mercoledì 6 marzo 2013

Peter Pan e la talpa


Aspettavamo un pò  tutti, onestamente paventandolo, il momento nel quale Fantantonio avrebbe “sbroccato” rendendosi protagonista di una delle sue ormai celebri “cassanate”, anche se qualcuno sperava che un pò con l’età, un pò perché di fronte alla sua ultima vera occasione in una grande squadra, l'ex-ragazzo di Bari Vecchia avrebbe messo la testa a posto ed evitato i comportamenti che l'hanno reso tristemente famoso nel corso della sua carriera calcistica.



Invece il ragazzino immaturo, viziato ed ignorante che è in lui ha preso come sempre il sopravvento e l’ha portato (pare) quasi allo scontro fisico con l'allenatore che aveva puntato tutto su lui, sacrificandogli un buon giocatore come Pazzini, che oltretutto avrebbe potuto esserci parecchio d'aiuto visto come sono andate le cose. La sindrome da Peter Pan, da eterno ragazzino che si rifiuta di crescere e di assumersi le sue responsabilità di uomo, l'ha condizionato insomma ancora una volta, e in maniera decisamente negativa; sia per lui che per noi. 

D'accordo, a molti non piace leggere o sentire dire il solito “io l’avevo detto”. Dal momento però che siamo qui per commentare, pronti a fare  retromarcia quando facciamo previsioni sbagliate, ci teniamo a sottolineare quando invece ci azzecchiamo, anche se in questo caso non era molto difficile. Lo avevamo anche sottolineato quando di Cassano all’Inter se ne era parlato anche dopo la sua esclusione dalla rosa della Sampdoria: se era stato capace di offendere in maniera pesante e inopportuna la persona che lo aveva resuscitato al calcio giocato dopo la quasi tragica esperienza di Madrid, era più che lecito attendersi che la cosa si sarebbe ripetuta altrove. 


A maggior ragione all’Inter, dal momento che il Presidente è una persona che tende ad archiviare quasi tutti questi episodi con un: “Ma sì dai, sono ragazzi!”. Forse anche Strama poteva andarci un po’ più “soft” conoscendo il soggetto, e magari rimandare la “cazziata” in uno stanzino a quattr'occhi e a porte rigorosamente chiuse; evidentemente il ragazzo deve fare esperienza anche sotto questo aspetto, glielo concediamo, pur se va assolutamente sottolineato che è il giocatore il primo a dovere rispetto all’allenatore, più che viceversa, anche se il rispetto reciproco è sempre la situazione più auspicabile. Ci ritroviamo così  nella fase decisiva della stagione con un attaccante fuori per infortunio fino alla fine della stagione, uno arruolabile al momento per un’amichevole fra scapoli e ammogliati, uno sul perenne orlo di una crisi di nervi, e il solo Rodrigo Palacio sul quale fare cieco affidamento, ma che purtroppo non può giocarle tutte come a Catania, altrimenti anche Messi e Ronaldo gli farebbero una pippa. 

Cassano, anche per i guai fisici dei quali è stato vittima, sarebbe da considerare un pò come una ciliegina sulla torta, uno da impiegare cioè  in certe partite e in certi momenti della partita, preferibilmente quando gli avversari cominciano a calare fisicamente. All'Inter ne hanno fatto un architrave della struttura, commettendo uno dei tantissimi errori di questa stagione; adesso, volenti o nolenti, dipendiamo dai suoi umori, dai suoi estri e dalle sue bizze, e soprattutto ne dipende Stramaccioni, che in questo finale di stagione si gioca il futuro della panchina nerazzurra. Non vorrei essere nei suoi panni: oltre gli infortuni, assolutamente esagerati per gravità e per numero, (difficilmente tutti ascrivibili quindi alla voce casuali), alle sfighe e ai torti arbitrali, gli mancava solo la “sbroccata” dell’Antonio da Bari. Una “full immersion” di fattori negativi che sa saprà superare raggiungendo un qualche risultato positivo, gli consegnerà una delle panchine più difficili del mondo con un grado di autorità e di consapevolezza molto più consistente di quello attuale. Detto questo non si può a mio parere non considerare un altro aspetto di questa vicenda piuttosto disdicevole: il fatto che quello che succede all’Inter si sappia nelle redazioni di un qualche giornale mezz’ora, un’ora al massimo dopo il suo accadimento.

Attenzione: era una cosa che succedeva un pò già all’epoca della presidenza di Fraizzoli, ma che durante la presidenza Moratti ha assunto una connotazione e una regolarità assolutamente preoccupanti. Si è parlato di una “talpa” all’interno dell’entourage interista, ma in questo caso dovrebbe trattarsi di una persona molto in alto o comunque sempre presente dall'inizio dell'attuale presidenza, dal momento che difficilmente si spiegherebbe altrimenti una sorta di “staffetta” in questo ruolo nel corso di questi ultimi anni. 
Probabilmente qualcuno le riterrà situazioni marginali e che alla fine non sono decisive per connotare una stagione in maniera positiva o negativa: sbagliato! Almeno secondo il mio modestissimo parere. 

Queste situazioni sono l'esatto specchio del pressapochismo, delle carenze organizzative, della non chiarezza di ruoli; in una parola del caos che regna all'Inter e che ha sempre regnato soprattutto nell'era Moratti, tranne il breve periodo nel quale si sono fatti parzialmente carico di mettere un minimo d’ordine tecnici con spiccate capacità manageriali quali Mancini e Mourinho. Decine di direttori che non decidono e di collaboratori che chissà a cosa collaborano, e la persona che dovrebbe tirare le fila frastornata da tutte queste altre che evidentemente lui stesso non ha saputo scegliere in maniera adeguata. Dispiace dovere ammettere queste situazioni,  ma fare rientrare tutto sotto l’etichetta della “Pazza Inter” sembra francamente superficiale, oltre che scarsamente intelligente; come dire che “l’Inter è bella così”…mah, non lo so; non per me almeno.

Io non so chi sia questa cosiddetta talpa, se tutti ne conoscano veramente l’identità come afferma Pazzini e, in caso contrario, quanto sia importante scovarla: ritengo invece importantissimo che il Presidente o si decida a fare un pl di chiarezza e di “piazza pulita”, oppure che si affidi a qualcuno in grado di farlo nel caso in cui lui non ritenga di averne la capacità, il tempo o la voglia. Per non “darci una fregatura”, come lui stesso ha dichiarato non più tardi di qualche giorno fa.

Alex

7 commenti:

  1. A proposito di talpe e media:
    http://diqualcosadiinterista.myblog.it/archive/2013/03/05/una-risata-ci-seppellira.html

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  2. Ciao ragazzi. Purtroppo lo dicevo da tempo sui commenti di questo blog, diciamo dal dopo-Pescara in poi: Cassano, da sorridente e decisivo, era diventato improvvisamente nervoso e quasi dannoso, anche se francamente speravo che almeno stavolta non si sfociasse nel teatrino. Troppi i segnali che emergevano dal campo, dalla reazione stizzita per la sostituzione col Pescara, alla diatriba con Guarìn a Udine, passando per i mal-digeriti 90' di Cluj e altre piccole situazioni di campo che mostravano chiaramente una sua insofferenza, a mio modo di vedere.

    Si era partiti quest'estate con un progetto molto diverso, Coutinho era ancora dei nostri e senza Cassano, di partite ne avrebbe giocate parecchie. L'arrivo inaspettato del barese ha scombinato le carte e messo ai margini il brasiliano, che magari non sarà adattissimo al campionato italiano ma a Liverpool sta facendo vedere cose importanti, e che peraltro aveva già mostrato in parte a Milano.

    Un altro esempio di come la progettualità venga sacrificata sull'altare del 'tutto e subito', oltre al fatto che liberarsi di un corpo ormai estraneo come Pazzini, incassando 8 milioni ed un calciatore senza dubbio di livello ha sicuramente spinto la cosa e non poco.

    Come abbiamo letto, sentito e scritto in questi giorni, il problema è che queste cose passino all'esterno: era l'1 di notte di venerdì, e la notizia ha iniziato a diffondersi come un virus nel giro di poche ore. Visto l'orario, e la sicurezza con cui certi media l'hanno sbandierata, è evidente che qualcosa all'interno non vada per il verso giusto..

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  3. Non vedo dove sia la novità nel fatto che appena succede qualcosa da noi, nel nostro spogliatoio, poco dopo tutti la sappiano. Come dice Alex è oramai una costante, che neppure Mou e Mancini erano riusciti a contenere (diversi casi, anche in quegli anni, accaddero). Non so neppure io chi sia la talpa, interessa poco sinceramente, la verità è che troppo spesso, all'Inter, l'allenatore è lasciato solo a gestire l'intera piramide tecnica. Galliani è sempre a Milanello, Marotta idem, spesso parlano loro con i giornalisti, questi sanno che se c'è qualcosa da sapere, devono andare da loro. Da noi invece i dirigenti vanno ogni tanto ad Appiano, ma spesso nascosti, non si fanno vedere, come se essere al campo d'allenamento sia qualcosa di grave. Negli anni i giornalisti si sono abituati a cercare le notizie sui nerazzurri chiedendo un pò a tutti, e così chiaro che esca tutto. Basta un giardiniere che passava a mettere via gli attrezzi e che ha sentito parte della discussione per spifferare tutto a qualcuno, se qualcuno gliel'ha chiesto. Come dice Alex, alla fine, torniamo sempre al punto di partenza: la Società ha fatto erorri e, spesso, risulta assente.
    Su Cassano non riesco a capire ancora perchè in tanti si siano stupefatti. Non litigare con lui è praticamente impossibile e, come sottolinea Antonio, già da qualche tempo il nervosismo traspariva in alcuni suoi atteggiamenti. Detto ciò, questa volta, farei un applauso a Strama per come ha gestito il tutto: s'è imposto, s'è fatto valere, ha ricevuto le scuse del ragazzo (segno di stima comunque) e ha chiaramente esposto ai giornalisti (o meglio, molti giornalai) il suo fastidio sul fatto che si facessero supposizioni (non sul fatto che avessero pubblicato la notizia, quello è il loro lavoro).
    Chiaro è che ora Cassano ci serve ed è importante avere recuperato il giocatore. Se sarà davvero così lo vedremo domani in EL

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  4. vorrei ribadire quanto già scritto in un post del gruppo Fc.internazionale di milano su questo argomento riportando il citato post e sottoponendolo agli amici di inter cafè che seguo sempre con piacere:... be antonio si sa è un "vivace"ma non è assolutamente un cattivo ragazzo,ed il nerazzurro è davvero una sua passione, e vi garantisco che è così sin da piccolo essendo un suo concittadino che lo ha visto iniziare sui campetti della periferia barese fino al bari in A.è un istintivo, ed a tal proposito vi racconto un episodio di quando appena sedicenne in allenamento dopo aver "scherzato,maiellaro e il compianto mancini sulla linea di porta,si fermò e rivolto al mister fascetti,mentre spingeva la palla in rete col tacco disse in puro dialetto barese:" mo mister e chiss so l giocatur d serie A?,ovviamenete fascetti che ad antonio vuole bene come ad un figlio, paternamente gli diete uno scappellotto e lo mandò in anticipo a fare la doccia.questo è cassano,enfatizzare le "cassanate"come atti di superbia e maleducazione e quanto di più sbagliato si possa fare

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    1. Ciao Nicola. Nessuno ha parlato di superbia o melducazione; semplicemente di scarsa maturità e senso di responsabilità. Un calciatore, seppur di grande talento, non è un tennista o un golfista; è insierito all'interno di un gruppo col quale deve interagire e si deve confrontare. Per essere un vero campione "a tutto tondo" ci vogliono quelle doti che Cassano non ha, pur essendo in fondo un bravo ragazzo e spesso anche simpatico. Se ha avuto problemi in tutti le squadre dove ha giocato, un motivo ci sarà.

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  5. Non c'entra molto con l'argomento trattato nel post, ma volevo inviare una breve replica a Lucianone Moggi che ha dichiarato che un'altra Calciopoli senza Telecom e Guido Rossi non potrà più ripetersi e che mi dicono abbiamo anche "l'onore" di annoverare fra i nostri follower. Gli rispondo che una nuova Calciopoli non potrà ripetersi dal momento che lui non c'è più e che a certi livelli sono situazioni che credo proprio saranno irripetibili. Quanto alla solita storia che l'Inter è tornata quella pre-Calciopoli, mi sembra una maniera di affrontare le cose molto semplicistica e assolutamente di parte: vorrei solo ricordare che quell'Inter ha vinto anche una Champions, mica solo scudetti e coppe Italia.

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