martedì 20 marzo 2012

Il "metro" di giudizio

Platini, Presidente UEFA, contrario all'uso della tecnologia
In questi giorni gli argomenti di attualità sono altri in casa nerazzurra: primo fra tutti la crisi di risultati e il cosiddetto “totoallenatore” per la prossima stagione. Io vorrei soffermarmi però sul fatto che sempre più frequentemente le partite vengono decise o comunque falsate da errori arbitrali tanto macroscopici quanto evitabili. E’ notizia recentissima che perfino un parruccone restauratore come Blatter starebbe (il condizionale è assolutamente d’obbligo) finalmente valutando di adottare strumenti tecnologici a supporto degli arbitri, almeno limitatamente alla valutazione se il pallone sia entrato interamente in porta oppure no: dal momento che il goal è lo scopo stesso del gioco del calcio (lo dice la parola stessa), è comunque ancora insufficiente, ma è pur sempre qualcosa. Si auspica un punto di partenza, una breccia nel muro. Quale muro? Quello eretto da coloro che per interessi vari sposano la tesi che: “il calcio è bello così com’è, cambiare vorrebbe dire snaturarne lo spirito”. Tesi tipicamente mafiosa che cela la malafede di chi ha un qualche preciso interesse che le cose restino come sono per poterne manovrare meglio lo svolgimento o semplicemente per avere più argomenti da discutere nei vari talk-show televisivi o materiale da sviluppare in articoli di giornale. Il capo in testa di questa categoria è niente po-po (vagamente allusivo) di meno che monsieur Michel Platinì, presidente dell’UEFA. Volendo buttare lì una battuta abbastanza scontata si potrebbe fare risalire questa sua “resistenza” al suo passato juventino, Società che più di qualunque altra aveva evidentemente interesse a che le cose in materia restassero il più possibile invariate. Il nostro scopo non è tuttavia fare polemica, quanto quello di denunciare una posizione retrograda, oscurantista e appunto “mafiosa” di chi non ha in alcun conto il bene di questo sport, ma di chi vuole sfruttarne al massimo ogni possibile e recondita risorsa a scopi personali più o meno leciti.
Questi signori (fra i quali vanno annoverati anche molti Presidenti di Società che non brillano certo per intelligenza e lungimiranza) non tengono però conto, o semplicemente fanno finta di non rendersene conto, che il progresso tecnologico ha portato alla creazione di strumenti sempre più sofisticati che sono in grado di analizzare con certezza pressoché assoluta se una situazione sia stata valutata correttamente o meno. Le federazioni di altri sport hanno deciso di adottare questi strumenti per ridurre al minimo l’errore umano di un giudice di gara: dal rugby al tennis, dal basket al volley, hanno tutti introdotto l’ utilizzo di questi metodi di accertamento anche a costo di piccole modifiche ai regolamenti, pur di garantire la massima regolarità possibile allo svolgimento dell’evento sportivo. Nessuno in questi casi ha obbiettato che si sarebbe snaturato e stravolto lo sport di turno e mi risulta che questi sport abbiano “assorbito” in maniera abbastanza indolore questi piccoli cambiamenti, e senza avere “emorragie” di spettatori e di fruitori. Non si capisce perché nel calcio non dovrebbe essere altrettanto: sarebbe interessante indire una specie di referendum nel quale si chieda agli appassionati se sarebbero favorevoli o meno all’introduzione di strumenti tecnologici da consultare durante lo svolgimento della gara, pur di accertare con assoluta certezza la regolarità o meno di un gol o di un’azione. “Si perderebbe troppo tempo e il ritmo del gioco risulterebbe troppo spezzettato” è una delle principali obbiezioni dei retrogadi. E’ evidente che a quel punto dovrebbe essere introdotto il tempo effettivo, che sarebbe peraltro un ulteriore passo verso una maggiore regolarità dei vari tornei, rendendo di fatto inutili le odiose e stucchevoli perdite di tempo ordite da chi in quel momento ne trae maggior vantaggio: 30 minuti o 28, nel caso 30  risultassero troppi dopo una necessaria prova pratica. E’ altrettanto evidente che queste verifiche dovrebbero riguardare il pallone entrato o meno in porta e il fuorigioco, decisioni che richiedono non più di dieci secondi netti e che eliminerebbero un buon 70/80 % degli episodi contestati in una partita: si lascia finire l’azione e in caso di dubbio si va a rivedere la moviola. Non per quello che riguarda falli da rigore o altre situazioni, perché qui sono d’accordo che la moviola a velocità rallentata falsa spesso l’impatto e perché anche riguardando l’azione al rallenty, spesso non se ne esce con delle certezze assolute e in questi casi sì che si rischierebbe il protrarsi di una discussione che oltre a fermare il gioco in maniera importante, potrebbe anche risultare inutile o controproducente. A quelli che vogliono discutere al lunedì al bar o in ufficio sugli episodi contestati di materiale ne resterebbe eccome, tanto per rispondere a un’altra tipica obiezione di coloro che si rifiutano di accettare la realtà o che ne hanno subdolamente qualche tornaconto.
Il fuorigioco è uno dei principali motivi di discussione
Recentemente non è stato concesso un gol al Milan contro la Juve che era entrato di un metro e sempre di un metro era in fuorigioco Lavezzi in un’azione che ha deciso la partita a favore del Napoli contro il Parma, come sempre di quel metro era in fuorigioco Marchese del Catania che ha messo in porta Izco nella partita pareggiata a S.Siro: episodio quest’ultimo passato in secondo piano dal momento che erano altri gli aspetti che hanno preso il sopravvento nell’analisi di quella gara, ma non per questo meno grave di quello di Parma che ha suscitato le ire e le proteste degli emiliani. E’ sempre un metro quello in questione, ma se questo continuerà ad essere “il metro” col quale verranno prese decisioni che influenzano pesantemente i risultati, il calcio, già assediato da altri annosi problemi, è fatalmente destinato prima o poi a perdere di credibilità e quindi di interesse. Io mi auguravo di tutto cuore che la finale dei Mondiali in Sudafrica venisse decisa da uno di questi episodi: se ne sono verificati più di uno, ma non in finale. Non ci resta che da sperare nella prossima finale di Champions.

Alex - Inter Cafè

5 commenti:

  1. Grazie Francesco. Anche noi (io perlomeno) vi seguiamo spesso e mi sento di contraccambiare sinceramente i complimenti; in modo particolare quando si affrontano argomenti come questo un pò distaccati da quella che è la stretta attualità che, inevitabilmente, porta spesso a ripetersi un pò. Un saluto nerazzurro.

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  2. Grazie Francesco ed in questo caso i complimenti vanno ad Alex :) Sergio sta bene, fa il papà e credo si diverta molto col piccolo senza dover pensare troppo all'Inter!

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  3. E' diventato papà!!!!!!
    Grande Sergio, un abbraccio grande a lui, alla sua signora e al piccolo...nerazzurro.

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  4. Ciao Francesco :D
    grazie di cuore ..... purtroppo non c'è più molto tempo libero,ti ringrazio molto ;D
    Quanto al "credo si diverta", mio carissimo Andrea MAGARI :D ahahahhahahhaaahhaahah diciamo che almeno mi distrae dall'Inter...che attualmente è vomitevole :D ciaooooo

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  5. Articoli mai banali e sempre di livello super. Bravi

    Un grosso saluto a voi tutti e in particolar modo a AeSse77 che non sento da un pezzo. Tutto bene, vero?

    ciao da "quelli che l'Inter"

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