L'Inter
è la squadra di calcio più completa e più avvincente del mondo,
capace di trasmettere una gamma di emozioni vasta come le sfumature
dei colori.
Nel
bene o nel male, con i suoi limiti, le sue contraddizioni e tutti i
suoi difetti, non puoi restare indifferente, o la ami alla follia o
la odi alla morte; in ogni caso, non puoi non parlarne!.
Il
giorno in cui finalmente il tribunale di Napoli ha condannato, in
primo grado, Moggi e la sua allegra brigata di manipolatori del
calcio marcio degli ultimi quindici anni; senza
contare i “Galliani” ancora rimasti in giro e che, non c'è da
preoccuparsi, continueranno il loro lurido lavoro di manipolazione,
c'è qualcuno che ha sentito il bisogno di distrarre le masse gobbe,
ormai più che “gobbe” direi “piegate”, piegate da Moggi
(ingiustamente), dalla giustizia sportiva (giustamente!), dagli
Agnelli (ve lo meritate!) e dalla giustizia ordinaria
(final-giustamente!), per ridargli un filo di sorriso e quale
miglior medicina, se non il veleno sull'Inter?
La
Gazzetta dello Sport, ormai odiata dagli Interisti, perchè filo-j**e
e dagli j**entini, perchè filo Interista, si assume questo onere e
anticipa alcuni “stralci” dell'autobiografia di cui meno si
sentiva la mancanza al mondo, quella di Zlatan “ho sempre
sognato di indossare questa maglia” Ibrahimovic, detto anche
“Megaloman”, per le sue manie di grandezza e magnificenza,
investito della carica di sbruffone più pagato del secolo!.
Ibrahimovic
al bilan si trova meravigliosamente, c'è l'atmosfera giusta e ci si
vuole tanto tanto bene, tutti tranne Onyewu,
meteora del calcio italiano, che ha lasciato poche tracce sul campo,
ma un ricordo fisico sul corpo del nasone svedese, che proprio da
tutti forse non è amato, come lui crede o come vuole “comandare”
che sia.
Insomma
tutto l'amore che Ibra ha dentro, ad un certo punto, doveva uscire,
doveva raccontare la meravigliosa favola di milanello ed ammesso che
sia realmente in grado di scrivere frasi di senso compiuto, se ne è
uscito con la sua autobiografia.
Ibra
decide quindi di raccontare la sua carriera di sbruffone e
calciatore, mescolando il campione con l'uomo, riportando episodi di
cui vantarsi nei cortili dei carceri nostrane, come le risse con
Onyewu, gli insulti alle terne arbitrali e tutte le meraviglie nate
dal suo cuore grande!.
Il sogno della sua vita, andarsene via dall'Inter, perchè in Italia aveva vinto tutto e non aveva più stimoli, per approdare al Barcellona, che aveva sempre tanto sognato e in cui poteva trovare i campagni degni della sua presenza, si è poi trasformato in una bella lezione di vita, per il “nasone volante”.
Così
le sue parole d'amore per Barcellona, si sono trasformate nelle
minacce a Pep
Guardiola, reo di preferirgli un certo Leo Messi...insomma uno che la
Champions, l'ha vinta!.
Il cucchiaio che la madre gli rompeva sulla testa da piccolo ha causato i suoi danni, non c'è dubbio, ma almeno lui si consolava rubando le bicicllette e giustificando tutto con le sue abilità al gioco del pallone e costruendo un ego smodato.
Il cucchiaio che la madre gli rompeva sulla testa da piccolo ha causato i suoi danni, non c'è dubbio, ma almeno lui si consolava rubando le bicicllette e giustificando tutto con le sue abilità al gioco del pallone e costruendo un ego smodato.
La sua autobiografia è ricca di contenuti
utili per insegnare ai bambini il giusto modo di approcciarsi alla
vita e alle relazioni umane.
Contiene
insulti in slavo dedicati ai guardalinee e le utili strategie
suggerite dal bilan al fine di evitare eventuali lunghe squalifiche.
Naturalmente
Moggi è il “suo amico Moggi” scaricato insieme alla j**e per
l'Inter nel pieno di calciopoli.
Un
ambiente, quello Nerazzurro, in cui tutti lottavano contro tutti, non
come alla j**e, ambiente in cui lui si è innalzato a paladino della
giustizia e della fratellanza, elargendo amore e senso di uguaglianza
e rispetto.
Tant'è
che l'Inter disunita che Ibra ha vissuto nei suoi anni ad Appiano, ha
raggiunto l'apice delle sue vittorie, entrando nella storia del
calcio mondiale, proprio nell'anno in cui lui volava verso il suo
sogno, con gli occhioni pieni di tristezza per la nostaglia di un
ambiente in cui predicava “pace e amore” e nel cuore la gioia per
la conquista del suo sogno, il barcellona.
Così
mentre Ibra si rodeva il fegato, massaggiandosi le bogne sulla testa,
lasciate dal mestolo di sua madre, l'Inter si laureava campione
d'Italia, d'Europa e del Mondo, alla faccia sua e delle divisioni
interne, è questo il ricordo più bello che conservo di lui, grazie
Zlatan!.
AeSse77 - InterCafè
Ciao a tutti. C'è da dire, a onor del vero, che almeno quando giocava all'Inter Ibra di grossi casini e polemiche non ne ha mai sollevati fino agli ultimi due mesi, quando ha esplicitamente invitato la Nord a praticargli una pubblica "fellatio". Poi ci ha dato una grossa mano a vincere in Italia (soprattutto in quel di Parma) dove non vincevamo uno scudetto da anni. Dopodichè è caduto nell'errore che fanno in molti, soprattutto quelli dotati di scarsa intelligenza, di sputare nel piatto dove ha mangiato per un bel pò, e anche bene. Fra l'altro in una squadra dove tutti si sacrificavano per lui, facendo di tutto per fargli anche vincere l'ultima classifica cannonieri prima di andarsene. Come calciatore niente da dire: vince ininterrottamente il campionato a cui partecipa da tempo immemorabile (querelle scudetti Juve a parte) e in Italia è indubbiamente decisivo. Però uno così tosto o tardi "sbarella": è più forte di lui. Al Milan cercheranno di negarlo e di giustificarlo fino alla fine, spalleggiati ovviamente da tutti i media.
RispondiEliminaDi sbarellati ci sono anche i dirigenti j**e che hanno pubblicato il seguente comunicato:
RispondiEliminaJUVENTUS FOOTBALL CLUB S.p.A. ha depositato in data odierna presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ricorso ai sensi dell’art. 30 del codice del processo amministrativo contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e nei confronti della F.C. INTERNAZIONALE s.p.a. chiedendo la condanna al risarcimento del danno ingiusto subito dall’illegittimo esercizio dell’attività amministrativa e dal mancato esercizio di quella obbligatoria in relazione ai provvedimenti adottati dalla FIGC nell’estate del 2006 e del 2011.
Con tale atto JUVENTUS intende far accertare la mancanza di parità di trattamento e le illecite condotte che l’hanno generata ottenendo il risarcimento agli ingenti danni che sono prudenzialmente stimati in diverse centinaia di milioni di euro per minori introiti, svalutazione del marchio, perdita di chances e di opportunità, costi e spese.
Il ricorso dà seguito alla pronuncia del Presidente Tribunale Nazionale di Arbitrato dello Sport (TNAS) del 9 settembre 2011 che ha rimesso la Società innanzi al TAR limitatamente ai danni e rientra nella più ampia strategia di tutela della Juventus in ogni sede, già preannunciata nella conferenza stampa del 10 agosto 2011.
I delinquenti non hanno peli sulla lingua ne senso della dignità...vivono di queste meschinerie! per fortuna non tifo j**e, un grandissimo colpo di culo :D
La j**e deve essere penalizzata di 6 punti, come da regolamento, è ora di di smetterla con le cagate bianconere, questi tumori, spargono spore di morte sul nostro calcio nonostante le condanne!!!
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