venerdì 18 novembre 2011

Nella trappola del tavolo

Sarebbe nostra ferma intenzione trattare di argomenti riguardanti il lato migliore dello sport e del calcio in particolare, ma in queste due settimane il calcio giocato è andato in vacanza per lasciare spazio a quello delle polemiche e dei tribunali: seppure controvoglia dunque non possiamo esimerci da alcune riflessioni. 
Dopo avere collezionato 17 sentenze contrarie (se abbiamo tenuto bene i conti), oltre a una serie di "schiaffazzi" dalle varie Istituzioni che governano il calcio (FIGC, CONI, UEFA), "l’ovino giovin signore" ha provato a salvare capra e cavoli, elargendo un bella "leccatina" al Presidente del CONI Petrucci che è sembrato piuttosto alterato e spazientito, soprattutto nei suo confronti, ma nel contempo facendosi forte del fatto che lui non rinuncia a difendere la Juve e i suoi interessi, tanto per tenere un po’ buoni i suoi sudditi "bovi", cioè quei tifosi juventini che al posto del cervello hanno un contenitore vuoto dove lui e altri come lui possono farci entrare quello che vogliono.
Si è così inventato un "tavolo", situazione che va molto di moda al giorno d’oggi e che solitamente viene tirato in ballo quando c’è da confondere un po’ le idee, parlare d’aria fritta, per poi non approdare a nessuna soluzione concreta perché già a priori non ne esiste alcuna possibile; però bisogna parlarne. 
Lo stesso tavolo al quale Della Valle aveva a più riprese invitato Moratti questa estate, invito che il nostro Presidente aveva giustamente declinato. 
Questa volta però non può farlo perché l’invito ha proditoriamente coinvolto anche il Presidente del CONI Petrucci, autorità che Moratti non può permettersi di snobbare. Il nostro Presidente ha però chiarito fin dall’inizio, fugando quello che poteva essere qualche dubbio iniziale, che accetta di sedersi intorno a quel famigerato tavolo a una sola condizione: che non si torni a parlare dell’eventuale revoca o riassegnazione dell’altrettanto famigerato scudetto 2006. 

Si parlerà di come cercare di migliorare il nostro calcio malato ed sul come evitare che in futuro si ripropongano situazioni come questa che da cinque anni ne sta avvelenando pesantemente il clima. Il problema però è che uno degli altri commensali (uno a caso) si siederà a quel tavolo con l’intento assolutamente opposto, quello cioè di mettere pressione al nostro Presidente per farlo rinunciare a quello scudetto in nome di pace che più falsa ed ipocrita non si può; quello che non gli è riuscito per vie legali, sia da un punto di vista sportivo che penale, prova ad ottenerlo ricorrendo ad un espediente che puzza di "trappolone" lontano un chilometro. 
Abbiamo imparato ormai a conoscere il soggetto piuttosto bene e ad apprezzarne (in senso ironico, ovviamente) le varie sfaccettature. 
Nella sua conferenza stampa di "lancio" di questa idea meravigliosa non ha infatti mancato di sostenere "minchiate extragalattiche" che fanno capire come sarà praticamente impossibile giungere a una soluzione condivisa.
Il tavolo politico (appellativo già pessimo) dovrebbe secondo lui "Fare chiarezza su quello che è successo dal 2006 al 2011".

Direi che quanto è successo è scandito da una serie di sentenze sportive e penali a vario livello dalle quali si evince che almeno per un decennio il calcio è stato pesantemente condizionato da un sistema mafioso che faceva capo a Luciano Moggi e che coinvolgeva diversi altri personaggio a vari livelli. 
Come mai a quel tavolo il "giovin signore" esclude di analizzare cosa è successo da 1994 al 2006? Quando "il signor Moggi" fu assunto alla Juve, Andreino dava più o meno l’esame di maturità e si divideva presumibilmente fra gnocca ed altri sollazzi; perciò con tutta probabilità lui non si ricorda bene cosa succedeva negli anni da lì a venire, mentre noi ci ricordiamo anche fin troppo bene. Immaginiamo che a quel tavolo non si parlerà della nostra frustrazione generata da quel senso di impotenza che si fondava nell’ essere perfettamente consci di lottare contro qualcosa più forte di noi e di sostenere una squadra alla quale sapevamo benissimo non sarebbe bastato vincere, ma che avrebbe dovuto stravincere, contro tutto e contro tutti.
Alla Juve sono stati tolti due scudetti, 2005 e 2006, ma un’associazione a delinquere non si mette in piedi in due anni, questo lo capisce anche un bimbo di 5 anni.

Si esibisce poi in un’affermazione che è difficile stabilire se faccia più incazzare o più sbellicarsi dalle risa: "Il punto fondamentale è il rispetto delle regole: la Juve le ha sempre rispettate e vuole continuare a farlo". Alla faccia du cazz’! direbbero dalle parti di Napoli. 
Almeno nel "decennio" incriminato la Juve ha rispettato le regole al pari di come i latifondisti degli Stati Uniti della Confederazione del Sud rispettavano gli schiavi di colore prima della guerra di secessione. 
Oltre a quello per cui sono stati condannati, penalizzati e retrocessi vogliamo proprio scordarci il doping farmacologico caduto in prescrizione alla stessa maniera di come loro accusano siano andate in prescrizione le telefonate di Facchetti, nelle quali ci mancava solo quella nella quale chiedeva a Bergamo con quante zollette di zucchero voleva il caffè che gli avrebbe offerto al bar? Un po’ di serietà, per cortesia! Poi afferma che: "la prescrizione è scattata poco prima che arrivasse la famosa relazione di Palazzi": veramente la prescrizione era già scattata molto prima di quella relazione tanto inutile quanto inopportuna (e anche un pò vigliacca), anche se il "giovin signore" finge di non saperlo. 
Ha ragione solo quando afferma che la Federcalcio gli ha risposto con 14 mesi di ritardo: in effetti avrebbe dovuto rispondere molto prima che il suo esposto non era accettabile né in termini giuridici (principalmente), né in termini etici.

"Su Moggi non dico nulla: aspetto il terzo grado di giudizio". A parte che in caso di sentenza differente abbiamo la netta certezza che si sarebbe espresso eccome, e sappiamo anche in quali termini, non è affatto detto che si arrivi al terzo grado di giudizio: dimostra quindi anche una certa ignoranza in campo giuridico, che d’altra parte ha evidenziato da quando ha assunto la presidenza della Juve, o quantomeno maschera come ignoranza un patetico tentativo di "giocare a fare il furbetto".
Moratti, come dicevamo, sarà in qualche modo costretto a sedersi a quel benedetto tavolo, sempre se verrà deciso di imbandirlo; comunque cercare di ragionare con chi si è comportato come "l’Ovino" in questi due anni scarsi, facendo coincidere peraltro il primo atto della sua presidenza con la richiesta di revoca all’Inter dello scudetto 2006, penso si rivelerà non soltanto inutile, ma anche controproducente. 

Agnelli dice che non mollerà perché non è nel suo DNA (viene da chiedersi cosa c’è ), ma altrettanto non deve farlo Moratti: sarebbe un colpo mortale alla dignità dell’Inter e di tutti quei tifosi che per anni hanno sofferto e sono stati presi pure per i fondelli. E se si siederà a quel tavolo, tosto o tardi proprio quello gli chiederanno, statene certi.

Alex - InterCafè

11 commenti:

  1. Come dici tu Alex, Agnelli dichiara di non voler dire nulla su Moggi, di voler aspettare il terzo grado di giudizio. Eppure mi pare che questa fantomatica richiesta di risarcimento danni da 443,725 milioni di euro sia nata in seguito alla dichiarazione, avvenuta in sentenza, di estraneità dai FATTI PENALI (non sportivi) della Juventus. Dunque, su una cosa aspetta il terzo grado di giudizio, sull'altra però ci marcia sopra subito. Incoerenza pura a mio parere. Circa il tavolo, beh, io inizio ad avere seri dubbi anche sulla possibilità che venga fatto: la lega si sta distruggendo sempre più, già si era creata la doppia fazione "grrandi squadre" VS "piccole", ora Beretta, dimissionario ma ancora li, cerca modifiche di regole per aiutare Lotito, la Juventus si tira fuori da tutto ciò continuando a voler parlare solo di risarcimenti e scudetto del 2006. E' il caos. Moratti se ne tenga fuori finchè possibile, ed un favore Massimo, zittisci Paolillo, ti prego! Ogni volta che parla crea casini e si prende insulti a destra e a manca. Già non siamo proprio un "potere forte", come direbbe il neo Presidente del Consiglio Monti, se ci facciamo anche urlare dietro da Preziosi e compagnia bella è la fine!

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  2. Alex-InterCafè: ma ti devi firmare bauscia perchè siete e rimanete in quella identità.
    Tu hai citato il 1994 e si proprio in quell'anno la vostra società cominciava a fare delle cazzate che tu non hai elencato in quella lettera che hai scritto. I passaporti falsi che sono andati in prescrizione Recoba che ha preso la patente senza fare mai l'esame di guida; e non piangete che vi ricordate sempre quel famoso rigore che non vi ha dato l'arbitro nell'intervento di Juliano su Ronaldo: dovete dire le cose come dovevano andare cioè chè proprio il Recoba che in quella partita siedeve in panchina non ci doveva andare perchè era squalificato. Quindi la partita l'avreste persa in ogni caso. Siete dei bausci perchè avete sempre dimostrato che siete incompetenti e quando non potete vincere fate le vittime.
    Evviva i bauscia.

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  3. Credo semplicemente sia un incompetente, almeno nelle relazioni pubbliche!

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  4. Siamo bauscia, orgogliosi di esserlo da buona tradizione. Ma, caro signor Sciacco, il suo intervento è pieno di boiate con tutto il rispetto :) le uniche cazzate che la nostra società ha fatto dal '94, o poco dopo, sono state assolutamente legali, tipo prendere calciatori incapaci. E comunque il caso passaporti non lo conosci e si vede da ciò che scrivi, non sei informato, mi dispiace :)

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  5. presidente tolga la prescrizione dimostriamo a tutti chi siamo

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  6. Stasera una gara discreta e tre punti importantissimi. Il resto conta poco, soprattutto questa storia di calciopoli. Scusatemi ma a me ha rotto veramente i coglioni. :)

    Vi leggo sempre anche se ultimamente scrivo poco ma in mobilità questo cazzo di DISQUS non è il massimo. Ciao ragazzi. Amala. :)

    LeNny

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  7. Grazie LeNny :D
    Oggi contava vincere e così è stato, ma di sicuro non abbiamo convinto molto....non me di sicuro!.
    Riguardo a Calciopoli, LeNny ti capisco e condivido, ma purtroppo occuparsene è un male necessario per tanti motivi!

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  8. Eccoti servito Antonio, anche se in ritardo. La disinformazione dei cerebrolesi con i cervelli all'ammasso continua a credere che il passaporto di Recoba fosse già falso in quel campionato; invece fu falsificato nel campionato successivo (98/99). Come dicevo sono persone con un contenitore vuoto al posto del cervello dove chiunque può metterci quello che vuole; e sì che adesso andando su Internet ci si può informare in dieci secondi. Evidentemente per certe persone è troppo difficile anche questo, oppure semplicemente vogliono vivere nell'ignoranza e nell'idolatria dell'"Ovino".
    Va beh....

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  9. Argomentazioni pietose...va beh...son bauscia bye!

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  10. ahahahahahahah lavorano all'enel ahahahahha

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