venerdì 8 febbraio 2013

UPSIDE DOWN

Sembrano passate tre stagioni anziché tre mesi da quando l’Inter navigava al secondo posto e si proponeva come una delle principali pretendenti a un posto Champions (di scudetto non ne ha mai parlato nessuno, non da queste parti almeno) e da quando, al contrario, i cugini rossoneri sembravano un’accozzaglia di giocatori in mano a un tecnico frastornato e incerto, costretto ad operare in un ambiente sotto shock dopo le cessioni di due fuoriclasse come Ibra e Thiago Silva. Io stesso l’avevo sottolineato in un post che non rinnego di certo, dal momento che a quel tempo era proprio questa la sensazione che dava il Milan al cospetto di noi dell’Inter che pur con tutte le pecche che abbiamo sempre sottolineato, sembravamo comunque un gruppo unito e capitanato da un tecnico che aveva ben chiari i limiti e le potenzialità di questi giocatori e che aveva saputo individuare gli schemi e il sistema di gioco atto a  nascondere il più possibile i primi ed esaltare al meglio le seconde. Ora invece la situazione sembra essersi completamente capovolta, con i rossoneri lanciati col vento in poppa verso quel traguardo che appariva alla nostra portata e noi ad annaspare faticosamente per non sprofondare addirittura fuori da una posizione che garantisca una qualificazione all’Europa meno nobile. Come è potuto accadere tutto questo?


Stramaccioni: abbandonato o colpevole?
Per quanto riguarda l’Inter ne abbiamo parlato parecchio e abbiamo tentato di analizzarne le cause più volte, individuandone fondamentalmente due: la prima sono gli infortuni a ripetizione occorsi a una rosa di età media piuttosto avanzata e scarsa di rincalzi di qualità soprattutto in certi ruoli; la seconda una scarsa fortuna, chiamiamola così, in una serie di decisioni arbitrali clamorosamente contrarie che ha contribuito a frenare la corsa di una squadra nel momento in cui le cose  giravano ancora abbastanza per il verso giusto. Aggiungerei, giusto come “trait d’union” fra le due, una serie di squalifiche decise dal giudice sportivo al limite dell’allucinante. Nella situazione venutasi a creare successivamente, sono emersi tutti i limiti della Società, storicamente incapace di gestire e di reagire a situazioni del genere. In primo luogo non si è minimamente opposta al linciaggio operato dalla classe arbitrale e dai media, se non con una misurata “sfuriatina” di Moratti sotto i marciapiedi della Saras, dopo la quale le cose sono proseguite se possibile ancora peggio, anche se, onestamente, bisogna riconoscere che non era facile trovare le contromisure adatte ed efficaci per contrastare una situazione di questo tipo. Ma soprattutto, cosa ben più grave perché in questo caso dipendeva da fattori esclusivamente interni , non ha saputo tutelare la squadra e “fare quadrato” intorno ad essa, soprattutto all’allenatore che, come è quasi sempre accaduto nell’era Moratti, è stato un po’ abbandonato al proprio destino. Gli unici due tecnici che hanno saputo reagire a situazioni difficili e saltarci fuori da soli, coprendo anche queste lacune societarie, sono guarda caso quelli che hanno ottenuto i più esaltanti risultati di un recente passato che sembra però già lontano anni luce: Mancini e Mourinho. Stiamo parlando di allenatori navigati, gente esperta e preparata ad affrontare questo tipo di situazioni con determinazione ed efficacia. Certamente non si può certo pretendere lo stesso da uno come Stramaccioni, 37 anni appena compiuti e catapultato in prima squadra direttamente dalla Primavera su una delle panchine più difficili d’Italia, oserei quasi dire del mondo. Abbandonato al suo destino nel momento in cui le cose hanno cominciato a girare per il verso sbagliato, è abbastanza comprensibile che il giovane tecnico romano sia andato un po’ “nel pallone”, cominciando a cambiare troppo spesso modulo di gioco e impiegando giocatori fuori ruolo, entrando così in un vortice discensionale dal quale sarà piuttosto difficile uscire: glielo auguriamo di cuore, per lui e anche per noi, anche perché sono ancora convinto che sia un buon tecnico, che potrà fare bene e darci delle soddisfazioni se avrà la forza di tirarsi fori da questo momentaccio. Un esempio per tutti di cosa voglio intendere per “abbandonato al proprio destino”: se hai una sola prima punta di ruolo che ha 34 anni e che, storicamente, nelle ultime stagioni ha sempre saltato una caterva di partite, vai a rimediare nel mercato di Gennaio con un giocatore che ne ha 35 suonati, e per giunta completamente fuori forma dal momento che non gioca da una vita? Eh su, dài!

Balotelli al suo arrivo in rossonero, con l'A.D. Galliani
Sull’altra sponda del Naviglio si è invece verificata la situazione opposta, e molto probabilmente non a caso ci troviamo di fronte alla situazione capovolta di cui parlavamo sopra: là un tecnico sulla graticola e giudicato da molti (me compreso, devo ametterlo) prossimo all’esonero, è invece stato difeso e tutelato ad oltranza dalla Società, soprattutto nella figura dell’ A.D. Galliani, e gli è stata data la possibilità di lavorare con calma e di uscire da una situazione scomoda che si era venuta a creare soprattutto in conseguenza all’aria di smobilitazione che si respirava dopo le due cessioni eccellenti alle quali abbiamo accennato prima. E’ chiaro che dopo una “batosta” del genere a un allenatore devi dare un minimo di tempo per riorganizzarsi: al Milan l'hanno capito e adesso raccolgono i frutti dall’alber; noi temo, ancora una volta, quelli mezzi marci che cadono per terra  da soli. Stanno valorizzando giovani come De Sciglio, El Shaarawy, Niang; hanno inserito a centrocampo un giocatore di qualità come Montolivo acquistato a parametro zero (che per noi sarebbe stato come manna dal cielo) e hanno recuperato uno come Flamini che sembrava totalmente perso; ma soprattutto a cessioni importanti hanno fatto seguire acquisti importanti. Balotelli sarà anche un “cazzaro”, un giocatore problematico e difficilmente gestibile: ma potenzialmente è uno dei 5 migliori attaccanti al mondo, inutile cercare di negare la verità, come ha fatto Moratti con un laconico quanto inopportuno “A noi non serve”. Da noi è già stato ed è una storia chiusa, oppure il suo costo e il suo stipendio non sono il linea con i nostri attuali parametri: queste sarebbero state le dichiarazioni giuste. Ma dire che uno come Supermario in questo momento non ci serva è come quello che sta morendo di fame e dice che il filetto al pepe verde gli fa schifo. Vorrei non essere frainteso: non sono certo una “vedova” di Balotelli e non sono qui a dire che lo vorrei riprendere indietro, intendiamoci. A parte che all’inizio è sempre tutto facile e che certamente uno così va valutato almeno sul medio periodo (un po’ come Cassano, del resto),  ritengo tuttavia innegabile che sia un giocatore importante e di prospettiva e che il Milan se lo sia assicurato a condizione vantaggiose, con una trattativa condotta molto bene, unitamente ad altri giovani promettenti (Saponara e Salamon,  oltre a quelli già citati), lasciando intravedere un progetto ben preciso. Il nostro, scusate, ma qual è? I loro tre attaccanti sommano 60 anni di età, e i due italiani compongono al momento l’attacco titolare della Nazionale; due dei nostri quattro, chiunque vogliamo prendere in considerazione, ne sommano sempre più di 60: è un dato di fatto innegabile.

Loro, contrariamente a noi, hanno beneficiato di una serie di episodi favorevoli, compreso quello contro la capolista, ma anche questo non è frutto solo del caso, ma dall’abilità con la quale riuscì a lamentarsi ripetutamente Galliani dopo il derby con l’Inter, che aveva visto sì un paio di episodi dubbi decisi a nostro favore, ma anche un’espulsione molto discutibile di un nostro giocatore per metà partita. Parte dei frutti li hanno raccolti domenica sera quando lo stesso arbitro di quel derby (Valeri) gli ha regalato un rigore al 93’. Questo non è giocare sporco, ma semplicemente  sapere farsi valere; noi “non siamo mediatici” e veniamo regolarmente massacrati, sul campo e fuori. Altrettanto non vorrei essere frainteso su Galliani che ha molti aspetti che non è che mi vadano particolarmente a genio: però, come diceva anche Andrea nel suo ultimo post, è un dirigente di calcio con i controcazzi e il suo lavoro lo sa fare eccome; non sarebbe male che i nostri dirigenti prendessero qualche spunto ogni tanto. Io mi auguro che questa stagione, se proprio deve essere l’ennesima di transizione e concludersi quindi senza risultati di rilievo, serva almeno ad illuminare il Presidente sulle scarse capacità di alcuni dirigenti e sulla necessità di darsi una struttura più agile e verticale nella quale siano in pochi, e possibilmente bravi e competenti, a prendere in tempi rapidi decisioni chiare e strategiche, senza perdersi in tentennamenti e stucchevoli  tira e molla. Se poi i cugini mi recuperano anche Muntari ai livelli del primo anno di Inter, giuro che prenderò seriamente in esame il ritiro spirituale a vita fra gli altipiani del Tibet.

Alex

11 commenti:

  1. Complimenti come al solito! la tua disamina non ha bisogno di aggiunte visto la pertinenza e l'accuratezza delle argomentazioni! Penso che il punto su cui porre maggiormente l'accento sia la gestione dei giovani...è vero loro hanno perso dei punti a inizio stagione, ma alla fine hanno recuperato e sono 40, così come per noi, che ci siamo arrivati con ultratrentenni, mentre loro con un attacco under 91 e De Sciglio. Il risultato, per ora, è lo stesso, in prospettiva molto meglio loro! e pensare che il nostro è uno dei vivai migliori in Europa. Che peccato! bruciare giovani come Crisetig e Bessa è un sacrilegio! Ad ogni modo, tra Moratti e Berlusconi, mi tengo 100000 volte il nostro presidente, sperando che non si ritornerà alle urne tra 9 mesi...

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    1. Ciao a tutti, ciao Ale. Lo so che Moratti è molto meglio di Berlusconi, ma non riesco ad essere d'accordo con quelli che preferiscono naufragare con Moratti che trionfare con Berlusconi; si potrebbe cercare di vincere con Moratti solo se quest'ultimo si scegliesse meglio i collaboratori come ha fatto il Berlusca con Galliani, che sarà anche brutto, un pò "maneggione", a volte addirittura grottesco e comico, ma che il suo lavoro di dirigente lo sa fare bene. Questo post non voleva certo essere un confronto fra Presidenti; quello è scontato in partenza, almeno per noi.

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    2. Infatti era solo una puntualizzazione e una mezza consolazione, visto che questo è palesemente il loro momento, sotto tutti i punti di vista!

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  2. Il tutto si riassume in sette parole: non abbiamo una dirigenza con i controcazzi.
    Da qui deriva il fatto che non abbiamo peso mediatico, che nei momenti di difficoltà il nostro allenatore viene abbandonato a se stesso, che i migliori giovani vengono spediti a farsi le ossa e a diventare grandi altrove, e via discorrendo.

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  3. Ciao ragazzi. Non fraintendetemi, ma io non condivido questo elogio al "progetto" del Milan, che poi è lo stesso Milan che ha cambiato marcia nell'ultimo periodo dopo aver fatto ridere tutta la penisola, perso praticamente con tutti, e che se non fosse per un generoso regalo della "sorte" starebbe ancora dietro.

    Io non dimentico gli amici (e non solo) milanisti che volevano la testa di Allegri dicendogliene di ogni, non dimentico Berlusconi in tribuna che sostanzialmente dà dell'handicappato al suo tecnico in diretta tv, non dimentico il loro fantastico scambio Cassano+7.5 milioni per Pazzini, nè lo sconforto che serpeggiava da quelle parti quando noi correvamo e loro mangiavano polvere.

    Ricordiamoci una cosa importante: se loro sono a pari punti con noi, i loro meriti sono molto, molto relativi, perchè quelli che si sono fermati siamo noi. Zero punti a Bergamo, 1 in casa con Cagliari-Genoa-Torino, le imbarcate di Siena e Udine, i pali e la malasorte contro la Lazio..3 punti, laddove sarebbe stato "normale" farne almeno 10-12. Se non sono anni luce indietro, non è merito del loro filotto o del loro "progetto", ma è semplicemente perchè da noi la luce si è spenta. E sulle concause, sono assolutamente d'accordo con quanto detto da Alex nel pezzo.

    Capisco la delusione, capisco lo sconforto e il profondo fastidio per essere passati dal -1 dalla vetta all'inferno di un aggancio clamoroso, ma non vediamo progetti e programmazione là dove non ce ne sono. Se vogliamo guardare dei progetti seri, ci sono Borussia Dortmund, Bayern Monaco e altre compagini in giro per l'Europa..

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    1. Mettiamo da parte i risultati. Loro stanno costruendo una squadra giovane e hanno dimostrato di avere le idee chiare. Hanno preso un'attaccante 22enne tra i migliori in circolazione, i giovani campioni li fanno giocare non li spediscono qua e là o peggio ancora li vendono.
      Vuoi qualche esempio concreto? Loro De Sciglio lo fanno giocare, noi Faraoni l'abbiamo mandato ad Udine, hanno puntato su El Shaarawy, noi Coutinho l'abbiamo venduto, per l'anno prossimo hanno preso Saponara, noi Campagnaro. E potrei andare avanti con altri mille esempi.
      Non ci sono idee chiare e soprattutto la parola "progetto" non rientra nel loro vocabolario.

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    2. complimenti per la tua lucidità Antonio! è difficile non farsi trasportare dai media euforici, che fanno di tutto per essere pro-Milan, e non solo per motivi di campo...l'unico loro merito per me è aver puntato con decisione sui giovani, e ora stanno arrivando i risultati. Per il resto non sono niente di che! Molto meglio il Borussia Dortmund, che ha i giovani migliori d'Europa

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    3. Nessun elogio Antonio, forse sono stato frainteso io: le cagate le fanno tutti, anche la Juve ne ha fatte parecchie ultimamente. Non si può azzeccare tutto. Però in quello che fa il Milan e in quello che fa la Juve un progetto di massima ce lo vedo; in quello che fa l'Inter purtroppo no, o almeno non ci riesco io. Non c'è un solo giovane del vivaio che sia presente nella rosa della prima squadra; questo nonostante quello dell'Inter sia uno dei migliori vivai italiani, lo dimostrano i recenti risultati delle squadre giovanili. Vedi l'incredibile vicenda grazie alla quale il quarto attaccante invece di essere Livaja o Longo risponde invece al nome di Rocchi!Questo è un dato di fatto innegabile. Poi se mi metti a confronto il progetto del Milan con quello del Bayern o del Dortmund è chiaro che i cugini ne escono a pezzi, come se metti d'altra parte a confronto la situazione economica della Germania e quella dell'Italia. Nessun elogio al Milan dunque, ma una forte critica alla nostra dirigenza che, come saprai, non ho mai risparmiato quando la ritenevo meritata.

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  4. Sono d'accordo con gli ultimi concetti che hai espresso, alex! dissento solo su un punto: il progetto Dortmund si è realizzato, non solo in relazione alle possibilità economiche giallonere, ma grazie alla lungimiranza societaria: se con 17,5 milioni comprano Marko Reus, una delle migliori mezzepunte d'Europa, e noi ne spendiamo 15 per Pereira, dobbiamo solo riflettere su come sfruttiamo le nostre risorse, non pararci sempre il culo sul FPF...Gotze è un giovane che non gli sarà costato nulla e che giocava anche da giovanissimo titolare, prima di diventare un craque. Lewandonski sicuramente sarà costato poco, così come Piszeck e tutti gli altri campioni gialloneri. Le possibilità economiche centrano ben poco. Comunque bravissimo Alex, tu dici la verità ed hai scritto un grande articolo, non voglio assolutamente sminuire il tuo lavoro, ma fare un'ennesimo elogio alla società tedesca, ancor più che al Bayern!

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    1. Ah su quello che dici a proposito del Dortmund non c'è dubbio; è chiaro che i soldi non sono tutto, vanno anche spesi bene, grandissimi complimenti a loro e al loro tecnico. Noi ne abbiamo pochi e quei pochi di solito li spendiamo pure male, come dici giustamente a proposto di Pereira, che ne valeva sì e no 5. Vogliamo parlare di Alvarez (9) Jonathan (5) Schelotto (6) e gli ingaggi "pesanti" confermati a due ectoplasmi come Chivu (2,5 netti) e Stankovich (3 netti)? Mi sembra un pò la storia di varie amministrazioni comunali che sperperano i soldi in maniera indecente e selvaggia e poi mandano in giro loschi personaggi a fare multe "alla cazzo" per rimpinguare le casse: quando i soldi sono pochi diventa ancora più importanti spenderli bene e non sprecarli.

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    2. è proprio quello che intendevo!

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