mercoledì 16 novembre 2011

La classe di Oriali, e le grandi verità (mica tanto) nascoste..


Lele Oriali, vale a dire un pezzo di storia nerazzurra ed una presenza fondamentale nei successi di quella che fu l'Inter pluriscudettata di Mancini prima, e quella di Mourinho e del Triplete poi, è tornato a parlare. E lo ha fatto in modo non banale, con la classe che lo ha sempre contraddistinto sin da quando calcava i campi da gioco, facendo chiarezza su quelle che sono state le modalità del suo allontanamento dalla società, senza risparmiare qualche stoccata figlia probabilmente di un addio mai digerito e che ancora oggi non trova spiegazioni.

L'ex mediano nerazzurro per anni è stato uno dei veri cardini della dirigenza nerazzurra, costituendo il perfetto tramite tra squadra e società, oltre che un validissimo consulente di mercato. Dopo il 22 maggio 2010 però, tutto è cambiato: la macchina perfetta che sbagliava poco o nulla si è inceppata, e visto che lui è stata una delle costanti anche prima dell'arrivo di Josè è lecito supporre che la scelta di mandarlo via sia stata un clamoroso harakiri.

Nell'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport (sì, lo so, con loro non ci dovevamo più parlare), il Piper esordisce spiegando i motivi del suo ritorno sotto i riflettori: "Approfitto di questa occasione per ringraziare i tifosi che mi hanno dimostrato grande affetto esponendo uno striscione a San Siro. E mi sono deciso a parlare per loro e tutti gli altri che mi mandano messaggini o mi fermano per strada, chiedendomi perché non sono più all’Inter". E noi lo ringraziamo di rimando, visto che nessuno ha mai capito fino in fondo i motivi di una separazione così dolorosa.



Dopo la premessa, Lele va giù duro in tackle, come il suo passato da calciatore gli ha spesso imposto visto il ruolo che ricopriva in campo e che ha anche ispirato una bellissima canzone di Ligabue. Gamba o palla, poco importa: ognuno in questo intervento, può vederci quello che vuole, ma a me personalmente ha fatto impazzire ed è stato esattamente quello che da tempo aspettavo di sentirgli dire.

Sull'addio all'Inter. "Non ho mai detto i veri motivi del mio addio? Perché nemmeno io conosco i veri motivi, dopo 30 anni all’Inter in cui pensavo di aver guadagnato più rispetto e credibilità. Invece sono fuori e non so perché. So soltanto per chi sono andato via (Branca, ndr)"


"Dopo l’addio di Mourinho, il presidente si è lasciato convincere da Branca e altri dirigenti che volevano un nuovo progetto senza di me. Il mio posto in società non è stato preso da Carboni. Se qualcuno pensa che io ce l’abbia con lui, sbaglia."

Sul rapporto attuale con Moratti. "Con Moratti ho parlato prima e dopo. Anche pochi giorni fa mi ha rinnovato la sua stima in tv. Forse con il tempo ha capito tante cose, ma evidentemente non poteva più tornare indietro"

Sul (non) progetto dell'Inter post-triplete. "Visti i risultati degli ultimi sedici mesi, sono felice di non aver fatto parte di questo progetto". 


"Sono stati commessi errori di inesperienza e presunzione in fase di programmazione. Fare il dirigente all’Inter non è semplice e nessuno può pensare di avere capito tutto se manca di esperienza". 


"L'errore più grave è stato fatto con Benitez, che era un allenatore nuovo, andava supportato da qualcuno che conoscesse bene l’ambiente. E poi non si possono cambiare quattro allenatori in meno di due stagioni. Io non ho nulla contro Gasperini, ma tutti sapevano come giocano le sue squadre. E allora perché è stato perso tempo, invece di prendere subito Ranieri che era libero anche a giugno? Cambiare così tanto crea confusione, non soltanto tattica, nella testa dei giocatori che perdono punti di riferimento. Persino i campioni del Barcellona andrebbero in confusione se lavorassero con 4 allenatori diversi in così poco tempo"


Porte chiuse ad un futuro ancora nerazzurro. "L'Inter è sempre nel mio cuore e un giorno chissà, ma adesso non ci sono le condizioni e io non sono il tipo che pone ultimatum. Non sono più andato nemmeno allo stadio, anche se gentilmente Moratti mi ha lasciato le tessere, proprio per evitare di creare problemi con la mia presenza. E siccome sono sempre un grande tifoso dell’Inter, spero che questa sosta aiuti la squadra a ritrovarsi". 


"Ho avuto tre-quattro offerte. Ma l’anno scorso, da gennaio a giugno, ho preferito andare a Manchester da Mancini, approfittandone per fare un corso di inglese. Mancini è stato bravissimo a cambiare mentalità e modo di allenarsi ai giocatori inglesi. E l’idea di tornare a lavorare con lui non mi dispiacerebbe".

Insomma, Oriali ha vuotato il sacco, e dalle sue dichiarazioni traspaiono delle grandi, pesanti verità. Il bersaglio principale è quel Branca in nome del quale è stata tagliata la sua testa, e che negli ultimi 16 mesi senza una valida figura accanto ha oggettivamente fallito nella sua missione da unico responsabile dell'area tecnica nerazzurra. In sostanza, sacrificare la competenza di Oriali per un (non) progetto come quello intrapreso nelle ultime due stagioni ha portato a cambiare quattro tecnici in due anni, non rinnovare la squadra che continua ad essere tra le più vecchie d'Europa, e, cosa ancor più pesante, non intravedere all'orizzonte un cambiamento di rotta che la possa far tornare competitiva.

Sparito di scena lui, il caos ha cominciato ad imperare, questa è la realtà dei fatti. Difficile però ipotizzare un suo ritorno, perchè se le sue parole grondano comunque sia amore per questi colori, è altresì vero che la sua chiusura al momento è totale perchè in questa società effettivamente lui non avrebbe possibilità di lavorare con profitto.

Francamente, dopo tutto quello che ha dato è triste pensare che un pezzo di storia nerazzurra eviti addirittura di presenziare allo stadio nelle gare interne a San Siro. Credo che la maggior parte dei tifosi, se potessero, firmerebbero con sangue per un suo ritorno in pista prima possibile, ma per quello che è l'oggi è forse meglio concentrarsi su quello che abbiamo e su quello che l'attuale organigramma dirigenziale è in grado di fare. Cioè, per quanto visto finora, poco. Cambierà qualcosa nel prossimo futuro? Difficile dirlo adesso, ma la cosa certa è che con un Oriali in più, forse, tante cappellate le avremmo risparmiate e forse navigheremmo in acque più tranquille.

4 commenti:

  1. Non abbiamo scoperto niente di nuovo. Si sapeva che mandare via Oriali era un'errore clamoroso, si sapeva che era stato allontanato per volere di alcuni dirigenti (anche se furono addossate le colpe a Benitez).
    Sarebbe bello se tornasse ma dubito che lo faccia a breve. Peccato.

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  2. Io sono convintissimo che sia stato un vero harakiri.aver mandato via Oriali. Una persona competente, che conosce bene l'ambiente Nerazzurro e che ha dimostrato le sue qualità!
    Meritava molto più rispetto, spero tanto che Moratti abbia avuto il coraggio di chiedergli scusa e abbia anche il coraggio di prendere Branca e mandarlo a quel paese!.

    Oriali sa che il popolo Nerazzurro lo rispetta e lo ama, lo ringrazio per le spiegazioni, che in realtà tutti noi avevamo già intuito e spero tanto di rivederlo all'Inter!

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  3. Ciao a tutti. Non per fare il solito saputello, ma l'avevamo detto TUTTI in coro che mandare via Oriali era una stronzata cosmica. Infatti i risultati si sono visti! Poi la conferma che è stato allontanato per Branca che insieme a qualche altro "fenomeno" gli ha scavato il terreno da sotto i piedi. Ennesima cagata di Moratti che spesso sbaglia nel valutare le persone. Oriali era ed è uno di noi; Branca no e ha dimostrato di essere pure incapace, quando ha dovuto decidere da solo.

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  4. Mi viene il magone a leggere tutto ciò...quanto mi manca la sua sciarpetta ed il ciuffo sbarazzino :'(

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