venerdì 15 marzo 2013

Inter-Tottenham 4-1: a un passo dal sogno, ma siamo ancora vivi

Zanetti e Stramaccioni

Valla a spiegare, la partita di ieri sera. Vacci a trovare una logica, in una metamorfosi che sa più di resurrezione, proprio nei giorni in cui il nuovo pontefice argentino si presenta al mondo segnando in qualche modo un'altra tappa della storia. In una serata milanese di metà marzo, un'Inter ormai considerata (anche da noi, va detto) alla canna del gas e incapace di reagire a qualsiasi stimolazione esterna, tira fuori una prestazione fuori dal comune e schianta gli inglesi in 90' praticamente perfetti, arrendendosi solo al 120' ad una rete di Adebayor che comunque, nonostante suonasse come una condanna, non era stata capace di stroncare la voglia di stupire dei nerazzurri in campo.



Il return-match di San Siro, pesantemente condizionato dallo 0-3 dell'andata, doveva essere poco più che una passerella nella quale far bella figura, senza però disperdere energie preziose per il rush finale in campionato. E' stato invece un crescendo di emozioni, con una squadra finalmente viva, razionale, combattiva e in possesso di quel furore agonistico già visto quest'anno in diverse occasioni (vedi Torino), ma che sembrava essersi via via dissolto assieme alle certezze di un mister troppo presto additato come un 'dead man walking'.

Stramaccioni non ha voluto sentir parlare di turnover, schierando un 4-3-1-2 con tutti i migliori in campo, ad eccezione di Ranocchia, e con Kovacic in cabina di regia spalleggiato da Gargano e Cambiasso. Il 19enne che viene dall'est ha fatto letteralmente impazzire per quella sua capacità di pensare rapido, verticalizzare, vedere linee di passaggio invisibili al pur generosissimo ma pasticcione Gargano, uscendo stremato dopo aver illuminato lo stadio con il suo talento cristallino. Contro un Tottenham forse troppo sicuro di sè (le dichiarazioni di Vertonghen ne sono un esempio) e depotenziato dalla squalifica di Bale, la marea nerazzurra non si è fermata neanche un secondo.

Succede così che Cassano sente odor di primavera e gioca una gara da fuoriclasse vero, Palacio finalmente innescato nel modo giusto dimostra di essere un'arma letale forse troppo spesso sottovalutata, e nonostante un Guarìn sottotono, il risultato alla fine del tempo regolamentare lascia senza fiato: 3-0, overtime, inerzia della gara tutta dalla nostra parte seppur fisicamente lo sforzo sia stato incredibile. E se Cambiasso avesse messo quella palla al minuto 92, staremmo qui a parlare di un altro 4-0 che ci ha fatto godere nel giro di tre giorni, ma tant'è.

Sinceramente, con la squadra in piena trance agonistica ma in debito d'ossigeno, ho quasi sperato nel sanguinoso epilogo dei calci di rigore, potendo godere di un portiere come Handanovic fenomenale tra i pali, ma ancor più quando c'è da ipnotizzare un attaccante dagli 11 metri. Il gol di Adebayor ha scongiurato questa eventualità purtroppo, ma la squadra nei 24 minuti successivi alla doccia fredda non ha comunque mollato di un centimetro, gettandosi a testa bassa alla ricerca dei due gol che avrebbero reso l'impresa leggendaria.

Ricky Alvarez, subentrato a Guarìn ma fin lì irritante, segna di testa il 4-1 che a 10 dalla fine tiene tutto aperto, Ranocchia centravanti è la classica mossa della disperazione per cercare di ottimizzare eventuali cross e palle inattive. Non succede più nulla, ma al triplice fischio sono solo applausi. Si è visto il gioco, il sangue agli occhi, la rabbia di chi, ferito nell'orgoglio, reagisce anche in una situazione non proprio favorevole.

Viene da chiedersi adesso se lo spettacolo visto ieri sera sia un punto di partenza per affrontare con il giusto piglio le gare che restano da qui alla fine di questo tribolato campionato. La furia cieca che si è abbattuta sul Tottenham è stata straordinaria, ma sappiamo benissimo che tolto di mezzo il palcoscenico ingombrante dell'Europa League (che avremmo anche potuto vincere, passando il turno ieri), è la nostra classifica a necessitare di prestazioni e punti pesanti.  E' stato bello sognare per due ore una trionfale cavalcata europea, ma ora che il sogno è finito, la realtà dice che sbancare Genova è l'unica opzione possibile per continuare a sperare in un finale di campionato che abbia un senso.

Stramaccioni ha ancora qualche carta da giocarsi, se la giochi bene. Non merita la buca che gli si sta scavando sotto i piedi, ma si sa come vanno queste cose: dimostri che la squadra è ancora viva, come ieri, e nessuno potrà toccare il suo lavoro. A volta basta una notte come quella di ieri, per cambiare tutto.


INTER-TOTTENHAM 4-1 primo tempo 1-0 (3-0 al 90’)

MARCATORI Cassano al 20’ p.t.; Palacio al 7’, Cassano al 30’ s.t; Adebayor (T) al 7’ p.t.s.; Alvarez al 5’ s.t.s.

INTER (4-3-1-2) Handanovic; Jonathan (dal 2’ s.t.s. Ranocchia), Juan, Chivu, Zanetti; Gargano, Kovacic (dal 34’ s.t. Benassi), Cambiasso; Guarin (dal 26’ s.t. Alvarez); Palacio, Cambiasso (Belec, Pasa, Belloni, Colombi). All. Stramaccioni.

TOTTENHAM (4-4-2) Friedel; Walker, Gallas, Vertonghen, Naughton (dal 14’ p.t.s Caulker); Dembélé, Livermore(dal 25’ Lennon), Parker, Sigurdsson; Defoe (dall’11’ s.t. Holtby), Adebayor (Lloris, Huddlestone, Assou-Ekotto, Carroll). All. Villas Boas.

ARBITRO Bebek (Cro). NOTE Ammoniti Livermore, Friedel per c.n.r., Walker per gioco scorretto, Holtby per simulazione, Juan, Adebayor per gioco scorretto. Recuperi p.t. 2’; s.t. 3’; p.t.s. 3’; s.t.s. 2’.

Antonio

4 commenti:

  1. Ciao ragazzi...che serata quella di ieri!! Sono momenti che ti riappacificano con il proprio cuore da tifoso proprio, decisamente :)
    Detto ciò sottolineerei soprattutto le ultime parole scritte dall'ottimo Anto: "Stramaccioni ha ancora qualche carta da giocarsi, se la giochi bene. Non merita la buca che gli si sta scavando sotto i piedi, ma si sa come vanno queste cose: dimostri che la squadra è ancora viva, come ieri, e nessuno potrà toccare il suo lavoro. A volta basta una notte come quella di ieri, per cambiare tutto." Qua sta il succo di tutto: a me non interessava particolarmente passare il turno (non dopo l'andata almeno), ma vedere che questa squadra avesse ancora dell'orgoglio e ce n'è. Quindi che l'orgolgio guidi questo finale di stagione, poi vada come vada.
    P.S. Cassano, se gli stava sul cazzo qualcuno, non giocava 120 minuti come ieri, con il livello tecnico di ier. Così, giusto per dire.

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    1. Infatti, c'è un alone di mistero attorno a questa squadra, capace di tirare fuori una prestazione fuori dal normale dopo il nulla cosmico di White Hart Lane (giustificabile, forse) e quello di domenica sera (molto meno giustificabile). Sembrava tutto fuori posto, ma fuori posto di brutto, e questi ti tirano fuori la partita perfetta, Cassano compreso.

      Che ne giochino una a settimana con queste palle, questa lucidità e questa voglia di spaccare il mondo, non saranno ovviamente 10 vittorie ma di certo si farà molto meglio delle ultime 10 gare giocate prevalentemente senza nerbo nè carattere..

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  2. Ciao a tutti. Col senno di poi era meglio cercare di coprirsi un pò per evitare di prendere il gol che ci avrebbe condannato a farne altre due (regola del cazzo, lo scrissi anche sul mio libro); ma ieri sera era una serata così, come ben poche ce ne sono state quest'anno, di quelle "o la va, o la spacca", ed è giusto che sia andata così. Ripeto: Strama è quello che ha meno colpe di tutti e cambiare un allenatore ogni sei mesi è roba da Zamparini, mica da Inter. In questo modo non si costruisce un cacchio!

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    1. Mah sai Alex, alla fine quando la squadra è in totale trance agonistica, e soprattutto con un vantaggio psicologico importante sull'avversario, difficile fermare il treno in corsa. Oltretutto, il gol preso non è stato un errore 'tattico', ma una situazione in cui Dembelè di beve due giocatori, tira, e sulla respinta di Handanovic il pallone trova giusto giusto il piedone di Adebayor.

      Su Strama, leggo da più parti che il suo destino a fine stagione sia ormai scritto, e che non sarà lui il timoniere dell'Inter 2013/14. Tendo a pensare che le voci siano vere, e questo sinceramente mi dispiace..avrebbe preso spunto dagli errori di quest'anno, e dalle tante situazioni che si sono susseguite per migliorare ed essere ancora più all'altezza.

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