mercoledì 13 marzo 2013

Quo Usque Tandem (fino a quando), presidente?


In un post di qualche tempo fa, successivo alla chiusura del calciomercato di Gennaio, avevo affermato che si era toccato il punto più basso della presidenza Moratti, ritenendo i cosiddetti rinforzi assolutamente inadeguati per il raggiungimento di ‘sto famoso terzo posto; constatare che qualcuno, o peggio un insieme di persone, avesse potuto ritenere adatti a questo scopo giocatori come Schelotto, Kuzmanovic e Rocchi, mi aveva indotto a proferire questa affermazione sicuramente un po’ forte. Lo stesso Kovacic, seppure sicuramente di caratura totalmente diversa da quelli citati sopra, è un giocatore totalmente inadatto da inserire a metà stagione e sul quale riporre aspettative importanti, che presuppongono pressioni molto difficili da reggere per un ragazzo di 18 anni (anche questo era stato puntualmente fatto notare).



La partita di domenica sera, in particolar modo il primo tempo, ha evidenziato in maniera drammatica il totale caos che regna nella nostra squadra e nella nostra Società. Avrebbe dovuto essere la partita del “dentro o fuori”, quella nella quale al di là di tutto bisogna entrare con il sangue agli occhi, pronti a buttare sul campo tutto quello che è rimasto a ciascuno: il “tutto” si è rivelato un “niente” tale da renderci credo tutti quanti allibiti. L’unico forse che è entrato in campo animato da qualcosa di simile allo spirito che ci voleva è stato il vecchio leone Deki, che almeno ha lottato, commesso falli, ha ruggito in faccia agli avversari: purtroppo però quando il fisico non ti supporta più, anche il ruggito del leone diventa simile al latrato di un cagnolino di taglia “mini”.

Chiedo scusa se il percorso del post è meno lineare e logico di altre volte, ma diventa difficile e al tempo stesso frustrante scrivere qualcosa in una situazione del genere, dopo che per tre anni si è paventato il rischio di finire in una situazione del genere e alla fine questo rischio si è puntualmente materializzato. Seguo l’Inter ormai da 46 anni, ma un vuoto cosmico di qualsivoglia aspetto che richiami il gioco del calcio come quello palesato nel primo tempo di domenica sera, raramente lo ricordo, anche se questo rischia di diventare un “refrain” di quest’ultimo scorcio di stagione.

Quello che non comprendo fino in fondo e che pertanto mi preoccupa di più, è quanto il Presidente sia stato consapevole in questi anni di ciò a cui si stava andando ineluttabilmente incontro. Dopo aver giocoforza dettato le linee guida, in particolare quella di un adeguamento alla fantomatica norma del Fair-play finanziario, ha cioè avvallato tutte le decisioni scellerate che sono state prese o ha continuato a fidarsi ciecamente di chi le prendeva? Perché c'è modo e modo di ridimensionare, l’abbiamo detto tante volte; ma quello che stato messo in atto più che un ridimensionamento è stato uno smantellamento. Io mi voglio augurare che Moratti non abbia avvallato questo o non vi abbia contribuito in prima persona; in ogni caso il quadro che esce non può certo essere a tinte rosee, dal momento che l’ultima parola spetta, o dovrebbe spettare, comunque a lui. A me dispiace arrivare a certe conclusioni, perché comunque il Presidente è alfiere di valori che per noi tifosi dell’Inter rappresentano dogmi; ci ha sempre tenuto fuori da situazioni nelle quali tutti hanno cercato di cacciarci dentro a forza senza mai riuscirvi, e di questo gliene siamo, e gliene saremo sempre immensamente grati.

Ci ha anche regalato un periodo straordinario, al di là dei problemi degli altri, checché se ne dica, visto che abbiamo conquistato due trofei importantissimi al di fuori dell’ambito nazionale. L'Inter però è una squadra che per palmares, storia e tradizioni si colloca fra le prime 10/15 d’Europa e non può essere gestita come l’Udinese, il Chievo o il Catania, con tutto il rispetto per bellissime realtà del nostro calcio, ma inevitabilmente da considerare su un altro piano. Pensare di ridimensionare semplicemente facendo leva sulle uscite (cessioni e abbattimento ingaggi) senza considerare che fatalmente sarebbero diminuite anche le entrate, è stato un errore capitale, del quale d’altra parte si è macchiato anche qualcuno più in alto con responsabilità di governo dell’intero Paese. La situazione perciò nella quale sono precipitate le cose sta facendo sì che il credito che vantava il Presidente nei confronti della tifoseria sia ormai quasi del tutto esaurito.

Raccontano di un Moratti fuori dai gangheri e di rese di conti all’orizzonte, con cambi di ruolo in tutti i settori; si cominciano a fare nomi improbabili di allenatori, da profili completamente inadatti all’ambiente dell’Inter (Mazzarri), a deprimenti cavalli di ritorno (Lucescu), a “evergreen” buoni per tutte le situazioni (Zenga). Ma il Presidente dovrebbe essere prima di tutto arrabbiato con sé stesso, e invece di pensare a cambiare per l’ennesima volta l’allenatore, rischiando di insidiare il record negativo di Zamparini, dovrebbe spiegarci che cavolo ci faccia ancora Branca alla direzione dell’area tecnica, visto che una serie di stronzate così grosse non l’avrebbe combinata nemmeno un pastore sceso da una qualche malga; o piuttosto uno come Combi alla guida dello staff medico, dal momento che si è dimostrato una persona con concezioni datate in materia di medicina sportiva e che aveva avuto contrasti piuttosto pesanti anche con due grandi professionisti della panchina come Mancini e Mourinho.

Dovrebbe spiegarci poi come mai è stato ingaggiato quello che era considerato il “guru” degli osservatori dell’Udinese, Angeloni, che là scovava talenti assoluti per quattro soldi e qui non si capisce cosa stia facendo e chi stia visionando, visto che arrivano giocatori come i tre menzionati all’inizio. Poi magari il cambio di guida tecnica si renderà anche inevitabile se i risultati dovessero continuare su questa falsariga, ma la priorità deve essere data a una riorganizzazione di tutta quanta la Società e a tutti i livelli, perché qualunque altro allenatore che si trovasse ad operare in una situazione del genere, sarebbe destinato a fare la fine degli ultimi cinque del dopo-triplete. Strama ha colpe, intendiamoci, ma obiettivamente gli è stato chiesto di salire sul podio di un gran premio di Formula 1 dandogli in mano il volante di una Toro Rosso.

Quella che manca è una figura di Amministratore Delegato che conosca a fondo l’ambiente del calcio e sappia dirigere una Società complessa e importante come l’Inter: Moratti ha dimostrato di non essere in grado di farlo e i collaboratori che ha scelto meno di lui. Se vuole davvero il bene dell’Inter deve operare scelte drastiche, a partire dal ridimensionamento stesso del suo ruolo. Come già fatto notare la pazienza di una tifoseria pur molto tollerante come quella dell’Inter mi pare si stia esaurendo e credo e spero che il Presidente non abbia intenzione di andarne a verificare il punto di rottura: non vorremmo mai trovarci a rivedere dei motorini piombare giù dagli spalti del Meazza.

Alex

5 commenti:

  1. Ciao a tutti ragazzi! Sono appena tornato da qualche giorno di relax e che mi ritrovo? Una squadra morte che improvvisamente pare essere resuscitata e sfiora una rimonta EROICA e COMMOVENTE contro una squadra oggettivamente più forte e che milita in un campionato decisamente superiore al nostro, il Tottenham. Mi sono emozionato a guardare la partita, ma ciò non cambia il fatto che ciò che dice Alex sia una santa verità: c'è moltissimo da lavorare e probabilmente l'allenatore è l'ultima cosa, in questo momento, che necessità di essere cambiata. Dirigenza da rifondare e rosa completamente da rivedere sono le priorità. Lo capiranno?

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    1. Ieri però la squadra era assatanata, a riprova del fatto che tattiche e schemi valgono solo se poi i giocatori in campo danno il 100%..Strama ha sbagliato e sbaglierà, ma ha fatto e farà anche tante cose buone: certo è che se la minestra è quella, la sua inesperienza paga doppio. Io se penso a Mazzarri ho i brividi.

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  2. Ciao a tutti. Solita partita da "Pazza Inter", anche se a me questo termine non piace: sembravamo morti, invece a momenti, se solo Guarìn avesse giocato al livello degli altri...Speriamo sia la sconfitta perfetta: quella cioè che risparmia altre quattro partite "sanguinose" a una rosa comunque limitata e in riserva di energie, ma che dà carica e fiducia per il rush finale di campionato. Certo che Domenica se le energie mentali dovrebbero essere rinfrancate, da un punto di vista squisitamente fisico temo fortemente.
    Comunque Kovacic deve essere schierato titolare da qui alla fine in tutte le partite.

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    1. Ciao Alex..la beffa è fare una partita del genere, e non chiudere una rimonta a quel punto possibile. Con quel portierino che abbiamo, andare ai rigori avrebbe voluto dire una mezza ipoteca sulla qualificazione, e tolto di mezzo il Tottenham in quel modo saremmo stati davvero favoriti per vincerla.

      Ad ogni modo, ormai resta solo il campionato, e la consapevolezza di avere ancora qualche funzione vitale attiva..speriamo serva per vincere intanto a Genova, un nuovo ko renderebbe inutile ogni altro discorso..

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  3. Finalmente 4-3-1-2!! Speriamo che adesso non cambi di nuovo...Male Guarin, se non viene scolarizzato si rischia di perderlo e sarebbe un peccato.

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