martedì 13 dicembre 2011

Peppino Prisco: 10 anni senza l'INTERISTA

(Milano, 10 dicembre 1921 – Milano, 12 dicembre 2001)


Curioso pensare che a farmi conoscere quell'immenso personaggio che è stato Peppino Prisco sia stato un milanista, ma effettivamente andò proprio così. Ero poco più che un bambino, e già vivevo le prime schermaglie con i vicini (padre e figlio, mio coetaneo) di marcata fede rossonera, amici nella vita ma rivali acerrimi in campo sportivo.

Un giorno il milanista adulto, dell'età di mio padre, discutendo durante una partita vista insieme pronunciò la frase "Peppino Prisco è il primo anti-milanista che c'è in Italia!". Ed io: "E chi è?". "Ma come chi è, il vostro vicepresidente! Maledetto, se ci vedesse sparire sarebbe la persona più felice del mondo".

Insomma, ero un fanciullo e di informarmi sull'organigramma della mia squadra del cuore mi interessava all'epoca davvero poco. Tuttavia, venni in questo modo a conoscenza di questo incredibile pezzo di storia nerazzurra, un interista DOC che ormai da dieci anni ha lasciato questo mondo dopo essersi reso immortale in vita.

Ora, senza lasciarsi andare a post strappalacrime (che non sarei nemmeno capace di scrivere, a dirla tutta), credo che il modo migliore per ricordare uno dei più grandi interisti di sempre sia quello di elencare alcune delle perle sciorinate negli anni, che concentrano l'essenza e la grandezza di questo piccolo avvocato di origini napoletane che ha impresso a fuoco il suo nome nella storia del nostro club. Perchè lui non era un interista qualunque: lui era l'INTERISTA per antonomasia, un'icona che identifica una definizione.


II Milan è finito in B due volte, la prima pagando, l'altra gratis.


La Juventus è una malattia che purtroppo la gente si trascina fin dall'infanzia. 


Cosa penso dei giocatori dell'Inter che fanno i festini hard? Non saprei, quando escono non mi chiamano mai. 


Chiedo scusa ai miei genitori ma in mezzo alla foto di loro due porto sempre quella di Ronaldo. 


Mi definisco un ometto di grandi passioni. Ometto: uomo è troppo impegnativo. 


Una volta, nel '54, mi hanno chiesto se con l'Inter fuori cau­sa mi augurassi che lo scudetto lo vincesse il Milan. Rispo­si: 'Mi auguro che vinca la Scarioni, gloriosa squadra dilet­tantistica dove ho militato negli anni Trenta'. 


Un pronostico su Ascoli-Milan? Non saprei, non seguo il calcio minore. 


Se dovessi difendere il Milan per quello che ha fatto a Marsiglia, chiederei la perizia per incapacità di intendere e di volere. 


Sto preparando lo striscione del Milan Club Marsiglia. Ho già trovato uno sponsor: l'Enel. 


La Smart? Un regalo di mia moglie per la laurea. No, non ne ho presa un'altra. È che ai tempi non me l'aveva fatto. 


Mia moglie è più di quarantenni che non viene a vedere con me una partita. Una domenica mi ha detto: «Se continui a gridare in quel modo non vengo più». Le ho risposto:«Stai pure a casa». 


Sull'affare passaporti, Recoba doveva essere assolto per non aver compreso il fatto. È stato il più stupido, un pirla, come si dice a Milano. 


A proposito dei passaporti falsi, avete sentito il padre di Veron? Io sì: l'hanno intervistato e non ci ho capito niente perché parlava calabrese stretto. Probabilmente è stato doppiato. 


Il rigore negato alla Juventus nell'aprile del '98 non è stato assolutamente un furto. In realtà si è trattato di ricettazione. 


Inter-Juve finisce spesso con delle lamentele contro gli ar­bitri. Il guaio è che sono sempre le nostre. 


La sudditanza psicologica è in tutti i campi. Se il parcheggio è pieno e arriva Moggi gli dicono: «Prego, si accomodi!» 


Mi pare che Braschi sia molto stimato in ambito internazionale. E lui in effetti quando mancano certe squadre italiane se la cava bene. 


Bè, però adesso basta parlare di sudditanza arbitrale. Sa­pete, ho ottant'anni e non vorrei che Dio fosse bianconero. 


Il Milan? Cos'è? 


Da bambino avevo fatto un voto perché volevo il Milan in B. Poi l'ho perfezionato: serie C. 


La serie B non è nel nostro codice genetico. 


Sono dell'idea che una retrocessione cancelli almeno cin­que scudetti conquistati e che la vittoria della Mitropa eli­mini i residui. 


Vedere Milan-Cavese 1-2 del 1983 con i cugini in B è una cosa che fa molto bene a chi è malato. 


Milan primo in classifica? Si deve trattare di un refuso tipografico. 


«Lei approverebbe che suo figlio sposasse una ragazza nera?» «Ha detto nera o rossonera? Perché nel primo caso è un sì.» 


Sono contro ogni intolleranza e razzismo, ma mia figlia in sposa a un giocatore del Milan non la darei mai. 


(A Luisa Corna, incontrata a Controcampo): Ah, è lei? Non l'avevo quasi riconosciuta con tutti quei vestiti addosso. 


Ai giocatori piacciono le ragazze? Alla loro età anch'io avrei fatto lo stesso se accidentalmente non fossi stato impegnato nella Campagna di Russia. 


Ci accusano di essere nati da una cestola del Milan. È ve­ro. D'altra parte non abbiamo mai nascosto le nostre umi­li origini. 


Nel '29, dopo un derby vinto dall'Inter ne divenni tifoso. Successe che, avendo chiesto ai miei zii Pasquale e Antonietta notizie sul Milan, loro mi risposero che non era il caso di occuparmi di gente incolpevole, ma calcisticamen­te di serie B.


Io tifo per l'Inter e per tutte le squadre che giocano contro Milan e Juve. 


Oreste del Buono è del Milan perché a scuola da giovane lui teneva per i Troiani. È sempre stato abituato a mettersi con i più deboli. 


II mio sogno? L'Inter che batte il Milan a tempo scaduto con un gol segnato in fuorigioco o con la mano. Meglio se in fuorigioco e con la mano. 


II giorno prima di morire vado a fare la tessera del Milan, così se ne va uno di loro.


In una parola: unico.

Antonio

5 commenti:

  1. Un GRANDISSIMO. Si può dire altro? Non credo, credo che la sua capacità di vivere il calcio così profondamente ed intensamente, ma sempre col sorriso stampato in volto e la lingua tagliente umile servitrice dell'ironia, sia un modello da seguire ancora oggi. Non credo avrebbe fatto guerra mediatica a Moggi&Co., penso sarebbe stato in grado di stemperare ogni scoria residua con una battuta, una stretta di mano ed un saluto. I non interisti lo stimano, noi interisti gli vogliamo bene, credo che questo sia il suo più grande lascito nel mondo del calcio e degli affetti.

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  2. Certo Alex, infatti non criticavo, dicevo solo che probabilmente il suo modo di fare, di essere, avrebbe fatto bene a tutti oggi come oggi...:)

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  3. Eh già, l' Avvocato Prisco...(ho scritto avvocato con la A maiuscola non per sbaglio; se scrivevano Avvocato quando parlavano di Agnelli, possiamo scriverlo con la A maiuscola anche per Prisco). Una persona con un'intelligenza e uno "sense of humor" veramente notevoli: manca tanto uno come lui, capace di questi tempi di difendere l'Inter a spada tratta e in modo arguto ed efficace al tempo stesso. Mi sarebbe piaciuto vederlo all'opera nel suo massimo fulgore durante il periodo di Calciopoli; sicuramente avremmo subìto di meno e anche fatto molti sorrisi in più.

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  4. Malinconia. Mai nessuno più come lui. Il numero 1 degli interisti. :)

    Ciao ragazzi.

    P.S.: un saluto particolare a Sergio... È un pò che non lo vedo in giro...

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  5. Non si trattava di fare la guerra mediatica, ma di difendere l'onore e la dignità della sua Inter e di Facchetti come altri non hanno fatto; tutto qui.

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