l’infortunio di Milito, di proporzioni inaudite, un evento che ha steso il popolo nerazzurro, sfollato dal regno del Principe, e ancora sotto shock nell’animo e nella mente. Il cervello razionalmente non trova, al momento, una soluzione, ma dopo le 24 ore di terrore puro, è necessario ripartire, non arrestare una corsa appena iniziata; è come se un pilota, subito dopo il pit stop, appena poggiato il piede sull’acceleratore, perdesse una delle quattro ruote per strada. Questo è il momento della nostra Inter, priva del suo interprete principale, del suo eroe valoroso, protagonista delle battaglie più importanti, anche recenti, vinte soprattutto grazie a lui e non solo per i gol realizzati. 


Le sue gesta resteranno indelebili nelle nostre menti, e sono sicuro che non saranno le ultime: molti medici di altissimo livello sono stati interpellati nelle ultime ore, e tutti hanno sottolineato come i tempi di recupero siano di 6-7 mesi. Il Principe, ancora una volta, non rinuncerà a lottare, nonostante un’età non più da ragazzino, combattendo per noi tifosi e per l’Inter, ricambiando un amore immenso: insomma, se l’operazione andrà come deve, Milito tornerà a calcare il terreno di San Siro almeno per un’altra stagione e se tutto andrà bene a settembre o al massimo ottobre. Il presente, però, fa paura e sono inevitabili delle scosse di assestamento nei prossimi match. 
Una soluzione bisogna trovarla, perché Milito non è un calciatore come gli altri, dal punto di vista tattico, ancor prima che affettivo. Il progetto era imperniato sui movimenti del Principe, regista offensivo della squadra e realizzatore implacabile, e senza di lui una parte dei sistemi di gioco ideati da Stramaccioni potrebbe essere buttata nel cestino, considerata  l’assenza di un sostituto decente in rosa. Come agire ora?

Le possibilità sono svariate, e si susseguono nelle ultime ore, con velocità fulminea: il ritorno al mercato, a cui si sarebbe dovuto ricorrere 2-3 settimane fa, con un minimo di preveggenza; l’inserimento in prima squadra di qualche giovane attaccante della Primavera; o il ricorso ad un nuovo sistema tattico. Mi sentirei di escludere la prima opzione: dalla pagine della Gazzetta dello Sport era emerso il nome di Milan Baros, ma, a parte il nome poco incoraggiante che rimanda ai cugini, l’età e i limiti fisici, non è fattibile per ragioni burocratiche, visto che il giocatore si è svincolato dal Galatasaray il 31 Gennaio, e quindi sarebbe acquistabile solo per società in pieno periodo di calciomercato. In una ricerca sfrenata, in queste ultime ore, mi sono imbattuto in nomi illustri, seppur attempati. Forse quello più credibile sarebbe quello di David Suazo, che per caratteristiche, forse, potrebbe assimilare i movimenti del Principe, e che si è svincolato dal Catania lo scorso anno. Un'altra pazza idea che ho avuto, sarebbe un clamoroso ritorno di Hernan Crespo, svincolatosi il 2 Febbraio 2012 dal Parma, e attualmente più vicino alla vita giornalistica che interista. Il terzo e ultimo nome, partorito dalla mia folle mente, è Vincenzo Iaquinta, che però è ancora sotto contratto con la Juventus, in un atavico braccio di ferro economico, in cui l’attaccante vuole ancora dar lustro al suo nome e far valere le sue ragioni. Non fa, però, parte della rosa juventina, almeno per Antonio Conte: si allena a parte e potrebbe svincolarsi, sotto pressione dell’Inter. Dovremmo considerare eventuali problemi burocratici e comunque siamo sicuri che ne varrebbe la pena? Sono sempre più sicuro che questi nomi non aggiungerebbero nulla alla squadra, se non una soluzione numerica in più, ed i Rocchi-bis sono da evitare, quantomeno per risparmiare preziose banconote per il futuro.

Djumo Bocar, talento della Primavera
La seconda soluzione porterebbe alla promozione di un attaccante della Primavera, ma scandagliando la lista dei giovani, non c’è un nuovo Balotelli, pronto ad approfittare dell’assenza del campione di turno. Il neo-milanista esplose proprio per il ginocchio instabile di Ibrahimovic, ma il suo talento era già brillante, visibile a tutti, a prescindere dallo svedese. Il modulo della squadra guidata da Bernazzani è un 4-3-3 , quindi con una sola punta centrale, costituita in genere da Francesco Forte, classe 1993, onestamente di poco valore, visto che quest’anno, da fuoriquota, ha realizzato solo 5 gol in 14 presenze, e l’anno scorso veniva usato con il contagocce. Forse il più talentuoso è Djumo Bocar, cercato dal Barcellona lo scorso inverno, classe 1994, stazza notevole, così come il sinistro e la sua abilità nel gioco aereo, che abbina ad un ottimo scatto. Probabilmente non è pronto per la prima squadra, visto che solo da poco ha iniziato a giocare con continuità con la Primavera, segnando qualche gol, e forse si rischierebbe di bruciarlo, accelerando troppo il processo di crescita del ragazzo. Un grande prospetto, per il futuro, è Federico Bonazzoli, classe 1997, che segna a raffica con gli Allievi, primi in classifica con 7 punti di vantaggio sulla seconda. Grande talento. Tra 2 o 3 anni sentiremo parlare di lui anche in ottica prima squadra, ma adesso sarebbe come saltare con una bicicletta un fosso di 100 metri. Purtroppo, l’anno sfortunato del nostro attacco ha contagiato anche le categorie minori, avare di crack in attacco, almeno per il presente. Due giovani che sarebbero tornati utili sono sicuramente Livaja e Longo, ma se il primo è stato inserito in una trattativa tanto inutile quanto sconsiderata, il secondo marcisce tra panchina e tribuna in Spagna, dopo aver segnato 3 gol in 7 partite, dopo che l’Espanyol ha cambiato allenatore. Chissà quante volte i nostri dirigenti si staranno mangiando le mani, pensando che poteva giocare da titolare qui da noi, piuttosto che fare il panchinaro in una società di livello medio- basso, tra l’altro all’estero.

Resta da sondare il cambio tattico, o quantomeno una variazione nel modo di giocare.  Il rebus non è certamente dei più facili da risolvere: se già con la presenza di Milito è stato difficile scegliere un modulo soddisfacente per la nostra rosa, senza il Principe sarà ancor più arduo. Credo che il modulo sia un tema risolto già in partenza, visto che, in ogni caso, la difesa e il centrocampo hanno registrato un gran miglioramento nelle ultime due partite. Bisognerà, quindi, continuare con 4 difensori e 3 centrocampisti. Per quanto riguarda l’attacco, penso che Guarin, Cassano e Palacio costituiscano il terzetto base, ma è logico che non potranno giocare tutte le partite; nuove grandi responsabilità per Tommaso Rocchi e soprattutto Ricky Alvarez, che comunque nelle ultime uscite si è dimostrato quantomeno decoroso. A prescindere dal modulo (necessariamente 4-3-3 o 4-3-1-2) penso che a cambiare debba essere l’atteggiamento dell’attacco, dove Palacio interpreta benissimo i movimenti in profondità e di chiusura dell’azione, ma non riesce mai a venire incontro per  far salire la squadra. Ciò che più mi fa paura non è tanto la mancanza dei gol di una prima punta del calibro di Milito, ma il dover fare a meno delle sue doti di regia offensiva. Senza il Principe, ricordo prestazioni davvero sterili nella costruzione offensiva del gioco, mentre il ritorno di Diego aveva riacceso la luce. Del resto, molti schemi del 4-3-3 si basano sulla prima punta. Andiamo ad analizzare alcuni tipici movimenti: le immagini risalgono alla preparazione tattica della Fiorentina di quest’estate, con un 4-3-3 particolarmente moderno, come quello di Montella. Preventivamente è importante comunicare la simbologia usata: i giocatori impegnati nell’azione  sono cerchiati di rosso, altrimenti sarebbero poco distinguibili per il trambusto dell’allenamento. Il regista è indicato con R, la mezz’ala con M, la punta, l’elemento principale, con la P e infine le ali con la A.


situazione 1
In questa prima immagine i 2 centrocampisti sono impegnati nell’impostazione. La mezz’ala si fa vedere, pronta a ricevere e il regista lo serve puntualmente. Essendo un’esercitazione gli attaccanti devono ancora subentrare.


situazione 2
La mezz’ala riceve ed è pronta a giocare di prima il pallone. Stavolta è importante sottolineare i movimenti degli attaccanti: la punta è pronta a venire incontro per impostare, permettendo inoltre gli inserimenti dei centrocampisti e alle ali di aprirsi. In questa fase mi piace definire l’attacco “dinamico”. Questa situazione è tipica del nostro reparto avanzato, in tutti questi anni. A memoria cito il 3-0 di Milito contro il Cagliari nel 2010. 


situazione 3
In quest’ultima immagine il passaggio è avvenuto. La punta è pronta ad aprire il gioco verso una delle due ali, già in posizione larga. Purtroppo il pallone è nascosto dall’ala. È particolarmente difficile leggere il movimento degli attaccanti per i difensori, soprattutto perché, se non scalerà la marcatura dell’attaccante, i centrali difensivi lasceranno un buco, in cui la mezz’ala prontamente si inserirà concludendo. Comunque sono svariate le possibilità per gli esterni e non è essenziale che io le ricordi. Come capite se la punta fosse rimasta in posizione avanzata, l’azione sarebbe scemata.
È proprio questo che mi preoccupa, lo ribadisco: Palacio non è il tipo di giocatore che fa salire la squadra ed arretra a impostare il gioco offensivo. Questo schema difficilmente potrà essere replicato con Rodrigo in posizione centrale, quindi bisognerà saltare un passaggio di quest’azione tipica.  Per sottolineare quest’evoluzione ho preso a riferimento un’azione del Barca, che per scelta tattica gioca da anni senza punta, valorizzando particolarmente gli esterni. In questo caso si aggiungono all’azione i 2 terzini, che accompagnano con forza l’azione, e l’assenza della prima punta, sostituita da un’attaccante centrale con mansioni differenti ed indicata da una lettera A di dimensioni maggiori.


situazione 4
Come si può notare la densità offensiva è altissima! Il regista imposta l’azione con le due mezz’ali pronte ad accompagnare l’azione o a giocare il pallone, contribuendo all’impostazione. I tre attaccanti sono molto vicini, in posizione centrale, come spesso capita ai nostri, mentre i terzini particolarmente larghi e pronti ad inserirsi. Da notare, rispetto a prima, la posizione dell’attaccante centrale, che prima arretrava a impostare l’azione verso gli esterni, mentre ora è l’elemento più avanzato dell’azione.


situazione 5
Il regista allarga l’azione sull’esterno. Il passaggio regista/punta è totalmente inesistente, mentre il gioco viene subito aperto sulle fasce. Perché questo avvenga, la condizione più importante è che la posizione del regista sia molto più avanzata rispetto a prima. La punta è ancora l’elemento più alto, pronta stavolta a chiudere l’azione.


situazione 6
Ecco la situazione finale con l’esterno in possesso e l’attaccante pronto a chiudere l’azione. È incredibile come l’immagine finale sia molto simile a quella precedente, nonostante la differente impostazione.


situazioni finali a confronto
L’unica differenza è che il pallone è già sull’esterno. Paradossalmente, sarebbe addirittura vantaggioso, anche se maggiormente rischioso, impostare l’azione nel secondo modo. Ciò che è fondamentale è che l’azione sia coordinata diversi metri più avanti dal regista e che le mezz’ali si inseriscano con i tempi  giusti. Pensandoci, in questo modo, verrebbero valorizzate anche le qualità di Guarin, che potrebbe alternare impostazione, tiro da fuori area, diventando il quarto dietro i 3 più avanzati (situazione finale), o inserirsi per concludere. Naturalmente questa è una soluzione, ma sono sicuro che la squadra cercherà, in maniera quasi ossessiva, di innescare Palacio in profondità; ciò, però, non è possibile in tutti i tipi di partite, quindi ho ritenuto opportuno meditare su una situazione a difesa schierata.
Non fraintendetemi, certamente l’assenza del Principe è pesantissima, e so già che perderemo per strada molti punti senza di lui. In ogni caso una situazione bisogna trovarla! In questa fase della stagione non è tempo di disfattismi e smobilitazioni generali. Lasciando perdere la situazione tattica che vi ho proposto, che ritengo in ogni caso valida, sono sicuro che Stramaccioni si adopererà, e si sta già adoperando al meglio, per modificare l’impostazione tattica della squadra. Fiducia nel mister, ma la situazione è complicata, e sarebbe ardua anche per  dei Mourinho o Guardiola, figuriamoci per un allenatore al primo vero anno in Seria A. Il terremoto è stato inaspettato e terribile, un fulmine che ha colpito il pianeta Inter proprio nel suo fulcro, ma non c’è tempo per leccarsi le ferite, il campo incombe, e non aspetta niente e nessuno. Forza Diego! Avanti Inter!

Alessandro

6 commenti:

  1. Trovo l'analisi tattica decisamente interessante ed azzeccata anche nel senso del dire che l'unica strada veramente percorribile, oggi, è quella di adattare il modulo alla situazione.
    Personalmente credo che l'idea migliore è quelle di sfruttare solo due punte con un trequartista, che potrebbe anche essere Guarin se si affidano i compiti vgeri di costruzione offensiva a Cassano ad esempio. In questo caso tenterei anche una strada nuova, ovvero quella del trequartista/incursore, alla Perrotta nel 4-2-3-1 di era Spallettiana: Cambiasso potrebbe rivestire qui un ruolo nuovo, ma anche Kovacic magari. Con il trequartista, comunque, avrebbe anche più senso guardare nella rosa dei giovani: Garritano potrebbe essere sfruttato, oppure Benassi potrebbe essere rispolverato in posizione più avanzata. Ah già, ci sarebbe anche Alvarez! Magari in posizione centrale chiedendogli soltanto di fare passaggi illuminanti potrebbe diventare utile....

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    1. Ti ringrazio per i complimenti! troppo gentile, davvero! Comunque anche io ho varato la possibilità che hai esposto, ma non penso sia la via migliore...Come ho scritto nel pezzo, stravolgere ulteriormente centrocampo e difesa, sarebbe, a mio avviso, un grande errore. Ora le cose stanno iniziando a funzionare e nell'ultima partita, senza Milito praticamente per tutto il match, non abbiamo subito reti, nè pericoli su azione, pur tenendo conto della pochezza del Cluj (almeno per ora e facendo corna). Inoltre probabilmente il 4-2-3-1 di cui tu parli, sarebbe qualcosa del genere:
      Handa- Zanetti- Ranocchia- Juan- Naga- Kuz (cambiasso)- gargano- alvarez - guarin (kovacic)- cassano- palacio.
      Guarda questa formazione mi lascia più di una perplessità: tutte queste mezze punte non possiamo permettercele, e non terrebbero la fascia, soprattutto la fascidifensivamente. Kuz non si esprimerebbe al meglio in un centrocampo a 2. Solamente 2 tra gargano - cambiasso, guarin- kovacic giocherebbero e la coesistenza di guarin e kovacic, più uno tra gargano e cambiasso a tamponare è la conditio essenziale per la nostra squadra. Non ritengo, inoltre, Garritano pronto a essere un titolare di questa squadra, magari qualche presenza, anche se è un giocatore in cui credo non fraintendetemi. Preferirei un sistema si fatto: La solita difesa a 4- Kuz, Kovacic, Gargano (cambiasso)- Guarin- Cassano, Palacio. Il nostro giocatore più forte e importante per quest'anno non ci sarà, ma, con qualche doveroso accorgimento nei movimenti, non penso si debba stravolgere il nucleo essenziale della squadra. Inoltre, per schierare il modulo che hai congegnato ci vogliono degli esterni puri, che sappiano anche coprire, e gli inserimenti del centrocampo (di cui abbiamo sempre difettato a parte deki). Sinceramente penso non sia attuabile, soprattutto a stagione in corso, e in un periodo in cui gli esperimenti non sono neanche pensabili nè praticabili in allenamento, visto che si gioca ogni 3 giorni. Stravolgere troppo la squadra vorrebbe dire far ulteriormente percepire l'assenza del Principe. La giusta via di mezzo è da perseguire: a volta la soluzione migliore è quella più semplice, anche se la situazione è complicata! grazie ancora e forse hai ragione tu, ne so meno di tutti voi probabilmente; parlerà il campo, il resto conta poco! grazie di aver commentato!

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    2. No Alessandro, il 4-2-3-1 l'ho citato solo per richiamare il modulo usato da Spalletti in cui Perrotta giocava da incursore dietro la punta! Non ho detto che lo vorrei applicare all'Inter di oggi, è impensabile! Mi serviva per spiegare cosa intendevo quando parlavo di Cambiasso incursore alla Perrotta dietro gli attaccanti

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    3. ah ok! scusami se ho frainteso...che disastro ieri: è avvenuto proprio quello che temevo...

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  2. Bel pezzo Alessandro, dimostri una competenza e una capacità di esprimere concetti non banali davvero non comuni alla tua età. Purtroppo come dicevo nel mio post-Cluj, su 11 calciatori in campo, si è rotto in modo serio l'unico che non si sarebbe mai dovuto rompere, e in un reparto già poco attrezzato era quanto di peggio ci si potesse aspettare.

    Mentre aspettavamo il Principe, la squadra spesso giocava come se lui fosse ancora in campo, o almeno questa era la sensazione che percepivo io da osservatore. Adesso che la sfortuna ci ha presentato il conto, inchiodando l'area tecnica alle sue responsabilità, è Stramaccioni a doversi inventare qualcosa, e come ha detto in conferenza stampa per il momento si farà conto su quello che si ha in casa.

    Credo che la strada che verrà battuta inizialmente sarà quella del 4-3-1-2, magari chiedendo a Kovacic e Guarìn di alternarsi nei ruoli di mezzala-trequartista con Cassano e Palacio tandem d'attacco scontato. Al 4-2-3-1 per il momento credo poco anch'io, fermo restando che i numeri sono molto relativi e con la disponibilità al sacrificio di tutti, tutto diventa possibile.

    Non siamo in una bella situazione, questo mi sembra anche banale sottolinearlo, così come banale sarebbe rimarcare ulteriormente quanto avrebbero giovato i due ragazzotti in questa fase finale.

    Vedremo stasera a Firenze cosa accadrà, il campo è difficilissimo e uscire con le ossa intatte non sarà affatto uno scherzo. Stupiteci ragazzi..

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  3. Ciao a tutti. Scusate, ma sono in una situazione di frustrazione, di incazzatura e di confusione mentale tale da fare un pò fatica a ragionare lucidamente sugli argomenti proposti da Alessandro, in maniera come sempre devo dire assolutamente competente. Fra i fumi dell'incazzatura l'unica cosa che mi viene da dire è che gli unici moduli praticabibi adesso (stante anche l'assenza di Samuel) sono il "rombo" o il 4-5-1; e che l'unico giocatore che può fare la prima punta, oltre a Rocchi, è Cassano. Finirà in fuorigioco 10 volte a partita, ma è l'unico che ha le caratteristiche per farlo. Altrimenti meglio giocare con tanti centrocampisti con alcuni che si insericono a turno. Speriamo di avere più fortuna di quanta non ne abbiamo avuta finora; e quando parlo di fortuna mi riferisco anche alle decisioni arbitrali. Già stasera partiamo con Rizzoli e se mi permettete, mi sto toccando i "cosiddetti"!

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