venerdì 12 aprile 2013

La profezia del Vate


Al di là di un sottile ed innegabile stato di godimento (che riesce ad ammettere solo chi è sincero) per l’eliminazione dei bianconeri dai quarti della Champions, una riflessone più pacata, approfondita e meno di parte non può non portare a considerare lo stato in cui versa il calcio italiano.

I vari media erano stati molto prodighi di elogi, di titoli ad effetto, di incoraggiamenti: prima del ritorno degli ottavi del Milan a Barcellona e dei quarti della Juve a Torino contro il Bayern, si respirava un clima di fiducia in un più che possibile passaggio di turno da parte dei rossoneri e in una rimonta difficile ma tutto sommato possibile dei bianconeri. Risultato: il Milan è riuscito a sperperare un grosso vantaggio ed è stato letteralmente asfaltato nella partita del Camp Nou, e la Juve è stata dominata piuttosto nettamente sia all’andata che al ritorno, risultando questa doppia sfida quella di fatto meno incerta di tutti i quarti di finale.



Ne consegue pertanto che la squadra più in forma di questo scorcio di stagione e quella che da due anni domina il campionato italiano siano state nettamente messe sotto da squadre appartenenti all’elitè del calcio europeo; per dirla in termini un po’ più “prosaici” sono state prese a calci nelle palle. Questo fatto configura, volenti o nolenti, l’esatta dimensione nella quale si colloca oggi il calcio italiano a livello europeo: un livello medio-basso, purtroppo. Se n’è accorto anche Conte (ma tòh !) che dopo la partita ha dichiarato che ci vorranno anni prima che una squadra italiana possa essere in grado di competere per la conquista di una Champions, evidentemente ancora impressionato e scosso dalla superiorità dimostrata dai tedeschi in entrambe le partite.

Nel ritorno di Torino qualcosina la Juve lo ha anche tentato, sicuramente meglio del "nulla" dell'Allianz Arena, ma è stato più che altro nell'immediato inizio delle due frazioni di gioco sulla spinta emotiva del pubblico amico; quando i bavaresi hanno deciso di premere sull'acceleratore, forti anche del calo fisico degli avversari, prima hanno centrato un palo e poi hanno siglato due reti sfiorandone almeno altre due. Per “par condicio”, proprio perché il mio ragionamento vuole andare oltre l’appartenenza a colori nazionali, risulta oltremodo impietoso anche il confronto fra il Bayern stesso e l'Inter.

Tre anni fa li avevamo battuti piuttosto nettamente nella finale di Champions: loro, forti di una dirigenza seria e competente, composta da loro ex giocatori preparati e carismatici, hanno operato qualche innesto mirato ogni anno su un’intelaiatura di base che è rimasta fondamentalmente quella di allora. Giocano in uno stadio che è una meraviglia ed è sempre pieno zeppo e che gli garantisce introiti che noi non ci sogniamo nemmeno. Risultato: rischiano fortemente di giocare la terza finale in quattro anni, solo incontrando il Real in semifinale correrebbero il rischio di non riuscirvi, e sono in piena corsa per il “Triplete”, avendo vinto il campionato nazionale con sei giornate di anticipo ed essendo in finale di coppa di Germania.

Noi, che il Triplete lo avevamo realizzato per davvero, guardate come siamo combinati a soli tre anni di distanza: probabilmente fuori anche dall’Europa League, e il guaio ulteriore è che c’è anche da augurarselo. A proposito di dirigenza del Bayern, vorrei cogliere l’occasione per sottolineare lo spessore e la signorilità di un nostro grande ex-giocatore, Rummenigge, che ha ritenuto doveroso scusarsi pubblicamente e correggere la solenne cavolata che aveva proferito il suo Presidente onorario Beckenbauer (molto più “crucco” di lui) su Buffon, nonchè recarsi a salutare di persona la dirigenza della Juve, nonostante in passato avesse avuto da ridire più di una volta sulla correttezza dei loro comportamenti (casi Sagnol e Vidal).

Se vogliamo completare il quadro non va certo meglio in Europa League, dove gli scarsi proventi che l’UEFA mette in palio, uniti a trasferte piuttosto scomode e a ridosso di impegni di campionato, finiscono per risultare un deterrente per le Società italiane, sempre più avide di introiti perché afflitte da bilanci sempre più in rosso; verrebbe piuttosto facile il parallelismo con lo Stato Italiano, sempre più avido di denaro da arraffare ai cittadini e alle imprese, per poi fornire servizi sempre più scarsi e inadeguati.

Dovrebbero essere condizioni che scoraggiano parimenti squadre di altre nazioni; invece, chissà perché, sembra essere un problema di quasi esclusivo appannaggio delle formazioni di casa nostra. Morale: prendiamo schiaffoni in faccia da tutte le parti, o per un motivo, o per un altro. L'abbiamo fatto notare altre volte, passando magari per qualunquisti o facili moralisti: il calcio italiano, lo sport più in generale, è governato dalla stessa "razza" che governa il Paese. Persone che hanno a cuore solo la loro poltrona, che significa automaticamente potere e fiumi di denaro da convogliare nelle loro sempre più gonfie tasche: i risultati poi non possono essere che questi.

Ricordate cosa disse Mourinho prima di andarsene?

"Il calcio italiano è malato: per anni avete coperto il marcio di Calciopoli e, una volta scoperto, state facendo di tutto per insabbiarlo il più velocemente possibile secondo il principio: "Tutti colpevoli, nessun colpevole" Vi piace così tanto questo vostro sistema calcio? Allora tenetevelo!"

Una delle tante sentenze per le quali venne additato, ostracizzato e messo alla pubblica gogna: "Chi si crede di essere costui, straniero in Italia e che guadagna un fracco di soldi, per venirci a fare la morale?".

Josè da Setubal è solo una persona molto intelligente, lungimirante, tutta d’un pezzo e franca fino a risultare quasi brutale: c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di sostenere che avesse torto? Dopo solo tre anni queste affermazioni risuonano come una sinistra ma azzeccatissima profezia.

6 commenti:

  1. José Mourinho da Setubal non ha mai detto una cosa a vanvera.
    In questi giorni su Facebook in molti stanno ricordando un'altra affermazione dello Special One, rivolta al popolo nerazzurro "State attenti, vi faranno pagare tutto".

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  2. Ttto giusto, ma la società inter di colpe ne ha una vagonata....hai detto bene quando hai parlato della differenza dopo tre anni tra bayern e inter.... con chi te la vuoi prendere, con il coni, la lega, la juve il milan?? credo sia giusto prendersela unicamente con la società e in primis moratti...

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    1. Cazzo se ce la prendiamo con la Società e con Moratti...non facciamo altro da tre anni! Il mio è però un discorso che cercare di andare oltre, e se mi pemetti con in CONI, con la Lega e con la Federazione me la prendo e non poco: se lo sport e il calcio italiano sono ridotti in questo stato poco più che pietoso, la maggiore responsabilità è proprio da attribuirsi a loro. Poi ci sono distinguo fra squadra e squadra e abbiamo sempre sostenuto che l'Inter ha operato male, e che invece Juve e Milan molto meglio (Post "A onor del vero" e "Upside down"); questo però non è bastato a evitare figure piuttosto magre a livello europeo.

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  3. Mourinho ha tanti difetti, a partire dall'arroganza per arrivare alla forse eccessiva fame di danaro (se poi è davvero un difetto...), ma certamente la sua abilità e, soprattutto, la sua asosluta intelligenza umana prima che calcistica, sottolineata da Alex nel pezzo, è il suo biglietto da visita.
    Continuo a pensare che lui, più che essere andato al Real, sia scappato dall'Inter e dal sistema calcistico italiano. Certo, il Real era un ottimo incentivo a farlo, ma ancora di più lo era (e lo è) l'assoluto immobilismo ideologico, prima che politico, del nostro sistema calcistico. Imbarazzante l'assenza di lungimiranza nelle scelte tattiche dirigenziali dell'intera Lega, che va di pari passo con l'incapacità del regolamento di adattarsi al cambio degli eventi.
    Rimango comunque in accordo con l'amico anonimo che ha commentato prima di me: le colpe dirigenziali della nostra squadra vanno ben al di là degli errori arbitrali, che hanno comunque molto influito. Ma questo penso che lo sappia benissimo anche Alex, che in questo caso ha voluto soltanto focalizzarsi su un altro aspetto della situazione attuale :)

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    1. Sì certo Andrea, lo so molto bene; ma non mi sembra di avere parlato di arbitraggi o complotti nel pezzo del quale sono l'autore anche se non è evidenziato da nessuna parte.

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  4. Anche ieri in controllo del match praticamente per un'ora, un palo clamoroso colpito da Cambiasso, e poi dal nulla piove il rigore che chiude ogni discussione vista la fragilità estrema di una squadra allo sbando.

    Siamo alle comiche, il problema è che di comico, anche pensando al futuro prossimo, non c'è proprio niente.

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