giovedì 5 aprile 2012

Bisogna saper perdere


Forse sarebbe ora che dalle parti di Milanello cambiassero l’inno ufficiale e lo rimpiazzassero con il titolo della canzone dei Rokes “Bisogna saper perdere”, presentata a Sanremo nel 1967 in coppia con il grande e compianto Lucio Dalla.

Già sabato scorso si erano esibiti nel “taroccamento” fotografico più veloce della storia facendo girare a meno di un’ora dalla fine della partita col Catania un’immagine chiaramente alterata del presunto gol non concesso a Robinho e postandola sul loro sito ufficiale oltre che sugli I-Pad e I-phone dei vari dirigenti; il problema è che le cose fatte in fretta solitamente non vengono fatte con la dovuta cura e attenzione. Così risultava che i pali della porta erano uno il doppio dell’altro, che la linea di porta in prossimità del pallone era stranamente scolorita, che il pallone stesso risultava un incrocio fra quello da calcio e quello da rugby e che il difensore respingente del Catania aveva un culo che sembrava quello dell’ ippopotamo Pippo della Lines, data anche la conformità cromatica.

Siamo alla mistificazione totale della realtà, dato che bastava vedere anche un solo replay per rendersi conto all’istante di come la palla non avesse varcato INTERAMENTE la linea di porta; “conditio sine qua non”, lo rimarchiamo ancora una volta, perché il gol possa essere ritenuto tale. Quel che è peggio è che, come al solito qui in Italia, in particolar modo trattandosi della squadra che più di ogni altra ha la possibilità di sostenere mediaticamente un’operazione del genere, più di un soggetto si è fatto trovare subito pronto ad avvallare questa tanto maldestra quanto vergognosa mistificazione. Non c'è più nessun ritegno e scrupolo a far passare una “balla” così gigantesca come verità assoluta, dato che i precedenti in campo sportivo e non (ahimè) in questo Paese non mancano di certo; questa è la realtà più amara che si evince da questa ennesima disdicevole vicenda. Il grande Milan non sopportava di avere perso due preziosi punti sulla strada che porta alla conquista dello scudetto e, probabilmente ancora imbufaliti per il gol incredibilmente non concesso a Muntari contro la Juve (quella volta con tutta ragione ovviamente), hanno pensato bene di costruirsi una loro verità da dare in pasto alle molte persone pronte a farla loro nonostante l’evidenza contraria.

Non conta nulla che il Catania abbia meritato ampiamente quel risultato, come non conta nulla che alla bella squadra di Montella e Pulvirenti sia stato annullato un gol che verrà annullato sì e no una volta su cento (fuorigioco di rientro centimetrico di Bergessio che tocca il pallone a Gomez il quale segna in posizione perfettamente regolare): la cosa importante era lamentarsi e portare una prova, non importa se fasulla, a supporto di tale lamentela. Così come nulla importa se solo sei giorni prima nel quarto di finale d’andata di Champions al Barcellona fosse stato negato un rigore clamoroso (ancora di più se si considera la presenza di un arbitro di porta a un metro dall’azione) più un altro che poteva tranquillamente essere concesso senza suscitare scandali particolari (Mesbah su Puyol); così come non importa se il loro allenatore ha clamorosamente “cannato” sia la formazione iniziale, regalando il controcampo al Barça schierando solo tre centrocampisti di ruolo uno dei quali (Seedorf) corre sì e no come me, sia le sostituzioni (quella di Pato tanto inopportuna quanto imbarazzante e deleteria); così come non importa che per l’ennesima volta il loro giocatore più prestigioso si sia dimostrato un coniglio bagnato quando si tratta di affrontare un avversario molto forte in un occasione molto importante (noi dell’Inter ne sappiamo qualcosa al proposito).

La causa principale dell’eliminazione contro una squadra che nel computo delle due partite si è dimostrata decisamente superiore è stata, almeno secondo i loro dirigenti più rappresentativi (ci devo mettere anche “Barby” Berlusconi ?) un rigore concesso dall’arbitro olandese reo di non avere fermato subito Nesta prima che entrasse in gioco il pallone , il quale, poverino non ha trovato di meglio che aggrapparsi alla maglia di Pique come una cozza ad uno scoglio e sotto gli occhi del medesimo arbitro che era a tre metri da loro con visuale perfetta. E anche in questo caso potendo contare sul supporto di vari media, primo fra tutti il maggior quotidiano sportivo nazionale di colore rosa che ormai è diventato il loro organo di stampa ufficiale. Il Milan non ha tutto sommato sfigurato nella doppia sfida, l’ha tenuta addirittura aperta più a lungo di quanto molti si sarebbero potuti immaginare: questo è stato possibile anche grazie al fatto che le più evidenti sviste arbitrali siano avvenute a suo favore in casa, quando la concessione di un paio di rigori agli avversari avrebbe reso quasi inutile la partita di ritorno. Ma questo fatto è stato “resettato” in sei giorni ed è stato molto facile e comodo addossare le maggiori responsabilità della sconfitta sul direttore di gara dell’altra sera, senza considerare che avere favori contro il Barcellona è già un vantaggio sul quale in pochi hanno potuto contare; per informazioni chiedere all’Arsenal e al Chelsea, per fare i primi due esempi che mi vengono in mente.

Non avere la cultura della sconfitta è tipico della nostra mentalità di italiani, ma soprattutto di quella dei rappresentanti di un paio di squadre con la maglia a righe e che non rispondono al nome di Inter F.C. Su quella a righe bianconere gli esempi si sprecano e sono recentissimi, mentre per quanto riguarda quella rossonera mi piace ricordare gli episodi di Marsiglia e di Bergamo. Nel primo caso si trattava di una partita di Coppa i Campioni del 1991 e il Milan era praticamente eliminato: lo “zio Fester” irruppe in campo e ritirò la squadra perché a novantesimo minuto già scoccato si era spenta la luce di uno dei quattro piloni agli angoli del rettangolo di gioco, anche se le luci avevano ripreso a funzionare dopo un paio di minuti, anche se parzialmente; emulò così uno sceicco (non dico altro) che era entrato in campo per ritirare la nazionale del Kuwait contro la Francia ai Mondiali del 1986. Oltre a una figuraccia vergognosa in mondovisione e a un anno di squalifica nelle coppe europee, quella partita segnò la fine del ciclo del Milan di Sacchi.

Questa figura “barbina” era stata preceduta da quella del Gennaio 1990 in una partita di coppa Italia Atalanta-Milan e che i bergamaschi stavano vincendo 1-0 (risultato che avrebbe eliminato il Milan di Sacchi che puntava a vincere tutto); il povero Borgonovo restò a terra e Stromberg buttò la palla in fallo laterale. Invece di restituirla, con tutta l’Atalanta ferma, Rijkaard la passò a Massaro, che crossò in area dove un incredulo difensore dell’Atalanta trattenne platealmente lo stesso Borgonovo: l’arbitro fu praticamente costretto a fischiare il rigore e Franco Baresi, che avrebbe potuto anche sbagliarlo, lo tirò come se fosse una finale di Coppa Campioni con il Milan che così passò il turno. Sarà perché noi siamo fisiologicamente più abituati a perdere, o perché nel nostro DNA vi è insita una certa autoironia, o perché i nostri dirigenti sono sempre stati forse un po’ meno capaci ma sicuramente più signori: fatto stà che noi di figure di m.... del genere non ne abbiamo mai fatte, almeno finora, e non siamo mai andati in serie B per scandali e irregolarità più o meno gravi. Avremo vinto un pò meno, ma noi siamo fieri e orgogliosi di questo e ringraziamo i nostri dirigenti e i nostri giocatori del comportamento che hanno sempre tenuto.

Piccola nota a margine: ieri l'Alta Corte del CONI ha confermato la radiazione a vita per Moggi, Girando e Mazzini, nonostante qualche fenomeno si fosse prodigato a pronosticare il contrario. E' la diciottesima sentenza contraria a Moggi e alla Juve: 18 avete capito? 18 come il numero degli scudetti vinti dall’Inter: prendetene tutti buona nota!

Alex

7 commenti:

  1. Cambiamo argomento: ma la NGS non doveva non essere un torneo non ufficiale come ce l'hanno menata per giorni? E allora come mai si squalifica un giocatore nel campionato italiano (Pecorini) per un fatto successo nella finale di quel torneo? Per 8 mesi???!!!
    Tosel ha proprio rotto il cazzo e non capisco come la Società non proceda a un esposto su di lui come avrebbe dovuto fare con Palazzi

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  2. Forse dimenticavi qualche regalo nella semifinale d'andata del 2010, qualche passaporto falso, qulache telefonata, qualche cena segreta, qualche............

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  3. http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=PZVlMH8UdBM
    In questo video, al minuto 6:00, si vede che Pecorini viene espulso dall'arbitro Alex. Non credo sia quello il "fattaccio" per cui è scattata la maxi squalifica, ma qualcosa c'è stato. Purtroppo noi dobbiamo sempre essere vittime di sentenze modello a quanto pare, e questa cosa mi puzza e mi rode un bel pò. Bah, vedremo come va a finire il ricorso....

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  4. Scusa, cosa c'entrerebbe ciò con il "saper perdere" Nico? Poi di che stiamo parlando scusa? Qualche cena segreta?? Mica siamo la CIA o il KGB eh :) non so se tu sia milanista o juventino, ma se sei rossonero, beh, continua pure a piangere per quel rigore concesso piuttosto che riflettere sulle imbarazzanti statistiche di quella partita, così farete cagare in questo finale di stagione; se sei juventino ci sono diciotto sentenze che dovresti leggerti, nulla di più :)

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  5. A parte che si dovrebbe dire dimentichi e non dimenticavi..io non ho dimenticato niente, forse tu lo hai fatto. Per il passaporto falso siamo stati gli unici ad avere pagato, mentre su Dida e su altri 13 si è sorvolato...Per quanto riguarda il regalo della semifinale ti riferisci ai 2 (dico 2) centimetri di Milito o vogliamo parlare di un'ora giocata in 10 la Camp Nou per la ridcola espulsione di Motta? Sia che tu sia milanista , sia juventino da questo punto di vista non saremo perfetti ma molto meglio di voi sicuramente sì.

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  6. Ho capito Andrea, Pecorini avrà anche fatto una cazzata, non voglio dire di no: ma da quando in qua si squalifica un giocatore per il campionato per un'espulsione ricevuta nelle coppe europee? Poi per la NGS che non è nemmeno ufficiale? Qui siamo alla follia totale, roba da camicia di forza!

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  7. No Alex, concordo infatti sul discorso che non ha senso una pena esemplare per questo fatto!

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