Platini, Presidente UEFA, contrario all'uso della tecnologia |
In questi giorni gli argomenti di attualità sono altri in casa nerazzurra: primo fra tutti la crisi di risultati e il cosiddetto “totoallenatore” per la prossima stagione. Io vorrei soffermarmi però sul fatto che sempre più
frequentemente le partite vengono decise o comunque falsate da errori arbitrali
tanto macroscopici quanto evitabili. E’ notizia recentissima che perfino un
parruccone restauratore come Blatter starebbe (il condizionale è assolutamente
d’obbligo) finalmente valutando di adottare strumenti tecnologici a supporto
degli arbitri, almeno limitatamente alla valutazione se il pallone sia entrato
interamente in porta oppure no: dal momento che il goal è lo scopo stesso del
gioco del calcio (lo dice la parola stessa), è comunque ancora insufficiente,
ma è pur sempre qualcosa. Si auspica un punto di partenza, una breccia nel
muro. Quale muro? Quello eretto da coloro che per interessi vari sposano la
tesi che: “il calcio è bello così com’è, cambiare vorrebbe dire snaturarne lo
spirito”. Tesi tipicamente mafiosa che cela la malafede di chi ha un qualche
preciso interesse che le cose restino come sono per poterne manovrare meglio lo
svolgimento o semplicemente per avere più argomenti da discutere nei vari talk-show televisivi o materiale da sviluppare in articoli di giornale. Il capo in
testa di questa categoria è niente po-po (vagamente allusivo) di meno che
monsieur Michel Platinì, presidente dell’UEFA. Volendo buttare lì una battuta
abbastanza scontata si potrebbe fare risalire questa sua “resistenza” al suo
passato juventino, Società che più di qualunque altra aveva evidentemente
interesse a che le cose in materia restassero il più possibile invariate. Il
nostro scopo non è tuttavia fare polemica, quanto quello di denunciare una
posizione retrograda, oscurantista e appunto “mafiosa” di chi non ha in alcun
conto il bene di questo sport, ma di chi vuole sfruttarne al massimo ogni
possibile e recondita risorsa a scopi personali più o meno leciti.
Questi
signori (fra i quali vanno annoverati anche molti Presidenti di Società che non
brillano certo per intelligenza e lungimiranza) non tengono però conto, o
semplicemente fanno finta di non rendersene conto, che il progresso tecnologico
ha portato alla creazione di strumenti sempre più sofisticati che sono in grado
di analizzare con certezza pressoché assoluta se una situazione sia stata
valutata correttamente o meno. Le federazioni di altri sport hanno deciso di
adottare questi strumenti per ridurre al minimo l’errore umano di un giudice di
gara: dal rugby al tennis, dal basket al volley, hanno tutti introdotto l’
utilizzo di questi metodi di accertamento anche a costo di piccole modifiche ai
regolamenti, pur di garantire la massima regolarità possibile allo svolgimento
dell’evento sportivo. Nessuno in questi casi ha obbiettato che si sarebbe
snaturato e stravolto lo sport di turno e mi risulta che questi sport abbiano
“assorbito” in maniera abbastanza indolore questi piccoli cambiamenti, e senza
avere “emorragie” di spettatori e di fruitori. Non si capisce perché nel calcio
non dovrebbe essere altrettanto: sarebbe interessante indire una specie di
referendum nel quale si chieda agli appassionati se sarebbero favorevoli o meno
all’introduzione di strumenti tecnologici da consultare durante lo svolgimento
della gara, pur di accertare con assoluta certezza la regolarità o meno di un
gol o di un’azione. “Si perderebbe troppo tempo e il ritmo del gioco
risulterebbe troppo spezzettato” è una delle principali obbiezioni dei
retrogadi. E’ evidente che a quel punto dovrebbe essere introdotto il tempo
effettivo, che sarebbe peraltro un ulteriore passo verso una maggiore
regolarità dei vari tornei, rendendo di fatto inutili le odiose e stucchevoli
perdite di tempo ordite da chi in quel momento ne trae maggior vantaggio: 30
minuti o 28, nel caso 30 risultassero troppi dopo una necessaria prova
pratica. E’ altrettanto evidente che queste verifiche dovrebbero riguardare il
pallone entrato o meno in porta e il fuorigioco, decisioni che richiedono non
più di dieci secondi netti e che eliminerebbero un buon 70/80 % degli episodi
contestati in una partita: si lascia finire l’azione e in caso di dubbio si va
a rivedere la moviola. Non per quello che riguarda falli da rigore o altre
situazioni, perché qui sono d’accordo che la moviola a velocità rallentata
falsa spesso l’impatto e perché anche riguardando l’azione al rallenty, spesso
non se ne esce con delle certezze assolute e in questi casi sì che si
rischierebbe il protrarsi di una discussione che oltre a fermare il gioco in
maniera importante, potrebbe anche risultare inutile o controproducente. A
quelli che vogliono discutere al lunedì al bar o in ufficio sugli episodi
contestati di materiale ne resterebbe eccome, tanto per rispondere a un’altra
tipica obiezione di coloro che si rifiutano di accettare la realtà o che ne
hanno subdolamente qualche tornaconto.
Il fuorigioco è uno dei principali motivi di discussione |
Recentemente non è stato concesso un gol
al Milan contro la Juve che era entrato di un metro e sempre di un metro era in
fuorigioco Lavezzi in un’azione che ha deciso la partita a favore del Napoli
contro il Parma, come sempre di quel metro era in fuorigioco Marchese del
Catania che ha messo in porta Izco nella partita pareggiata a S.Siro: episodio
quest’ultimo passato in secondo piano dal momento che erano altri gli aspetti
che hanno preso il sopravvento nell’analisi di quella gara, ma non per questo
meno grave di quello di Parma che ha suscitato le ire e le proteste degli
emiliani. E’ sempre un metro quello in questione, ma se questo continuerà ad
essere “il metro” col quale verranno prese decisioni che influenzano
pesantemente i risultati, il calcio, già assediato da altri annosi problemi, è
fatalmente destinato prima o poi a perdere di credibilità e quindi di
interesse. Io mi auguravo di tutto cuore che la finale dei Mondiali in
Sudafrica venisse decisa da uno di questi episodi: se ne sono verificati più di
uno, ma non in finale. Non ci resta che da sperare nella prossima finale di
Champions.
Alex - Inter Cafè
Grazie Francesco. Anche noi (io perlomeno) vi seguiamo spesso e mi sento di contraccambiare sinceramente i complimenti; in modo particolare quando si affrontano argomenti come questo un pò distaccati da quella che è la stretta attualità che, inevitabilmente, porta spesso a ripetersi un pò. Un saluto nerazzurro.
RispondiEliminaGrazie Francesco ed in questo caso i complimenti vanno ad Alex :) Sergio sta bene, fa il papà e credo si diverta molto col piccolo senza dover pensare troppo all'Inter!
RispondiEliminaE' diventato papà!!!!!!
RispondiEliminaGrande Sergio, un abbraccio grande a lui, alla sua signora e al piccolo...nerazzurro.
Ciao Francesco :D
RispondiEliminagrazie di cuore ..... purtroppo non c'è più molto tempo libero,ti ringrazio molto ;D
Quanto al "credo si diverta", mio carissimo Andrea MAGARI :D ahahahhahahhaaahhaahah diciamo che almeno mi distrae dall'Inter...che attualmente è vomitevole :D ciaooooo
Articoli mai banali e sempre di livello super. Bravi
RispondiEliminaUn grosso saluto a voi tutti e in particolar modo a AeSse77 che non sento da un pezzo. Tutto bene, vero?
ciao da "quelli che l'Inter"