martedì 29 novembre 2011

Un virtual-caffè con....CARLO GENTA

Carlo Genta, giornalista di Radio24, conduce il programma radiofonico "A Tempo di Sport" il sabato e la domenica pomeriggio. La sua conoscenza sportiva ed il continuo contatto con il tifo gli permettono di avere pareri ed opinioni che ha gentilmente condiviso con noi di InterCafè.

Allora Carlo, partirei dalla situazione generale del nostro calcio, dove le "grandi" faticano e dove, nelle posizioni alte, troviamo vere e proprie sorprese. Pensa che ciò dimostri una inferiorità del nostro calcio rispetto agli altri campionati europei?
La vogliamo chiamare inferiorità? A mio parere c'è semplicemente un fattore di maggior interesse nel nostro calcio. Se intendiamo il calcio come una pura forma di divertimento, estetica, il nostro campionato non è inferiore agli altri, ma anzi, è più divertente. Prendete la Liga: non trovo divertente vedere il Real segnare cinque o sei gol a partita e l'ultima sconfitta del Barcellona è solo un caso, solitamente non si tira indietro dalla goleada. Per me l'equilibrio e l'incertezza, nello sport, sono i veri fattori del divertimento ed in questo la Serie A è forse la migliore. Del resto la Champions ci sta dimostrando che affrontare il nostro calcio è molto difficile ancora oggi.



Crede che proprio in Champions l'Inter possa ancora tirare fuori qualcosa? Il campionato è una maratona ed al momento non pare che i nerazzurri siano attrezzati al riguardo, ma nella partita secca possono ancora dire la loro forse...L'Inter è sicuramente fuori dalla maratona scudetto, c'è poco da fare, e questo perché il Milan è oggettivamente più forte e la Juventus sta superando un esame dopo l'altro, cresce partita dopo partita, smentendo tutti e meritandosi la posizione che ha in classifica. La Champions lo sappiamo, è qualcosa di diverso, ma non vedo competitivo né il Milan, né l'Inter, né il Napoli. Poi è chiaro che nella partita secca tutto può succedere, ma penso che l'Inter sia inferiore, come tutte le altre italiane, alle grandi europee come Real Madrid, Barcellona e Bayern
Perché?Perché, restando sull'Inter, credo che il divario tra i grandi esperti ed i giovani sia molto ampio e soprattutto non credo che tra questi giovani ci siano dei top player europei. Buoni giocatori magari, ma non dei fuoriclasse.
Sicuramente uno dei problemi dell'Inter è l'assenza di progettualità. Dopo Mourinho, più che degli allenatori, sono stati presi dei capri espiatori...

Parto dal fatto che Ranieri è sicuramente un traghettatore, è stato preso per guidare lentamente ed il più dolcemente possibile una squadra alla fine di un ciclo. Poi Moratti si sa che è fatto così, gli allenatori che ha voluto fortemente li ha sempre supportati investendo anche molto, quelli non scelti da lui, magari da Branca, come Gesperini e Benitez, li ha lasciati andare incontro al loro destino segnato.
Però a Ranieri ha concesso un contratto biennale, non è forse sintomo di una progettualità di fondo?Credo sia più un messaggio alla squadra, un messaggio di fiducia, però Ranieri non è il sogno di Moratti, è solo l'allenatore che riteneva giusto per questa fase dell'Inter.
E chi è il sogno?
Beh, penso proprio sia Guardiola. Io penso che Guardiola verrà, perché vedo nel suo Barcellona segni di cedimento, piccolissimi, ma ci sono e non sono tanto dovuti alla ancora bassa età media dei fuoriclasse in rosa, quanto ad un problema di kilometraggio: è anni che va al massimo quella squadra! Il vero problema è che Guardiola non verrà, come fece Benitez, a scatola chiusa, vorrà delle garanzie forti da Moratti e queste garanzie forti significano soldi, investimenti ed almeno cinque o sei giocatori di primissimo livello. Moratti è davvero disposto, ancora oggi, a farlo?
L'Inter è da un paio di anni che si trincera dietro alla scusa del Fair Play Finanziario per giustificare quest'assenza di investimenti, ma pare valere solo per la società di Corso Vittorio Emanuele

Il Fair Play Finanziario nasce per fare la "guerra" ai grandi oligarchi dei soldi europei. E' chiaro che se vai in guerra, non puoi andarci col fucile di latta, sicuramente quindi sarà una rivoluzione importante e sarà seguita da misure importanti, però è oggettivo che l'Inter sembra l'unico grande club a preoccuparsi seriamente della cosa e ciò lascia molto perplessi. in questo momento, la vera domanda che mi faccio ed a cui non ho risposta è: dove va l'Inter?
Bella domanda
Esatto. Ci sono due vie progettuali: una è quella che ha tentato la Juventus, ovvero stadi di proprietà e tutto ciò che ci gira attorno. L'altra via progettuale è quella di investire su dirigenti esperti, come fa l'Udinese, cercando di spendere poco e ricavare il massimo dalla gestione. L'Inter l'ha fatto con Cambiasso, Maicon, Sneijder, ed anche il Milan con Pato o Kakà, ma sono casi, non un progetto. Al momento la dirigenza dell'Inter non mi pare stia seguendo nessuna di queste due strade.
A proposito di dirigenza, perché Moratti fece fuori Oriali?
Fece una scelta, Oriali era molto legato a Mourinho e Moratti decise di provare a rompere totalmente. Tenne Branca e giusta o sbagliata che fu la scelta la fece.
So che non ama l'argomento, ma visto che stiamo parlato anche di Juventus mi pare doveroso un piccolo accenno a Calciopoli. Petrucci ha accusato la dirigenza della società torinese di stare "dopando legalmente" il calcio. E' d'accordo?
Guardi, io so solo che c'è un grande caos. Bisogna sempre ricordare che la giustizia ordinaria è cosa assai diversa da quella sportiva. Pochi lo sanno, ma è giusto precisare che in Italia è prevista dal CONI una clausola compromissoria che obbliga tutte le associazioni sportive professionistiche a sottostare alla giustizia sportiva. Questa clausola sembra oramai saltata, ma va ricordata: bisogna stare nella giustizia sportiva ed evitare il caos. Il peccato originario, in ogni caso, fu l'assegnazione dello scudetto 2006. Parto anche qui da un semplice presupposto giuridico: se in un processo si scopre che c'è collusione tra un avvocato di parte ed il giudice, il processo è nullo, non annullabile, è come se non fosse mai esistito. Ora, se si è ritenuto che, per degli illeciti commessi da qualcuno, il campionato 2006 fosse nullo, non bisognava assegnare quello scudetto, perché quella stagione è stata nulla.
Però Agnelli fa il suo gioco per i suoi tifosi chiaramente
E' normale, purtroppo. Agnelli fa il richiamo alle armi perché i tifosi juventini hanno vissuto l'inferno. E non è stata la Serie B l'inferno, quanto i successivi anni a cercare di ricostruire tutto dalle macerie, la Juventus è ripartita da zero, fu distrutta. Credo che questa storia ce la porteremo avanti per secoli, forse neppure una vittoria sul campo cancellerà queste diatribe.
Allora cerchiamo di dimenticarle noi ora. La Juventus, nonostante tutto ciò, vola con un allenatore giovane come Conte. Pare esserci la nuova moda dei giovani e ruspanti sulle panchine, ma per uno che ce la fa, due falliscono, mentre le vecchie volpi come il Trap, Capello e Ancelotti continuano a riscuotere successi. Come vede questa tendenza?
Secondo me queste mode sono spesso frutto di molte seghe mentali. Ci sono allenatori bravi ed altri che, semplicemente, non lo sono. Molti si trovano al posto giusto nel momento giusto, altri magari hanno il talento ma non sono nel posto giusto. I fattori del successo, come del fallimento, sono moltissimi. Sicuramente bisogna tenere conto che i grandi allenatori hanno sempre alle spalle una grande società. Allegri ne è l'esempio perché è un ottimo allenatore ma da altre parti poteva anche fallire. Quando si sceglie un allenatore bisogna trovare il giusto mix, bisogna puntare sul tecnico adatto alle idee della società e dargli molta fiducia. Non dimentichiamo che anche Capello fallì quando tornò al Milan.
Ultima domanda. Lei lavora da anni nel mondo del giornalismo sportivo ed ha un contatto costante con il tifo, ha visto il nostro calcio cambiare. Come vede, nel 2020, il calcio italiano?
Difficile dirlo. Sicuramente l'aspetto più urgente è quello di provare a gestire il calcio in un modo più moderno e ciò significa puntare sul business, sul merchandising, sugli stadi di proprietà. All'estero non è che le società non abbiano debiti, ma hanno anche degli introiti importanti, mentre da noi si è ancora fermi agli anni '50 dove il Presidente ricco giocava con la squadra, mettendoci e perdendoci soldi, decidendo le sorti del futuro del club. L'augurio migliore è quindi questo, modernità nella gestione del calcio, però ammetto di non essere molto fiducioso, in Italia ci sono resistenze maggiori, ci si perde molto in burocrazie varie e timori generali, si pensa più al contingente che al lungo termine.
Ringraziamo ancora Carlo Genta per la disponibilità data a noi di InterCafè

Andrea - InterCafè

2 commenti:

  1. Sono d'accordo sul fatto che l'Inter sia fuori dai giochi scudetto, ma non solo anche dalla zona champions, giusta punizione per come è stato gestito il post Mourinho! Sono d'accordo anche sul fatto che questa cosa di calciopoli ce la porteremo nei secoli dei secoli, ma si deve anche onestamente dire che l'Inter nnon c'entra un cavolo e la j**e è stata comunque punita per fatti che ha realmente commesso e quindi "giustizia è fatta" per me va bene così, quel che è giusto è giusto..punto!.
    E' veramente un privilegio ospitare un'intervista "originale ed in esclusiva" solo per Inter Cafè di Carlo Genta, che ringrazio tantissimo a nome di tutto lo staff di Inter Cafè!

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  2. Ciao a tutti. Mi unisco anch'io ai ringraziamenti per il Sig. Genta che gentilmente ha acconsentito di fare quattro chiacchere con noi. Quello che dice è interessante, soprattutto sul FPF; sullo scudetto 2006 io però resto dell'avviso, come già dibattuto con Andrea, che è troppo facile dirlo adesso che non andava assegnato. Bisogna ritornare a quei momenti là e pensare che ci voleva un PROVVEDIMENTO STRAORDINARIO per non assegnarlo; provvedimento che sarebbe andato contro gli interessi di una squadra che da anni subiva furti e malversazioni sotto gli occhi di tutti quelli che avessero un minimo di senso della realtà.
    Provvedimento corretto o meno e' successo così, e la cosa è andata a parziale, e sottolineo PARZIALE, risarcimento di quello che che ci avevano fregato per anni: sarebbe anche ora di finirla di rompere le palle su 'sta cosa e metterci una pietra sopra.

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