venerdì 13 settembre 2013

Abete, Inter-Juve e la classifica del cu....ore

Abete sdogana i 31 "scudetti" bianconeri
Siamo alle solite: alla vigilia di Inter-Juventus si alza sempre una qualche voce che inneggia agli scudetti vinti "sul campo", fottendosene bellamente di 22 sentenze di giustizia sportiva e ordinaria che hanno sancito come fosse assolutamente e patologicamente irregolare quello che contestualmente avveniva "fuori". E' una vecchia storia, nulla di particolarmente strano perciò, specialmente se protagonisti della "boutade" sono due personaggi come Litchsteiner, che a quei tempi manco giocava in Italia, e Nedved, uno che invece c'era dentro fino al collo e che farebbe meglio a vergognarsi, ovviamente se si stesse parlando di un Paese "normale" e civile; il problema è che siamo in Italia. E proprio a questo si vuole ricollegare il senso di questo post: che siano due giocatori o ex a prodursi in certe affermazioni lascia un pò il tempo che trova, tantopiù che deve essere una specie di "must" imposto dall'attuale dirigenza Juve quello di parlare sempre di due scudetti in più di quelli regolarmente conquistati, tanto è vero che perfino uno degli eroi del nostro Triplete fu probabilmente obbligato a fare la stessa uscita nella conferenza stampa di presentazione (Lucio e la cosa non è che gli portò una gran fortuna peraltro). Quando però è il Presidente della stessa Federazione che ha emesso quella sentenza a parlare di "classifica del cu...ore", e di come sia perfettamente legittimo che Agnelli e compari vadano in giro blaterando di titoli conquistati meritatamente "sul campo", la cosa assume una dimensione e una gravità ben maggiori, ulteriormente aggravata dal fatto che costui si autogiustifica affermando che al tempo di quelle decisioni il Presidente non era lui, producendosi in uno degli sport nazionali più gettonati, lo scaricabarile. 

Pertanto si propone come Presidente di una Federazione nella quale non solo ogni iscritto può fare il cacchio che gli pare, ma addirittura può esibire la classifica o l'albo d'oro che si sente di avere meritato; in questo modo invece di 109 titoli nazionali assegnati da quando esiste il campionato italiano, alle varie Società risulta lecito attribuirsene svariate centinaia e tutti gli anni praticamente nessuno retrocede mai. Lo andasse a spiegare ai fratelli Della Valle: tutti abbiamo visto come si è qualificato il Milan ai preliminari di Champions, ma a giocarli ci sono andati i rossoneri, mica la Viola; e questo per limitarci a un episodio recente. Purtroppo, come ripetiamo da tempo, il calcio non è altro che lo specchio del Paese e chi lo governa non è certo migliore di chi ha precipitato quest'ultimo nella più grave crisi economica, sociale e di valori dal dopoguerra ad oggi. Non c'è più vergogna di nulla, non esiste più rispetto di nulla, ognuno ritiene assoluta la propria versione della verità; tutto viene "frullato" all'interno di un enorme calderone e quando esce, ovviamente, non ha più alcun gusto o sapore che lo contraddistinguano, ma un unico poco gradevole aroma che sa vagamente di marcio.

Moggi in un tribunale, che l'ha condannato
In questo modo però è comodo per tutti: ognuno può sbandierare la propria verità innanzi a chi ritiene opportuno e coloro che dovrebbero avere l'onere e la responsabilità (e che sono lautamente pagati per farlo) di giudicare, dirimere e porre dei "paletti fissi" di riferimento, possono tranquillamente evitare di farlo in modo da accontentare tutti e non crearsi pericolosi nemici. L'ineffabile Presidente Abete può così tenersi tranquillamente buono il rampollo della famiglia più potente d'Italia autorizzandolo ad attribuirsi gli scudetti che ritiene di avere meritato, lasciando però immutato l'albo d'oro ufficiale, dal momento che non può certo toglierli all'Inter dopo la pronuncia di varie sentenze dei vari tribunali sportivi e ordinari che sono stati chiamati ad assumere decisioni sulla vicenda. Persino un certo Michel Platinì, Presidente dell'UEFA, perciò avvezzo a "sguazzare" fra beghe politiche e certamente non assegnabile alla categoria degli anti-juventini, ha recentemente dichiarato che le sentenze vanno rispettate e che pertanto i titoli vinti dai bianconeri sono quelli che ufficialmente gli sono stati attribuiti; d'altra parte, una persona che ricopre un certo incarico con un minimo di serietà, non potrebbe sostenere altro. Il Presidente della nostra Federazione preferisce invece viaggiare su due mondi e con due albi d'oro paralleli, quello del cu..lo, pardòn, del cuore, e quello ufficiale, destinati perciò a non incontrarsi mai, proprio come il mondo nerazzurro e quello bianconero: davvero un bel servizio al nostro calcio. Complimenti, Signor Presidente!


Alex

3 commenti:

  1. Le esternazioni del Presidente Abete (tra l'altro, è bene sottolinearlo, arrivate due giorni prima di un Inter-Juventus) danno chiaramente l'idea delle persone che ci governano in Italia, in tutti i settori.
    E' vergognoso che una persona che dovrebbe essere "super partes" si dichiari palesemente schierato.

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  2. Si il fatto di schierarsi l'ha fatto dopo la redazione di questo post, e la cosa è ancora più grave, oltre che a fare ancora più schifo. Poi dove l'ha fatto? A Tuttosport, testata al servizio della Juve: un po' come andare a parlare negli anni '50 contro il nucleare a Hiroshima o Nagasaki!

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  3. Avrei preferito fare questo commento a un post dedicato, ma va bene uguale. Quello che chiedevamo all'Inter, lo ha fatto: continuare nel processo di crescita e non farsi ridicolizzare o travolgere. Anzi: per tutta la prima parte del secondo tempo abbiamo giocato meglio di loro. Poi dopo avere subito il gol del pari subito dopo quello del vantaggio, per colpa guarda caso dei due peggiori in campo ieri (Jonathan e Guarin), siamo calati e abbiamo rischiato di perdere. Tutti bene tranne i due nominati sopra. Alvarez sembra veramente un altro giocatore mentre il brasiliano, al primo vero banco di prova serio, è purtroppo tornato ad essere il mediocre che abbiamo visto tante volte. Speriamo che Mazzarri riesca nell'ennesimo miracolo

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