Nel corso stesso della fantastica ed indimenticabile notte di Madrid, della
quale era stato l’indiscusso protagonista,avevamo lasciato “El Principe”
dichiarare molto inopportunamente che avrebbe valutato altre offerte che lo
portassero in qualche altra squadra, tirandosi così addosso una sorta di
“macumba” che lo ha perseguitato nel corso degli ultimi 20 mesi, facendolo
incappare in una lunga serie di infortuni muscolari che lo hanno praticamente
quasi cancellato dal campo nella scorsa stagione e ne hanno con tutta
probabilità condizionato pesantemente il rendimento nell’inizio di quella
attuale. Domenica sera nella ghiacciaia di San Siro abbiamo assistito alla fine
di quella specie di sortilegio e abbiamo tornato ad apprezzare il giocatore che
ci aveva incantato due stagioni fa; a dire il vero erano già un paio di partite
che Diego Alberto da Bernal aveva dato netti segnali di risveglio, però, come
si usa dire in questi casi, ci vogliono almeno tre indizi per fare una prova e
se nei primi due casi gli avversari non erano di quelli irresistibili, l’altra
sera erano i campioni d’Italia in carica, specificatamente nelle persone dei
tanto idolatrati Nesta e Thiago Silva.
Non siamo certo quelli che si esaltano
al primo goal o alla prima vittoria e il nostro “Principe” ha tanta strada
ancora da percorrere e tante altre prove da superare lo attendono; però vederlo
rifare un gol fotocopia di quello messo a segno durante il Derby del
“Triplete” è stata come una specie di liberazione, un vero e proprio viatico
per il cuore e per lo spirito. L’avevamo lasciato abulico e frastornato
divorarsi dei gol di gran lunga più facili da sbagliare che da realizzare, roba
che ti meravigli se li vedi sbagliare in un torneo amatori o in una sfida
aziendale fra scapoli e ammogliati. Io, come ritengo molti altri di voi,
cominciavo a convincermi sempre di più che non sarebbe mai più tornato il
giocatore di una volta, dal momento che era sprofondato veramente a livelli
inimmaginabili non solo per un giocatore del suo spessore, ma per qualunque
giocatore di calcio a livello anche semi professionistico; la speranza che non
fosse così era sempre viva, intendiamoci, e il credito che gli andava concesso
era quasi illimitato, visto quello che aveva saputo fare con la nostra maglia.
I dubbi erano però altrettanto giustificati; speriamo siano stati spazzati via
una volta per tutte e che questo giocatore sia in grado di darci il suo
indispensabile contributo da qui alla fine della stagione che a questo punto
potrebbe anche riservarci prospettive ben più rosee di quelle che ci si
presentavano anche solo un paio di mesi fa. La ritrovata vena di molti dei
trionfatori del “Triplete” corroborata da una sana dose di normalità e di
pragmatismo introdotta da Mr. Ranieri, oltre al pieno recupero dagli infortuni
che a inizio stagione avevano letteralmente falcidiato la rosa, ha riportato l’Inter in una posizione che più le compete e che le potrebbe consentire di
agganciare la zona Champions che sembrava un miraggio solo qualche settimana
fa; di più non osiamo nemmeno pensarlo, ma si sa che “l’appetito vien
mangiando”.
Si diceva sulle varie testate giornalistiche on-line, in TV e sui
giornali che Moratti avrebbe aspettato il risultato del Derby per muoversi:
visto che il 31 Gennaio si “chiude su”, sarebbe ora di cominciare a sbrigarsi,
anche se conoscendo Branca & Co. si tratta di un auspicio puramente illusorio.
Se qualcosa verrà fatto, sarà nel pomeriggio del 31, giusto qualche ora prima
della scadenza dei termini. Sembra che sia stato deciso di rinunciare
definitivamente a Carlitos Tèvez (sottolineo sembra): la risposta al quesito se
si tratti di una decisione azzeccata credo non l’abbia in tasca nessuno. Io
dico che considerato l’attuale scenario di mercato, su uno come lui avrei
provato a puntarci. Ritengo sarebbe stata un’arma in più, soprattutto in
ottica prossima stagione, e anche uno stimolo e un segnale forte per il resto
della rosa e per tutto l’ambiente che ci siamo ancora, che vogliamo credere che
questa stagione sia ancora rimediabile e che sia ferma intenzione di tutti
provarci fino alla fine.
Poi c’è sempre il problema di un rinforzo a
centrocampo, specialmente dopo la notizia della quasi certa operazione alla
quale dovrà sottoporsi Stankovic; giocatori come Casemiro, Romulo e Paulinho,
sull'affidabilità dei quali ci sarebbe molto da discutere, sarebbero comunque
da inserire in ottica anche qui di una prossima stagione, in quanto giovani e
inesperti della nostra realtà e del nostro campionato, anche se tecnicamente
validi. Sarebbe meglio puntare su gente già pronta, ma non un mezzo “polmone”
come Kucka, piuttosto su giocatori già rodati nel campionato italiano come
Palombo o Berhami (nella remota ipotesi che alla fine arrivasse Tèvez), oppure
Fernando o Guarìn del Porto (fuori dalla Champions), più costosi dei primi due
ma di un gradino superiori e molto più facilmente inseribili da subito dei
giovani brasiliani nominati sopra. Nel caso poi, molto probabile, che venisse
deciso di lasciare perdere l'Apache, bisognerebbe cercare di colmare in maniera
decente il “buco” dell’esterno basso di sinistra, perché a mio parere Chivu e
Nagatomo non danno sufficienti garanzie, soprattutto in caso di una lotta di
vertice e di un proseguio nel cammino in Champions (come tutti ci auguriamo).
Un’ultima notazione: forse sarà un caso, ma quando all'Inter si è voluta
provare l’ebrezza del “bel gioco”, andando a pescare suoi presunti profeti come
Orrico, Zaccheroni, Lucescu e Gasperini, i risultati sono stati disastrosi. Le
cose migliori le abbiamo sempre ottenute con personaggi pragmatici che badavano
al “sodo” tipo Invernizzi, Bersellini, Trapattoni, o Simoni. Gli stessi Mancini
e Mourinho, partiti con l’intenzione di mettere in pratica moduli
“spumeggianti” (ricordate il 4-3-3 di Mou?), hanno dovuto ripiegare sui muscoli
e su schemi che garantivano una più adeguata copertura difensiva.
Forse è nel nostro DNA: rappresentiamo la parte “operaia” di Milano.
Sicuramente in questo momento abbiamo una rosa di giocatori che possono essere
ancora molto efficaci, ma che vanno spremuti e fatti correre il meno possibile,
data l’età e l’alto numero di infortuni patiti in carriera: Mister Ranieri l’ha
capito e sta provando ad organizzare le nozze con i fichi secchi.
Immaginate che incredibile e fantastico colpo di scena sarebbe se a fine anno
si riuscisse ad urlare tutti in coro un bel: “VIVA GLI SPOSI”.
Alex
Uno: Alex, buon viaggio in Cina! Divertit e torna carico più che mai ;) Due: su tevez anche io avrei puntato forte, al di là del carattere, è un fuoriclasse a mio parere. Però il City, forte della presenza del PSG, alza di giorno in giorno le richieste e allora così le cose non vanno più bene. A questo punto meglio aspettare giugno e puntare quei 25 milioni su uno come Lucas, sicuramente più rischioso, ma vista la situazione puntare su giocatori giovani e di talento potrebbe essere la strada giusta e, finalmente, darebbe la linea di un vero progetto di mercato. di certo a centrocampo servirebbe qualcosa...io continuo a portare avanti il mio nome, ovvero Parolo: relativamente a basso costo, relativamente giovane e già inserito nel nostro campionato. Non sarà un fenomeno, ma meglio Kucka, a mio parere, si!
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