Arriviamo al luogo dell’appuntamento con l’Inter Club verso le 8 e dopo un po’ di attesa si parte con destinazione Lecce.
Lo stadio visto dalla Curva Sud |
Il tempo è buono, c’è il sole e l’aria è fresca ma non fredda. Il ritornello è per tutti uguale “basta che non piova”. E il tempo sembra averci graziato, smentendo le previsioni meteo che indicavano pioggia. L’umore nel pullman è ottimo, si scherza, si parla di Inter, si raccontano aneddoti.
Arriviamo allo stadio verso le 13.30. Il piazzale antistante allo stadio riservato agli ospiti trabocca di tifosi nerazzurri. E’ un’emozione vedere così tanti tifosi tutti insieme. Non ne vedevo così tanti in una volta da “quella” notte (non c’è bisogno che vi dica quale sia “quella” notte…). Il cielo è nuvoloso ma non minaccioso. Basta che non piova.
Ci mettiamo in fila per entrare allo stadio. Appena dentro arriva qualche goccia d’acqua, triste presagio del pomeriggio che ci aspetta. Un panino al volo prima di accomodarci in curva. La visuale è fantastica e ogni volta che entro in uno stadio l’emozione è sempre tanta.
Alle 14.15 entrano i portieri, subito acclamati dalle curve. Poco dopo tocca agli altri giocatori. La curva chiama, intona cori, i giocatori salutano. E’ un momento fantastico (forse il più bello di tutto il pomeriggio) e l’adrenalina per la gara cresce. Intanto le goccioline non sono più passeggere e decidiamo di tirare fuori la giacca impermeabile.
Alle 15.02, preceduta da un minuto di silenzio per la morte dell’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, inizia la partita. L’Inter attacca sotto la nostra curva. Tutti gli attacchi nerazzurri del primo tempo li vediamo da vicino ma la palla non vuole entrare.
Intanto piove, ogni tanto smette ma poi riprende. L’acqua scende giù, ho i jeans bagnati, per non parlare delle mani. Decido di infilarmi i pantaloni impermeabili ma è un’operazione difficoltosa pertanto mi limito a metterli sulle gambe per coprirmi. Soluzione buona ma tardiva, i miei jeans sono ormai fradici.
La curva dei tifosi nerazzurri |
Mentre mi sistemo la giacca, ecco arrivare il gol del Lecce. Impreco a tutta forza e non so se lo faccio per il gol subito o per la pioggia. Intervallo. Si discute su chi dovrebbe entrare, sulle mosse da fare. E sibillino dico “mi sa che non la recuperiamo più”.
Si riparte. L’Inter attacca (oddio, attacca è una parola grossa) dall’altra parte. I nerazzurri giocano male, si rendono poco pericolosi. Segnano due gol che vengono annullati (giustamente perché il fuorigioco c’era). Le mie mani sono bagnatissime, probabilmente nelle vene non scorre più sangue ma acqua piovana.
L’Inter non segna e finisce 1-0 per il Lecce. Mestamente ci avviamo all’uscita. Bagnati zuppi, infreddoliti, delusi.
Ci vuole mezzora prima che ci facciano. Finalmente i cancelli vengono aperti. Ci avviamo verso il pullman, sempre più bagnati. Saliamo velocemente a bordo, ci togliamo la giacca impermeabile e ci sistemiamo. Intorno a me vedo facce stanche, provate. Ma un ragazzo riesce a strapparci un sorriso. E’ al telefono con la mamma “Sì, mamma è piovuto… Sì, mi sono bagnato ma cosa vuoi che sia un po’ d’acqua… ma dai mamma è solo acqua… ma non ti preoccupare… come si dice partita bagnata, partita fortunata”. Tra le risate generali. Ci appoggiamo ai sedili, siamo stanchi, ci addormentiamo quasi tutti. Per circa due ore c’è un silenzio quasi surreale.
Facciamo tappa all’autogrill per mangiare e andare in bagno. Mentre divoriamo un panino arriva un’amara riflessione “chi ce l’ha fatto fare, era meglio starsene casa”.
Poi ripartiamo. Si inizia a discutere della partita, dell’Inter, degli errori di mercato, di Mourinho (era inevitabile…), di cosa bisognerebbe fare e via discorrendo. Torniamo dove il pullman ci aveva lasciato e qui ci dividiamo dal resto della compagnia. Ci rimettiamo in macchina e ci avviamo a casa.
Rientro a casa quando ormai sono le 23 e subito mi fiondò sotto una doccia bollente. Seguita da una tazza di latte caldo. Poi dopo un rapido passaggio su Internet me ne vado a nanna. Non prima di aver visto in tv il gol di Giacomazzi (mortacci sua). Nel letto ho ancora la sensazione di avere addosso il cappuccio con l’acqua che sgocciola. Prima di crollare in un sonno profondo faccio in tempo a formulare un ultimo pensiero “che domenica di merda”.
Entius
Entius
Ciao a tutti. Di ritorno dai "bagordi" del capodanno cinese, avevo lasciato l'Inter vittoriosa sulla Lazio e in Coppa Italia. Purtroppo l'ho ritrovata fuori dalla Coppa Italia (seconda partita "secca" in due anni a Napoli nonostante fossimo sempre i detentori del trofero, misteri dei "sorteggi") e sconfitta a Lecce; per quanta sfiga tu possa avere avuto, se perdi a Lecce vuole dire che hai fatto anche abbastanza cagare. Certo avere assistito "live" a una partita dove non solo giochi male, ma sei anche sfigato non deve essere stato il massimo; a te Entius, tutta la mia solidarietà. Era inevitabile che prima o poi si sarebbe incappati in una giornata storta e quando rincorri così da dietro ogni giornata storta è quella decisiva: per lo scudetto siamo definitivamente fuori, basta raccontarci cazzate, e sarà dura anche per il terzo posto. Adesso di comincia a vedere con più chiarezza quello che mi sono sforzato di ripetere per mesi: se metti un fuoriclasse sul mercato, poi devi venderlo, altrimenti questo non riesce più a rendere per quello che sa. Così oltre a Eto'o abbiamo perso di fatto anche Wes, con annessi problemi tattici non semplicissimi da risolvere, e anche di spogliatoio (lite con Obi e Pazzini). L'estate prossima lo svenderemo o quasi (20 Mln o giù di lì) e scopriremo che vendendolo la scorsa estate avremmo incassato quasi quanto incasseremo per lui ed Eto'o messi assieme: complimenti vivissimi alla dirigenza! Speriamo arrivi qualcosa in queste ultime ore, magari da Genova, perchè là davanti, grazie anche qui alla splendida campagna acquisti estiva (Forlàn e Zarate), ci sarebbe bisogno urgentemente di qualcosa. Abbiamo preso Guarìn (non male) e speriamo di non perdere Motta, perchè se Wes continua a "cazzeggiare" lui è l'unico che sappia fare girare un pò il gioco lì in mezzo. Stiamo a vedere e speriamo bene.
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